L’OPINIONE / Maria Elena Senese: La Calabria ha bisogno di un nuovo piano infrastrutturale scolastico

di MARIA ELENA SENESE – In Calabria si contano sulle dita di una mano le scuole che sono, totalmente, in regola con le previsioni relative alla sicurezza.

Certificati di agibilità inesistenti, piani della prevenzione incendi non attuati sembrano essere la regola in un panorama infrastrutturale che, per una percentuale molto alta, vede le scuole calabresi costruite prima degli anni settanta.

È questa una situazione inaccettabile, che segnaliamo da tempo, che non vedrà mutamenti concreti in tempi brevi anche alla luce del rischio di non edere finalizzati i fondi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Con questi finanziamenti, infatti, sono solo 16 i progetti di nuove scuole finanziati in Calabria, con il record negativo della provincia di Reggio Calabria che si è vista finanziare un solo progetto.

La Calabria ha bisogno di un nuovo piano infrastrutturale scolastico che, segua le indicazioni dell’Unione europea, sia finalizzato alla costruzione di nuovi edifici scolastici e faccia, concretamente, delle scuole luoghi di inclusione e apprendimento moderni ed efficienti.

Ma analizziamo qualche numero, in ciò aiutandoci con i dati pubblicati da cittadinanzattiva e raccolti dal portale Open data sulle scuole.

Intanto, dobbiamo dire che in Calabria ci sono oltre 2000 scuole presenti sul territorio e di queste 1286 sono costruite in zona 1 per quanto riguarda il rischio terremoti, mentre 864 sono quelle realizzate in zona 2.

In Calabria si attesta al 18,75% la percentuale delle scuole che hanno un certificato anti incendio.

Nella nostra regione, ancora, sono solo 461 gli edifici scolastici che hanno una mensa e, allo stato attuale, ammontano a 80 gli interventi approvati, per un montante di quasi 30 milioni di euro, che dovrebbero portare alla costruzione di 46 nuove mense, alla demolizione, ricostruzione e ampliamento di 11 strutture di refettorio e alla riqualificazione e riconversione di altre 23.

Per la messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole, invece, la Calabria avrà una dote di 34 milioni di euro su un plafond di risorse che ammonta a quasi 4 miliardi di euro.

Ad oggi, infatti, in Calabria solo 175 scuole (l’8,2% del totale) ha avuto interventi di adeguamento sismico; 28 scuole (solo l’1,3%) hanno ricevuto interventi di miglioramento sismico e 259 edifici scolastici (pari al 12,2% del totale) hanno registrato una progettazione antisismica.

Questi fondi serviranno a finanziare l’adeguamento e il miglioramento sismico di 10 scuole in tutta la regione; l’efficientamento di 3 istituti scolastici e la demolizione e ricostruzione di 5 strutture.

In questo quadro, poi, riprendiamo la segnalazione fatta dal mondo associazionistico e chi chiediamo che fine abbia fatto la mappatura satellitare delle scuole volute dal ministro Bussetti. Ma non solo, ciò che ci preoccupa è anche che l’osservatorio nazionale sull’edilizia scolastica si sia riunito una volta sola e lo abbia fatto nel lontano 2021.

Siamo convinti, infine, che sia determinante pensare anche al futuro delle nostre scuole, oltre il Piano nazionale di ripresa e resilienza, e pensare di dare continuità ai fondi per l’edilizia scolastica andando ad intercettare altri canali di finanziamento. (ms)

[Maria Elena Senese è segretario generale di Fenealuil Calabria]

CATANZARO – Il sindaco Fiorita incontra i dirigenti degli Istituti Comprensivi

Il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, ha incontrato i dirigenti degli Istituti Comprensivi, assieme all’assessore alla Pubblica istruzione, Nunzio Belcaro, affiancati dai dirigenti Giovanni Laganà e Francesco Fusto, per tracciare insieme ai rappresentanti di Ecosfera Servizi, in partenariato con ConMar e Graded, l’avvio delle attività della convenzione Consip, già illustrate lo scorso luglio.

In particolare, grazie ad una precisa volontà politica, l’amministrazione potrà ora contare su un unico interlocutore per la gestione impiantistica ed energetica degli edifici scolastici con l’obiettivo stimato di conseguire, nell’arco di nove anni, risparmi economici per 1milione 400mila euro.

«Catanzaro per la prima volta – commenta Fiorita – sperimenta un nuovo modello di efficientamento degli impianti idrici, termici ed elettrici dei plessi comunali, con l’obiettivo di ribaltare definitivamente il modus operandi dei rattoppi e degli sprechi che, per troppi anni, ha causato disagi e lamentele».

