Puntuali, tornano domani i tanto attesi saldi estivi: una stagione di vendite all’insegna del risparmio che vedrà il 38,5% dei calabresi spendere meno di 100 euro, mentre il 50% delle famiglie, invece, in media 200 euro. È l’analisi condotta dal Centro Studi di Confcommercio Calabria, che ha lanciato un sondaggio per conoscere gli orientamenti di spesa e su cosa si orienteranno gli acquisti dei calabresi.
Mentre il 38,5% spenderà meno di 100 euro, dal sondaggio è emerso come il 16,1% spenderà una cifra compresa tra i 200 e i 250 euro.
«Il dato calabrese risulta essere – si legge in una nota – in linea con quello nazionale. Il Centro Studi di Confcommercio nazionale infatti ha stimato una spesa media pro capite pari a 88 euro».
«Per quanto concerne la spesa delle famiglie – viene rilevato – il 51,6% ha dichiarato che la spesa nel periodo dei saldi si attesterà sui 200 euro. Anche in riferimento all’acquisto medio a famiglia, il dato registrato nella nostra regione si uniforma a quello nazionale, dove si stima una spesa a famiglia pari a 202 euro».
«Il 90% degli intervistati – si legge nel rapporto – ha dichiarato che ritiene i saldi ancora molto utili, sintomo che nonostante le varie attività promozionali fatte nel corso dell’anno, i saldi continuano a rivestire un ruolo particolare nelle occasioni di acquisto dei calabresi. In particolare, in particolare il 35,5% ritiene che i saldi siano molto utili e solo il 3,1% ritiene che siano poco utili».
Nel sondaggio, è stato rilevato che «per quel che riguarda la tipologia di prodotti acquistati, si confermano oggetto di interesse delle famiglie calabresi prevalentemente i capi di abbigliamento (93,5%) seguiti dalle calzature (83,9%), dagli articoli per la casa (22,6%), dalla pelletteria (9,7%) e dagli articoli di elettronica (9,7%). Con riferimento al tasso di sconto applicato, si prevede che oltre il 70% delle imprese applicherà in partenza un ribasso sugli articoli che va dal 30% ad oltre il 50% per poi crescere nella seconda metà di luglio (arrivando fino al 70%)».
Per Maria Santagada, direttrice di Confcommercio «i dati forniti dal nostro centro studi mostrano in modo inequivocabile la difficoltà della fase economica che stiamo attraversando con un continuo aumento dei prezzi al quale però non si accompagna un aumento della domanda di beni».
«Un sintomo di questo – ha proseguito – è anche la percezione di difficoltà che le persone hanno, infatti alla domanda sulla situazione economica della nostra regione il 77,4 % ha risposto che è peggiorata. Le persone, quindi, percependo negativamente il momento tendono a risparmiare e a fare acquisti oculati. Il dato dell’abbigliamento e delle calzature come principali beni oggetti di acquisto, sta ad indicare che ci si limita ad acquistare l’essenziale. Questo è confermato dalla spesa media pro-capite che anche quest’anno si attesta al di sotto dei 100€ a persona».
Le regole dei saldi
La possibilità di cambiare il capo acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante. Tuttavia, se il prodotto è danneggiato o non conforme (ex artt. 130 e ss. d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, codice del consumo e successive modificazioni) scatta l’obbligo per il negoziante di: riparazione o sostituzione, entro un congruo periodo di tempo e, nel caso ciò risulti impossibile o se i costi che il venditore dovrebbe sostenere siano sproporzionati: riduzione del prezzo pagato o rimborso del prezzo pagato. Il compratore è tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto (entro due anni).
Per quanto riguarda la prova dei capi non c’è obbligo. È rimessa alla discrezionalità del negoziante (non sono più previsti obblighi di effettuare la prova dei prodotti previa disinfezione delle mani e di utilizzo delle mascherine, anche nei camerini).
Le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante. Dal 30 giugno 2022 per chi non accetta pagamenti con bancomat e carta di credito (ex art. 18 del decreto legge n. 36 del 30 aprile 2022) scatteranno le sanzioni (pari ad una quota fissa di 30 euro cui va aggiunta una quota pari al 4% del valore della transazione rifiutata).
I capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.
Il negoziante ha l’obbligo di indicare: prezzo normale di vendita, sconto, prezzo finale (in quasi tutte le regioni. In caso di modifiche e/o adattamenti sartoriali alle esigenze della clientela (es. orli, maniche, asole) il costo è a carico del cliente, salvo diversa pattuizione. Va data preventiva informazione al cliente. (rrm)