Comito (FI) replica a Bruni: Calabria tra Regioni più avanti su telemedicina

Per il consigliere regionale Michele Comito «risultano assolutamente infondate le preoccupazioni della consigliera del PD, Amalia Bruni, riguardo a presunti ritardi o criticità legate all’utilizzo dei fondi previsti dal Pnrr destinati all’ammodernamento e all’implementazione dei servizi di telemedicina in Calabria».

«Anzi – ha aggiunto – è proprio il caso di sottolineare, che rispetto al Pnrr, la nostra, è una delle Regioni più avanti sull’implementazione della Telemedicina. La Regione Calabria, infatti, tramite Decreto del Commissario ad Acta Dca n. 132 del 15 maggio 2023, ha approvato il Piano Operativo Regionale (POR), elaborato sulla base dell’allegato A del D.M. del 30 settembre 2022, nel quale viene definito il fabbisogno per l’implementazione dei servizi minimi di Telemedicina, decidendo di aderire alla gara indetta dalla Regione Capofila Lombardia».

«La Struttura Commissariale per l’attuazione del Piano di Rientro ha, poi – ha proseguito – conferito delega ad Azienda Zero per lo svolgimento dei compiti previsti in qualità di Amministrazione contraente. Azienda Zero ha dunque adottato la decisione di contrarre per l’affidamento del servizio di infrastruttura di telemedicina in Calabria, identificando Replay srl come aggiudicatario. Il contratto, che comprende la fornitura della piattaforma regionale di Telemedicina pienamente integrata e prevede l’attivazione dei servizi di Televista, Teleconsulto, Telemonitoraggio e Teleassistenza, è stato sottoscritto a dicembre 2024 e, proprio lunedì scorso, si è tenuto il meeting di progetto per l’avvio dell’esecuzione (kick off) con Replay».

«Il contratto, inoltre – ha continuato – dalla durata di 24 mesi con importo pari a 3,8 milioni di euro, è finalizzato al collaudo di tutti i servizi su Ente Pilota entro 6 mesi come da Target Pnrr Missione 6-C1 Telemedicina».

«Il piano, quindi, come si evince – ha concluso – è perfettamente in linea con le attività richieste da Agenas per le quali la Regione Calabria risulta adempiente a tutto quanto richiesto». (rrc)

 

Bruni (PD) presenta interrogazione per telemedicina

La consigliera regionale del PD, Amalia Bruni, ha presentato una interrogazione al presidente della Regione e commissario ad acta, Roberto Occhiuto, per sapere «qual è lo stato di attuazione generale della telemedicina in Calabria, in termini di infrastruttura regionale, servizi attivati e da attivare, localizzazione nei diversi territori e raccordo con la rete nazionale».

«La telemedicina rappresenta una risorsa fondamentale per il sistema sanitario calabrese, in grado di affrontare in modo efficace le criticità legate alle liste d’attesa e garantire un’assistenza sanitaria più accessibile e tempestiva», ha ricordato Bruni che, attraverso l’interrogazione, vuole ollecitare una maggiore attenzione riguardo ai ritardi e alle criticità legate all’utilizzo dei fondi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), destinati all’ammodernamento e all’implementazione dei servizi di telemedicina in Calabria.

«Il diritto alla salute, sancito dall’articolo 32 della Costituzione italiana – ha ricordato – impone un accesso universale e adeguato ai servizi sanitari. La telemedicina, come definita dal Ministero della Salute, rappresenta una delle soluzioni più promettenti per garantire un’assistenza sanitaria tempestiva e accessibile, soprattutto nelle aree più isolate e nelle situazioni in cui le liste d’attesa sono un ostacolo significativo».

«Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), la Missione 6 ‘Salute’ dedica particolare attenzione alla telemedicina – si legge nell’interrogazione – con l’obiettivo di rafforzare la sanità territoriale e favorire un’assistenza più vicina ai cittadini. Tra le risorse messe a disposizione, vi è anche un milione di euro destinato a finanziare progetti che consentano interazioni medico-paziente a distanza, una misura che intende rispondere in modo efficace alle difficoltà emerse durante la pandemia».