Gli interventi previsti riguarderanno generatori di calore, terminali di erogazione, sistemi di isolamento termico e di monitoraggio dei consumi, nonché l’intera rete idrica ed elettrica interna all’immobile. In programma anche il relamping, ovvero la sostituzione dei corpi illuminanti.

«Il traguardo del risparmio energetico, con un minimo annuale fissato del 25 per cento – ha proseguito il sindaco – rappresenta un interesse comune per tutte le parti, perché ci consentirà di abbattere i costi della manutenzione ordinaria e straordinaria e di ridurre in maniera rilevante anche le immissioni inquinanti. Il tutto, supportato dalle procedure del sistema di committenza Consip a garanzia delle pubbliche amministrazioni».

«Risparmi che, poi – ha concluso – potranno essere reimpiegati per migliorare la qualità delle strutture e offrire servizi sempre più adeguati alla grande comunità della scuola, su cui abbiamo inteso fortemente concentrare tutte le risorse possibili». (rcz)

Scuola, Occhiuto (FI): Investire in programmi sportivi significa investire in formazione e benessere

Il senatore di Fi, Mario Occhiuto, ha evidenziato come «investire in programmi sportivi nelle scuole significa investire nel benessere e nella formazione dei futuri cittadini, perché la coscienza dei ragazzi è ancora predisposta a immagazzinare valori sani come la cura della propria salute, la leale competizione e la solidarietà verso gli altri».

«Il disegno di legge sulla pratica sportiva nelle scuole va in questa direzione e per questo Forza Italia lo valuta favorevolmente», ha detto Occhiuto, sottolineando come «il sistema scolastico italiano è carente delle risorse necessarie per sviluppare programmi sportivi adeguati».

«E questa carenza di finanziamenti e di strutture – ha aggiunto – che esiste soprattutto nel Mezzogiorno, può ostacolare l’implementazione di programmi sportivi nelle scuole. Non si parte da zero, certo, ma molto c’è da fare se consideriamo che 4 complessi scolastici ogni 10 non sono dotati di un impianto per la pratica sportiva».

«Con il Pnrr – ha aggiunto il senatore – sono stati destinati circa 300 milioni agli impianti sportivi, di fronte però a una richiesta da parte dei Comuni per la realizzazione di impianti per circa 3 miliardi. Saranno dunque necessarie ulteriori risorse.  La collaborazione tra istituzioni scolastiche e i nuovi Giochi della gioventù, prevista dal provvedimento creando un collegamento tra scuola e attività sportiva al di fuori delle ore tradizionali di lezione, ha lo scopo di avvicinare allo sport e di stimolare quanti più giovani possibile, attivando anche una politica di inclusione che coinvolge pienamente anche i ragazzi con disabilità».

«Praticare sport sin dagli anni scolastici – ha evidenziato – ha effetti positivi sulle giovani generazioni che, da un lato, imparano a misurarsi in maniera sana con i loro coetanei, intessendo rapporti di solidarietà e condivisione e dall’altro hanno dei benefici dal punto di vista fisico e psicologico. Oggi un ragazzo su quattro è in sovrappeso, anche a causa di sedentarietà e cattiva alimentazione».

«Lo sport insegna ad avere uno stile di vita più sano e a seguire una dieta adatta all’età – ha concluso – evitando o controllando la maggior parte delle patologie. Puntare sullo sport significa dunque anche investire sulla sostenibilità del nostro sistema sanitario nei prossimi anni». (rp)

Si è riunito il Pd Calabria: Focus su sanità e scuola

Sono stati affrontati i nodi principali che la Calabria dovrà affrontare nei prossimi mesi, con un’attenzione rivolta in particolare alla sanità e alla scuola, nel corso della riunione del Pd in Consiglio regionale, che è stata condotta dal consigliere regionale Mimmo Bevacqua.

La crisi della sanità calabrese è sotto gli occhi di tutti e forse il comparto si trova ad affrontare il momento peggiore della sua storia. Proprio per questo è necessario un deciso cambio di passo nella gestione e investimenti che diano una sterzata decisa verso la sanità pubblica e universalistica, obiettivo del Pd a tutti i livelli. 

L’impegno dem in materia continua in maniera intensa dopo l’iniziativa che ha avuto luogo a Cosenza qualche giorno fa e alla quale hanno partecipato i rappresentanti del partito di cinque Regioni italiane e la presentazione di una proposta di legge per chiedere l’aumento delle risorse, depositata qualche giorno fa. Per il prossimo 27 settembre, infatti, è prevista a Lamezia una nuova iniziativa pubblica. L’incontro affronterà il tema della medicina di prossimità, strumento fondamentale per garantire il diritto alla salute in maniera uniforme su tutto il territorio.

Per provare a gestire l’emergenza che si sta verificando nel settore scuola, con i tagli e il dimensionamento, i consiglieri dem incontreranno i sindacati di categoria per provare a trovare le soluzioni più opportune per garantire il diritto allo studio ed evitare che molti paesi dell’entroterra possano perdere le scuole, baluardo di cultura e legalità.

