IN CALABRIA SI VA IN PENSIONE SEMPRE PIÙ
TARDI E SEMPRE PIÙ POVERI: È ALLARME

di ANTONIETTA MARIA STRATI – In Calabria si va in pensione sempre più tardi e sempre più poveri. È l’allarme lanciato dallo Spi Cgil Calabria, evidenziando come «la prospettiva è una regione di anziani, con difficoltà a potersi occupare della propria salute, molti dei quali senza riferimenti familiari, vista la sempre più gravosa emigrazione giovanile».

Un quadro non confortante, ma già ben chiaro quando, a novembre, era stato presentato il Rendiconto sociale 2023 dell’Inps a Catanzaro: «il quadro demografico conferma un progressivo invecchiamento: gli over 65 rappresentano il 23,9% della popolazione regionale, pari a quasi un abitante su quattro. Il saldo naturale, tra nascite e decessi, continua a essere negativo, in linea con le tendenze nazionali, ma aggravato da un’emigrazione significativa, soprattutto giovanile».

A questo invecchiamento, si accompagnano dei dati sul lavoro preoccupanti: Nel 2023, il tasso di disoccupazione generale è salito al 16,2% (rispetto al 15% del 2022) e quello giovanile ha raggiunto il 35,2% per gli uomini e il 35% per le donne nella fascia d’età 15-29 anni. Dei 150mila nuovi contratti stipulati, quasi l’82% sono a termine, stagionali o di somministrazione, configurando un mercato del lavoro precario che penalizza i giovani, costringendoli a cercare stabilità altrove.

Anche per le pensioni il quadro non è roseo: in Calabria sono significativamente più basse rispetto alla media nazionale, con importi medi mensili inferiori per le donne, segno di una maggiore discontinuità lavorativa e di una parità retributiva ancora lontana. Sul fronte del welfare, nel 2023 sono state erogate 178.767 prestazioni di invalidità civile, con un incremento del numero di nuove prestazioni rispetto al 2022. Anche le misure di sostegno al reddito, come reddito e pensione di cittadinanza, hanno registrato oltre 46.000 richieste, di cui il 63% accolte.

«Al contrario di quanto annunciato con slogan e proclami – ha illustrato il sindacato – la legge Fornero non è stata affatto superata. L’età pensionabile è stata posticipata ai 70 anni. La flessibilità in uscita azzerata nel 2024 (meno 15,7% delle pensioni anticipate rispetto al 2023), così come l’opzione donna (con un taglio del 70,92% delle domande del 2024 confrontate con quelle del 2023 – 3.489 nel 2024 confrontate con 11.996 del 2023 – e nel 2025 il taglio sarà ancora più alto».

«C’è, poi – si legge – il nodo della quota 103 (62 + 41 anni di contributi) che è stata prorogata con il ricalcolo contributivo, con un importante taglio sul calcolo della pensione. Per chi è già in pensione non va meglio: i tagli alla perequazione per il 2023 e il 2024 non saranno più recuperabili».

Tutti questi dati indicano solo una cosa, per il sindacato: «Nessuna risposta per giovani, donne, per coloro che svolgono lavori gravosi e usuranti e nessuna valorizzazione per il lavoro di cura».

«È ancora una volta deludente la riforma pensionistica del Governo – per la Cgil –. Si andrà in pensione sempre più tardi e sempre più poveri senza la previsione di alcuna strategia per il futuro, in un Paese che guarda ai pensionati come bancomat da spremere, senza costruire le basi perché si vada in quiescenza dal lavoro a un’età consona e con un adeguato trattamento pensionistico».

«Se caliamo il tutto in un contesto fragile e povero di servizi, con una sanità annaspante che non garantisce né il diritto alla cura né quello alla prevenzione, quello che si prospetta – scrive il sindacato pensionati della Cgil – è una regione di anziani, con difficoltà a potersi occupare della propria salute, molti dei quali senza riferimenti familiari, vista la sempre più gravosa emigrazione giovanile, e costretti a lavorare fino ad età avanzata».

