Sergio Abramo eletto presidente di Arsai

Prestigioso incarico per Sergio Abramo, ex sindaco di Catanzaro, che è stato eletto presidente dell’Arsai, l’Agenzia regionale di sviluppo delle aree industriali.

Lo ha deciso con proprio decreto il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, al termine della manifestazione d’interesse indetta per la formazione di un elenco di idonei.

Il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, ha rivolto, è scritto in una nota, «i suoi auguri di buon lavoro a Sergio Abramo, nominato presidente dell’Agenzia regionale di sviluppo delle aree industriali e per l’attrazione degli investimenti (Arsai) dal presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto».

«Abramo – ha detto il primo cittadino del Capoluogo di Regione – possiede una consolidata esperienza in campo imprenditoriale, cui si aggiunge quella di amministratore pubblico. Due elementi che gli consentiranno sicuramente di fare un buon lavoro al servizio del territorio calabrese. Siamo inoltre naturalmente soddisfatti che un catanzarese, già sindaco del Capoluogo, abbia ricevuto un così prestigioso incarico».

Soddisfazione è stata espressa da Pietro Falbo, presidente della Camera di Commercio di Cz, Kr, Vv, sottolineando come «la nuova Agenzia per le aree industriali e l’attrazione degli investimenti, dopo la riforma attuata dalla Regione Calabria, rappresenterà certamente un punto di riferimento per l’ente camerale proprio in virtù delle funzioni che sarà chiamata a svolgere».

«Il rafforzamento del tessuto produttivo e della competitività delle imprese delinea, infatti – ha aggiunto – la cornice comune entro cui anche il sistema camerale è impegnato ad operare. Siamo convinti che nel neo nominato presidente troveremo un attento e costante interlocutore con cui avviare progetti e iniziative condivise. A lui rivolgiamo vive congratulazioni per il nuovo incarico e auguri di buon lavoro».

 

I miei anni da sindaco belli anche se turbolenti

di SERGIO ABRAMO – Ringrazio i cittadini e la mia città che in questi anni mi hanno dato fiducia. Sono stati anni molto belli, anche se questi ultimi 5, considerando la pandemia, sono stati turbolenti da tutti i punti di vista e poi con la pandemia che ci ha fatto perdere due anni e non è stato facile. Onestamente, ho dei flash della città completamente deserta ed è una cosa che ti segna e resterà nella vita. 

Dopo 20 anni è giusto è doveroso lasciare le tracce del lavoro che abbiamo fatto, una serie di finanziamenti che sicuramente potranno essere a disposizione della prossima amministrazione, e altri dovranno ancora arrivare. 

Abbiamo fatto una programmazione a 360 gradi, perché comprende anche i quartieri periferici, una programmazione che lasceremo in eredità e che sarà un contributo a chi verrà dopo. Non è un problema su chi oggi è presente o meno, oggi vogliamo lasciare una piccola traccia per dire cosa abbiamo fatto in questi 5 anni, perché la programmazione fa scaricare a terra centinaia di milioni di finanziamenti che in questo momento particolare danno sicuramente un contributo all’economia, con ricadute anche occupazionali. 

Sarebbe stato brutto perdere questi finanziamenti: e noi lo possiamo dire, che siamo l’unica città ad aver presentato tutto, dal Pnrr all’Asse Città, già rendicontato, abbiamo presentato già la programmazione 2021-27 su tutte le linee di finanziamento previste per gli enti locali.

Sono tempi difficili, c’è una differenza tra i primi dieci anni del mio governo e questi ultimi due mandati, c’è tanta disoccupazione, tanta miseria, tanto disagio rispetto a prima e questo disagio carica anche gli amministratori di una maggiore responsabilità ma anche di maggiori difficoltà rispetto agli anni 2000.

Sono tantissime le cose che avrei voluto chiudere, che avevamo iniziato e non sono riuscito a chiudere, anche per il blocco della pandemia. A esempio, avrei voluto chiudere la gara del porto, perché l’autorizzazione poteva arrivare prima se non ci fosse stato questo fermo, avrei voluto sicuramente fare la gara per il depuratore, e poi altre cose che spero farà la prossima amministrazione. Noi lasceremo la progettazione, ed è già un fatto positivo, perché appena arriverà a esempio la “Via” del porto si potrà fare subito la gara d’appalto, e si potrà essere molto più veloci rispetto a prima. Però quando chiudi c’è sempre da fare per una pubblica amministrazione, le esigenze sono davvero tantissime e continueranno a esserci perché non si deve pensare che un sindaco possa avere la bacchetta magica. La cosa principale è questa crisi che coinvolge gli enti locali: i finanziamenti tagliati dal governo non mettono nelle condizioni di fare la gestione ordinaria, è più facile trovare un finanziamento da 10 milioni che trovare 100mila euro per la manutenzione delle strade.