Messo in calendario, inoltre, anche un incontro con i sindaci calabresi per fare il punto sull’attuazione di alcune riforme introdotte dalla giunta regionale di centrodestra che stanno creando non poche difficoltà alle amministrazioni, a partire da  quella che ha istituito Arrical e modificato il sistema di gestione delle acque.

Il gruppo del Pd ha poi dato la propria adesione alla proposta proveniente dal centrodestra in ordine al riequilibrio delle competenze delle Commissioni di palazzo Campanella. Un’adesione vincolata alla garanzia che il presidente del Consiglio Mancuso ha fornito durante la riunione della Conferenza dei capigruppo per una puntuale rivisitazione degli organismi anche dal punto di vista dei componenti. (rcz)

Inizio scuola, il messaggio del vescovo Serafino Parisi agli studenti di Lamezia

di MONS. SERAFINO PARISIStudentesse e studenti carissimi, anche quest’anno, come quello passato, voglio essere con voi al suono della prima campanella del nuovo ciclo di studi. 

Rispetto allo scorso anno c’è una novità: non scrivo, infatti, a studentesse e studenti dal volto sconosciuto, ma – dopo i vari incontri vissuti insieme nelle vostre scuole o nelle stesse parrocchie – sento di rivolgermi a persone amiche. Proprio così! Perché l’amicizia, per definizione, non pretende alcunché, vive per se stessa e basta a se stessa. Vengo a voi, dunque, nel segno dell’amicizia che considero, lo sottolineo, un’amicizia vera e non virtuale.

Questa sottolineatura non vuole introdurre una paternale – né vuole sottintendere una chiusura nei confronti di tutte le risorse tecnologiche che, di per sé, lanciano una provocazione per un uso ormai indispensabile, quanto ragionevole, intelligente e creativo – ma solo vuole far riflettere su alcuni rischi insiti nella pratica – a volte eccessiva – di rifugiarsi nel labirinto della rete: penso al rischio dell’oblomovismo la cui deriva è quella dell’anaffettività emotiva che impedisce di guardare in faccia la realtà concreta, spesso osservata e filtrata attraverso la freddezza di uno schermo; penso al rischio di una forma di alienazione, o di distrazione, oppure di sottrazione dalla storia che impedisce di affrontare l’esistenza e di sviluppare relazioni vere; penso a quello di una dipendenza che non consente di percepire la collocazione in una “rete” (così era detta quella letale e ossessiva della tragedia greca!) che avviluppa in un groviglio di apparenze e finzioni eternamente riproposte, come in modalità loop (che si può tradurre “cappio” oppure “ciclo continuo”), da un gioco di specchi che, restituendo solo l’immagine del singolo, vorrebbe nascondere la solitudine e l’inganno. 

Ecco perché, al chiudersi dell’estate, preferisco immaginarvi luminosi di sole e di luce, quella dei vostri sorrisi e della vostra voglia di vivere. La scuola va incontro alla vostra luce, all’energia che sprizzate e alla vostra curiosità portando con sé la missione, non il dovere, di fare di voi persone libere e critiche, in grado di scegliere autonomamente, senza piegarsi alla volontà di alcun tiranno. Non importa che questi si nasconda dietro lo schermo del vostro cellulare, in fondo a una bottiglia di alcolici, nella punta di una siringa. Sempre di tiranno si tratta e la scuola ingaggia, per conto vostro (ma non senza di voi), una lotta contro di lui.

Certo, quando noi sentiamo la parola “tiranno” o “padrone” subito ci allarmiamo poiché veniamo da un passato di oppressione, i cui effetti si sentono ancora oggi. Allora d’istinto, affermiamo o ribadiamo la nostra libertà: “noi siamo liberi”. Ma lo siamo realmente oppure viviamo nell’illusione di esserlo? Non possiamo negare che su di noi incombono varie insidie e ipoteche, per non dire “poteri” di diverso tipo che ci ingannano con un gioco subdolo. A tale proposito pongo un solo interrogativo: quali saranno i risvolti del metaverso o quelli della cosiddetta intelligenza artificiale, “profilati” e catalogati come siamo da insensibili algoritmi che foraggiano una mera ricostruzione/rappresentazione dell’uomo, anziché la sua complessa visione integrale? In questo campo – sembra di poter dire – il nostro avversario (il nemico della nostra libertà, della nostra realizzazione, del nostro bene) non presentandosi come un concorrente, un rivale, un antagonista, ma – insinuandosi nella nostra vita sotto le mentite spoglie di un alleato – finisce di essere trattato come un “amico” che, di fatto, è contro noi stessi. 

