SOVERIA MANNELLI – Tutto pronto per l’Università d’Estate sull’Intelligence

Dal 12 al 13 settembre, a Soveria Mannelli, nella Biblioteca “Michele Caligiuri”, si terrà la quarta edizione ell’Università d’Estate sull’Intelligence.

L’evento, diretto da figure di spicco come Mario Caligiuri (presidente della Società Italiana di Intelligence), Paolo Messa (fondatore di “Formiche”) e Paolo Boccardelli (rettore dell’Università Luiss), si pone come un appuntamento di rilievo per discutere di tematiche cruciali legate all’intelligence e alla sicurezza.

«Credo sia molto importante e utile discutere di intelligence in senso generale, perché ciò significa affrontare un tema rilevante per la sicurezza nazionale», ha dichiarato Lorenzo Guerini, presidente del Copasir.

«Oggi la sicurezza nazionale – ha aggiunto – è un argomento fondamentale che dobbiamo porre al centro della nostra attenzione da diversi punti di vista. La sicurezza dei dati, sia in ambito aziendale che nelle pubbliche amministrazioni, è uno dei tanti aspetti cruciali. Ragionare sulle minacce, analizzarle e mettere queste analisi a disposizione del decisore politico è essenziale per prendere decisioni consapevoli».

Guerini ha sottolineato l’importanza della crescita di competenze e professionalità nel settore dell’intelligence: «Non siamo più nell’epoca dei misteri che spesso accompagnano la percezione dell’intelligence. Oggi siamo in un mondo popolato da professionisti che raccolgono e analizzano informazioni, offrendo supporto concreto alla comprensione delle minacce e delle linee di tendenza, fondamentali per prendere le decisioni giuste».

L’Università d’Estate sull’Intelligence rappresenta dunque un’importante occasione di formazione e approfondimento, volta a creare una cultura della sicurezza e a sviluppare competenze sempre più richieste in questo ambito strategico. (rcz)

SOVERIA (CZ) – Domani in scena “Bella Ciao – Genesi di un mito”

Domani sera, alle 21, a Soveria Mannelli, a Piazza Colonnello Bonini, andrà in scena lo spettacolo Bella Ciao – Genesi di un mito di Dario De Luca e promosso dall’Associazione Culturale Scena Verticale.

Lo spettacolo, che rientra nell’ambito della rassegna Calabria Teatro, diretta da Diego Ruiz e Nicola Morelli, sarà anticipato dall’incontro-conferenza con l’attore. Presentato nel mese di aprile a Palazzo Madama presso il Senato della Repubblica, lo spettacolo è stato realizzato con il sostegno della compagnia teatrale lametina “I Vacantusi”, ed è inserito nel progetto “CalabriaTeatro” seconda edizione, progetto finanziato con risorse Psc Piano per lo sviluppo e la coesione 06.02.02 (Distribuzione Teatrale) della Regione Calabria. 

“Bella Ciao – Genesi di un mito”, scritto, diretto e interpretato da Dario De Luca. Si tratta di un seminario-spettacolo militante e appassionato che, alternando presente e passato con immagini d’archivio e l’accompagnamento della musica, indagherà anche l’aspetto musicale del brano. La pièce proverà a ricostruire le origini dell’omonimo canto, indagando anche l’aspetto musicale del brano. Un’appassionante rivisitazione del mito, che proverà a dirimere le nebbie che avvolgono le origini di questo canto, raccontandone la circolazione avvenuta nei modi più diversi e fantasiosi e chiudendo con una tesi affascinante sul perché il canto popolare sia così amato da chiunque invochi coralmente la Libertà. (rcz)

A Soveria Mannelli la Conferenza programmatica regionale del PD

Domani e sabato 20 aprile, a Soveria Mannelli, alle 17, nella sala conferenze dell’Officina della cultura e della creatività del Reventino, si terrà la prima Conferenza Programmatica regionale del Partito Democratico.

Si tratta di una giorni di confronti aperta sui temi e le proposte per una Calabria più efficiente e moderna, in grado di dare risposte alle esigenze dei cittadini e alle sfide del futuro, oltre che occasione per contribuire attivamente alla costruzione della proposta politica della Calabria di domani e per far sentire la propria voce sui temi in discussione.

Cinque i tavoli di discussione proposti e che si insedieranno venerdì pomeriggio, alle 16, alla presenza del capogruppo al Senato, Francesco Boccia, e della giornalista Lucia Annunziata, su temi che spazieranno dalla sanità alla transizione ecologica, dal turismo alle infrastrutture, passando per il lavoro, le aree interne, gli enti locali etc.