Quello che siamo riusciti a fare è stato mantenere i conti in ordine, non è stato facile ma questo ci proietta in un futuro sicuramente migliore, perché se il governo dovesse sostenere gli enti locali, noi, non avendo debiti, potremmo utilizzare le risorse non per togliere i debiti ma per investimenti, e questo è un grande vantaggio che lasceremo. Poi, credo che un fiore all’occhiello sia stato il sistema dei rifiuti, e non era facile riorganizzarlo. Ora c’è questa società unica regionale, che forse ci metterà nelle condizioni, come area centrale, di non essere più la pattumiera della Calabria: speriamo che si faccia un bel lavoro a livello regionale, sono sicuro che il presidente organizzerà una bella squadra, sia per il sistema dei rifiuti sia per l’acqua, rispetto alla quale dobbiamo approfittare dell’occasione del Pnrr in modo da risolvere il problema una volta per tutte. Le nostre reti sono troppo vecchie, oltre i 50 anni non devono andare, le nostre hanno già oltre 60 anni: c’è quindi bisogno di un grande investimento, ho anche consigliato il presidente di sentire Cassa Depositi e Prestiti, io anni fa portai F2I, un fondo istituzionale, e credo che ci voglia una società dello Stato che intervenga con finanziamenti propri che poi una parte si ripagano con le bollette.

Il futuro di Sergio Abramo è quello della città di Catanzaro, non quello di di Sergio Abramo. Se posso dare un consiglio a chi verrà dopo, è quello di fare una buona squadra e coinvolgere soprattutto la classe dirigente, che deve partecipare molto di più, anche i cittadini devono partecipare nei fatti. Tutti dobbiamo contribuire e credo che in questi ultimi anni non ci sia stato il contributo da parte di tutti: abbiamo bisogno dei parlamentari che aiutino il proprio territorio, dei consiglieri regionali che diano il loro contributo nella programmazione, abbiamo bisogno di una classe dirigente che non può muoversi solo quando c’è un interesse personale, ci sono professionisti che dovrebbero collaborare con consigli, progetti, dicendo la loro come classe dirigente. Invece molto spesso si resta isolati perché molti non vogliono partecipare alla cosa pubblica. Io capisco che in questo momento c’è una grande sfiducia nei confronti della politica, ma se non interveniamo tutti insieme le cose non potranno mai cambiare.  

Avrei voluto una politica più lungimirante: a livello politico, non ho avuto amarezze, solo avrei voluto una classe politica più lungimirante su alcune tematiche importanti, perché non serve sollecitare la singola pratica, serve fare vera programmazione e la programmazione la fai alzando il livello del confronto. E soprattutto serve l’aiuto da parte di tutti, perché se si vuole intervenire nei confronti dello Stato perché la Calabria e il Sud vengono penalizzati, quello è un tema che andrebbe preso d’assalto da una classe dirigente tutta, quindi dai parlamentari, consiglieri regionali, sindaci, la collettività, le associazioni, che insieme si possa spingere per far cambiare le cose. Ma questo orgoglio di difendere la regione e il Sud non c’è stato.

Si chiude una pagina, se ne apre una nuova, per la nostra Catanzaro. Al sindaco che verrà, il mio più sincero in bocca al lupo! (sa)

Vicenda Sacal: battibecco Abramo-Spirlì. Il punto di vista di Noi con l’Italia

Le dichiarazioni di Noi con l’Italia a proposito della vicenda Sacal hanno provocato un battibecco verbale (a distanza) tra il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo e l’ex vicepresidente regionale  ff. Nino Spirlì. Il coordinatore regionale di Noi con l’Italia e della federazione Popolare dei Democratici Cristiani Vincenzo Speziali ha diffuso un’altra nota che butta altra benzina sul fuoco (amico) del centro-destra.

