Saccomanno (Lega): In arrivo in Calabria 295 militari

Il commissario regionale della Lega, Giacomo Saccomanno, ha reso noto che sono in arrivo in Calabria 295 militari, «60 unità in più rispetto all’anno scorso, che saranno impiegati per presidiare il territorio e rafforzare le misure a tutela della legalità».

Un risultato reso possibile grazie al lavoro del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi e del sottosegretario Molteni per rendere le città calabresi ancora più sicure.

«Un impegno concreto della Lega al Governo – ha evidenziato – il segnale positivo di attenzione nei confronti dei cittadini. La sicurezza è sempre stata la nostra priorità e poter disporre di più uomini nelle stazioni ferroviarie e in strada significa mettere in campo un piano di prevenzione e controllo nel solo interesse di chi vive il territorio». (rcz)

Il sindaco di Corigliano Rossano Stasi: Istituzioni prendano iniziative concrete su sicurezza e legalità

«I fatti accaduti nelle scorse settimane, con incendi quasi quotidiani e con la sfida diretta alle Istituzioni democratiche, lanciata apertamente con l’incendio all’auto del Presidente del Consiglio, impone a quelle stesse istituzioni pubbliche, allo Stato, di intraprendere iniziative concrete sul tema della sicurezza e della legalità». È quanto ha dichiarato il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, nel corso del Consiglio comunale.

Garantire la sicurezza sul territorio, camminare uniti, senza divisioni partitiche, per la riapertura del Tribunale, ottenere l’innalzamento del distretto di polizia e maggiori forze in campo. Si è mosso su queste fondamentali direttrici il consiglio comunale odierno svoltosi, per precisa scelta dell’amministrazione, nella sala udienze dell’ex Tribunale in viale Santo Stefano.

Un consiglio velato dalla tristezza, che si è aperto con la lettura di una commossa lettera dei familiari del consigliere comunale di recente scomparso, Raffaele Vulcano, una ferita ancora aperta, sia sotto il profilo umano che istituzionale, per proseguire con la surroga in base all’ art. 45, comma 1 ed Art. 64, comma 2, del D. Lgs 267 /2000 con Giovanni Maria Vergadoro, che insediatosi, dopo aver comunicato la volontà di continuare sul percorso e per rispetto del compianto Raffaele, ha costituito il gruppo corrispondente alla lista nella quale è stato eletto, ovvero Fratelli d’Italia.

l consiglio è poi proseguito con la partecipata discussione sul punto riguardante la sicurezza e la legalità. Numerosi gli interventi in sala, a partire dall’intervento del deputato Elisa Scutellà, Movimento Cinque Stelle, del consigliere regionale di Azione, Giuseppe Graziano, del consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Davide Tavernise, di don Pino Straface vicario generale Arcidiocesi Rossano Cariati, di don Pietro Madeo parroco unità pastorale centro storico di Rossano, di Giuseppe Lavia, segretario provinciale Cisl e Giuseppe Guido, segretario generale Cgil, Pollino-Sibaritide-Tirreno, del sindaco di Longobucco, Giovanni Pirillo, dell’avvocato Maurizio Minnicelli e del presidente della Camera Civile, Francesco Bianco.

Assenti per impegni istituzionali, l’assessore regionale, Gianluca Gallo,  la consigliera regionale, Pasqualina Staface, la presidente della Provincia, Rosaria Succurro,  il Presidente Commissione consiliare regionale contro il fenomeno della ‘ndrangheta, della corruzione e dell’illegalità diffusa, Pietro Molinaro, il presidente della Camera Penale, Giovanni Zagarese, il presidente del Coa, Nicoletta Bauleo, il questore Giuseppe Cannizzaro e il procuratore della Repubblica, Alessandro D’Alessio, i quali hanno comunque inteso inviare messaggi alla presidenza del consiglio esprimendo la volontà di contribuire alla lotta per legalità e fronteggiare il fenomeno criminale.

Per il primo cittadino «non bastano gli interventi episodici perché il continuo attacco alla serenità della nostra comunità non è né episodico né casuale, ma è frutto di un arretramento dei “buoni”, cioè delle Istituzioni pubbliche, che ormai da molti anni hanno progressivamente lasciato spazio libero sul territorio, uno spazio che la criminalità sta occupando sfacciatamente. Non servono rassicurazioni, ma interventi strutturali, interventi per altro dovuti a un territorio ingiustamente scippato».

«Il nostro territorio è vivo, ha un tessuto produttivo dinamico, istituzioni vivaci, una comunità importante e che si evolve nonostante l’assenza di servizi e presidi pubblici – ha proseguito Stasi – ma ora è il momento che a Roma la smettano di considerare la nostra città come un caso qualsiasi, come un’entità di poche migliaia di abitanti e di pochi chilometri quadrati: questo vale per il tribunale, per il Distretto di Polizia, per il Gruppo dei Carabinieri, per tutte le forze dell’ordine, più in generale per i servizi».

«Una città di 80 mila abitanti, su un territorio di centinaia di migliaia di abitanti – ha ricordato – con il tessuto produttivo più dinamico della regione è distantissimo dall’attuale tribunale e della sede della Procura. Da Aosta a Siracusa tutti gli addetti ai lavori sanno che chiudere l’ex tribunale di Rossano fu una scelta ingiustificabile e sbagliata: non istituire il tribunale ora sarebbe diabolico ed ancor più assurdo. La nostra comunità non vuole la soppressione di altri tribunali, semplicemente rivendichiamo l’istituzione del tribunale cittadino, che rappresenta un caso unico. Il Consiglio Comunale di oggi rafforza ulteriormente queste sacrosante rivendicazioni». (rcs)

Ferrara (Unindustria): Sicurezza tema prioritario per la crescita della Regione

Il presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara, esprimendo solidarietà all’imprenditore Guerino Preite per il grave attentato che ha distrutto tre autobus della ditta, ha evidenziato come «la sicurezza è un tema prioritario per la crescita della Regione».