Nonostante l’importanza di questa iniziativa e le risorse stanziate, «la Calabria appare in ritardo rispetto all’attuazione dei servizi e alla creazione di un’infrastruttura regionale di telemedicina centralizzata. La Regione, pur avendo ricevuto parte dei fondi previsti, non ha ancora attivato una struttura adeguata a supportare l’erogazione dei servizi di ‘televisita’, ‘teleconsulto’, ‘teleassistenza’ e ‘telemonitoraggio’ in modo efficace e strutturato», si legge ancora nell’interrogazione.

La consigliera Amalia Bruni, nella sua interrogazione, chiede innanzitutto «lo stato di attuazione della telemedicina in Calabria, con particolare riferimento alla creazione di un’infrastruttura regionale integrata, all’attivazione dei servizi e alla loro distribuzione sul territorio».

«È fondamentale, infatti – si legge – che la Calabria possa vantare una rete di servizi che consenta l’integrazione tra ospedali e territorio, evitando che alcune zone rimangano escluse da questi importanti sviluppi».

In secondo luogo, la consigliera chiede «dettagli sui programmi regionali di telemedicina previsti per i prossimi anni (2025 e 2026) e sulle risorse che saranno destinate a tali iniziative. Una pianificazione chiara e precisa è essenziale per evitare ulteriori ritardi e per assicurare che le risorse vengano utilizzate in modo efficace».

Un altro punto sollevato riguarda i gravi ritardi nell’utilizzo dei fondi Pnrr dedicati alla telemedicina. Bruni chiede quali azioni il governo regionale intenda intraprendere per risolvere queste problematiche, considerando che i fondi sono già stati stanziati, ma l’attuazione non è ancora soddisfacente.

Infine, un altro aspetto critico riguarda la nomina dei referenti per la telemedicina nelle singole Aziende Sanitarie Provinciali (Asp). La consigliera esprime preoccupazione in merito alla «mancanza di trasparenza e di procedure selettive per queste nomine, chiedendo chiarimenti sui criteri adottati e su come la regione intenda garantire la competenza e la trasparenza nelle scelte». (rrc)

L’OPINIONE / Enzo Defilippo: Telemedicina risorsa per affrontare criticità delle liste d’attesa

di ENZO DEFILIPPO – La telemedicina sta emergendo come una soluzione vitale per affrontare le sfide del sistema sanitario, soprattutto in regioni come la Calabria, dove le liste d’attesa per le visite mediche e le prestazioni sanitarie sono spesso lunghe e problematiche. Questo strumento innovativo offre un’opportunità unica per migliorare l’accesso alle cure, ridurre i tempi di attesa e fornire assistenza sanitaria di qualità, anche nelle aree più remote.

Una delle criticità principali del sistema sanitario calabrese è rappresentata dalle lunghe liste d’attesa. La telemedicina, attraverso consulti virtuali, consente di snellire questo processo, permettendo ai pazienti di accedere a visite specialistiche e controlli medici senza la necessità di spostarsi fisicamente. Questo non solo accelera i tempi di diagnosi e trattamento, ma allevia anche la pressione sulle strutture sanitarie locali, consentendo un utilizzo più efficiente delle risorse disponibili.

Un esempio tangibile di come la telemedicina stia facendo la differenza in Calabria è l’integrazione di servizi di telemedicina all’interno delle farmacie. Queste strutture, spesso più accessibili rispetto agli ambulatori e agli ospedali, possono fungere da hub per la telemedicina, offrendo ai cittadini la possibilità di effettuare ECG, holter ECG, Holter pressori e spirometrie semplici a distanza. Questo è particolarmente importante per i pazienti cronici, anziani o con mobilità ridotta, che possono ricevere assistenza tempestiva senza doversi recare in strutture sanitarie lontane.

La telemedicina rappresenta una risorsa fondamentale per il sistema sanitario calabrese, capace di affrontare in modo efficace le criticità legate alle liste d’attesa e di garantire un’assistenza sanitaria più accessibile e tempestiva.

Le farmacie, con il supporto di specialisti medici in telemedicina, sono in grado di fornire un monitoraggio continuo dei pazienti, gestire le terapie in corso e intervenire prontamente in caso di necessità. Questo non solo migliora la qualità della vita dei pazienti, ma contribuisce anche a ridurre il numero di accessi non necessari al pronto soccorso e alle strutture ospedaliere. Se finora era possibile effettuare questo tipo di controllo presentando una ricetta bianca con qualsiasi tipo di esenzione redatta dal medico di base, ora è possibile anche utilizzando una ricetta rossa del Sistema Sanitario.