«Leggo – scrive in una nota Speziali – una dettagliata replica al Sindaco e Presidente della Provincia di Catanzaro Sergio Abramo, da parte dell’ex Presidente facente funzioni Nino Spirlì, in merito alla vicenda che in queste ora, grazie alla coraggiosa denuncia del Presidente Occhiuto e alle determinazioni ufficiali dell’ENAC, è venuta a galla, lasciando sgomenti i cittadini per la precedente gestione del dossier e di cui i relativi “danni”, saranno a carico e sulle spalle di tutti i calabresi.
Da una parte la versione di Abramo, il quale con piglio manageralistico, ma non politico – e come al solito sta proprio in ciò il problema – ha ricostruito i passaggi, i fatti e gli incontri, dando una versione che il reggente Presidente della Giunta dell’epoca smentisce, portando anche evidenze e pareri a norma di legge, dall’altra la replica della sua controparte, che restituisce al mittente le doglianze).
«Noto, preliminarmente, che nessuno dei due, se la tal cosa fosse vera, sia nella versione di Abramo, sia in quella di Spirlì ne esce bene, sotto il profilo dell’efficienza, poiché quando il Sindaco pro tempore della Città Capoluogo di Regione asserisce di avere compiuto il suo obbligo, ovvero avvisare l’esecutivo regionale, oltre a chiedere incontri, seppur ufficiali, avrebbe anche avuto il dovere di restare in campo, ufficialmente, utilizzando la pubblica attenzione e vigilanza, financo con la moral suasion, prevista e implicita in chi fa politica per il bene dei cittadini e la relativa tutela degli interessi dei medesimi.
«Di converso, l’ex Presidente facente funzioni, pur argomentando il suo agire amministrativo – in virtù di una casualità, certamente tragica, che lo ha portato temporaneamente ai vertici dell’Ente Regione – e rimarcando il tutto con richiami alla legislazione (che la magistratura ordinaria e contabile, da lui richiamate, valuteranno), non dice, al punto in cui siamo e del quale discutiamo, di chi è la responsabilità (politica, ovviamente!) della nomina del management della SACAL, con il Giulio De Metrio in primis e in testa, visto che è proprio Spirlì a parlare di nomine attuate dalla Regione e di fiducia, visibilmente, tradita, sulla quale tutti, purtroppo, concordiamo.
Sembra di assistere, desolatamente e in scala ridotta (molto, ma molto ridotta, ahimè), alla polemica del “ballatoio delle comari”, che portò alla crisi del II° Governo Spadolini, quando però a confrontarsi sui temi di politica economica, erano due giganti quali Rino Formica e Nino, non Spirli’, bensì Andreatta.
«Oggi, nessuno ammette le sue probabili inadeguatezze, certamente politiche, le quali nel rilevarle non si vuole intendere un atto d’accusa personale, ma solo la constatazione che quanto io e la mia organizzazione partitica sosteniamo da sempre, sia corretta e coerente con i tempi, ovvero la formazione di una classe dirigente a livello locale e nazionale, così come stiamo facendo e continueremo a fare, altrimenti i finanziamenti previsti per il Paese e per la Regione, chi non è pratico (e le vicende cogenti lo dimostrano) o li perde o li spende male e ciò è una cosa che non possiamo permetterci e per quanto ci riguarda non permetteremo».

Il Gruppo Area Civica al presidente Provincia Cz Abramo: Si occupi delle questioni urgenti o si dimetta

I consiglieri provinciali del gruppo Area Civica, Marziale BattagliaGregorio Gallello, hanno chiesto al presidente della Provincia di Catanzaro, Sergio Abramo, di «occuparsi ora in maniera seria e continuativa delle questioni urgenti che riguardano la provincia di Catanzaro oppure, nella considerazione di trovarsi oramai a fine mandato di sindaco della città capoluogo, di dimettersi da Presidente consentendo così agli amministratori comunali del territorio di rinnovare, il prossimo dicembre, anche il Presidente unitamente al Consiglio».

«La lunga campagna elettorale delle regionali (quasi un anno) – si legge in una nota – ha visto impegnati tutti i partiti e i loro rappresentanti e fra questi, il primo cittadino della città di Catanzaro è stato indiscutibilmente il più attivo, forse anche per tutelare il suo desiderio (mai nascosto) di voler far parte della prossima giunta regionale».

«A sentire le dichiarazioni rilasciate durante l’ultimo consiglio comunale di Catanzaro, però – continua la nota – le questioni urgenti che riguardano la Provincia dovranno attendere. In attesa di conoscere l’esito del sondaggio di cui è custode il solo sindaco Abramo, annunciato con orgoglio nell’ultimo consiglio comunale, sul peso che Catanzaro ha nei confronti delle altre città calabresi, ci viene spontaneo chiedere se sia stato commissionato anche un sondaggio sul gradimento che hanno i cittadini e gli amministratori della provincia sul loro Presidente».

«Lungi da noi voler fare i guastafeste di Abramo, con il quale abbiamo sempre avuto un rapporto improntato sul rispetto istituzionale –hanno dichiarato i consiglieri Battaglia e Gallello – ma purtroppo siamo seriamente preoccupati per la perdita di “peso” politico dell’ente intermedio, bistrattato oramai da tutti, ed in particolare per la gravissima crisi economica-finanziaria in cui versa la provincia, crisi tenuta “nascosta” come polvere sotto il tappeto».