Sabato mattina, dalle 9, alla presenza, tra gli altri, del sindaco di Bari, Antonio Decaro, e della vice presidente del Parlamento europeo, Pina Picierno, verrà presentato, in sessione plenaria, il contributo dei tavoli al documento conclusivo della Conferenza programmatica regionale.

In un contesto nazionale e internazionale in continua evoluzione è fondamentale che anche la nostra regione si doti di una visione strategica e di un programma concreto per affrontare le sfide future e cogliere le opportunità che ci attendono.

Una visione che parte da due saldi principi, la necessità di una istruzione all’altezza delle opportunità e delle criticità che presenta la nostra regione e la continua lotta alla ndrangheta, in ogni sua forma. Su questi due pilastri, il Partito Democratico intende costruire oggi la sua proposta politica per la Calabria di domani. (rcz)

SOVERIA MANNELLI (CZ) – Conclusa l’ottava edizione di Sciabaca

È stata un’edizione da record quella appena conclusa di Sciabaca, il festival dedicato a viaggi e culture mediterranei, organizzato da Rubbettino Editore, che si è tenuto a Soveria Mannelli, in Calabria, dal 21 al 24 settembre.

Tra i relatori ben due ministri, Roccella e Musumeci, decine di studiosi, scienziati, artisti, migliaia di persone nel pubblico e centinaia di studenti che hanno seguito con attenzione e interesse gli incontri.

Molte le iniziative e i temi che hanno attraversato il festival, dall’arte contemporanea alla storia, dalla politica all’emergenza climatica, dall’intelligenza artificiale all’ambiente e all’enogastronomia.

«Siamo davvero soddisfatti dell’esito dell’iniziativa – ha dichiarato l’editore Florindo Rubbettino – e non solo per il grande successo di pubblico. Sciabaca è il festival identitario della nostra casa editrice e, ovviamente, rispecchia il nostro modo di intendere la cultura e il mondo dei libri. Così come Rubbettino, Sciabaca vuole affermare un pensiero laterale, a volte persino scomodo, ama la libertà di espressione delle idee anche quando non coincidono con quelle della maggior parte delle persone, creando anzi occasioni di dibattito e confronto, nella consapevolezza che non si debba mai temere il confronto perché, come insegna Eraclito, “polemos è padre di tutte le cose”»

«Sciabaca – ha continuato l’editore – vuole anche affermare un nuovo modo di intendere i luoghi e il loro rapporto con il centro. In una realtà multicentrica come quella che stiamo vivendo, abbiamo avuto l’ardire di provare a ribaltare le vecchie logiche che hanno da sempre penalizzato le aree interne del nostro Paese, nella convinzione che la cultura e l’informazione possono superare i tradizionali vincoli imposti dalla geografia».

Così per quattro giorni, la cittadina di Soveria Mannelli, tremila anime nel cuore del Reventino, è diventata una sorta di palcoscenico – o sarebbe meglio dire di Agorà – su cui si sono alternati i vari ospiti, ognuno con un pezzo di storia o con frammenti di futuro che, intrecciandosi, hanno disegnato questa grande rete che è appunto Sciabaca.

Archiviata l’edizione 2023, la grande squadra Rubbettino è già al lavoro per il prossimo anno. (rcz)

La ministra Roccella allo Sciabaca Festival di Soveria Mannelli

«Serve un nuovo tipo di femminismo per combattere le nuove forme di oppressione contro le donne. È quanto ha dichiarato la ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, ospite dello Sciabaca Festival di Rubbettino a Soveria Mannelli.

«Ci sono nuove forme di oppressione – ha detto Roccella – che dovrebbero essere decodificate e interpretate da un nuovo femminismo, mentre invece il femminismo è un po’ finito sotto traccia oppure si è risolto nell’emancipazionismo, nell’idea del “Noi dobbiamo essere come gli uomini”, nella assoluta parità, che per certi versi va bene, alla quale però io preferisco la locuzione “pari opportunità”, che è diversa da “parità” perché non implica un’idea di uguaglianza ma di riconoscimento delle pari opportunità a partire dalla differenza, che va valorizzata».

La Ministra per la Famiglia e le Pari opportunità è intervenuta nella giornata conclusiva, parlando di molti temi connessi anche all’attualità. Per Rubbettino, la Roccella è autrice fra l’altro del libro “Una famiglia radicale”, in cui ricostruisce la storia della sua famiglia e della sua militanza all’interno del Partito Radicale.

Al termine della conversazione con il direttore editoriale di Rubbettino, Luigi Franco, la Roccella si è soffermata su temi legati alla maternità e all’importanza per le donne di rivendicare la propria libertà. Continuando il suo ragionamento, la Ministra, si è poi soffermata sull’utero in affitto considerato nell’economia del discorso come una subdola forma di sfruttamento e di mercificazione del corpo femminile.

