In Cittadella la prima riunione del Tavolo Tecnico di confronto sulla disponibilità idrica

Si è riunito, in Cittadella regionale, il Tavolo tecnico di confronto sullo stato di severità idrica della Calabria. Presenti, alla prima riunione,  i rappresentanti dei Dipartimenti regionali dell’Agricoltura e della Protezione civile, dell’Autorità rifiuti e Risorse idriche della Calabria, della Sorical, del Consorzio di Bonifica della Calabria, dell’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino meridionale, dell’Ispra, dell’Unical e dell’università Mediterranea di Reggio Calabria, degli Ordini nazionale e regionale dei Geologi, degli Ordini provinciali degli ingegneri e dell’ufficio di missione del Commissario nazionale per la siccità.

Diversi gli elementi di riflessioni posti sul tavolo, con particolare rilievo al carico antropico ed ai fabbisogni stagionali dei settori agricolo e zootecnico, hanno fatto emergere un significativo incremento delle esigenze idropotabili con il conseguente aggravamento del deficit idrico, unitamente ad una generale flessione delle disponibilità della risorsa idrica determinata, non solo dalle perdite, ma anche dalle diffuse e significative condizioni di deficit pluviometrico, dalle contestuali variazioni climatiche e dall’aumento dei fabbisogni di risorsa, caratterizzati da gravi condizionamenti negativi sul tasso di ricarica potenziale delle falde acquifere e della connessa disponibilità idrica.

In ragione degli obiettivi di garanzia dell’approvvigionamento idrico sostenibile nel breve e nel lungo periodo, è stata posta particolare attenzione sulla necessità di garantire il monitoraggio quali-quantitativo dei corpi idrici regionali unitamente al fondamentale processo di elaborazione del Piano di tutela delle Acque, strumento regionale volto a garantire gli obiettivi di qualità ambientale delle acque interne e costiere, coerentemente con quanto previsto dalla Direttiva quadro sulle acque.

Per l’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Calabrese, «sono emersi preziosi contributi e opportunità di analisi delle diverse situazioni di criticità nelle varie realtà territoriali contraddistinte da particolari emergenze idriche delle Calabria. Pertanto, nell’ottica di promuovere la partecipazione attiva di tutte le parti interessate al Tavolo tecnico, quello di oggi vuole essere il primo di una serie di incontri finalizzati a costruire una maggiore sinergia tra tutti i soggetti territoriali competenti in materia, avvalendosi anche del contributo tecnico e scientifico degli esperti e specialisti nel settore di riferimento, base imprescindibile, per una riconversione dell’attuale trend di miglioramento della disponibilità e dell’uso consapevole della risorsa idrica».

Al Tavolo è intervenuto anche il dirigente generale del Dipartimento Ambiente, Salvatore Siviglia, il quale ha sottolineato «la necessità di garantire, nell’attuale sviluppo delle strategie risolutive, un approccio interistituzionale e intersettoriale, nonché una visione d’insieme delle conoscenze del sistema idrico, nel presupposto che il fenomeno della scarsità della risorsa idrica costituisce a tutti gli effetti un problema che richiede un’azione pubblica tanto incisiva quanto più omogenea».

L’OPINIONE / Giuseppe Nucera: Cementificazione fiumare e Diga del Menta hanno creato un disastro

di GIUSEPPE NUCERA – Tra siccità ed emergenza idrica, Reggio Calabria vive un’estate drammatica. La situazione è talmente allarmante che il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto ha dichiarato lo stato di emergenza regionale, mentre Sorical e amministrazione comunale attraverso ordinanze hanno disposto la turnazione dell’erogazione e chiusure programmate.

Ho conosciuto da vicino e in prima persona le problematiche relative al sistema idrico, avendo gestito la delega in qualità da assessore tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90. A distanza di 25 anni, la situazione se possibile è peggiorata, causando enormi difficoltà a cittadini, imprese e turisti.

Sulle vicende legate alla carenza d’acqua a Reggio Calabria, è in atto ormai da decenni una campagna di speculazione utile solo a ingrossare il portafoglio di chi fa loschi interessi su un bene essenziale e primario per la collettività. Già all’epoca, avevo espresso la mia forte contrarietà rispetto alla creazione della Diga sul Menta, un progetto insensato che assicuravo non avrebbe risolto alcun problema. Mi sembra, purtroppo, di essere stato profeta.