A fronte di ciò, la scuola sa che, ancor prima di indicarvi i percorsi di ogni disciplina, deve fare altro per conto vostro: deve far nascere quello spirito critico e deve fornire quei criteri interpretativi della realtà affinché dalla ragazza e dal ragazzo che ha davanti emerga l’uomo o la donna che si intravvedono già, con il loro volto più bello, con le capacità naturali che ciascuno di loro già possiede e custodisce.

La scuola sa di non essere chiamata a “produrre” cercatori di sensazioni o di ebrezze, ma a offrire una “visione”, che potrebbe essere indicata, durante il tragitto in una foresta impervia, da una sosta su uno spazio rado dove recuperare il respiro, rifocillarsi, scoprire parole di senso e accogliere la luce – tra un sussurro di brezza leggera e il luccichio del sole attraverso le verdi fronde degli alberi – per riprendere il cammino dando orientamento all’esistenza attraversando boschi e ponti e oltrepassando i disagi e le oscurità del vissuto. 

Se questo sa la scuola, ciascuno di voi dovrebbe, però, anche sapere cosa gli compete personalmente, impegnando volontà e responsabilità. Ciascuno di voi dovrebbe ricordare che, come un prisma di cristallo, è chiamato a catturare e far splendere ogni occasione di apprendimento che la vita a scuola gli offrirà. Catturare luce e dare luce. Sempre. Non penso solo alla nozione puntuale che ciascuno potrà cogliere a lezione, ma anche a tutto ciò che nelle relazioni quotidiane, nella convivenza con compagni e docenti si potrà palesare come occasione di scoperta, riflessione, confronto, analisi e sintesi di conoscenza. Tutto questo è propedeutico al grande apprendimento che porta poi a un “saper essere” e a un “saper fare” consapevolmente. Questo è l’obiettivo da centrare. 

A tale proposito riporto una citazione profonda ed eloquente, pur nella sua paradossale formulazione ossimorica, relativa all’utilità dell’inutile: «Se qualcuno dovesse chiedere a me, come filosofa, che cosa si dovrebbe imparare al liceo, risponderei: “prima di tutto, solo cose inutili, greco antico, latino, matematica pura e filosofia. Tutto quello che è inutile nella vita”. Il bello è che così, all’età di 18 anni, si ha un bagaglio di sapere inutile con cui si può fare tutto. Mentre col sapere utile si possono fare solo piccole cose» (Agnes Heller). 

Ricordo che, da ragazzo, ogni volta che si rompeva a casa qualcosa, veniva aggiustato da un artigiano che nulla sapeva di quanto era scritto nei libri che io dovevo studiare ma che prodigiosamente per me, allora imberbe, aveva nelle mani la soluzione al problema. Mi chiedevo allora a cosa mi servisse passare ore ed ore sui libri se poi davanti ad un rubinetto rotto non mi restava che attendere che si formasse un lago sul pavimento. Non so cosa pensasse l’artigiano di me, chino sui libri. Oggi so che le due cose sono compatibili: studiare per saper fare, per trovare soluzioni, risposte a situazioni complesse e articolate che possono partire dalla minaccia di un innocuo laghetto sul pavimento e arrivare alla ricerca di un farmaco o di una norma che cambiano la vita all’umanità. 

Auguro a tutti di essere prismi lucenti. “Prisma” sia la password di questo nuovo anno scolastico. A tutto avrete accesso. Nulla si chiuderà. Si apriranno invece inediti orizzonti.

A voi tutti, ai vostri docenti e alle vostre famiglie auguro buon lavoro! (sp)

[Mons. Serafino Parisi è vescovo di Lamezia Terme]

LA RIFLESSIONE / Nunzio Belcaro: È giusto pretendere scuole belle

di NUNZIO BELCARO – Inizia la scuola. Ed è come se l’anno, per chiunque, nel suo incedere ordinario, prendesse davvero vita da questo momento.  Come se la campanella suonasse l’inizio per tutti. Come a dire che adesso si fa per davvero. Per me segna l’inizio di un cammino di grande responsabilità.

In queste poche settimane ho avuto modo di conoscere dettagliatamente le tantissime criticità degli oltre cinquanta plessi della nostra città, dove con le poche risorse a disposizione, gli uffici tecnici provano a fare miracoli, rincorrendo con fatica gl’interventi di manutenzione.

Le nostre scuole sembrano tanti pianeti diversi, operano in contesti sociali differenti, raccontano pezzi di storia della città complementari l’una con l’altra, contrastanti. C’è quella che nasce in nuovi quartieri residenziali, nel verde, circondata da villette e c’è quella presa a sassate, dove ci viene chiesto di mettere grate alle finestre, dove un angolo del cortile lasciato al buio può significare un potenziale luogo di degradante bivacco o, peggio, di spaccio.

