SCREENING E PREVENZIONE, LA CALABRIA
È ANCORA INDIETRO: L’ALLARME DELLA UIL

di MARIAELENA SENESE, FRANCESCO DE BIASE E ANNA COMI – Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Screening (ONS), la Calabria è allultimo posto nella prevenzione. Almeno per quanto riguarda i dati relativi al 2023 consultabili nell’ultimo report nazionale pubblicato in ordine di tempo. I programmi di screening oncologico attivi in Italia, e quindi anche nella nostra regione,  riguardano la prevenzione secondaria del tumore della mammella, del tumore del colon-retto e del tumore della cervice uterina.

Tuttavia, esistono da regione a regione delle differenze, soprattutto nella percentuale di popolazione avente diritto che aderisce.

In Calabria spicca, per numero più alto in percentuale,  la provincia di  Reggio Calabria per la quale abbiamo, nel dettaglio, i dati relativi al  primo semestre del 2024 pubblicati dalla stessa Asp.

L’Asp della città in riva allo Stretto dichiara nel proprio bilancio che, rispetto allo screening mammografico,  su 36.120 donne target di riferimento, (quindi con un età compresa tra i 50 e i 69 anni) sono stati effettuati 2.077 screening di primo livello pari al 5,75%. Rispetto allo screening del colon-retto (sempre in riferimento al primo semestre 2024) su una popolazione target di 70892, che comprende sia donne che uomini tra i 50 e i 69 anni, gli screening di primo livello effettuati sono 1756 pari al 2,5%.

Per quanto riguarda lo screening del collo dell’utero, il target di riferimento sono le donne tra i 30 e i 64 anni. Ebbene su 27.871 donne solo 2407 hanno effettuato lo screening pari a 8,6%.

Come riporta la relazione stessa, nella seconda parte del 2024 ci si aspetta un ulteriore miglioramento dei dati grazie a numerose iniziative volte alla sensibilizzazione dei cittadini.

L’ Asp di Catanzaro, nell’ultimo bilancio pubblicato, si limita a riportare la classificazione di Agenas (l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) la quale le conferisce il colore giallo, cioè una valutazione media, nell’ambito della prevenzione. Secondo i dati  riportati proprio dalla stessa Agenas, Catanzaro raggiunge nel 2023 il 5,52% di screening mammografico, il 16,5% di screening alla cervice e il 2,5% di screening del colon retto. L’Asp di Cosenza dichiara, sempre sulla relazione relativa all’ultimo bilancio, che continua la campagna screening iniziata negli anni precedenti è che, in relazione al tumore della mammella ha attivato una convenzione con l’Associazione Komen Italia che ha permesso di eseguire 2500 screening inserite sulla banca dati del servizio screening.

Per il cancro al colon si limita a scrivere di aver distribuito i kit per la ricerca del sangue occulto presso le AFT pubbliche e che l’esame colposcopico (quello relativo al collo dell’utero) viene effettuato negli ambulatori ginecologici  e nei poliambulatori.

A  Vibo Valentia (dove a inizio anno erano state sospese le visite per un guasto al macchinario,  poi riprese a metà febbraio) le mammografie effettuate presso l’ospedale, nel 2024, sono state 3500.

Sugli screening non sono noti i dati dall’ Asp di Crotone neanche sull’ultimo bilancio pubblicato.

Riassumendo i numeri del Sistema Sanitario Nazionale  (Passi 2022-2023) la copertura screening mammografica organizzata nella nostra regione è pari al 9,7% del target, quella cervicale è pari al 19% e quello del colorettale è dell’8,3%.

Se le percentuali di partecipazione agli screening,  nella nostra regione, è bassissima di contro purtroppo c’è che ogni anno, in Italia, migliaia di donne ricevono una diagnosi di tumore al seno, il più diffuso nella popolazione femminile a ogni età.