L’aspetto della cementificazione del letto delle fiumare, una delle cause che ha portato alla drammatica situazione di questi anni: Invece di mettere le pietre, che avrebbe permesso di far infiltrare l’acqua che scende dall’Aspromonte, hanno cementificato il letto delle fiumare. In questo modo, si è fatta risalire l’acqua del mare che ha inquinato i pozzi di San Giorgio Extra. Questi 7 pozzi spingono l’acqua nei serbatoi del Trabocchetto e da qui riparte per il centro storico.

Questa scelta scellerata ha causato un danno enorme e ha favorito i finanziamenti della Diga sul Menta. È stato un errore tecnico progettuale e di valutazione o una criminale operazione voluta, studiata a tavolino? Su questi aspetti forse la magistratura dovrebbe indagare.

Reggio Calabria ha acqua in abbondanza, praticamente ‘galleggia’ su un tesoro idrico dalle risorse più che sufficienti, basterebbe saperlo valorizzare in modo adeguato. Oltre 20 anni di politiche miopi però, quando non interessate a non voler risolvere in modo scientifico il problema, hanno portato all’attuale disastrosa situazione. Penso per esempio alle perdite idriche dovute ad una rete che è ormai groviera, risalente in alcuni tratti addirittura ai tempi del post terremoto del 1908. È questo uno dei principali motivi che causa la carenza idrica di questi anni, problema mai concretamente affrontato dall’Amministrazione.

Da assessore con delega al Settore Idrico, avevo predisposto un piano articolato e preciso, che prevedeva la creazione di una serie di pozzi nella parte alta della città. Un’operazione sostenibile dal punto di vista economico e strategicamente indirizzata alla risoluzione del problema.

Si è preferito, invece, dare vita alla ‘mangiatoia’ Diga sul Menta e procrastinare all’infinito l’emergenza idrica, con Reggio Calabria che ogni anno soffre la sete d’acqua per la comprensibile rabbia di tutti i cittadini

Fanno il possibile perché l’acqua non ci sia, con speculazioni ad arte. Perchè non indagano i magistrati su quanto accade a Reggio Calabria da diversi anni? Ci sono milioni e milioni di euro sprecati, folli progetti messi in campo e la città ancora nel 2024 continua a soffrire ed è in piena emergenza.

Sento parlare di desalinizzazione dell’acqua marina come possibile soluzione, sembra di essere su “Scherzi a parte”. Sarebbe un bagno di sangue dal punto di vista economico, talmente dispendiosa come soluzione che a quel punto converrebbe regalare direttamente ogni giorno casse di acqua minerale a tutti i reggini. Interessi, bugie e scelte in malafede hanno condotto Reggio Calabria alla drammatica situazione degli ultimi anni, con la diretta complicità di amministratori e dirigenti totalmente incapaci di risolvere il grave problema. (gn)

[Giuseppe Nucera è leader del Movimento La Calabria che vogliamo]

Siccità, Baldino (M5S): Regione dichiari lo stato di emergenza anche per Provincia di CS

La deputata Vittoria Baldino vicecapogruppo M5S alla Camera, ha ribadito come «la Regione Calabria non può ignorare la richiesta dei sindaci di dichiarare lo stato di emergenza per la siccità anche per la provincia di Cosenza».

Per la parlamentare, infatti, «è allarmante il monito lanciato in questi giorni dal sindaco di Caloveto, di Cropalati, di Longobucco, di Paludi, di Crosia e di Calopezzati sullo scarso servizio idrico che coinvolge le comunità di riferimento con disagi sia a livello igienico sanitario che domestico».

«Il rischio – ha spiegato – è che con l’aumento della popolazione in piena stagione estiva i comuni siano costretti al razionamento della risorsa idrica con disagi e danni incalcolabili. Urge, quindi, che la Regione convochi un tavolo con i comuni interessati per affrontare l’emergenza. Come sostenuto anche dall’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica per alcune aree della Calabria Ionica, analizzando le serie storiche delle misure di pioggia e dati sulle caratteristiche del suolo e della vegetazione, si è valutata la suscettibilità alla desertificazione».