E, se l’Istituto, a novembre riteneva necessari interventi politici ed economici «massivi e strutturali» per invertire la tendenza e dare risposte concrete a una regione che lotta per trattenere i suoi giovani e garantire un futuro sostenibile ai suoi cittadini», lo Spi Cgil, invece, invita tutti a sostenere il referendum «per il lavoro proposti dalla Cgil che sono lo strumento per cambiare, in meglio, il Paese».

Un invito che è anche è un appello a prendere coscienza della situazione in Italia: Siamo l’unico Paese dove i lavoratori subiscono un doppio svantaggio: età pensionabile sempre più alta e assegni sempre più bassi.

«Un vero e proprio paradosso – ha detto la Cgil – visto l’inverno demografico che ci attende e viste le scarse politiche messe in campo dal governo per arginare il lavoro precario. Lavoro più stabile e più sicuro significa anche pensioni migliori».

Presenta l’intesa per far studiare i giovani stranieri accolti a Camini

A Camini, nei giorni scorsi, è stato presentato il protocollo d’intesa tra Pina Calabrò, responsabile Coordinamento Donne Spi Cgil Area Vasta e autrice del libro “Il buon Bondje” e la Cooperativa sociale Jungi Mundu, con il patrocinio dello Spi Cgil Area Metropolitana guidato dalla Segretaria Generale Mimma Pacifici.

“Buon Bondje” nasce proprio con lo scopo di creare un ponte tra lo Spi (gli anziani) e le nuove generazioni di stranieri, permettendo loro di costruire quel futuro in cerca del quale sono fuggiti dalle loro terre, ma anche un futuro per il nostro paese e le nostre aree interne.

Se ne è parlato nell’ambito dell’iniziativa “Ponti tra generazioni”, un evento di cultura e solidarietà per una società giusta” promosso dallo Spi Cgil Area Metropolitana Reggio Calabria, la Cooperativa sociale Jungi Mundu, il Comune di Camini, il Sistema di Accoglienza e Integrazione (Sai) del ministero dell’Interno, la Rosa nel Pozzo Edizione.

All’incontro hanno partecipato la Segretaria Nazionale Spi Cgil Carla Mastrantonio, il Segretario Generale Spi Cgil Calabria, Carmelo Gullì, il presidente della cooperativa Jungi Mundu, Rosario Antonio Zurzolo, il sindaco di Camini, Giuseppe Alfarano e l’assessore alla Cultura del Comune di Roccella Jonica, Rossella Scherl, con la moderazione della giornalista Maria Teresa D’Agostino.

Durante la manifestazione il Segretario Generale Spi Cgil Calabria Gullì ha annunciato che il sindacato pensionati contribuirà alla costituzione del fondo per gli studenti e la Segretaria Nazionale Spi Cgil Carla Mastrantonio che l’esperienza di Camini verrà studiata a livello nazionale inserendola in un più ampio studio sulle aree interne con l’obiettivo di esportarla.

Esperienze quali quella di Camini incidono infatti positivamente e concretamente sulle aree interne contrastando spopolamento e desertificazione e rimettendo in moto il senso di comunità e l’economia. Ma, hanno sottolineato più volte i relatori, le aree interne vanno sostenute con interventi su infrastrutture, viabilità e servizi per permettere agli immigrati di rimanere anche al di là dei termini dei progetti di accoglienza. (rrc)

Spi Cgil Calabria: Mancano strumenti e servizi per consentire qualità della vita ad anziani

«Malgrado nella nostra regione la percentuale di over 65 sia estremamente alta, manchino gli strumenti e i servizi per consentire loro una buona qualità della vita». È quanto ha denunciato Spi Cgil Calabria, in occasione della Giornata Internazionale degli Anziani, sottolineando come «in Calabria gli anziani over 65 sono oltre 439mila, pari a circa il 24% della popolazione, e sono destinati a crescere sempre di più raggiungendo circa le 600mila unità nel 2050, il 36% della popolazione, secondo le proiezioni demografiche. La mancanza di occupazione e il rallentamento delle nascite sono inesorabili sul tessuto demografico calabrese».