È giusto pretendere scuole belle. E penso sia ancora più giusto pretenderle nei quartieri dove la scuola spesso rappresenta l’unico pezzo di Stato presente.

Ed è giusto soprattutto che a pretenderlo sia quell’esercito di maestre e maestri che, come diceva Sciascia, rappresentano l’unica vera arma possibile che abbiamo per vincere la battaglia contro l’illegalità.

L’Italia investe meno risorse in istruzione rispetto alla media europea, ed è al di sotto di tutte le principali nazioni del continente.  Questo si traduce in meno risorse per garantire il diritto allo studio nelle scuole pubbliche, meno soldi per le mense e il tempo prolungato, meno soldi per i bisogni speciali, per il sostegno e ovviamente per le strutture scolastiche.

In questo quadro operano gli enti locali, i dirigenti e tutto il personale scolastico.

Il lavoro da fare è tantissimo, di resistenza, passione e coraggio, con uno sguardo inserito in un dibattito ampio, che comunichi e si confronti con le tantissime realtà del nostro Paese.

L’energia per questa sfida è facile trovarla, basta concentrarsi sull’anima profonda della scuola che è ancora in piedi. Perché è costruita su una magia inscalfibile, quella dell’aula, dove s’incontrano insegnanti e bambini. La scuola è l’aula, e dentro ci sta tutta una città, guardandola troviamo tutti i suoi bisogni, le sue ferite, ma anche le opportunità, i sogni, il futuro.

Immaginiamola aperta quell’aula, che venga amplificata la sua energia, protetta, presidiata, che intorno ad essa possa nascere un ragionamento educativo che non riguardi solo i più piccoli ma anche gli adulti.

L’aula come modello, come una mano tesa verso un mondo che fa sempre più fatica ad offrire punti di riferimento e comprensione. Provino i genitori a sospendere abitudini di natura competitiva, l’assillo del confronto fra ragazzi, della comparazione dei voti, smarrendo di fatto il principio che ognuno di loro è unico, con talenti diversi e soprattutto tempi di crescita diversi.

Abbiamo bisogno che la naturale curiosità dei più piccoli contamini il mondo degli adulti e non che l’ansia di quest’ultimi freni la loro immaginazione e il loro essere, ognuno a suo modo, unico e speciale.

Ho il desiderio d’occuparmi di tutto questo e non vedo l’ora di passare fra i corridoi e sentirla decine e decine di volte quella campanella.

Buona scuola, Catanzaro! (nb)

[Nunzio Belcaro è assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Catanzaro]