«La frequenza degli eventi siccitosi – ha proseguito – è aumentata e questo richiede interventi della Regione non più rinviabili: dalla costruzione di invasi per trattenere l’acqua piovana, alla manutenzione e ingegnerizzazione della rete idrica, fino alla cessazione degli utilizzi impropri dell’acqua che creano problemi sia al potabile che all’agricoltura».

«La Regione Calabria – ha concluso – non può più permettersi di ignorare questa emergenza. È imperativo che si adottino misure immediate e concrete per affrontare la crisi idrica, garantendo un accesso adeguato all’acqua per tutte le comunità colpite. Si dichiari lo stato di emergenza per la provincia di Cosenza e si mettano in campo tutte le risorse necessarie per prevenire ulteriori disagi e danni incalcolabili. Non c’è tempo da perdere». (rp)

Siccità, Regione autorizza aumento della dotazione di gasolio agricolo agevolato

La Regione ha autorizzato un’assegnazione suppletiva di carburante ad accise agevolate per far fronte alle conseguenze della siccità, una «misura necessaria e urgente dalle condizioni meteo estreme», ha sottolineato l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, presa di concerto con le organizzazioni di categoria, alla luce dei danni che il protrarsi del caldo e della contestuale mancanza di piogge sta arrecando alle aziende agricole.

Nello specifico, con il provvedimento richiamato è stata autorizzata la concessione di aumento del quantitativo di carburante ad accise agevolate, fino ad un massimo del 57% e nelle more del rilascio delle concessioni idriche di derivazione delle acque superficiali di uso irriguo, da richiedere entro il 30 ottobre prossimo, per le colture della patata silana e per tutte quelle – erbacee e arboree – interessate, tra le quali, a titolo esemplificativo, fagioli, fagiolini, peperoni, melanzane, zucchine, cetrioli, cipolle.

Per l’ottenimento del supplemento di carburante le aziende interessate dovranno dimostrare l’avvenuto prelievo dell’assegnazione annuale e l’inesistenza di giacenze. Da segnalare, in coda: con decreto assunto dall’organismo pagatore Arcea, è stata disposta la liquidazione di circa 600.000 euro per aiuti legati a diverse misure. Tra i pagamenti in corso spiccano quelli connessi alla produzione integrata, alla produzione biologica ed al benessere animale.

In particolare, stando alle risultanze della relazione tecnica demandata ad Arsac dal dipartimento Agricoltura, è stato appurato come nei primi sei mesi del 2024, e specialmente a marzo e aprile, le precipitazioni siano state ovunque inferiori alla media degli anni precedenti.

Le temperature elevate, esse pure superiori alle medie stagionali, hanno inoltre contribuito al verificarsi di una drastica diminuzione del contenuto idrico dei suoli, comportando per gli agricoltori la necessità di far ricorso a lavorazioni aggiuntive, con relativo incremento del consumo di carburante.

Per Gallo, infatti, «garantire certezze ai nostri agricoltori è una priorità assoluta. L’integrazione del quantitativo di carburante è solo uno dei passi per tutelare il comparto».

Inoltre, dal «confronto con i produttori e le associazioni di categoria è emersa – ha spiegato – la necessità di un intervento immediato sul punto, a causa delle condizioni meteo estreme che hanno causato un aumento dei costi operativi, compromettendo le produzioni. Nella consapevolezza delle difficoltà che i nostri agricoltori stanno affrontando e del peso economico che queste sfide comportano, con questa misura intendiamo offrire un aiuto concreto per alleviare le difficoltà esistenti». (rcz)

 

Celebre (Fillea Cgil): Completare gli invasi esistenti per contrastare la siccità in Calabria

«Noi della Fillea Cgil Calabria, pur essendo convinti che la battaglia contro la siccità e la carenza d’acqua bisogna farla su più fronti, riteniamo che una buona risposta potrebbe arrivare con il completamento e l’avvio degli invasi esistenti evitando così di lasciare le opere incompiute». È quanto ha dichiarato Simone Celebre, segretario generale di Fillea Cgil Calabria, suggerendo la creazione di «un nuovo impianto idrico», dato che «oltre il 50 % dell’acqua si perde per strada e non arriva a destinazione».