«Non mi piace adoperare il termine “maternità surrogata” – ha detto la Roccella –, preferisco parlare di utero in affitto, perché questa è una definizione che mette in evidenza il punto fondamentale cioè il mercato, il passaggio di denaro. La disponibilità di una donna a portare avanti una gravidanza per conto terzi si realizza all’interno di un’organizzazione di mercato, molto dura, molto precisa».

«Non esiste, come qualcuno dice una surrogata solidale – ha aggiunto – perché tutto è inserito sempre in un’organizzazione di mercato, tutto diviene parte di un grande business transnazionale che tratta le donne come fornitrici di elementi utili a fare un bambino. Io credo che la maternità sia qualcosa di diverso».

«È un’esperienza – ha detto – che suscita sentimenti forti ed estremamente coinvolgenti, inscritti nel nostro corpo. Trasformare il rapporto madre-figlio in una compravendita è profondamente anti-umano. Facciamoci una domanda: cosa vogliamo mantenere della nostra umanità? Cosa vogliamo portare nel futuro del nostro essere “uomini umani”, come diceva Sciascia?».

Il seguitissimo intervento del ministro Roccella ha chiuso un festival giunto ormai alla sua ottava edizione e che ha visto la partecipazione di migliaia di persone e di centinaia di studenti un’occasione per riflettere sui grandi temi della cultura, dell’attualità e della politica e per mettere in rete luoghi, persone e idee. (rcz)

SOVERIA MANNELLI – Sabato con lo Sciabaca Festival si parla di intelligenza artificiale

Sabato 23 settembre, a Soveria Mannelli, alla Casa della Cultura “Gerardo Marotta”, alle 19, si terrà la lectio magistralis Può un sistema di intelligenza artificiale diventare un individuo? di Riccardo ManzottiSimone Rossi.

L’evento rientra nell’ambito dello Sciabaca, il festival dedicato ai viaggi e culture mediterranee organizzato ogni anno da Rubbettino.

Chi sono io? O che cosa sono io? Una volta lo si sarebbe chiesto a un filosofo, poi a un neuroscienziato, oggi lo possiamo chiedere a una intelligenza artificiale, un IA, anzi una ia (in minuscolo). Ma la ia saprà che cosa è un io? La ia sarà un io? E l’io, poi, sarà qualcosa che si è o che si ha? Persi in questo labirinto di domande, un neuroscienziato e un filosofo della mente si confronteranno con l’intelligenza artificiale in un dialogo a due (o a tre?) e si interrogheranno sulla natura di noi stessi e dei nostri alter ego artificiali. In un momento in cui le intelligenze generative (ChatGPT, Dall-E, OpenAI) sembrano diventare capaci di creare contenuti paragonabili a quelli degli essere umani, ci sentiamo smarriti. Siamo diventati obsoleti? Il cervello sarà in grado di competere con i computer dotati di nuovi algoritmi? C’è qualcosa che le macchine non hanno? E se ci fossimo trasformati in macchine a nostra volta? In fondo anche il cervello non contiene niente che la fisica non possa spiegare. (rcz)

SOVERIA MANNELLI (CZ) – Torna lo “Sciabaca Festival”

Dal 21 al 24 settembre, a Soveria Mannelli, è in programma l’ottava edizione dello Sciabaca Festival di Rubbettino.

Quattro giorni di incontri, dibattiti, mostre e degustazioni, dal 21 al 24 settembre, che vedranno la partecipazione di ospiti di grande prestigio nonché la presenza, in qualità di relatori di ben due ministri: la Ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità Eugenia Roccella, che presenterà domenica 24 alle 19,30 il suo memoir “Una famiglia radicale” (edito da Rubbettino) e il Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci che interverrà al dibattito, moderato da Giuseppe Smorto, sul tema “Il clima nel Mediterraneo. Analisi, rischi e prevenzione”, che vedrà la partecipazione, oltre a quella di Musumeci, del geologo e docente universitario Alberto Prestininzi che per Rubbettino ha curato la pubblicazione del libro “Dialoghi sul clima” e del giornalista Giuseppe Caporale, autore, sempre per Rubbettino, di “Ecoshock. Come cambiare il destino dell’Italia al centro della crisi climatica”.

Oltre a questi, saranno tanti altri i temi che attraverseranno questa edizione di Sciabaca.