«Sappiamo – hanno spiegato – che alcuni problemi sono ereditati, ma siamo ugualmente convinti della necessità di una “operazione verità” sui conti. Ricordiamo che l’organo esecutivo (giunta) della provincia è composto dal solo Presidente, ovvero dal sindaco Abramo, il quale dovrà riferire sui conti e informarci se, in continuità amministrativa e grazie alle sue tante osannate capacità di oculato amministratore, sia riuscito a salvare la provincia dal paventato dissesto finanziario».

«Tutti noi – hanno proseguito – riteniamo fondamentale l’azione di sussidiarietà che svolge l’ente intermedio verso i tanti piccoli comuni della nostra provincia. Lo stesso Abramo, in occasione dell’ultimo consiglio, ha sottolineato l’importanza del ruolo guida attraverso una cabina di regia per l’utilizzo dei fondi del PNRR. Pertanto, riteniamo sia necessario occuparsi a tempo pieno della gestione della provincia, al fine di scongiurare assolutamente un eventuale fallimento che preoccupa così tanto i dipendenti».

«Il prossimo dicembre – hanno concluso – verrà rinnovato il Consiglio provinciale, prorogato di un anno causa Covid-19, mentre il Presidente, finendo il suo mandato di Sindaco, decadrà automaticamente nella prossima primavera. Quale migliore occasione, per Sergio Abramo, di dimettersi e consentire così il rinnovo di entrambi gli organi, allineandone la durata dei mandati e lasciando alla nuova governance, sicuramente meno “distratta”, la possibilità di occuparsi a tempo pieno della gestione dell’Ente?». (rcz)

Il sindaco Sergio Abramo aderisce a Coraggio Italia

Il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, è passato a Coraggio Italia, che si dice pronto a sostenere, in prima linea, «le liste di Coraggio Italia alle elezioni regionali, per Occhiuto Presidente».

«Un impegno, nelle prossime settimane – ha spiegato – per far conoscere e votare quella che è la vera novità per la Calabria, ma più in generale per l’Italia. Una grande opportunità per tutti i calabresi per partecipare fin da subito alla costruzione di un grande partito nazionale».

«Benvenuto a Sergio! – ha commentato Luigi Brugnaro, presidente di Coraggio Italia –. È riconosciuto da tutti il suo piglio imprenditoriale e la sua capacità amministrativa nella gestione del bilancio comunale, pre-requisito fondamentale per consentire alla macchina burocratica e amministrativa di erogare servizi alla cittadinanza e alle imprese. La sua capacità di tenere i conti in ordine spicca particolarmente in un contesto che vede tanti Enti pubblici in dissesto finanziario. Un benvenuto quindi a Sergio Abramo. Sto girando la Calabria in queste settimane e l’onda “fucsia” sta crescendo».

«Con la decisione del Sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo di aderire a ‘Coraggio Italia’,  cresce il patrimonio di competenza ed esperienze amministrative,  una delle priorità sulle quali  si è affermato, a partire dalla Calabria, il nuovo progetto politico di ‘Coraggio Italia’» ha dichiarato Franco Bevilacqua,

Per Bevilacqua, «Abramo è certamente un valore aggiunto da cui ‘Coraggio Italia’ potrà trarre giovamento per  costruire, insieme con tutte le altre forze politiche del centrodestra,  quel buon governo di cui i calabresi hanno necessità e bisogno».

«La Calabria, come tutt’Italia – ha proseguito – si trova nelle condizioni “storiche” e, forse, irripetibili, per utilizzare i Fondi europei  nella misura tale da poter imprimere una svolta alle sue disagiate condizioni economiche – sociali. Bisogna servirsene bene, con competenza e nella piena legalità».

«Il patrimonio in uomini, idee e progetti – ha concluso – sinora acquisito da ‘Coraggio Italia’ che e’ anche rappresentato dai candidati nelle liste è una garanzia  per i calabresi ed una solida certezza politica sulla quale il futuro governo regionale di centrodestra, a guida Roberto Occhiuto, dovrà fare affidamento».

Soddisfazione è stata espressa da Pasquale Imbalzano, Dirigente ed esponente politico di Coraggio Italia per la Provincia di Reggio Calabria, per la decisione di Abramo, «politico prestigioso e amministratore di rara competenza che ha fatto della sua città un modello amministrativo per tutti i comuni calabresi».