Una scelta, per Celebre, «che non solo darebbe un fattivo aiuto a contrastare la siccità e la conseguente penuria d’acqua, ma che contribuirebbe, altresì, a creare migliaia di posti di lavoro. Pertanto, auspichiamo che il Consiglio Regionale nelle prossime sedute inizi a parlare delle “storiche” dighe incompiute presenti nella nostra Regione come la Diga dell’Esaro e la Diga del Re Sole nella provincia di Cosenza, la Diga del Melito nella provincia di Catanzaro e la Diga del Metrano nella provincia di Reggio Calabria».

«La siccità e, soprattutto, la carenza d’acqua, la crisi energetica – ha ricordato – oramai, sono tra i problemi più gravi dell’intera umanità, anche perché si ripropongono sempre più spesso negli anni a causa dei cambiamenti climatici in corso, e non solo.  Il 2023, secondo gli esperti, si è caratterizzato per essere stato l’anno dove si è registrato una delle più gravi siccità degli ultimi secoli. La siccità e la carenza d’acqua sono problemi che stanno colpendo pesantemente l’Italia. Emergenza che nel primo semestre di quest’anno ha interessato soprattutto il Sud»

«1Anche la nostra Regione – ha concluso – non è esente dall’emergenza siccità e dalla carenza d’acqua. Da più parti, infatti, si sostiene e si chiede che la giunta regionale calabrese dovrebbe avviare al più presto una discussione e la realizzazione di un piano articolato di contrasto alla siccità e alla carenza d’acqua, che ci consenta di guardare al futuro con ottimismo. È necessario intervenire con urgenza, ora, con misure che possono portare un sollievo immediato. (rcz)

Siccità, Iacucci e Bevacqua chiedono chiarimenti a Giovinazzo e Regione

I consiglieri regionali del Pd, Franco Iacucci e Mimmo Bevacqua, hanno chiesto chiarimenti al commissario del Consorzio di Bonifica, Giacomo Giovinazzo e alla Regione chiarimenti in merito all’agricoltura a rischio a causa della siccità.

«L’agricoltura è un asset economico strategico per la Calabria. Purtroppo, a causa dei cambiamenti climatici che continuano a non essere fronteggiati in maniera decisa, l’acqua inizia ad avere una drastica riduzione che preoccupa gli agricoltori e già produce danni», hanno ricordato i dem, sottolineando come «rappresenta  l’ovvietà la dichiarazione del commissario del Consorzio di bonifica della Calabria, Giacomo Giovinazzo, che invita ad un uso consapevole della risorsa idrica, perché riteniamo che sostenere l’agricoltura calabrese sia fondamentale per lo sviluppo socio economico . Ci chiediamo, al contempo, quali provvedimenti abbia messo in campo fin qui la giunta regionale che, anche nel settore idrico e con la riforma dei Consorzi, ha annunciato una rivoluzione rimasta evidentemente sulla carta».

«Invitiamo, pertanto, la Regione Calabria – hanno detto ancora Bevacqua e Iacucci – a prendere i dovuti provvedimenti in tempo, così da fare fronte alle criticità che si temono per i mesi di luglio e agosto e, evidenziando che non basta soltanto denunciare le problematiche, così come ha fatto Giovinazzo, ma servono soluzioni. Anzi sarebbero già servite. Altrimenti non riusciamo a capire quale sia stato il risultato della riforma dei Consorzi e lo stesso ruolo del Commissario. Richiamiamo quindi ciascuno alle rispettive responsabilità, chiedendo di fare chiarezza sia sull’entità dell’allarme lanciato che gli interventi che il Consorzio andrà ad adottare per fronteggiarlo».

«Ricordiamo, inoltre – hanno concluso – che il Ministero dell’Ambiente, con il piano idrico a contrasto della siccità, ha destinato alla nostra Calabria 32 milioni frutto del lavoro fatto dagli ex consorzi di bonifica di euro per migliorare la sicurezza e la gestione efficiente delle risorse idriche. A tal fine chiediamo che il commissario fornisca nel dettaglio i tempi di realizzazione e che si impegni a rispettarli attraverso anche il controllo della commissione consiliare di vigilanza, poiché il sostegno agli agricoltori locali deve essere reale e concreto e non soltanto il solito slogan di circostanza».