Si comincia con l’arte e l’antropologia con l’inaugurazione, all’interno degli stabilimenti delle industrie Rubbettino, della mostra fotografica “I canti della Tonnara”, durante la quale verranno esposti gli scatti di Alan Lomax in Calabria e si potrà assistere alla performance vocale dell’Associazione Felici & Conflenti che riprodurrà dal vivo i canti di lavoro dei pescatori calabresi registrati dall’etnomusicologo durante il suo viaggio in Calabria. A introdurre e spiegare la mostra, il musicista ed etnomusicologo Danilo Gatto.

Tra arte e antropologia si muoverà anche l’incontro con lo storico dell’arte Gianfrancesco Solferino che si terrà sabato 23 alle 21 presso il Santuario Nostra Signora di Fatima su “Arti e tradizione nelle feste religiose di Calabria”.

L’arte sarà protagonista di un altro importante momento che si svolgerà presso il Parco Carta domenica 24 alle 17, con l’inaugurazione del secondo ciclo di opere che arricchiscono il parco: “The Garden of Banes” di Elisa Strinna e Low Voltage Communication di Giulio Saverio Rossi. L’inaugurazione sarà accompagnata da un dibattito che verrà la partecipazione, insieme agli artisti, dei curatori artistici del parco, Alessandro Fonte e Shawnette Poe; di Emilio Leo direttore artistico della Rubbettino nonché titolare e direttore creativo dello storico Lanifio Leo e del direttore dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro Virgilio Piccari.

Carta è il parco d’arte Rubbettino, un luogo di espressione contemporanea, territorio e manifattura che si estende nei 12500 mq di verde adiacente allo stabilimento produttivo.

Nel parco, la cultura aziendale Rubbettino dialoga con l’arte contemporanea attraverso una collezione di opere permanenti di artisti internazionali, ospitati in residenza a Soveria Mannelli.

E di fabbriche, concrete utopie e sogni, si parlerà domenica mattina alle 10,00 al Lanificio Leo dove il giornalista del Sole 24 Ore Paolo Bricco, Emilio Leo, l’editore Florindo Rubbettino e il docente dello IUAV di Venezia Mario Lupano discuteranno della visione di impresa di Adriano Olivetti.

Ampio spazio sarà dedicato alla storia con tre importanti appuntamenti che si terranno tutti nella giornata di venerdì. Al mattino, alle 10,30, “Dal mito alla storia. Il racconto dei Bronzi di Riace” con Daniele Castrizio e Saverio Autellitano, un interessante incontro durante il quale verranno illustrate alcune ipotesi sull’aspetto originario dei mitici guerrieri e sul loro significato iconico.

Alle 16, il direttore del Museo Archeologico di Crotone, Gregorio Aversa, racconterà il mondo degli aurighi e cavalieri dell’antica Grecia attraverso uno straordinario reperto custodito nel museo crotonese, una museruola bronzea proveniente da scavi clandestini degli anni Settanta e poi recuperata dallo Stato. 

Dai misteri della Grecia a quelli dell’Italia contemporanea. Il terzo appuntamento di venerdì, che si svolgerà nella Biblioteca Michele Caligiuri alle 18, vedrà un dialogo tra Giovanni Bernabei, curatore della ripubblicazione dei diari del padre, Ettore Bernabei, e il Presidente della Società Italiana di Intelligence Mario Caligiuri sul tema: “La responsabilità del potere: il triangolo Fanfani-Moro-Bernabei”.

Momento imperdibile di ogni edizione di Sciabaca è la tradizionale lectio magistralis del sabato. Quest’anno non potrà che avere come tema l’argomento di cui tutti oramai parlano (spesso a sproposito): l’intelligenza artificiale, tema che verrà declinato in chiave filosofica da due relatori d’eccezione, Riccardo Manzotti, filosofo ingegnere, docente di filosofia teoretica all’università Iulm di Milano e Simone Rossi, Professore di neurologia all’Università di Siena. Manzotti e Rossi sono autori per Rubbettino di un libro dal titolo “Io&Ia. Mente, cervello & GPT”. Titolo dell’incontro sarà: “Identità, persona e intelligenza artificiale”.

Sciabaca è anche l’occasione in cui Rubbettino fa conoscere ai partecipanti il suo lavoro di scavo e riscoperta di grandi autori spesso dimenticati per via della frenesia del mondo culturale italiano. Quest’anno sarà la volta di Giuseppe Occhiato, straordinario scrittore recentemente scomparso, accostato da molti a Stefano D’Arrigo. A Occhiato e al suo romanzo “L’ultima erranza”, sarà dedicato, venerdì 22 alle 19,30, un incontro con la studiosa Daniela Marro che vedrà la partecipazione dell’attore Luca Michienzi che leggerà alcuni passi del libro accompagnato dalle musiche di Gianluca Chiera.