La diagnosi precoce, quindi la prevenzione, può fare la differenza: se il tumore viene scoperto in fase iniziale, le possibilità di guarigione superano il 90%. Eppure, non tutte le donne, soprattutto le calabresi, sanno oggi di aver accesso a uno screening gratuito. Così se in altre regioni la prevenzione ti salva la vita, dalle nostre parti purtroppo siamo ancora ben lontani da questa possibilità ed è inaccettabile che laccesso alla prevenzione oncologica dipenda dal luogo in cui si vive.

L’invito a sottoporsi agli screening avviene attraverso un sms che le Asp inviano alle donne che rientrano nell’età indicata. In realtà alcune regioni, in particolare quelle su cui non vige un piano di rientro, hanno ottemperato alle indicazioni del Piano nazionale di prevenzione 2020- 2025, al Piano oncologico nazionale 2023-2027 e alle nuove Raccomandazioni del Consiglio europeo emanate a fine 2022 estendendo alle fasce di età 45-49 e 70-74 lo screening mammografico e alla fascia di età 70-74 lo screening colorettale.

Quindi in regioni virtuose, per esempio in Lombardia, in Piemonte e in Emilia Romagna, giusto per citarne alcune, lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario si rivolge alle donne di età compresa tra i 45 e i 74 anni.

In Calabria, dove vige un piano di rientro, la possibilità di estendere la copertura ad altre fasce di età è preclusa.

C’è però una legge, che poche donne conoscono, che dà diritto a eseguire i test tramite Servizio Sanitario Nazionale anche se non si rientra nell’età target di riferimento. Basta andare dal medico di famiglia,  farsi fare limpegnativa per poi prenotare, tenendo presente che i tempi dattesa possono essere lunghi. Come riportato sul sito del Ministero della Salute, il medico di base che effettua la prescrizione sul ricettario del SSN e deve riportare il relativo codice di esenzione.

In particolare: codice D01: prestazioni diagnostiche nell’ambito di campagne di screening autorizzate dalla Regione; codice D02: esame citologico cervico-vaginale (PAP Test); codice D03: esame mammografico; codice D04: colonscopia; codice D05: prestazioni di approfondimento diagnostico correlate alla diagnosi precoce del tumore della mammella.

Lintervallo di tempo indicato per ciascuna prestazione deve essere rispettato, anche se il primo accertamento è stato eseguito privatamente. Lesenzione per diagnosi precoce di alcuni tumori è del tutto indipendente dal reddito dellassistita e/o dal suo stato di occupazione/disoccupazione.

Altro dato che vorremmo mettere in evidenza è quello per l’esame del tumore colon rettale che coinvolge non solo le donne ma anche gli uomini. Anche in questo caso, come riportato in tabella, e come abbiamo già detto, la percentuale di chi accede ai programmi di prevenzione è nettamente inferiore al pool.

Il Coordinamento per le Pari Opportunità della Uil Calabria preoccupato per una così bassa adesione ai programmi gratuiti di prevenzione ha pensato di promuovere una campagna di sensibilizzazione sugli screening oncologici gratuiti, coinvolgendo Caf e Patronati che fanno parte della rete territoriale della Uil nella consapevolezza che prevenire è vivere.

Lo scopo è quello di informare un maggior numero di donne e uomini (coinvolti nel caso dell’esame del colon rettale) sui propri diritti. Lo screening organizzato riduce notevolmente le disuguaglianze sociali di accesso alla prevenzione e per la gran parte delle donne meno istruite o con maggiori difficoltà economiche lofferta di un programma rappresenta lunica possibilità di fare prevenzione.

Il nostro appello è rivolto anche agli operatori sanitari: lefficacia della promozione dello screening cresce se allinvito/sms della Asl si accompagna il consiglio del proprio medico. L’invito così da solo è evidente che  non basta a garantire la partecipazione delle donne allo screening, mentre è fondamentale il consiglio medico.

Chiediamo con forza quindi che anche in Calabria tutte le donne tra i 45 e i 74 anni vengano non solo informate ma anche incluse nei programmi di screening gratuito, con inviti attivi da parte delle Asp e percorsi organizzati per garantire una diagnosi tempestiva e unassistenza di qualità.