IN CALABRIA È ALLARME SICCITÀ: SORGENTI
IN CALO DEL 50%, DIGA DEL MENTA AL 47%

In Calabria è allarme siccità. Le sorgenti, infatti, sono in calo del 50% e la diga del Meta al 47% della massima capacità d’invaso. A riferirlo Cataldo Calabretta, amministratore unico di Sorical, denunciando come si trattino di segnali che lasciano intravedere «un’estate difficile».

La diga del Menta, riferisce una nota di Sorical, ha un volume di invaso del 47.7%, rispetto alla sua massima capacità, mentre lo scorso anno si trovava a circa l’85% e due anni fa il volume d’invaso era al 92% della massima capacità. Secondo i dati elaborati dai tecnici della Sorical, è necessario ridurre i prelievi per garantire la produzione di acqua potabile fino al prossimo autunno.

Rimanendo nel reggino, l’acquedotto Tuccio, che alimenta i comuni tra Melito Porto Salvo e la zona sud di Reggio Calabria, registra -50% di produzione. Cali importanti registrano le sorgenti che alimentano diverse località della provincia con cali che variano dal 30 al 50%. Una grave siccità sta interessando anche Palmi dove Sorical ha attivato un tavolo tecnico e, in accordo con Arrical e Regione, si stanno requisendo alcuni pozzi privati per affrontare l’emergenza dei prossimi mesi.

In provincia di Vibo è in calo del 40% la sorgente Conture per Parghelia, Zambrone e Tropea dove si sta sopperendo con pozzi e bypass insieme ad altri schemi acquedottistici. Attivati pozzi e integrazioni con schemi idrici anche per altre zone della provincia. Critica anche la situazione in provincia di Crotone, in particolare lo schema Lese, che serve numerosi comuni sui versanti crotonese e cosentino. Riduzioni di sorgenti e portata vengono registrati anche in altri impianti al servizio di altre località della zona. In provincia di Catanzaro è piena emergenza a Stalettì, dove i pozzi comunali e regionali hanno subìto un forte calo di produzione. Infine, in provincia di Cosenza, anche quest’anno è in carenza idrica il fiume Trionto dal quale Sorical preleva risorsa idrica per il potabilizzatore.

La produzione è scesa da oltre 100 litri al secondo a 50. Sono stati attivati altri pozzi per supplire alla carenza e assicurare risorsa a diversi comuni dell’area. Al momento solo gli acquedotti dell’Alto Tirreno Cosentino e della zona del Pollino reggono all’impatto del grande caldo. Sorical suggerisce quindi ai tecnici comunali la chiusura notturna degli impianti e una adeguata informazione alle popolazioni coinvolte per contenere i consumi.

La società, infatti, sta allertando le Prefetture e la Protezione civile sullo stato delle grave carenza idrica in atto, che potrebbe peggiorare nelle prossime settimane e, «alle pressanti richieste di erogare maggiore acqua» da parte di alcuni sindaci, Calabretta ha sottolineato che «non sempre è possibile farlo» e che anzi, invece dovrebbero «ordinanze che limitino o vietino l’utilizzo dell’acqua potabile per usi irrigui e il riempimento delle piscine».

«Occorre assicurarsi – ha evidenziato – che le ordinanze vengano fatte osservare attraverso il coinvolgimento della Polizia municipale. Senza queste limitazioni e senza la sensibilità necessaria ad evitare gli sprechi da parte di tutti, nelle prossime settimane i disagi sono destinati ad aumentare».

Una situazione provocata «dall’assenza di adeguate precipitazioni durante il periodo invernale» si legge sul sito della Sorical, ricordando come «in estate milioni di litri di acqua vengono sprecati in usi impropri e migliaia di famiglie non vengono raggiunte dal servizio idrico. Per superare con i minori disagi questo periodo è necessario non sprecare acqua potabile e farne un suo consapevole».

Da qui alcuni suggerimenti per risparmiare, grazie a piccoli gesti quotidiani, l’acqua.

Riparare le perdite: Un erogatore che funziona male può essere la causa di un silenzioso e continuo spreco d’acqua che ti porterà a consumarne fino a 2mila litri all’anno. Anche lo scarico del wc può avere dei difetti e perdere acqua: chiama subito il tuo idraulico per un controllo.