Inizio anno scolastico, il messaggio del sindaco di CZ Nicola Fiorita

Alle ragazze e ai ragazzi, alle bambine e ai bambini che frequentano le scuole della nostra Città, auguro un gioioso ritorno tra i banchi, l’inizio di un percorso che durerà un anno e che darà loro nuove conoscenze e nuove opportunità.
Rivolgo un augurio di buon lavoro a tutti gli operatori della conoscenza, i dirigenti scolastici, i docenti, il personale ATA, a cui è affidato un compito fondamentale e insostituibile, quello della formazione e della crescita delle nuove generazioni.
Ma c’è un altro compito, non meno importante: quello di assicurare l’eguaglianza e le stesse condizioni di partenza a tutti gli studenti, di fornire loro gli strumenti per realizzare la libertà e l’autonomia. Se c’è un luogo dove si può e si deve realizzare l’eguaglianza è la scuola.
Ogni studente e ogni scolaro di Catanzaro deve potere avere le stesse opportunità e dobbiamo concorrere tutti perché ciò avvenga.
E’ per tale motivo che guardo con forte preoccupazione ipotesi di “regionalizzazione” della scuola pubblica che potrebbero generare inaccettabili discriminazioni e una frantumazione del sistema scolastico italiano.
La scuola, per quanto mi riguarda, deve rimanere nazionale, una materia in cui lo Stato deve esercitare una supremazia, combattendo gli egoismi di chi si sente più forte e più ricco.
Dobbiamo fare in modo che tutti i bambini e i ragazzi frequentino con profitto la scuola pubblica, soprattutto quelli dei quartieri difficili e complicati, dove il fenomeno della dispersione scolastica è ancora troppo forte. Sono molto perplesso sulle soluzioni contenute nel cosiddetto “decreto Caivano” perché la repressione, da sola, non basta a combattere degrado e dispersione. Più che arrestare i genitori che non mandano i bambini a scuola, dobbiamo convincerli a dare ai loro figli un futuro migliore attraverso l’istruzione. Maggiori risorse ai Comuni per interventi sociali nei quartieri sarebbero state più utili.
Dicevo che ognuno deve fare la sua parte. Qui non serve la propaganda. Preferisco rendere conto alla Città e alle famiglie dello sforzo che stiamo compiendo per migliorare un sistema scolastico cittadino vetusto, arretrato, malandato, fatto di edifici vecchi e malfunzionanti. Non potevamo fare miracoli in appena un anno, ma crediamo di avere operato un investimento forte sulla logistica scolastica.
Spenderemo 11 milioni di euro in 9 anni su 52 plessi scolastici per la riduzione degli sprechi energetici e per la massima efficienza degli impianti, con nuove caldaie, nuovi corpi illuminanti e sofisticati sistemi di controllo. Siamo la prima grance città del sud a varare questo programma che ci consentirà a regime di risparmiare quasi un milione e mezzo di euro che reinvestiremo sempre nel sistema scolastico.
Con un milione e 400mila euro interverremo sulle palestre e le aree gioco di quattro istituti scolastici: Istituto Comprensivo Manzoni Nord-Est; Istituto Comprensivo Pascoli Aldisio; Istituto Comprensivo Vivaldi; Istituto Comprensivo Patari-Rodari.
Abbiamo approvato il progetto di fattibilità tecnico economica relativo alla demolizione e ricostruzione del Plesso scolastico Piano Casa, che ci permetterà di realizzare un centro di servizi educativi per la prima infanzia destinato a 42 bambini. Lavori in corso e progetti già approvati riguardano varie scuole cittadine, come la Patari/Rodari, Santo Janni, via Molise, Aranceto. Abbiamo cercato di stabilizzare servizi essenziali, come le mense.
Non basta, ovviamente. Quando si parla di scuola, occorre sempre fare di più. Posso dire che non tralasceremo alcuna possibilità per migliorare e potenziare l’assetto logistico delle nostre scuole, coniugando sempre la conoscenza con le tematiche ambientali.
La chiudo qui e mi concedo un piccolo spazio finale alla retorica. C’è un bellissimo film americano sul mondo della scuola, pellicola del 1989 che tutti conoscono, anche le nuove generazioni, L’Attimo fuggente. Narra del rapporto speciale che si crea tra un professore e i suoi studenti. E’ celebre la battuta con cui i ragazzi salutano il prof: “O Capitano, mio capitano”: Ai nostri ragazzi auguro buon viaggio con i loro coraggiosi “capitani”, i loro meravigliosi docenti e i loro impareggiabili genitori. (rcz)

Il presidente Mancuso: Puntare sulla qualità della formazione

«Bisogna puntare sulla qualità della scuola di ogni ordine e grado e delle nostre Università, per rafforzare il capitale umano della Calabria, uno dei principali fattori di crescita e innovazione». È quanto ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, augurando buon anno scolastico agli studenti.

«L’incuria educativa e l’impoverimento del capitale umano costituiscono un ostacolo per qualsivoglia progettualità di sviluppo che le Istituzioni di ogni livello debbono aggredire con ogni mezzo e strumento», ha detto Mancuso, sottolineando la necessità di «cooperare, come sta facendo la Regione Calabria, per fare in modo di avvicinare, preservandone le peculiarità, le scuole in difficoltà a quelle migliori del Paese».

«Fermando tutto ciò che non premia il merito, nella logica dell’articolo 34 della Costituzione che assicura ai ‘capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi’ – ha proseguito –. Il Governo,  l’attuale Ministro e la Regione hanno le idee chiare sul da farsi, per rimuovere i divari Nord-Sud all’interno del sistema scolastico e le annose  criticità,  come il degrado di parte dell’edilizia e la dispersione scolastica. Senza tralasciare l’esigenza di  prestare attenzione allo status giuridico ed economico degli insegnanti, tra i meno retribuiti (il 22% in meno) dei colleghi dell’Unione Europea». (rrc)

DOMANI RIPARTE LA SCUOLA IN CALABRIA
SIA “PALESTRA” PER IL FUTURO DEI GIOVANI

di FRANCESCO RAODomani ricomincia la scuola anche in Calabria, tra difficoltà e ritardi. Un anno che inizia, anche, all’insegna del dimensionamento scolastico, che vuole tagliare 900 autonomie scolastiche – di cui 79 in Calabria – entro il prossimo anno.

Una situazione a cui la Regione sta cercando, insieme ai presidenti delle cinque Province e Metrocity, a trovare una soluzione volta a garantire ai nostri studenti il diritto allo studio e alla formazione che meritano, oltre che avere la possibilità di crescere in una palestra importante come quella della scuola. A tal proposito, mi è stato detto: «impara il significato delle parole e vedrai che la tua vita si trasformerà in una occasione di costante crescita. Anche dalle difficoltà potranno essere tratti insegnamenti importanti ma è necessario che da ogni esperienza sia sempre individuato almeno un motivo che inspiegabilmente darà la forza per rialzarsi e andare avanti». La persona che molti anni addietro pronunciò queste parole, guardandomi dritto negli occhi, non c’è più.