«Eppure la politica, centrale e regionale, è miope e da tempo non accompagna all’invecchiamento della popolazione misure mirate a garantirne un’adeguata qualità della vita», ha aggiunto il segretario generale, Carmelo Gullì, sottolineando come «basti pensare allalegge sulla non autosufficienza, rimasta una scatola vuota. La Legge delega 33 del 2023, nonostante le premesse e le promesse positive, è stata schiacciata da una drammatica assenza di risorse. Ma non solo. La norma è estremamente discriminante, nonché divisiva, perché esclude le persone tra i 65 e i 70 anni dall’assistenza. Vergognose poi le misure per la nuova domiciliarità, cardine di una riforma che doveva assicurare alle persone di poter vivere ed essere assistite a casa propria, o la mancata riforma delle Rsa, nonostante il sistema della residenzialità abbia mostrato tutti i suoi limiti più drammatici durante la pandemia».

A livello regionale il sindacato ha sollevato perplessità sulla legge sull’Invecchiamento Attivo.

«A non convincerci è l’incertezza dei fondi. Ecco perché abbiamo chiesto alla Regione di mettere a disposizione risorse proprie e fondi strutturali europei».

Pesa sugli anziani anche la catastrofica situazione sanitaria.

«Secondo gli ultimi dati resi disponibili dalla Fondazione Gimbe la Calabria è l’ultima regione per i Livelli essenziali di assistenza (Lea) creando una forte discriminante: chi nasce in Calabria ha aspettative di vita inferiori rispetto a chi nasce nelle regioni settentrionali. Con l’Autonomia Differenziata – ha denunciato il Segretario –  scenari già drammatici come questi si esaspererebbero fino a portare ad una vera e propria bomba sociale, un impoverimento dei servizi e un’ulteriore desertificazione dei nostri territori».

«Tutto questo – ha concluso – mentre i “nonni” sono per le famiglie una vera e propria forma di welfare familiare, contribuendo all’accudimento dei nipoti e al loro sostentamento per arginare l’indebolimento del potere d’acquisto e la penuria degli asili nido.  Pensare gli anziani significa pensare al futuro e costruire un futuro migliore per loro stessi e per tutte le generazioni». (rcz)

Conclusi in Calabria i Campi della Legalità di Libera e Spi Cgil

Si sono chiusi, in Calabria, i Campi della Legalità promossi da Libera con il supporto del Sindacato Pensionati. Un’esperienza che si ripete da anni e vede giovani e pensionati provenienti da tutta Italia, insieme a quelli calabresi, fare squadra per una settimana all’interno di beni confiscati in cui le associazioni o le cooperative a cui è affidata la gestione organizzano attività formative e culturali.

In Calabria sono stati 252 i ragazzi accolti dai 44 volontari dello Spi Cgil nei campi si sono svolti a Isola Capo Rizzuto, in un terreno confiscato gestito dalla Cooperativa Terre Joniche, a Polistena, in un edificio confiscato affidato alla Cooperativa Valle del Marro, e a Gioiosa Jonica dove l’Associazione Don Milani si occupa della riqualificazione di un ex lido, anch’esso requisito.

«Si tratta di momenti importanti che da anni portiamo avanti con entusiasmo e impegno – ha spiegato il segretario generale Spi Cgil Calabria, Carmelo Gullì – perché siamo convinti che l’apporto che il sindacato dei pensionati con la sua storia può dare è un elemento di crescita. Si tratta di occasioni di confronto tra generazioni volti alla costruzione di percorsi di educazione, alla formazione di cittadini responsabili, capaci di senso critico. Un’opportunità eccezionale di costruzione e di cittadinanza attiva sui temi della legalità democratica e dell’antimafia sociale in un continuo e reciproco confronto in cui ragazzi e pensionati apprendono reciprocamente».

I volontari calabresi, insieme con quelli provenienti dalle altre regioni, hanno partecipato alle attività quotidiane ma sono stati anche veicolo di informazioni e cenni storici. A partire dal racconto delle vicende che hanno coinvolto sindacalisti uccisi, fino alle lotte per arrivare a diritti oggi acquisiti, passando poi per grandi eventi e tragedie del nostro Paese, alcuni dei quali toccati oggi da tentativi di revisionismo storico assolutamente da arginare.