La salute non può aspettare. Prevenire è un diritto, non un privilegio che dipende dal posto in cui risiedi. (ms, fdb e ac)

[Mariaelena Senese, Francesco De Biase e Anna Comi sono rispettivamente segretario generale Uil Calabria, segretario generale Uilp Calabria e responsabile coordinamento Pari Opportunità Uil Calabria]

Parte da Cosenza la campagna di prevenzione del tumore alla prostata di Anziani Italia

Prende il via domani, a Cosenza, al Centro Anziani di S. Aniello, la campagna di prevenzione del tumore alla prostata, promossa da Anziani Italia e presieduta da Maria Brunella Stancato.

“Il Tumore non guarda in faccia nessuno”, è il claim della campagna, che farà tappa il 22 aprile 2024 a San Pietro in Guarano, lunedì 29 aprile 2024 ore 17,00 Corigliano Rossano; mercoledì 8 maggio Rocca di Neto in Provincia di Crotone e venerdì 13 maggio a Cetraro.

«Le persone che vogliono partecipare possono fare una visite urologica – ha spiegato la presidente Stancato – nei laboratori che si attiveranno su tutto il territorio regionale; il primo parte da Cosenza presso i locali messi a disposizione del Centro Anziani di S. Aniello di Cosenza, i partecipanti dovranno venire muniti dell’esame del Psa ed il professionista presente provvederà a leggere le analisi ad effettuare visita urologica ed eventualmente se necessario a prescrivere ulteriori controlli. Inoltre, attraverso la compilazione di un modulo on-line composto da 30 domande, si potranno probabilmente cogliere eventuali campanelli d’allarme».

«Fare formazione ed informazione sanitaria è una caratteristica di Anziani Italia Rete Associativa Ets Aps. Certamente promuovere la prevenzione sanitaria non è semplice ed in particolare quando non ci sono finanziamenti economici. La mancanza cronica di finanziamenti, rende tutto più difficile, ma la provvidenza ci viene sempre incontro – ha spiegato Stancato –. La nutrita rete di professionisti sanitari che ci supportano, donando il loro tempo, creano il nostro tesoro immenso. È grazie al loro impegno che si riesce ad avviare una nuova, l’ennesima, campagna di prevenzione».

«Non a caso abbiamo scelto la data del 6 aprile, in cui ricorre la Giornata Internazionale dello Sport 2024», ha spiegato, sottolineando come «l’attività sportiva è la più importante forma di prevenzione per mantenere un corpo sano ed in salute. Fare prevenzione è la migliore arma per ridurre il rischio di cancro e di altre malattie, ed è alla portata di chiunque ogni giorno. Sono diversi i modi per farla diventare un’abitudine: praticare sport, sottoporsi periodicamente a controlli medici, non fumare, o smettere al più presto, seguire un’alimentazione varia ed equilibrata».

«Fare prevenzione attraverso il S.S.N. è una grande impresa – ha evidenziato – le file d’attesa sono lunghissime ed il Tumore non da tempo e non guarda in faccia nessuno. I tumori se presi in tempo si possono curare».

«Confidiamo di presentare i risultati degli screening e del questionario nel mese di giugno – ha concluso –. Un grande ringraziamento va a chi collabora e a chi ci sostiene come il Consorzio dell’Olio di Calabria Igp nella persona del suo Presidente, Massimino Magliocchi, sempre attento a tematiche di prevenzione sulla salute ed in particolare sempre attento a giovani ed anziani, all’Associazione Volare aps che cura tutta la logistica della campagna di prevenzione ed al Csv Cosenza che supporta le associazioni nelle sua attività». (rcs)

A Reggio l’iniziativa “Diamo una mano agli screening dei Tumori femminili”

Si intitola “Diamo una mano agli screening dei Tumori femminili, del colon-retto e alla vaccinazione contro il papilloma virus” l’iniziativa in programma domani pomeriggio, a Reggio, alle 17, nella Residenza Universitaria di Via Roma.