Come ogni anno, grande attenzione sarà posta all’ambiente. Non solo il dibattito sul clima citato in apertura ma anche due momenti “ludici” che apriranno il sabato mattina: la tappa del Cammino di Gioacchino da Fiore, dal passo di Acquabona a Soveria Mannelli e la biciclettata “contromano”, della Ciclovia del Savuto che, proprio sabato alle 11,30, verrà inaugurata alla presenza dell’Assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo, del Dirigente Generale del Dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente della Regione Calabria Salvatore Siviglia, del Dirigente del Settore Parchi e Aree Naturali Protette del Dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente della Regione Calabria Giovanni Aramini e di numerosi sindaci e amministratori.

Un festival che si pone come obiettivo quello di riflettere sul Mediterraneo non può ignorare il grande tema dei migranti. Così nella giornata di venerdì 22, alle 15,00, Vitaliano Fulciniti, già  direttore del Regional Hub Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto, terrà un incontro sui migranti minori non accompagnati dal titolo “Pollicino e il barcone”. A questo farà seguito la testimonianza di Mohamed Sesay, un giovane originario della Sierra Leone approdato in Calabria nel 2017 che a Soveria Mannelli ha potuto riprendere in mano la sua vita lavorando e dando origine a una nuova famiglia.

Sciabaca è infine anche enogastronomia. Appuntamento clou della rassegna è il pranzo domenicale alla Rosa nel Bicchiere che quest’anno avrà come protagonista il baccalà e che verrà introdotto da un’incontro sulla storia di questo pesce conservato che tanta fortuna ha avuto nella tradizione culinaria calabrese con l’antropologo e docente universitario Giovanni Sole.

Altro appuntamento da ricordare è quello con Slow Food che vedrà, sabato alle 12,30, la consigliera nazionale Marisa Gigliotti tenere un incontro dal titolo “Dalle rete alla tela”.

Durante il festival ci saranno infine vari momenti di degustazione di prodotti e vini con aziende produttrici del territorio.

Quattro giorni per tutti i gusti dunque. Un appuntamento da non perdere con un Festival che ha saputo ritagliarsi uno spazio sempre più significativo nel panorama culturale nazionale. (rcz)

 

SOVERIA MANNELLI (CZ) – Rubbettino organizza il Festival del lavoro nelle Aree interne

Dal 25 al 27 maggio, si terrà a Soveria Mannelli (Catanzaro), la città calabrese sede della casa editrice Rubbettino, la prima edizione del Festival del lavoro nelle Aree interne promosso dall’associazione Respro-Rete di storici per i paesaggi della produzione, dalla Fondazione Appennino ets e, appunto, dalla casa editrice Rubbettino. Il tema di questa prima edizione, inserita all’interno del Festival dello sviluppo sostenibile promosso da Asvis (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), è Il lavoro tra passato e futuro, fragilità e opportunità di un patrimonio nei territori interni dell’Italia contemporanea. Quasi tutti gli eventi avranno luogo presso la sede delle industrie Rubbettino.

La prospettiva del lavoro è centrale per rendere concreto ogni progetto di sviluppo delle aree interne che non sia basato solo ed esclusivamente sul turismo. Per riattivare processi in grado di fermare lo spopolamento e quindi per ridare centralità ai paesi dei territori interni delle Alpi, della dorsale appenninica o di qualsiasi altra area italiana considerata tale, è necessario attingere alle loro caratteristiche, ai loro paesaggi, ad assetti economici e sociali e ad attività produttive da secoli presenti nelle articolazioni di questi territori. Si tratta di recuperare un passato capace di configurarsi come una prospettiva inedita ed originale per il futuro, da declinare, quindi, nella dimensione del mondo contemporaneo; ma si tratta, nello stesso tempo, anche di evitare che le aree interne continuino ad essere oggetto di progetti calati dall’alto, esterni alle loro identità, omologanti e scarsamente efficaci.

Il festival prevede la presenza di oltre ottanta studiosi provenienti da varie istituzioni, fondazioni, università, associazioni, enti che da diversi anni, in Italia, si occupano dei temi del lavoro e delle aree interne e che per la prima volta daranno vita ad un confronto dal forte valore scientifico.

Il dibattito che in questi ultimi anni ha riguardato le aree interne si è concentrato su alcuni temi come lo spopolamento, la definizione stessa di area interna, la contrapposizione tra borgo e paese, l’individuazione di identità e relative rappresentazioni. Nell’ambito delle politiche e delle strategie pensate per il rilancio e lo sviluppo delle aree interne si mette sempre al centro l’economia di questi territori, coniugata con le articolazioni politiche e sociali e con le relazioni che si possono stabilire al loro interno, oppure con altri spazi, compresi i poli metropolitani. In questa riflessione si comprende sempre il lavoro, con particolare attenzione per i giovani, destinatari di specifici interventi.