«Questa stagione di Campi – commentato Salvatore Lacopo, responsabile del Dipartimento legalità dello Spi Cgil Calabria– è stata faticosa ma esaltante. Il rapporto sempre più proficuo con Libera e le cooperative nella gestione dei campi ci obbliga a rafforzare le sinergie per attivare sul territorio momenti di riflessione e iniziative comuni che sensibilizzino cittadini a una battaglia sempre più serrata alle cosche di ‘ndrangheta. I Campi devono essere solo un momento in un più ampio lavoro da fare assieme a Libera nel rafforzare l’argine alla prepotenza mafiosa».

A fare visita ai campi questa estate anche la Segretaria Spi Cgil Claudia Carlino e la referente Politiche Giovanili e Legalità Spi Cgil Carla Pagani.  (rcz)

Campi della Legalità, Spi Cgil incontra i volontari di Isola C. R. e Polistena

Proseguono in Calabria i Campi della legalità curati da Libera con il sostegno dello Spi Cgil nell’ambito del progetto E!state Liberi in beni confiscati alla criminalità organizzata.

Il due e il tre agosto la Segretaria Nazionale del sindacato dei pensionati Claudia Carlino e la responsabile dipartimento Politiche giovanili e Legalità Spi Cgil Carla Pagani hanno fatto visita a quelli di Isola Capo Rizzuto e Polistena.

Ad Isola Capo Rizzuto in un terreno confiscato al clan Arena, lo Spi nazionale ha incontrato con lo Spi regionale e territoriale e la Cgil territoriale un gruppo di giovani provenienti da Modena e una delegazione dei volontari di Trame – Festival dei Libri sulle mafie discutendo con loro dell’importanza della memoria e dell’informazione, ma anche di quanto sia importante lottare per i propri diritti perché «laddove esistono i diritti le mafie sono più deboli».

Si è parlato poi di antimafia sociale e di come possa diventare impresa sociale creando posti di lavoro, ma anche di quanto sia stato difficile restituire alla comunità i terreni sui quali oggi opera la Cooperativa Terre Joniche e in cui da anni vengono ospitati centinaia di giovani in un percorso in cui lavoro manuale e intellettuale si intrecciano.

Diversi gli interventi, dal referente di Libera per il campo Umberto Ferrari, all’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto Carolina Girasole, al dirigente di Arci Nazionale Filippo Sestito, al referente provinciale di Libera Antonio Tata, al presidente della Fondazione Trame Nuccio Iovene, ai volontari del campo e a quelli di Trame che hanno raccontato con entusiasmo le loro esperienze. A coadiuvare il campi di Isola Capo Rizzuto i volontari dello Spi Cgil di Brescia.

Lo Spi nazionale ha visitato anche il campo di Polistena andando ad incontrare i ragazzi del progetto E!state Liberi provenienti da Vicenza e i compagni dello Spi Cgil di Rimini nel centro Polifunzionale intitolato alla memoria di don Pino Puglisi e gestito dalla Cooperativa Sociale Valle del Marro – Libera Terra. In un palazzo di sei piani gestito dagli anni Novanta dalla cosca Versace è stato creato, dopo la confisca avvenuta nel 2010, un luogo dedicato ad attività socioeducative e servizi sanitari. (rrc)

Carlino (Spi Cgil): È tempo di lanciare una vera vertenza legata a Salute e Welfare

«È ora di dire basta e di lanciare una vera e propria vertenza legata al diritto alla salute, ad una sanità pubblica realmente universale, un vero welfare, un sistema sociosanitario che funzioni». È quanto ha dichiarato Claudia Carlino, segretaria nazionale di Spi Cgil nel corso dell’iniziativa Il Welfare che non c’è. Confronto e riflessioni su uno stato sociale da costruire svoltosi a Lamezia Terme.