«L’ambizione delle idee, il pragmatismo dei progetti e la determinazione nella creazione di una classe dirigente – ha concluso –  sono la cifra distintiva di ‘Coraggio Italia’ che, ne siamo certi, sarà la vera sorpresa fin dalle prossime elezioni regionali e per il futuro. La scelta delle persone che decidono di avvicinarsi e sostenere ‘Coraggio Italia’  conferma la serietà del nostro progetto, improntato allo sviluppo del territorio con una visione organica e innovativa». (rcz)

Il sindaco Abramo lancia la mobilitazione dei sindaci per diffidare Sorical

Una mobilitazione unitaria dei sindaci dei Comuni Capoluogo, insieme ad Anci e Upi Calabria, per diffidare Sorical a garantire un servizio idrico efficiente e adeguato ai bisogni di tutto il territorio regionale. È l’iniziativa lanciata dal sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, che ha già incontrato una prima adesione da parte dei colleghi amministratori delle altre province, in vista di una riunione operativa, prevista all’inizio della prossima settimana, in cui dovrà essere discusso e sottoscritto un apposito documento.

L’iniziativa, inoltre, vuole essere un appello condiviso ai candidati alla Presidenza della Regione Calabria, affinché venga messo al centro dell’agenda politica, già nei primi cento giorni dall’insediamento della futura giunta, un progetto di riqualificazione e riorganizzazione dell’intero ciclo idrico integrato regionale, con riferimento anche al sistema depurazione.

«La situazione di emergenza che riguarda l’approvvigionamento idrico in tutta la Calabria, e che è degenerata nel corso della stagione estiva – ha spiegato Abramo – necessita di essere affrontata attraverso una seria presa di coscienza collettiva dei sindaci, che sfoci in un’azione fattiva di sensibilizzazione nei confronti di Sorical e della Regione Calabria».

«I gravi disagi che i cittadini sono costretti a subire – ha spiegato ancora – rappresentano una grave piaga a Catanzaro, così come su tutto il territorio calabrese, avendo recepito il malcontento di numerosi amministratori, dei piccoli e grandi Comuni, che non hanno strumenti e risorse per risolvere questo problema atavico. Non si può più tollerare il fatto che interi quartieri, per diverse ore, restino senza acqua nel cuore del caldo. O, ancora, che a causa degli allacci abusivi, individuati in diverse zone, debbano rimetterci gli utenti onesti che pagano le tasse».

«È il momento di unire le forze – ha concluso – dire le cose come stanno, perché gli interventi tampone non bastano più. L’emergenza acqua, insieme agli altri servizi essenziali, può essere risolta solo attraverso un investimento adeguato, ed è fondamentale che questo diventi il primo, ed improrogabile, impegno di chi assumerà le redini della Regione Calabria».

La replica di Cataldo Calabretta

Cataldo Calabretta, commissario Sorical, ha replicato ad alcuni sindaci sui disservizi, definendo «quanto meno singolare l’iniziativa» «nel voler trovare a tutti i costi un capro espiatorio sulla carenza idrica in alcuni territori in questa torrida estate. È facile additare Sorical come la responsabile di tutti i disagi che si stanno verificando».

«La crisi idrica – ha spiegato – intesa come di produzione di acqua dalle sorgenti a causa della siccità, interessa per fortuna solo alcune zone della Calabria e non dipende dalla gestione della Sorical, ma da altri fattori. Tutto il personale operativo della Sorical in questi mesi non si è mai fermato, assicurando tempestivi interventi di manutenzione sugli impianti. C’è la tendenza però, da parte di alcuni politici, a guardare con strabismo al problema idrico calabrese e a non ad adoperarsi concretamente nel trovare soluzioni strutturali».

«La precaria gestione del servizio idrico calabrese – ha spiegato ancora – è figlia di anni di scelte sbagliate o peggio, di scelte non fatte, di mancata visione della politica che ha rinunciato a riformare il settore per proprio tornaconto elettorale. Da alcuni anni la depurazione è gestita dai Comuni in economia e le azioni della magistratura si moltiplicano per le carenze gestionali; L’assenza di un gestore industriale impone alla Regione di pianificare interventi straordinari con procedure lunghissime, tardive e spesso poco efficaci, perché gli impianti hanno bisogno di una costante manutenzione. In questi decenni in quasi tutte le grandi città della Calabria sono nati interi quartieri senza adeguare le infrastrutture. Sono stati costruiti centinaia di serbatoi con soldi pubblici e non sono mai entrati in funzione».

«Per decenni – ha proseguito Calabretta – si è continuato a non chiedere il pagamento dei canoni idrici in cambio dei voti, salvo ora scoprire che il settore è in default perché i costi e gli investimenti non trovano adeguata copertura finanziaria dalla tariffa.
L’elenco delle cose non fatte potrebbe continuare ma mi fermo qui, perché recriminare sul passato non ha più senso».