Lavare le verdure dentro un contenitore: Invece di usare l’acqua corrente, riempi un contenitore con il minimo quantitativo necessario e lava verdure e stoviglie qui dentro. Un’altra idea potrebbe essere quella di riutilizzare l’acqua di cottura proprio per sciacquare piatti e padelle.

Fare la doccia invece dell’acqua: Scegliere la doccia invece del bagno in vasca ti farà abbassare i consumi del 75%, l’importante è ricordarsi di chiudere sempre il soffione mentre ti stai insaponando. Per una doccia sono necessari circa 20 litri d’acqua, mentre per un bagno ne occorrono circa 150.

Usare gli elettrodomestici con intelligenza: Ricordati sempre di riempire a massimo carico lavatrice, asciugatrice e lavastoviglie e di selezionare la modalità eco. Questi elettrodomestici consumano in media tra gli 80 e i 120 l’acqua per ogni lavaggio.

Attenzione allo scarico del WC: Installa una cassetta a doppia pulsantiera per selezionare la quantità d’acqua che ti serve davvero. Chi non può affrontare questo cambiamento può inserire nella cassetta una bottiglia piena d’acqua riducendo così sia la capienza che il volume d’acqua scaricato.

Riutilizzare l’acqua tutte le volte che si può: I nostri condizionatori producono sempre della condensa e questa può essere utilizzata per lavare i pavimenti, così come quella che avanza dal lavaggio delle verdure può esserti utile per innaffiare le piante in balcone.

Non riempire le piscine private con acqua potabile: Per una piscina lunga 10 metri x 5 metri e alta 1,5 metri, per il riempimento, il ricambio e il rabbocco, servono circa 120 metri cubi di acqua che corrispondo al consumo medio annuo di acqua potabile di una famiglia di 2 persone. Usare acqua potabile per la piscina è scorretto perché può destabilizzare il servizio idrico di un intero quartiere.

Chiudere l’acqua quando non serve: Inizia a chiudere l’acqua mentre ti insaponi i capelli, ti fai la barba o mentre ti lavi i denti. Invece, per risciacquare il rasoio mentre ti radi, riempi prima il lavandino con poca acqua e potrai risparmiare dagli 8 ai 10 litri d’acqua al minuto.

Non lavare l’auto con l’acqua potabile – se ne consumano in media 150 litri, quasi quanto se ne consuma per bere, cucinare e lavarsi –; fare docce più brevi; installare un piccolo miscelatore sul rubinetto, permettendo un risparmio di circa 6 mila litri d’acqua in un anno; non usare l’acqua per innaffiare l’orto, i fiori o le piante. Per questa attività, infatti, si consumano 6 mila litri d’acqua all’anno. Sorical consiglia di utilizzare acqua già usata. (rrm)

 

Siccità, Coldiretti Calabria: Chiesto a Dipartimento Agricoltura di accertare danni sul territorio

Coldiretti Calabria ha chiesto al Dipartimento Agricoltura l’accertamento dei danni sull’intero territorio regionale provocato dalla siccità.

«Nella nostra regione ha fatto diminuire le produzione in agricoltura e questo si abbatterà a cascata sulle tavole dei cittadini. Il 2022 – ha commentato Coldiretti Calabria – si classifica fino ad ora come l’anno più caldo di sempre con una temperatura nei primi dieci mesi del 2022 addirittura superiore di +1,07 gradi rispetto alla media storica, ma si registrano anche precipitazioni ridotte di oltre 1/3, secondo l’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr».

«Davanti a tale reale condizione che ha interessato tutta la regione nessun territorio escluso –ha riferito Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria – abbiamo chiesto al Dipartimento Regionale Agricoltura di attivare le procedure per modificare la Delibera di Giunta n. 526 del 31.ottobre, la declaratoria cui declaratoria prevede lo stato di calamità per eccezionale e prolungata siccità solo sulla sola fascia ionica della regione nel periodo giugno-settembre 2022, ma vista e constatata la prolungata siccità di dichiarare lo stato di calamità su tutto il territorio regionale nessuna zona esclusa».