Negli ultimi anni, però, così come è stata costruita una retorica del borgo montano, è stata elaborata anche una retorica dei giovani, come soggetti principali di attente politiche per il lavoro. Si parla di borghi felici e poi ci si accorge che questi, non solo non esistono, ma è anche difficile da rilanciare; si parla di giovani, ma poi concretamente non solo non si fa nulla per loro, ma nemmeno per tutte quelle persone più anziane espulse dal mercato del lavoro o in pensione.

Ciò che serve, dunque, è l’elaborazione di un’analisi più specifica e puntuale sul tema del lavoro, perché non c’è futuro per le aree interne senza l’individuazione di attività lavorative in grado di innescare solidi processi di crescita e di coinvolgere l’intera popolazione, dai più giovani ai più anziani. È una visione complessiva quella che serve e non settoriale o di genere. Nello stesso tempo, il lavoro non può fare riferimento a schemi generali o modelli standardizzati calati dall’alto, che possono funzionare, secondo le logiche dell’economia globalizzata, in ogni luogo e in tutte le realtà. Purtroppo, ciò è accaduto sia con la Strategia Nazionale Aree Interne, sia con i primi progetti per il Pnrr. È per questo motivo che la prima non ha prodotto gli esiti sperati, mentre il secondo rischia di essere un totale fallimento.

Le aree interne e in particolare gli spazi appenninici, hanno bisogno di interventi mirati e del tutto alternativi alle dinamiche dei modelli economici dominanti, basati su un concetto di sviluppo continuo e sul consumismo. Il lavoro deve essere declinato all’interno delle comunità appenniniche, tenendo conto delle loro caratteristiche, della loro cultura, del paesaggio e di un ambiente naturale da tutelare e valorizzare al tempo stesso. Tutto ciò significa tornare ad una vera, concreta e sincera pianificazione con dei programmi a lungo termine, attivando dal basso dei percorsi credibili, proposti da singoli paesi e territori mediante un solido processo di partecipazione.

Contemporaneamente, si rende indispensabile anche l’individuazione, nell’ambito del complesso e delicato dibattito sulle autonomie, di nuove realtà amministrative più omogenee in riferimento agli spazi montani, che vadano a riunire, rendendo ogni azione più forte e concreta, ciò che è stato separato dal punto di vista geografico da artificiosi confini regionali. È solo in questo modo che i paesi dell’Appennino potranno essere dotati di tutti i servizi sociali, culturali, sanitari e di tutte quelle infrastrutture di cui hanno bisogno.

Per andare in queste direzioni, con una visione dell’Appennino che sia meno teorica e distante dalla realtà effettiva, si devono cogliere quelle intime relazioni che lo hanno definito nel tempo. È necessario, cioè, fare riferimento alla sua storia. Allo stesso modo, anche per ragionare intorno al tema del lavoro, guardando al futuro delle aree interne nel loro insieme, è importante partire dalla loro storia plurisecolare e dai loro caratteri originari, così come essi si sono strutturati dal medioevo in poi. In definitiva, serve un’analisi che permetta di stabilire un collegamento, un ponte, tra i lavori del passato e quelli di un possibile futuro.

Gli eventi del festival saranno trasmessi sulla pagina Facebook Rubbettino (https://www.facebook.com/RubbettinoEditore) e su quella YouTube (https://www.youtube.com/@RubbettinoEditore). (rcz)

SOVERIA – Il vescovo Parisi ha presieduto la Messa alla vigilia della Festa della Madonna di Fatima

«La grandezza di Maria sta nella sua umiltà, nel suo servizio ad essere davvero alleata del Signore, Serva del Signore». Così il Vescovo, monsignor Serafino Parisi, presiedendo la Santa Messa nel Santuario Diocesano Nostra Signora di Fatima in Soveria Mannelli, alla presenza di numerosi fedeli e dei sindaci del Reventino.

«La Vergine di Nazareth, Maria, la Madre del Signore che con il suo sì ha consegnato la sua vita alla volontà di Dio – ha aggiunto monsignor Parisi alla vigilia della festa della Madonna di Fatima – , ha dato la possibilità al Verbo Eterno, a Gesù Cristo, di entrare nella nostra carne umana, dentro la nostra vita. Questa è la grandezza di Maria: mettere a disposizione la propria vita perché si potesse compiere la volontà di bene, di redenzione, di amore e di salvezza di Dio». 