«In questi giorni – ha informato – in Sorical si sta lavorando per ottemperare a quando disposto dalla Giunta Regionale per arrivare, nelle prossime settimane, alla pubblicizzazione della società, in modo tale da mettere l’Autorità Idrica nelle condizioni di poter affidare il servizio alla nuova Sorical che vanta al proprio interno le migliori professionalità oggi presenti in Calabria. Certo, facciamo questo a tempo scaduto, perché chi doveva farlo in passato si è fermato agli annunci ed è scappato dalle responsabilità».

«Oggi – ha concluso – in quello che facciamo ci mettiamo la faccia e ci assumiamo la responsabilità di portare a compimento una riforma attesa da decenni. La strada sarà lunga e i problemi non mancheranno, ma siamo convinti che “fare” e sempre meglio del “non fare” e limitarsi quindi solo ai soliti annunci». (rcz)

 

 

SINDACO IN CALABRIA, UN RUOLO DIFFICILE
I PIÙ GRADITI VOCE (KR) E FALCOMATÀ (RC)

Fare sindaco non è un lavoro facile, figuriamoci essere il primo cittadino di una città o un paese della Calabria, una terra tanto bella quanto complicata, dove bisogna combattere, quotidianamente, con tante, innumerevoli problematiche che affliggono questa terra e che devono essere risolti al più presto. Cionostante è facile sentir dire ai primi cittadini che fare il sindaco è il mestiere più bello, malgrado il carico di incombenze e di burocrazia che caricano di responsabilità  (spesso discutibili) di non facile gestione. Vedi i problemi di bilancio e il rischio di dissesto sempre in agguato e, per contro, assurdi procedimenti giudiziari come quello che ha colpito la sindaca di Crema denunciata perché un bimbo si è fatto male all’asilo. Su questo episodio, il sindaco di Bari  De Caro ha detto che «lo Stato deve metterci nelle condizioni di fare il nostro lavoro serenamente. Non chiediamo l’immunità o l’impunità, chiediamo solo di liberare i sindaci da responsabilità non proprie»

Essere sindaco non è semplice, soprattutto nelle aree del Mezzogiorno, eppure, nella Governance Poll 2021 realizzata da Il Sole 24Ore, sull’indice di gradimento dei sindaci, sono tanti i primi cittadini del Sud a essere nei primi posti di questa classifica e, tra questi, a sorpresa, al 13esimo posto c’è il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, eletto lo scorso settembre, con il 58,5% di gradimento da parte dei suoi concittadini: il giorno dell’elezione l’indice di gradimento era al 63,9%.

Dopo il sindaco Voce, c’è al 40esimo posto il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, con il 56% di gradimento (era del 58% il giorno dell’elezione). Al 63esimo posto Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza, con il 53% ((era al 59% il giorno dell’elezione), al 64esimo posto Maria Limardo, sindaco di Vibo Valentia con il 52,5% (era al 59,5 il giorno dell’elezione), e al 70esimo posto Sergio Abramo, sindaco di Catanzaro, con il 50% (era al 64% il giorno dell’elezione). È quest’ultima la peggiore performance rispetto al valore del giorno dell’elezione.

Intendiamoci, sono classifiche su cui incidono elementi non omogenei ed è evidente che le regioni meridionali hanno problematiche ben diverse da quelle delle ricche regioni del Nord. Indubbiamente è un’indicazione del trend di popolarità che rispecchia le iniziative dei rispettivi primi cittadini nei confronti dei propri amministrati. Il primo, in assoluto, è il sindaco di Bari Antonio Decaro (attuale presidente dell’Anci, Associazione dei Comuni italiani) con un consenso rimasto pressoché immutato (-1,3%) rispetto al giorno dell’elezione

L’indagine mette in brutta luce i sindaci delle grandi città (Sala a Milano è all’81° posto, la Raggi a Roma è al 94°, l’Appendino a Torino al 95°) e fornisce un dato che, incidentalmente, riguarda i calabresi: è quello relativo al sindaco di Napoli Luigi de Magistris, in corsa per la presidenza della Regione. L’ex magistrato si posiziona al 104° posto, ovvero il penultimo, con una performance che lo fa precipitare dal 66,9% ottenuto dopo le lezioni del 2016 al 31,9%.

Quello redatto da Il Sole 24 Ore, è «un sondaggio – hanno spiegato gli organizzatori all’Ansa – che coglie i trend degli amministratori locali 16 mesi dopo lo scoppio della pandemia, in una fase che oggi non è più dominata dai contagi e dalla crisi economica, ma dalle prospettive di ripresa di tutte le attività grazie al crescendo della campagna di vaccinazione».

Insieme alla classifica di gradimento dei sindaci, c’è anche quella dei Governatori, che vede Luca Zaia, governatore del Veneto, al primo posto. Nino Spirlì, presidente f.f. della Regione Calabria, non è all’interno della classifica – che prende in considerazione l’anno 2020-2021, in quanto ha preso la guida della Regione a ottobre scorso, a seguito della prematura scomparsa della presidente Jole Santelli.