Dal momento in cui è stata possibile effettuare queste prestazioni in farmacia, tantissimi sono stati i casi in cui sono state riscontrate patologie cardiache grazie alla collaborazione di medici (alcuni) e di farmacisti (tanti). Alcuni si oppongono alla prescrivibilità secondo le direttive della Struttura Commissariale Regione Calabria, nonostante la chiara necessità espressa dal DCA della Regione Calabria n. 13 e dalle successive note, è sconcertante. Questa ostinazione non è solo una mancanza di rispetto verso le normative regionali, ma anche un evidente tentativo di allungare i tempi d’attesa dei pazienti che invece in questo modo possono effettuare questi esami rapidamente e sotto casa. Far aspettare un paziente che necessita di una prestazione come un ECG o un holter, giorni o addirittura mesi non è deontologicamente professionale e inumano.

I farmacisti, che ogni giorno lavorano al fianco dei pazienti, meritano il massimo rispetto e supporto. Essi sono spesso il primo punto di contatto per i cittadini e svolgono un ruolo cruciale nell’assicurare che le terapie prescritte siano seguite correttamente. La loro competenza e dedizione sono fondamentali per il buon funzionamento del nostro sistema sanitario. L’argomentazione che si tratti di forzature per privilegiare alcune categorie professionali è ipocrita.

Chi privilegia realmente alcune categorie sono proprio quelle persone che, opponendosi alle direttive regionali, cercano di mantenere un monopolio sulla prescrizione e sulla gestione delle cure.

La resistenza a un cambiamento così necessario dimostra una totale mancanza di lungimiranza e una spaventosa chiusura mentale. Invitare i medici di base a “non abboccare a queste dinamiche” e a “dimostrare una forte coesione della compagine sindacale” non è altro che un invito alla resistenza passiva contro le riforme necessarie, mascherato da falsa solidarietà; invece di lavorare per il bene dei pazienti e del sistema sanitario nel suo complesso, si incoraggia un comportamento che va contro gli interessi di tutti, tranne di una ristretta élite professionale. Rifiutare di prescrivere tali prestazioni è una palese manovra politica, un tentativo di mantenere un controllo che non ha nulla a che vedere con il miglioramento del servizio sanitario. Si tratta di una chiara manovra per ostacolare l’accesso dei pazienti a servizi necessari, imponendo loro ulteriori difficoltà burocratiche e disagi. È ora di mettere da parte questi egoismi e di abbracciare una visione più ampia e altruistica della professione sanitaria.

I farmacisti meritano supporto e rispetto.

È tempo che tutti noi, medici e farmacisti, lavoriamo insieme per migliorare il sistema sanitario, rendendo più facile e accessibile l’assistenza per tutti i cittadini.

Le resistenze corporative devono cedere il passo alla collaborazione e all’innovazione, per il bene di tutti. (ed)

[Enzo Defilippo è presidente di Federfarma Catanzaro]

Bruni (PD) interroga Occhiuto su stato dell’arte per i progetti di telemedicina

La consigliera regionale del Pd, Amalia Bruni, ha presentato una interrogazione a risposta scritta al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, qual è lo stato dell’arte dei lavori volti a realizzare gli interventi nelle aree individuate di telemedicina.

Assieme agli altri consiglieri, è stato chiesto «quali iniziative il presidente Occhiuto intenda assumere per pervenire alla realizzazione degli interventi di accesso ai servizi di Telemedicina nei Comuni delle Aree interessate e per quelli che ne consentono l’avvio, ricordando che l’impegno di spesa presunto, per come previsto dalle relative schede di intervento, è di oltre 2.000.000,00 euro a valere sui fondi assicurati dalle Leggi di Bilancio dello Stato e sui fondi rinvenienti dal cofinanziamento regionale attraverso gli stanziamenti del Fsc».

La dem, infatti, ha ricordato come «la realizzazione di interventi di telemedicina, soprattutto attraverso progetti focalizzati nelle Aree per l’attuazione della Strategia Nazionale Aree Interne (Snai) soprattutto in Calabria rappresenta un passo avanti nell’offerta di servizi sanitari a distanza in regioni caratterizzate da specifiche criticità del sistema. In questi territori spesso l’accesso ai servizi sanitari tradizionali può essere limitato a causa della distanza, dell’isolamento geografico o delle difficoltà di mobilità».