Poi, proprio partendo dal sì incondizionato di Maria alla proposta di Dio, il Vescovo ha sottolineato che punti centrali perché una comunità possa crescere sono: offerta, servizio e disponibilità al Signore. Quindi, facendo riferimento alla prima lettura tratta dal libro del profeta Daniele, ha fatto notare come questo libro sia una sorta di «passaggio tra una visione profetica della storia ad una visione che viene chiamata apocalittica, potremmo dire avveniristica, cioè la prospettiva del futuro della storia». 

«Noi credenti – ha proseguito il Vescovo – siamo chiamati, proprio in forza del principio della resurrezione, a leggere, ad interpretare la realtà umana, sociale, nella quale viviamo, con il potere che ognuno di noi ha all’interno della storia. Quando, poi, si parla del potere, non si parla di concentrazione dentro una sola persona di tutto ciò che possa manovrare e determinare, a volte anche negativamente, la vita e la storia dell’altro. Il potere è la capacità di mettersi a disposizione dell’altro, è quella forza che è la capacità di fare in modo che il dono della mia vita, la consegna della mia esistenza, l’abbandono della mia abituale professione possa essere messa totalmente al servizio della crescita della collettività. Perché il vero dramma, la negazione del potere, altro non è che l’orientamento alla visione del singolo ed all’imprigionamento nell’attimo fuggente del presente».

«Il potere – ha proseguito monsignor Parisi – altro non è che il superamento dell’individualismo, il superamento della misura dentro i nostri ristretti confini individuali per fare in modo che tutta l’umanità con il sacrificio del mio tempo, con l’impiego della mia professionalità, con le condizioni della mia storia, anche della mia fede, possa essere orientata verso questo fine che è un regno stabile, un regno che possa essere davvero contemplato, vissuto da tutti, condiviso. Questo ci ha detto l’immagine del Figlio dell’Uomo che nel libro di Daniele viene presentato come la soluzione di colui che scende dentro la storia. Non rimane in alto, non rimane rinchiuso, non rimane isolato, ma scende dentro la storia e, condividendo la storia dell’umanità, la orienta verso la realizzazione piena, definitiva del suo destino che è la realizzazione dell’opera tenera, graziosa e misericordiosa di Dio che si chiama salvezza totale, piena, integrale dell’umanità».

Il Vescovo ha poi parlato della sincronia delle differenze grazie alla quale, «le particolarità, le singolarità vengono messe a servizio di tutta la comunità”  come, ad esempio, avviene con la musica dove “ognuno si esprime con le proprie capacità, intensità ed alla fine si realizza insieme una grande sinfonia”. Da qui, l’invito ad “avere gli stessi sentimenti gli uni per gli altri. Soffrire con chi soffre – ha aggiunto monsignor Parisi –. Ma, soprattutto, gioire con chi gioisce. Quando c’è una situazione di sofferenza siamo anche disposti a soffrire con l’altro, ma quando l’altro gioisce, a volte, è quasi come se ci dispiacesse e non riusciamo a farlo».

«Per cui è più difficile gioire della gioia dell’altro. Però, quando noi riusciamo a gioire della gioia dell’altro, abbiamo raggiunto davvero l’espressione piena della vita comunitaria condivisa».

Infine, partendo dalla seconda lettura del giorno «programma di vita di noi credenti», il Pastore della Chiesa lametina ha sollecitato tutti ad operare sempre liberi, “cercando di essere sempre in pace con tutti. Ecco il principio della resurrezione – ha concluso –: vincete con il bene. Quando entriamo nella storia, una volta che l’abbiamo letta, interpretata, e ci mettiamo al servizio di questa storia, il nostro servizio deve essere quello di vincere davvero il male con il bene perché, non solo la sofferenza, ma soprattutto la gioia sia condivisa e la gioia dell’altro possa essere motivo della mia gioia. Ed io lo auguro a tutti». (smg)

SOVERIA MANNELLI – Al via lo Sciabaca Festival

Prende il via oggi, a Soveria Mannelli, la settima edizione dello Sciabaca Festival – Viaggi e Culture Mediterranee, «la fitta trama di esperienze e culture, idee e scambi che qui e da qui, centro del Mediterraneo, convergono e si diramano» organizzata da Rubbettino Editore.

Un viaggio di tre giorni nell’arte e nella letteratura, nella natura e nella scienza, attraverso immagini, musica e parole. Un luogo e un tempo di incontri, ascolto e partecipazione con protagonisti della cultura e custodi della memoria.