Tornando ai sindaci, la posizione ricoperta dal sindaco di Crotone è, sicuramente, un ottimo segnale, sopratutto per una città che, poco a poco, si sta rimettendo in piedi dopo un lungo commissariamento, cercando di risolvere tutte quelle problematiche e criticità che, senza un sindaco e una giunta, erano irrisolvibili.

 

CATANZARO – Il sindaco Abramo accoglie lo scienziato Roberto Crea

È stato un incontro breve, ma denso di significato quello Sergio Abramo e lo scienziato Roberto Crea. In particolare, il sindaco del capoluogo della Calabria ha accolto con grande calore il prof. Crea accompagnato dal prof. Giuseppe Nisticò, ex presidente della Regione Calabria, ringraziandolo perché con il suo rientro in Calabria dopo 40 anni di grandi successi ottenuti in California porta il suo bagaglio culturale e scientifico a beneficio della Calabria e del nostro Paese.

Roberto Crea e Giuseppe Nisticò
I proff. Roberto Crea e Giuseppe Nisticò

Il prof. Nisticò aveva già ottenuto dal sindaco il parere favorevole per intitolare una piazzetta sul corso Mazzini vicino al Complesso Monumentale del San Giovanni al prof. Renato Dulbecco, nato a Catanzaro nel 1914, Premio Nobel della Medicina 1975.

È stato convenuto che la piazzetta costituirà la sede di rappresentanza sociale dell’IRD, pertanto da tale piazzetta saranno comunicati al mondo per la prima volta i risultati delle ricerche scientifiche del Renato Dulbecco Institute. Infatti, le prime collaborazioni con il prestigioso Dipartimento di Oncologia dell’UMG, diretto dal prof. Pierfrancesco Tassone e dal prof. Pier Sandro Tagliaferri, i quali hanno creato un team di ricercatori di altissimo profilo internazionale, stanno cominciare a dare i primi risultati incoraggianti.

Alcune pronectine, difatti, si stanno rivelando efficaci nel trattamento in vitro di tumori solidi in cui attualmente non esiste alcuna terapia. Questi e altri risultati saranno comunicati anche grazie al bravissimo giornalista scrittore e poeta di Catanzaro Franco Cimino che, fra l’altro, ha scoperto questo angolo ricco di storia della città di Catanzaro.

Sergio Abramo è apparso visibilmente commosso nell’abbracciare Roberto Crea che ha ringraziato insieme con il prof. Nisticò perché con le attività culturali e scientifiche della Fondazione Dulbecco Catanzaro si riapproprierà del ruolo di vera capitale della cultura e della scienza nella nostra Calabria. (rcz)

 

Il sindaco Sergio Abramo diffida il Governo per trasferimento equo delle risorse alla Calabria e al Sud

Il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, ha inviato una diffida alla Presidenza del Consiglio dei ministri chiedendo «che, una volte per tutte, entro il termine di 60 giorni, possa essere garantita una equa e corretta individuazione delle risorse finanziare aggiuntive da trasferire al Comune di Catanzaro, nelle cui casse mancano circa 15milioni di euro a seguito dei minori trasferimenti da parte dello Stato».

«Il recente Rapporto 2020 – ha detto Abramo – sul coordinamento della finanza pubblica delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti, certificando quanto anche io ho affermato pubblicamente da diverso tempo, ha fotografato un quadro desolante ed allarmante riguardo al deficit di risorse nelle regioni del Sud e una evidente emarginazione finanziaria della Regione Calabria e dei Comuni calabresi. Nell’ultimo decennio si è realizzato un meccanismo perverso che, attraverso il criterio della cosiddetta spesa storica, ha comportato un graduale taglio di 46 miliardi in media all’anno al Sud. Se si analizza la sola spesa pro capite in termini di cure e assistenza, si passa dalle 1.935 euro a cittadino nel Piemonte, alle 1.800 euro per ogni calabrese».

«Uno scarto non tollerabile – ha proseguito il primo cittadino – che avrebbe consentito di assicurare ai cittadini della Città Capoluogo idonee prestazioni in tema di servizi sociali e welfare locale. A 12 anni dalla legge Calderoli, l’entrata in vigore del federalismo fiscale avrebbe dovuto garantire l’approvvigionamento di risorse finanziarie idonee ad assicurare livelli essenziali di prestazioni, non solo in ambito sanitario Ma in tutti questi anni, nel mancato rispetto delle disposizioni di legge e costituzionali, la riforma è rimasta inattuata riguardo alla effettiva determinazione di costi e fabbisogni standard dei servizi erogati dalle regioni e dalle Amministrazioni locali, con conseguenti ricadute negative sul territorio e sulle comunità».