«Tutti gli interventi dovevano essere già completati per l’Area Grecanica e per l’Area Reventino-Savuto entro il 2023 – ha ricordato – e che per quanto previsto nell’Area Pre-Sila e Sila Cosenza e Crotone gli interventi devono essere conclusi entro il corrente anno 2024: nessuna delle procedure per le attività di realizzazione risulta essere avviata per come previsto dal cronoprogramma».

«Aspettiamo, quindi, delucidazioni in merito – ha concluso la consigliera Bruni –. Mi permetto solo di ricordare al presidente Occhiuto che la realizzazione di tali interventi oltre a determinare un significativo innalzamento dei livelli di assistenza nelle aree interne, nei casi di emergenza/urgenza, concorre ad un significativo avanzamento della spesa, attualmente irrilevante, per l’attuazione della Snai nella nostra Regione». (rrc)

 

La consigliera Straface: Grazie a telemedicina in Calabria nascerà una nuova sanità territoriale

La consigliera regionale Pasqualina Straface ha evidenziato come «grazie Telemedicina saranno introdotti nuovi strumenti e misure di intervento per delineare una nuova assistenza sanitaria territoriale, anche domiciliare, rendendola più vicina agli utenti anche attraverso una forte integrazione tra Ssr e servizi sociali».

La Terza Commissione Regionale Sanità ha audito il dirigente del Settore Edilizia Sanitaria ed Investimenti Tecnologici Ing. Pasquale Gidaro, il dirigente del Settore Gestione SISR – Monitoraggio e Implementazione Dei Flussi Sanitari – Telemedicina dott. Alfredo Pellicanò, il Direttore Generale dell’Asp di Reggio Calabria dott.ssa Lucia Di Furia, il dott. Maurizio Cipolla e il dott. Antonino Attinà della Società Italiana di Telemedicina sullo stato dell’arte della telemedicina in Calabria.

«Gli interventi – ha proseguito – intendono infatti a incrementare le prestazioni erogate sul territorio grazie al potenziamento e alla creazione di Case della comunità e di Ospedali di comunità, al rafforzamento dell’assistenza domiciliare attraverso l’attivazione delle Centrali operative territoriali, allo sviluppo della telemedicina e ad una più efficace integrazione con tutti i servizi socio-sanitari.
La Regione Calabria ha già approvato il Piano Operativo Regionale, il Piano degli investimenti e il modello organizzativo nei tempi previsti dal Pnnr, tenendosi in linea con la programmazione europea».

«In particolare, nella redazione del Piano Operativo Regionale – ha concluso – sono state comprese tutte le quattro tipologie di prestazioni di telemedicina previste dal decreto: Televisita, Teleconsulto, Teleassistenza e Telemonitoraggio/Telecontrollo per le persone affette da patologie di natura diabetologia, respiratoria, cardiologica, oncologica e neurologica. Un’applicazione pratica si è già avuta nell’emergenza urgenza con l’arrivo delle nuove autoambulanze dotate di nuove tecnologie di Telemedicina all’avanguardia che permettono il soccorso di quei pazienti che si trovano distanti dalle strutture sanitarie ospedaliere. Per la sanità calabrese si tratta di un altro passo in avanti grazie alla spinta riformatrice del Presidente Occhiuto che sta lavorando senza sosta per garantire ai cittadini calabresi livelli qualitativi degni di un paese europeo». (rrc)

Defilippo (Federfarma): Telemedicina in farmacia servizio che deve essere sviluppato

La telemedicina in farmacia è «un servizio che deve essere sviluppato per migliorare il sistema sanitario calabrese». È quanto ha dichiarato Vincenzo Defilippo, presidente di Federferma Catanzaro, a seguito dei numerosi pazienti salvati grazie proprio a questo strumento.

È accaduto a Girifalco e in diversi paesi della Provincia catanzarese: anche a Carlopoli nella farmacia Apollo, a Cerva nella farmacia Antonazzo, sono stati refertati episodi di infarti, mentre a Miglierina nella farmacia Luian è stato individuato un caso di fibrillazione atriale ed a Catanzaro, nella farmacia Battaglia, un episodio di aritmia ventricolare.