«Abbiamo notizia – ha confermato Aceto – che il Dipartimento si è immediatamente attivato dando disposizioni ai dirigenti dei settori interessati per le varie province e Città metropolitana di Reggio Calabria, di relazionare sulla situazione. Per fare un solo esempio a pesare sull’olivicoltura, che riguarda oltre il 30%della nostra economia agricola e agroalimentare, è stata unasiccità devastante mai vista negli ultimi 70 anni che ha messo in stress idrico gli uliveti danneggiando prima la fioritura e poi le gemme, soprattutto in quelle zone dove non si è potuto intervenire con le irrigazioni di soccorso per dissetare e rinfrescare le piante e diverse aziende che hanno deciso di non intervenire per gli elevati costi di carburante, elettricità e prodotti di supporto alla nutrizione dei terreni».

«L’agricoltura – ha proseguito Aceto – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli promuovendo l’uso razionale dell’acqua, l’innovazione tecnologica per la riduzione dell’impatto ambientale, l’economia circolare con la produzione di energie rinnovabili come biogas e biometano e lo sviluppo del fotovoltaico sui tetti senza consumo di terra fertile».

«L’agricoltura italiana di cui la Calabria è un pezzo importante – ha detto ancora – è diventata negli anni la più green d’Europa ma di fronte al caro energia e al cambio del clima bisogna intervenire al più presto per salvare stalle e aziende ed investire con interventi strutturali per guardare al futuro, dai bacini di accumulo per l’acqua di cui le campagne hanno bisogno all’agricoltura 4.0 per tagliare spese e aumentare produttività».

«Occorre, senza dubbio – ha concluso – agire per evitare che, passata l’estate, il tema ritorni in secondo piano, salvo ripresentarsi la prossima primavera perché l’acqua dolce, vista la situazione pluviometrica  è un bene che diventa sempre di più scarso e prezioso». (rcz)

Coldiretti Calabria rilancia il Piano Laghetti contro la siccità

Si chiama Piano laghettiPiano Invalsi, il progetto elaborato da Coldiretti Anbi (Associazione Nazionale Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue) per combattere la siccità.

Si tratta di un documento in cui sono state individuate le cinque priorità nei primi 100 giorni di Governo presentate ai leader dei partiti politici nell’ultima assemblea nazionale perché, come ribadito da Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria, «occorrono scelte politiche concrete che sappiano coniugare sostenibilità ambientale, sociale ed economica. La transizione significa passare dalle emergenze alla strategia».

«Insomma – ha proseguito Aceto – una rete di invasi per catturare l’acqua quando cade e distribuirla quando non c’è è ormai un’assoluta esigenza. Nel piano complessivamente ci sono 223 nuovi impianti, diversi situati nella nostra regione e predisposti dai Consorzi di Bonifica; sono immediatamente cantierabili e consentirebbero in tempi rapidi un aumento pari almeno al 40 per cento della capacità di raccolta delle acque per un investimento complessivo di più di 3 miliardi di euro e la creazione di nuovi posti di lavoro».

«Il piano – ha spiegato – consiste nella realizzazione di bacini idrici medio piccoli, a basso impatto, per la raccolta della risorsa pluviale ad uso plurimo gestiti dai Consorzi di Bonifica e irrigazione da realizzarsi diffusamente sul territorio privilegiando il completamento ed il recupero di strutture già presenti in armonia con i territori coniugando sostenibilità ecologica sociale ed economica. Tali impianti possono essere anche correlati alla produzione di energia idroelettrica con stazioni di pompaggio o impianti fotovoltaici galleggianti».

«Un progetto lungimirante – ha detto ancora – che sta avendo riscontri importanti come quello del Comune di Acri a cui ne seguiranno altri, che ha approvato una delibera contenente uno specifico ordine del giorno, che fa proprie le indicazioni di Coldiretti e Anbi e che in sinergia con con i Consorzi di Bonifica, intende promuovere e condividere una strategia ed un approccio comune e strutturato, affinché si mettano in campo azioni virtuose nella complessa gestione del territorio per rafforzare la sua resilienza e prevenire i fenomeni di siccità e le sue relative conseguenze».

«Ormai – ha concluso Aceto – siamo davanti non più ad astratte previsioni sui cambiamenti climatici e il riscaldamento del pianeta ma ad una diffusa una consapevolezza da parte delle Istituzioni e di ogni singolo individuo. (rcz)