di ENZO DEFILIPPO – La telemedicina sta emergendo come una soluzione vitale per affrontare le sfide del sistema sanitario, soprattutto in regioni come la Calabria, dove le liste d’attesa per le visite mediche e le prestazioni sanitarie sono spesso lunghe e problematiche. Questo strumento innovativo offre un’opportunità unica per migliorare l’accesso alle cure, ridurre i tempi di attesa e fornire assistenza sanitaria di qualità, anche nelle aree più remote.
Una delle criticità principali del sistema sanitario calabrese è rappresentata dalle lunghe liste d’attesa. La telemedicina, attraverso consulti virtuali, consente di snellire questo processo, permettendo ai pazienti di accedere a visite specialistiche e controlli medici senza la necessità di spostarsi fisicamente. Questo non solo accelera i tempi di diagnosi e trattamento, ma allevia anche la pressione sulle strutture sanitarie locali, consentendo un utilizzo più efficiente delle risorse disponibili.
Un esempio tangibile di come la telemedicina stia facendo la differenza in Calabria è l’integrazione di servizi di telemedicina all’interno delle farmacie. Queste strutture, spesso più accessibili rispetto agli ambulatori e agli ospedali, possono fungere da hub per la telemedicina, offrendo ai cittadini la possibilità di effettuare ECG, holter ECG, Holter pressori e spirometrie semplici a distanza. Questo è particolarmente importante per i pazienti cronici, anziani o con mobilità ridotta, che possono ricevere assistenza tempestiva senza doversi recare in strutture sanitarie lontane.
La telemedicina rappresenta una risorsa fondamentale per il sistema sanitario calabrese, capace di affrontare in modo efficace le criticità legate alle liste d’attesa e di garantire un’assistenza sanitaria più accessibile e tempestiva.
Le farmacie, con il supporto di specialisti medici in telemedicina, sono in grado di fornire un monitoraggio continuo dei pazienti, gestire le terapie in corso e intervenire prontamente in caso di necessità. Questo non solo migliora la qualità della vita dei pazienti, ma contribuisce anche a ridurre il numero di accessi non necessari al pronto soccorso e alle strutture ospedaliere. Se finora era possibile effettuare questo tipo di controllo presentando una ricetta bianca con qualsiasi tipo di esenzione redatta dal medico di base, ora è possibile anche utilizzando una ricetta rossa del Sistema Sanitario.
Dal momento in cui è stata possibile effettuare queste prestazioni in farmacia, tantissimi sono stati i casi in cui sono state riscontrate patologie cardiache grazie alla collaborazione di medici (alcuni) e di farmacisti (tanti). Alcuni si oppongono alla prescrivibilità secondo le direttive della Struttura Commissariale Regione Calabria, nonostante la chiara necessità espressa dal DCA della Regione Calabria n. 13 e dalle successive note, è sconcertante. Questa ostinazione non è solo una mancanza di rispetto verso le normative regionali, ma anche un evidente tentativo di allungare i tempi d’attesa dei pazienti che invece in questo modo possono effettuare questi esami rapidamente e sotto casa. Far aspettare un paziente che necessita di una prestazione come un ECG o un holter, giorni o addirittura mesi non è deontologicamente professionale e inumano.
I farmacisti, che ogni giorno lavorano al fianco dei pazienti, meritano il massimo rispetto e supporto. Essi sono spesso il primo punto di contatto per i cittadini e svolgono un ruolo cruciale nell’assicurare che le terapie prescritte siano seguite correttamente. La loro competenza e dedizione sono fondamentali per il buon funzionamento del nostro sistema sanitario. L’argomentazione che si tratti di forzature per privilegiare alcune categorie professionali è ipocrita.
Chi privilegia realmente alcune categorie sono proprio quelle persone che, opponendosi alle direttive regionali, cercano di mantenere un monopolio sulla prescrizione e sulla gestione delle cure.
La resistenza a un cambiamento così necessario dimostra una totale mancanza di lungimiranza e una spaventosa chiusura mentale. Invitare i medici di base a “non abboccare a queste dinamiche” e a “dimostrare una forte coesione della compagine sindacale” non è altro che un invito alla resistenza passiva contro le riforme necessarie, mascherato da falsa solidarietà; invece di lavorare per il bene dei pazienti e del sistema sanitario nel suo complesso, si incoraggia un comportamento che va contro gli interessi di tutti, tranne di una ristretta élite professionale. Rifiutare di prescrivere tali prestazioni è una palese manovra politica, un tentativo di mantenere un controllo che non ha nulla a che vedere con il miglioramento del servizio sanitario. Si tratta di una chiara manovra per ostacolare l’accesso dei pazienti a servizi necessari, imponendo loro ulteriori difficoltà burocratiche e disagi. È ora di mettere da parte questi egoismi e di abbracciare una visione più ampia e altruistica della professione sanitaria.
I farmacisti meritano supporto e rispetto.
È tempo che tutti noi, medici e farmacisti, lavoriamo insieme per migliorare il sistema sanitario, rendendo più facile e accessibile l’assistenza per tutti i cittadini.
Le resistenze corporative devono cedere il passo alla collaborazione e all’innovazione, per il bene di tutti. (ed)
[Enzo Defilippo è presidente di Federfarma Catanzaro]