«Questi episodi non sono i primi che accadono e questo è l’evidenza delle grandi potenzialità di questi servizi nelle farmacie», ha detto Defilippo, sottolineando come «posso tranquillamente dire che l’ecg ha salvato la vita ai signori che sono entrati in farmacia, e la possibilità di effettuarlo in farmacia in maniera tempestiva ha permesso di  prendere in carico il paziente e attivare la procedura di emergenza, due di questi grazie al protocollo “Farmacia dei Servizi”».

«Questo è un ulteriore esempio – ha spiegato – di come questo tipo di servizio in farmacia può e deve essere sviluppato per il bene dei cittadini e per migliorare il sistema sanitario calabrese. Per questo motivo, Federfarma Calabria, a seguito della sottoscrizione del Protocollo della Regione Calabria con Federfarma Calabria, approvato con Dca n. 189 del 04/07/2023, ha attivato questo servizio nell’ambito del progetto “Farmacia dei servizi” già dal mese di luglio».

«L’immediatezza è determinante e non sempre altre strutture riescono a fornirla. La farmacia offre lo stesso servizio in modo facile e veloce e la risposta è immediata, con lo specialista cardiologo che referta, collegato in tempo reale», ha concluso Vincenzo Defilippo. (rcz)

Federfarma risponde ai medici di medicina generale: Orgogliosi di collaborare con Regione

Federfarma Calabria risponde ai medici di medicina generale e all’Aft, sottolineando come «le prestazioni di telemedicina citate rientrano nella normativa sulla farmacia dei servizi, prevista dal D. Lgs. n. 153 del 2009».

«Oggi la Farmacia garantisce, anche sulla base del quadro normativo di riferimento che ha ampliato le previsioni del D. Lgs. n. 153/2009 in tema di farmacia dei servizi le seguenti prestazioni: Dispensazione assistita del farmaco, consultazione e farmacovigilanza; Esecuzione di test diagnostici e vaccinazioni; Screening di prevenzione; Diagnostica strumentale (ECG, holter pressorio, holter cardiaco, spirometria, etc); Servizi di Front Office (CUP, etc.) – si legge nella nota di Federdarma Calabria –. Tali attività, insieme alla potenzialità delle farmacie in termini di strutture, dotazioni tecnologiche, livello di digitalizzazione ed effettuazione di nuovi servizi, portano ad eleggere la farmacia come uno dei pilastri della ristrutturazione dell’assistenza di prossimità orientata verso un nuovo modello di SSN, incentrato sul territorio e sulle reti di assistenza socio-sanitaria».

«Non c’è quindi nessuna trasformazione del farmacista in medico specialista – viene spiegato – in quanto la norma esiste dal 2009 e in tutti i casi i servizi come ECG e holter sono refertati da specialisti medici associati a piattaforme accreditate, al contrario di quanto si vuol far pensare.  Per cui non c’è nessun mutamento nelle attribuzioni professionali né, tantomeno, alcuna forma di abuso di esercizio della professione».

«Oggi i servizi di telemedicina sono disponibili in oltre 7.000 farmacie e spesso hanno consentito di salvare vite umane, anche nelle aree più interne del Paese, lontane dalle strutture sanitarie pubbliche – si legge ancora nella nota –. Federfarma Calabria non ha mai chiesto alcuna forma di esclusiva, né ha mai preteso che le farmacie individuassero i pazienti per i quali è necessario effettuare un ECG. Ciò esclude ogni conflitto d’interesse. Stupisce che dei professionisti qualificati facciano affermazioni completamente prive di aderenza alla realtà».

«Non ci saremmo mai aspettati che riconosciuti professionisti sanitari si esponessero con tali affermazioni privi di ogni fondamento, visto che le farmacie – che, ricordo, si sono distinte dapprima per aver contribuito grandemente al tracciamento dei contagi erogando tra il 70 e l’80% di tamponi anti-Covid e poi per aver partecipato in maniera massiccia alla campagna vaccinale.  Così come si sono messe a disposizione stampando un numero rilevante di green pass – hanno dichiarato il presidente di Federfarma Calabria Vincenzo Defilippo ed il Segretario Regionale Alfonso Misasi –. Stiamo lavorando con orgoglio insieme a tutti i professionisti al rafforzamento della rete assistenziale territoriale, grazie all’interconnessione digitale, per la tutela della salute dei cittadini».