Oggi come allora le ricordo, le ripeto nella mia mente e molto spesso le condivido con i miei studenti.  In occasione dell’avvio dell’Anno Scolastico, immagino l’emotività dei nostri ragazzi, ma anche le trepidazioni nutrite dai rispettivi genitori ai quali si accosta lo straordinario impegno riposto da quanti appartengono all’Amministrazione dello Stato chiamata ad animare le nostre Comunità scolastiche, ponendosi nel rispetto dei rispettivi ruoli al servizio dei nostri ragazzi per offrire loro non solo l’istruzione ma anche gli strumenti indispensabili per poter essere Cittadini protagonisti e non spettatori passivi. 

La complessità di questa fase storica e la comunicazione pervasiva, oltre ad essere due indicatori di una modernità velocissima, rischiano di trasformarsi in uno tsunami destinato a travolgere nel mare del fallimento sociale non solo i nostri giovani ma anche molte famiglie, inibendo loro la realizzazione del percorso formativo al quale si accede da infanti e poi, per tutta la vita,  ognuno sarà chiamato ad apprendere sempre, considerando funzionale alla crescita personale e alla realizzazione professionale l’idea che gli esami non finiscono mai.

La scuola va vissuta intensamente, mettendo da parte il crescente peso di quel relativismo per il quale ognuno crede di poter vantare su tutti le proprie ragioni, dimenticando il valore del confronto come ulteriore opportunità di crescita. Imporre sentimenti di sopraffazione, spesse volte dettate dalla disperazione e dal profondo senso di solitudine, non è una soluzione ma un problema destinato ad acuirsi.

La scuola, oltre ad essere il luogo dell’apprendimento, è un microcosmo animato dalla bellezza della scoperta nel quale ogni giorno continuerà ad esserci l’occasione per portare a casa una nuova esperienza, arricchendo di volta in volta quel senso di curiosità, sentimento ultimamente affievolito a causa di una vita trascorsa nell’etere e sempre più privata dalla creatività, indispensabile per non cadere nella pericolosa trappola dell’abitudine.

Il perimetro della scuola, contrariamente a quanti pensano sia chiuso e quindi limitato, oltre ad essere aperto, quotidianamente assume nuove prospettive poste in funzione alla qualità e alla quantità di empatia messa in campo per comprendere come scorre la vita di chi è seduto accanto, di quanti condividono la stessa classe o l’intero plesso scolastico e di quanti, grazie allo studio, accedono alle opportunità occupazionali presenti in un mercato del lavoro che per tanti appare esausto a causa del crescente fenomeno di una disoccupazione che dovremmo iniziare a chiamare obsolescenza professionale e non mancanza di lavoro.

I docenti, dal canto loro, svolgendo quotidianamente un complesso compito nel quale il tempo li porterà ad essere anche facilitatori di processi formativi, grazie alla loro passione e alla preparazione culturale, sosterranno il percorso di studi nel quale ogni studente e ogni studentessa faranno bene a dedicarsi con impegno, curiosità e interesse ogni giorno non tanto per essere in regola con i programmi o per fare il piacere ai genitori ma per essere pronti ad affrontare la vita con competenza e responsabilità.  Anche nel corrente Anno Scolastico saranno in agguato alcune tentazioni, frutto di quella parte della società nella quale viviamo, particolarmente concentrata sul consumismo e sull’apparenza e poco incline sui valori che nel tempo hanno reso possibile, indistintamente a tutti, di poter accedere all’ascensore sociale per eccellenza chiamato scuola.

Riconoscere tale valore come il punto cruciale nel quale i padri costituenti hanno riposto particolare attenzione, rendendo l’istruzione obbligatoria ed aperta a tutti, con l’intento di preparare le future classi dirigenti giorno per giorno. Vi saranno anche altre tipologie di sfide per le quali oltre a superare il pensiero unico sarà indispensabile metabolizzare la responsabilità di quanti hanno ormai intrapreso la strada della violenza come sistemica via d’uscita dalla noia. Quest’ultima sarà la madre delle sfide da cogliere al fine di poter governare le scelte di quanti pensano sia possibile avere tanti amici praticando la sopraffazione, gli atti di bullismo o di cyberbullismo oppure, sostenendo di essere stati presi di mira dal docente, coinvolgere i genitori per superare le insufficienze ottenute per mancanza del dovuto impegno attraverso denunce, ricorsi, litigi o trasferimenti di classe o di scuola.

La scuola non è violenza, perché in essa abita il sapere e ogni discente, avvertendo la bellezza del sapere, è chiamato a tutelare la scuola attraverso il dirompente meccanismo del confronto tra coetanei teso a far comprendere l’importanza delle scelte e soprattutto il senso autentico dell’adolescenza.