«Ho ribadito, più volte – ha concluso – come il criterio della “spesa storica” abbia rappresentato un’autentica scure per la sostenibilità e l’autonomia finanziaria degli enti locali al Sud, realizzando una discriminazione tra cittadini di serie A e di serie B. La Calabria e i calabresi meritano una risposta, in caso negativo saremo pronti come amministrazione a far valere, anche in via giudiziaria, le nostre ragioni». (rcz)

Sanità, il sindaco Sergio Abramo ribadisce la richiesta dei sindaci: azzeramento del debito del settore sanitario

A un mese dall’incontro svoltasi a Palazzo Chigi tra il premier Giuseppe Conte e i sindaci calabresi per discutere della situazione sanitaria in Calabria, il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, ha ribadito ciò che era stato chiesto: «il debito del settore sanitario creato dai Commissari deve essere azzerato a carico dello Stato».

«Il debito del comparto sanitario calabrese – ha detto Abramo – l’immenso buco ampliato da oltre un decennio di commissariamento, va assolutamente e completamente azzerato perché non è giusto, e non è possibile, che i calabresi continuino a pagare in futuro scelte che non hanno preso, né hanno contribuito ad avallare. Fare pagare ai nostri concittadini un debito di circa 2 miliardi di euro vorrebbe dire, in un arco per esempio trentennale, prendere dalle tasche dei calabresi una ottantina di milioni di euro ogni anno».

«Questo, inoltre – ha aggiunto – si aggiungerebbe a un ulteriore decremento di quei livelli essenziali di assistenza che già sono più bassi rispetto a quelli di altri territori. Ma c’è anche un terzo aspetto che finora sempre stato tenuto in scarsa considerazione: i calabresi pagano già tanto a causa di un’addizionale Irpef altissima. La discussione, in corso in Parlamento sulla Legge di Bilancio, mi dà lo spunto per intervenire sulla questione. Oltretutto, posso ricordare quanto, giusto un mese fa, il sottoscritto e tutti gli altri sindaci calabresi avevamo chiesto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte: azzerare il debito della sanità e chiudere, una volta terminata l’emergenza Covid, la fallimentare esperienza commissariale».

«La possibilità di cancellare – ha spiegato il primo cittadino – questo debito non è stata e non è, ovviamente, una richiesta fatta di punto in bianco. Al contrario, si basa su un dato clamorosamente evidente: la Calabria, rispetto ad altre Regioni, ha ricevuto ogni anno 400 milioni in meno di trasferimenti statali nella sanità. Quattrocento milioni in meno ogni anno per dieci anni: non c’è bisogno di sottolineare di che tipo di cifra si tratti, e che incidenza abbia avuto in una terra che già scontava pesanti ritardi anche sul versante sanitario».

«Se a questa sperequazione – ha proseguito – che è il prodotto di politiche ingiuste aggiungiamo la massa debitoria creata dai commissari scelti dal governo nell’ultimo decennio non possiamo che gridare ancora una volta allo scandalo. Sia chiaro, non voglio cercare di mascherare le colpe della politica locale, che pure ci sono e sarebbe impossibile negarlo, ma se si pensa che la disastrata situazione della sanità calabrese sia da addebitare alla sola classe politica e dirigenziale della regione si prende un grossissimo abbaglio. È per questo motivo che il governo nazionale deve prendersi le proprie responsabilità, e intervenire per evitare che i debiti li paghino i calabresi. Se ne faccia carico, perché sono stati i governi nazionali a creare questa situazione che il commissariamento ha solo aggravato».

«Ci saremmo aspettati – ha continuato Abramo – un’azione del genere, perché avevamo avuto rassicurazioni in merito, nel nuovo Decreto Calabria: avevamo chiesto che fosse previsto un termine di 12 mesi per il commissario ad acta, dopo il quale la sanità sarebbe tornata alla gestione ordinaria; avevamo chiesto che venissero stanziati i 400 milioni di euro che annualmente vengono tolti a questo territorio;  avevamo chiesto che fosse azzerato il debito della sanità o, in subordine, fosse contratto un mutuo per ripianarlo a carico dello Stato, quindi con le garanzie di Cassa depositi e prestiti, certo non a carico dei calabresi».

«Niente di tutto questo – ha concluso Abramo – è stato fatto nel Decreto, la Calabria è stata ancora una volta utilizzata come terreno di scontro politico fra le forze di maggioranza con buona pace dei suoi cittadini che hanno tutto il diritto di avere una sanità uguale a quella delle altre Regioni». (rcz)