L’iniziativa è stata organizzata dalla Rete delle Associazioni aderenti a Comunità Competente con l’adesione della Fidapa sezione di Reggio Calabria «perché in Calabria e nella nostra provincia da quando sono stati istituiti i Livelli Essenziali Assistenziali (Lea), nel lontano 2001, siamo sempre stati annualmente bocciati dal Ministero della Salute su questa vitale problematica», ha spiegato Rubens Curia, portavoce di Comunità Competente.

Saranno presenti il professore Francesco Carlo Morabito, ordinario dell’Università Mediterranea, il dottore Sandro Giuffrida, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Reggio Calabria, la dottoressa Adriana Romeo, responsabile organizzativa degli screening e il medico di medicina generale Domenico Catalano, Coordinatore della AFT Diogene.

«Purtroppo non si tratta di ripetere l’anno – ha spiegato Curia – ma di tutelare la salute delle donne e degli uomini della nostra Regione che nel solo 2022, per quanto attiene ai ricoveri ordinari e day hospital fuori Regione, hanno raggiunto il preoccupante numero di 1.386.
Comunità Competente ritiene che sia venuto il momento di tessere una Rete Integrata costituita dal mondo delle Associazioni di cittadini organizzati, dal Forum del Terzo Settore, dal mondo del Sindacato dai Club servicedalle Aziende Sanitarie , dalle Farmacie e dalle Agenzie Educative per incrementare l’adesione dei Calabresi agli screening ed alla vaccinazione contro il papilloma virus e per potenziarne l’organizzazione».

«Noi l’8 febbraio partiremo da Reggio – ha concluso – con proposte concrete perché finalmente la Calabria cancelli questa grave inadempienza ed ai Calabresi sia garantito il diritto alla salute». (rrc)

CORTALE (CZ) – Al via screening gratuito per mappatura generale su popolazione

L’Amministrazione Comunale di Cortale, guidata dal sindaco Francesco Scalfaro, ha avviato uno screening gratuito per l’indagine epidemiologica al Covid-19 con test rapido antigenico naso-faringeo con il fine di ottenere una mappatura generale  sulla popolazione.

Il controllo ha interessato prima di tutto alcune specifiche categorie di persone e precisamente con gli amministratori e i consiglieri, i dipendenti e i lavoratori del Comune, le Forze dell’Ordine, il Corpo di Polizia Municipale, la Protezione Civile e tutte quelle persone che hanno avuto contatti stretti con possibili positivi.

«La decisione di fare i tamponi rapidi gratuitamente, a carico del Comune – ha spiegato il primo cittadino – nasce dalla situazione in cui si è venuta a trovare l’Asp che è, ormai, al collasso e non riesce a fare e processare i tamponi se non con tempi lunghissimi. A questo primo screening ne seguiranno altri nei prossimi giorni per altre categorie e per altri cittadini, ciò al fine di avere una mappatura generale della popolazione rispetto al Covid-19».

Lo screening si è reso necessario, inoltre, per accelerare l’accertamento di due presunti casi di positività visto che fronte di una richiesta di tampone molecolare fatta all’Asp già da lunedì scorso nessuno si è mosso e a fronte di un tampone fatto già da tre giorni che ancora non è stato processato. Le ordinanze vigenti hanno interessato in tutto 10 soggetti di cui 2 obbligatorie e 8 fiduciarie.

Ad oggi alla situazione è la seguente: due possibili positivi risultati tale da tampone rapido ancora da accertare con tampone molecolare a carico dell’Asp; 8 ordinanze di quarantena obbligatoria di persone conviventi dei due possibili positivi che oggi sono stati sottoposti a tampone e sono risultati negativi; 64 tamponi fatti e processati oggi di cui uno ha confermato la positività di un tampone sempre rapido fatto in azienda che come detto precedentemente deve essere confermato da tampone molecolare dall’Asp Uno risultato positivo di persona non residente o domiciliato a Cortale. (rcz)