Nell’augurare ai giovani Calabresi ed a tutto il personale docente e non docente buon Anno Scolastico, vorrei sperare che la sottoscrizione del patto di corresponsabilità, possa divenire la sottoscrizione di una alleanza educativa tesa a coinvolgere in un grande progetto di rinascita i giovani, le famiglie e la scuola con l’intento di rendere alla nostra Calabria quel valore aggiunto sempre più indispensabile per poter realizzare domani anche i sogni più impensabili in questa terra. (fr)

[Francesco Rao è sociologo e docente a contratto Università “Tor Vergata” – Roma]

L’OPINIONE / Maria Elena Senese: Si riparte con le scuole insicure di sempre, nonostante le tante risorse del Pnrr

di MARIA ELENA SENESE – Sono diverse le problematiche riguardanti le condizioni strutturali degli istituti scolastici con problemi che vanno dalla staticità, alla sicurezza antisismica fino all’efficientamento energetico.

Una situazione  estremamente preoccupante, nonostante la mole di risorse stanziate con il Pnrr, ben12,4 miliardi a cui si sommano 914,4 milioni provenienti da altre fonti di finanziamento.

La maggior parte dei 40.293 edifici scolastici italiani è fatiscente ma soprattutto insicura. Il 57,9% delle strutture è addirittura priva del certificato di agibilità e il 54,92%, del certificato di prevenzione incendi. Il 41,4% dei plessi scolastici è privo di collaudo statico.

Tra le regioni con la percentuale più elevata di edifici non in regola la Calabria è in pole position con il 18,75%, superata solo dalla Sardegna (22,81%). Sono sei le misure del Pnrr destinate alle scuole, con investimenti complessivi per 13,4 miliardi: 12,4 dal Pnrr e 914,4 milioni da altri fondi.

Le Regioni con più progetti approvati sono la Lombardia (5.173 progetti per 1,6 miliardi); la Campania (4.773, 1,6 miliardi); la Sicilia (3.786, un miliardo); il Lazio (3.493, 962,6 milioni); la Puglia (3.143, 992,8 milioni); l’Emilia-Romagna (2.784, un miliardo) e il Veneto (2.845, 998,9 milioni).

Sono 216 le nuove scuole finanziate con le risorse del Pnrr, rispetto alle 195 inizialmente previste, grazie ad un aumento dei fondi che ha portato lo stanziamento da 800 milioni a un miliardo di euro. Al Mezzogiorno andrà il 42,4% dei fondi.

Davanti a queste ingenti risorse il quadro attuale è però decisamente allarmante: la spesa effettiva delle risorse complessivamente stanziate, ad oggi è ferma al 22,19% a fronte di una spesa prevista che doveva raggiungere il 55,46% entro fine settembre

È evidente che, in una situazione del genere, il timore che le risorse possano essere revocate è estremamente alto.

Il Ministero dell’Istruzione e del merito ha di recente pubblicato l’elenco di 399 interventi di edilizia scolastica indicati dalle Regioni a seguito dello stanziamento di risorse aggiuntive avvenuto con decreto del Ministro del 7 dicembre 2022 e finanziati con circa 936 milioni di risorse proprio nell’ambito del Pnrr, che Comuni e Province potranno immediatamente attuare. Il 40% dei finanziamenti, ricordiamolo, è stato destinato al Mezzogiorno.

Gli interventi sono dedicati alla messa in sicurezza degli istituti, riqualificazione, adeguamento sismico e antincendio ed eliminazione delle barriere architettoniche.

Dando un’occhiata al sito dedicato del ministero dell’Istruzione e del merito, infatti, emerge come gli interventi per l’adeguamento antisismico e il risparmio energetico degli istituti sono in totale 21 per una spesa di 43 milioni di euro. A fare la parte del leone è la provincia di Cosenza con 15 progetti finanziati. Il Catanzarese si ferma a quota 4, per Crotone non ci sono finanziamenti previsti, mentre a Reggio Calabria e Vibo Valentia sono solo due i progetti ammessi a finanziamento.

Il rispetto delle scadenze europee avrebbe consentito, in moltissimi casi, una ripresa dell’anno scolastico in condizioni migliori. Oggi, pero, è importante procedere con la massima sollecitudine per recuperare, nei limiti del possibile, il tempo perduto fino ad oggi.

Il degrado dei quartieri e i fenomeni di devianza giovanile si contrastano anche, se non soprattutto, partendo da questi interventi. La scuola in Calabria deve essere una delle priorità assolute perché è la chiave di volta della costruzione della società del futuro. La sicurezza, la riqualificazione e l’efficienza energetica degli edifici scolastici costituiscono necessità improrogabili che non possono continuare a tradursi in promesse non mantenute. (mes)

[Maria Elena Senese è segretaria generale di Fenealuil Calabria]