Si comincia giovedì 22 con il vernissage della mostra di Pino Deodato “Aveva le mani d’oro”, dedicata alla figura di Peppino Leo, imprenditore che ha saputo traghettare lo storico Lanificio Leo da un modello arcaico a uno industriale, pur nel rispetto pieno della tradizione.

Venerdì 23 si apre invece con la lectio magistralis di Luigi Tassoni sul tema “Scrittori del Sud, scrittori d’Europa” durante la quale si parlerà della dimensione europea di alcuni scrittori calabresi quali Corrado Alvaro o Saverio Strati. Si continua nel pomeriggio con un originale laboratorio di lettura creativa tenuto da Romina Arena e, alle 17,00, con l’inaugurazione, presso la Biblioteca Michele Caligiuri, di una mostra su Giacomo Casanova, spia e libertino, che prevede, in collaborazione con ETT People & Tecnology, la fruizione in realtà virtuale di alcuni contenuti forniti dal Casanova Museum & Experience di Venezia.

Alle 18, Antonio Polito e Gaetano Quagliariello terranno un incontro sull’Italia interna, i cammini e la “società calda”. Seguirà un dibattito sul calcio e l’importanza dello sport per i territori cui prenderanno parte Marco Rubbettino, Filippo De Cello, autore del libro “Garibaldina forever” e Annalisa Nicastro coautrice, insieme a Claudio Donatelli, preparatore atletico della Nazionale, del libro “L’invincibile estate”.

Nel corso della serata verrà trasmesso un videomessaggio di Roberto Mancini. Subito dopo la diretta live della partita Italia-Inghilterra insieme a uno show-cooking dei torronai di Bagnara. La giornata di sabato si aprirà con la tradizionale escursione finalizzata alla conoscenza degli antichi cammini e del territorio. Quest’anno si raggiungerà l’Abbazia di Corazzo con un percorso ad anello che avrà come tappa di partenza e di arrivo l’agriturismo “La Rosa nel Bicchiere”. Alle 16 invece un dibattito moderato da Gianfranco Manfredi con Piero e Gianni Lacorazza che muoverà dal volume “Buon Appennino. La cultura del cibo nell’Italia interna”, pubblicato nella collana “Civiltà Appennino”.

Alle 17.30, nei giardini di Palazzo Marasco, già Passalacqua, un incontro con lo scrittore Francesco Pileggi, autore del libro “Quando mia madre indossò la maglietta di Franz Beckenbauer” che dialogherà con Andrea Iovene. Altro tradizionale appuntamento di Sciabaca è la lectio magistralis del sabato sera che, quest’anno verrà affidata a Egidio Ivetic, docente di Storia dell’Europa orientale all’Università di Padova e che avrà come tema “Il Mediterraneo”. La serata si chiuderà con un concerto di Fabio Macagnino e Francesco Loccisano e, in contemporanea, una degustazione di vini “Terre di Cosenza”.

Domenica mattina secondo appuntamento al Lanificio Leo con la presentazione del libro “Aveva le mani d’oro” di Prashant Cattaneo che illustra le opere di Pino Deodato esposte in mostra. L’autore dialogherà con Paolo Manfredi, Sabina Melesi ed Emilio Leo. Seguirà, alla Rosa nel Bicchiere, un incontro con Antonio Fazari, Maurizio Pescari e Francesco Saliceti che avrà come tema “L’olio e gli altri ingredienti della vita”. Non poteva non seguire (visto l’orario e il luogo) un lunch buffet allestito dallo chef Antonio Torchia in collaborazione con Olearia San Giorgio che vedrà protagonista proprio l’extravergine d’oliva.

Nell’edizione 2020 di Sciabaca era stato annunciato l’allestimento nei pressi delle Industrie Rubbettino del parco d’arte contemporanea “Carta”, parco che verrà inaugurato proprio domenica 25 alle 17 con le due prime opere: “Time Cutouts” di Rachele Maistrello e “Control Beam” di Stefan Alber. Con l’occasione vi sarà inoltre il taglio del nastro delle celebrazioni per il cinquantenario delle industrie Rubbettino che videro la luce proprio a Soveria Mannelli nell’inverno del 1972.

Come da consuetudine il Festival chiude i battenti con un appuntamento dedicato alla spiritualità. Questa volta si parlerà, insieme al giornalista di TV2000 David Murgia, del mistero del quadro di Gesù più venerato al mondo. Un’edizione, quella di quest’anno, che vuole rappresentare non solo un ritorno alla normalità dopo gli anni bui della pandemia, ma anche un modo per ribadire la centralità delle zone interne, osso del Paese, da cui necessariamente ripartire per affrontare le sfide economiche e sociali che il mondo intero si troverà a fronteggiare in maniera sempre più decisiva nell’immediato futuro.