Partendo dalla visione del social movie Tutte a casa, memorie digitali da un mondo sospeso del collettivo Tutte a Casa con la regia di Maria Antonia Fama, la categoria Cgil dei pensionati  ha affrontato il dramma del post Covid, a partire dal senso di solitudine e di fragilità lasciato soprattutto nelle donne, le sole deputate, spesso, alla “cura” senza alcuno strumento a sostenerle nel lavoro, nelle lacune sanitarie da colmare, in un sistema completamente scollato dalla necessità e dai bisogni.

«Il governo è assente e latitante con il Sud. Non possiamo più accontentarci, attendere, sperare – ha ribadito –. La pandemia ha apertamente rivelato tutta l’inadeguatezza del sistema sanitario calabrese e come questo non sia assolutamente universale. Ma nonostante la sanità pubblica sia stata latitante in quei mesi terribili e in quello che ne è seguito, ancora oggi non sono stati adottati provvedimenti per invertire la rotta. Non ci sono risposte, non ci sono proposte».

«Ecco allora che l’aspettativa diminuisce e che vivere e curarsi in Calabria significa vivere una media di dieci anni in meno rispetto a chi vive a Pordenone – ha detto ancora –. Costantemente l’Europa ci chiede di affinare le diseguaglianze ma non si riesce ad andare oltre la progettazione. Non possiamo dimenticare quello che è stato, abbiamo bisogno di risorse sociosanitarie, di un sistema sociosanitario integrato. Invece, abbiamo un governo non attento alle persone fragili. Fare una legge sulla non autosufficienza e non prevedere delle risorse a suo sostegno significa, ancora una volta, non dare risposte».

La discussione è stata ad ampio spettro grazie alla sintesi di più voci. Da quella dell’autrice del film Maria Antonia Fama, a quella di Rubens Curia, presidente Comunità Competente, Celeste Logiacco, Segretaria CGIL Calabria, Rossella Napolano, Segretaria Spi Cgil Calabria, Michele Iannello, Segretario Generale Spi Area Vasta, Amalia Talarico, Segretaria FP Area Vasta, Antonella Bertuzzi, Segretaria CGIL Area Vasta, Bruno Tassone, presidente Auser Calabria, Rossella Napolano, Segretaria Spi Cgil Calabria. (rcz)

RENDE (CS) – Inaugurata la nuova sede dello Spi Cgil

È stata inaugurata, a Rende, la nuova Camera del Lavoro della Cgil che ospita al suo interno anche una nuova sede dello Spi Cgil.

Presente al taglio del nastro il segretario nazionale Spi Cgil, Stefano Landini: «Estendiamo le nostre 1500 leghe, cioè la possibilità di essere a contatto con il territorio, di dare del “tu” al territorio. Questa inaugurazione risponde all’investimento che si sta facendo sulla Calabria, rinnovando il gruppo dirigente con la conduzione di una donna e attraverso una serie di iniziative di attenzione verso questa regione».

«Si apre un nuovo spazio di democrazia – ha commentato il segretario generale Cgil Calabria, Angelo Sposato – un quadrato rosso che viene messo a disposizione dei lavoratori e dei cittadini. Specie in questa fase in cui si ha tanto bisogno di sindacato. Sarà uno spazio aperto ai militanti e ai volontari e un luogo in cui si ridà fiducia e speranza ai calabresi rispetto al contesto nazionale, l’inclusione sociale, il rilancio dell’economia e del lavoro, oltre che la tutela dei soggetti fragili. Questo è un nostro impegno e questo spazio permette di aprire dibattiti e confronti, è un luogo di democrazia».

«Essere sul territorio è una scelta politica – ha commentato il segretario Spi Cgil Calabria, Claudia Carlino – significa ascoltare i bisogni dei cittadini e rivendicarne i diritti. Aprire una sede significa essere attenti a ciò che succede ed essere protagonisti di un cambiamento, aprire una contrattazione sociale sul territorio ed essere accanto ai tanti pensionati che spesso non vengono riconosciuti dal welfare».

All’evento hanno presenziato anche il segretario generale Cgil Cosenza Umberto Calabrone, quello di Spi Cgil Cosenza Franco D’Orrico, il presidente circolo Auser Cosenza, Elena Hoo(rcs)