«Atti come quello accaduto a Diamante – ha spiegato – mettono a dura prova la fiducia degli imprenditori nei confronti del territorio. Il tema della sicurezza degli operatori economici nella nostra regione è sempre di forte e stringente attualità. Non può e non deve essere ignorato, anzi è necessario un ulteriore innalzamento del livello d’attenzione perché si tratta di un argomento dirimente per il futuro delle imprese che già operano sul territorio. Inoltre, è una questione che influisce significativamente sulla capacità del sistema Calabria di attrarre nuovi imprenditori e quindi sulla possibilità di far evolvere il tessuto produttivo e la sua capacità di creare lavoro».

«Come unione degli industriali calabresi è nostra ferma convinzione – ha concluso – che ci sia solo un modo di contribuire alla lotta alla criminalità organizzata e alle intimidazioni: aprirsi il più possibile alla collaborazione con le Forze dell’Ordine e continuare senza sosta nella testimonianza quotidiana della cultura della legalità attraverso atti e fatti concreti con cui si certifica la forte sinergia tra Stato, imprese e cittadini che l’unico strumento capace di arginare i disvalori criminali». (rcz)

L’OPINIONE / Antonio Errigo: La sicurezza delle infrastrutture pubbliche una leva per uguaglianza sociale e nuova occupazione

di ANTONIO ERRIGO – La sicurezza delle infrastrutture è sempre un tema molto delicato da affrontare. Lo è in Calabria così come lo è nel resto del mondo. La mia opinione, dunque, sarà improntata alla semplice condivisione di un pensiero con tutti i lettori di Calabria.live, senza voler scendere nei particolarismi tipici di questa materia che per sua stessa natura richiederebbe ben altri approfondimenti.

Vado subito al dunque: con la messa in sicurezza delle infrastrutture pubbliche, siano esse autostradali, ferroviarie, portuali o aereoportuali in Calabria – attraverso le necessarie manutenzioni protettive e conservative delle opere – non solo si si ridurrebbero moltissimo i prevedibili rischi di collasso di quelle più obsolete ma si creerebbero le giuste condizioni per generare una rilevante occupazione di personale qualificato, abilitato e specializzato e migliori condizioni sociali.
Mi spiego meglio.

Un lavoro onesto e giusto, che crei e garantisca sicurezza generale, credo che sia il meglio che una società evoluta come la nostra possa e debba attendersi. È una mia convinzione: non pensare di adoperarsi per raggiungere il bene dei singoli e della collettività significa pure ignorare che la crescita economica di un popolo sia strettamente legata alla quantità di risorse che riesce a produrre o acquisire per soddisfare bisogni sempre più eterogenei. Io, quindi, non riesco a concepire una società nella quale il benessere psicofisico ed economico sia limitato a una ristretta quantità di esseri umani. Un mondo più giusto passa da una società più equa e da una minore discriminazione nel godimento di beni individuali e pubblici primari.

Ecco allora che la Calabria, nella sua conformazione e vastità regionale dove vivono una moltitudine di individui, se non viene messa nelle giuste condizioni di sviluppo sostenibile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale, arriverà al punto tale di vedere costantemente violato quell’ideale patto di civile convivenza che lascia spazio ad ogni tipo di violenza, corruzione e collusione.
Mi sono trovato spesso, nel corso della mia precedente esperienza professionale presso la Rappresentanza Permanente Italiana presso l’Unione Europea a Bruxelles, a presenziare a numerosi incontri di studio o dibattiti istituzionali durante i quali si cercava di decifrare il presente e ragionare su come sarebbe stato, in via di previsione, il futuro di alcune realtà economiche degli stati membri dell’UE, ma molto meno su come alcune scelte avrebbero impattato sulle società dove esistevano ed esistono delle eccessive inuguaglianze e differenze economiche reddituali pro-capite.

Allora oggi posso ben dire con cognizione di causa che gli Stati (Italia in primis) devono adoperarsi nell’acquisire e produrre le necessarie risorse economiche ma, al contempo, devono impegnarsi al fine di far giungere ad ogni individuo presente al nord, al centro, al sud e nelle isole, le necessarie opportunità di lavoro equamente retribuito, per poter accedere liberamente alle risorse necessarie per soddisfare i proprio bisogni personali e famigliari.

In Calabria questo ideale patto sociale tra lo Stato è l’individuo non mi pare garantito: una generale insoddisfazione e indifferenza si palesa nei giovani residenti delle cinque province; è altresì riscontrabile una conseguente e costante emigrazione del capitale umano (magari formatosi nelle migliori università di tutto il mondo e specializzato nei più importanti atenei e centri di ricerca esteri) verso destinazioni economicamente, civilmente e socialmente migliori della Calabria.

Sulle analogie del passato (nel 1876, i due deputati nazionali, Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino, chiesero di accertare le reali condizioni sociali ed economiche in Sicilia dopo l’Unità d’Italia) sarebbe interessante che fosse costituita una Commissione Parlamentare bicamerale avente per fine una indagine conoscitiva sullo stato e sulle condizioni di vita economica e sociale dei cittadini residenti nella Regione Calabria. Solo in seguito, eventualmente, prevedere misure legislative di necessità e urgenza ritenute utili alla creazione di uguaglianze sociali, civili e di paritetico accesso al lavoro onesto e legale, adeguatamente retribuito. (ae)