«Le linee di indirizzo nazionali sulla telemedicina, pubblicate dal Ministero della Salute (Decreto del 16 dicembre 2010 e pubblicato n. 57 del 10 marzo 2011) all’ articolo 3 richiamano la farmacia come possibile player proprio perché, per le caratteristiche già riconosciute dal legislatore – conclude la nota – è in grado di garantire l’equità di accesso all’assistenza sanitaria, agevolando le prestazioni sul territorio e nelle aree remote, evitando così i trasferimenti; la continuità delle cure, direttamente al domicilio del paziente; l’efficacia, l’efficienza, l’appropriatezza, permettendo lo scambio di informazioni tra professionisti e il monitoraggio delle terapie, nonché contribuendo a diminuire i tempi di attesa». (rcz)

Demenza e telemedicina: in Cittadella un progetto innovativo

Demenza e telemedicina, un modello innovativo di cura. Il numero dei malati di demenza continua ad aumentare e risulta necessario andare incontro ai loro bisogni e a quelli di chi li assiste (caregivers) anche attraverso modelli innovativi di cura.

Da queste riflessioni parte l’importante progetto presentato nei giorni scorsi nella sede della cittadella regionale.

Il programma, in coerenza con gli obiettivi del Piano nazionale demenze, mira a sviluppare un piano di interventi a livello regionale che consenta di realizzare la sperimentazione e diffusione di programmi di tele-riabilitazione per persone affette da declino cognitivo lieve o fasi iniziali di demenza. La finalità è quella è di promuovere la partecipazione dei pazienti ai programmi di diagnosi e cura, stimolare percorsi di maggiore inclusione in reti sociali ed assistenziali e migliorare la qualità di vita degli assistiti e dei loro caregivers.

Nel progetto, la Unità operativa di neurologia dell’Azienda ospedaliero universitaria “Mater Domini” di Catanzaro, attiva come Centro di diagnosi e cura delle demenze, avrà la funzione di Hub-Centro coordinatore: realizzerà un piano di programmazione, sviluppo e realizzazione di interventi di tele-riabilitazione per pazienti con demenza di grado lieve-moderato. In tale attività, la Uo di Neurologia si avvarrà della tecnologia di una piattaforma digitale di tele-medicina, già operativa nel Policlinico universitario.

L’Uo di Neurologia collaborerà strettamente con i Centri per i disturbi cognitivi e le demenze, appartenenti alle Aziende sanitarie provinciali territoriali.

Per la realizzazione del progetto sono stati assunti, sino al mese di ottobre 2023, 10 psicologi e 10 assistenti sociali.

L’aumento dei soggetti in età avanzata e con patologie croniche impone agli erogatori di servizi soluzioni innovative al fine di garantire le prestazioni assistenziali. La realizzazione di un programma di tele-riabilitazione si inscrive in questo filone che, negli ultimi anni, ha avuto un notevole sviluppo grazie alla tele-medicina.

Il progetto si sviluppa in una regione come la Calabria, che ha 404 comuni, dei quali moltissimi con meno di 5000 abitanti, ed il cui territorio presenta spesso difficoltà oggettive di tipo orografico ed infrastrutturale e di viabilità. Molti paesi sono lontani dalle grandi città e quindi dagli ospedali e ambulatori con strade di accesso non sempre agevoli per permettere il trasporto di pazienti fragili. Grazie alla tele-medicina, quindi, si possono raggiungere facilmente le persone, diminuendo i disagi ed evitando l’abbandono dei più fragili.

La tele-riabilitazione rappresenta un’area di ricerca di grande interesse e in costante sviluppo, che durante la recente pandemia ha visto un’accelerazione della richiesta di strumenti e servizi a supporto della pratica clinica.

Nei prossimi anni è previsto una forte sviluppo di tali soluzioni ed una applicazione massiva in tutto il paese, grazie all’impulso ed ai fondi del Piano di ripresa e resilienza (Pnrr).

Titolare dell’intervento e del coordinamento complessivo è la Regione Calabria – Dipartimento tutela della salute e servizi socio sanitari. Il coordinamento scientifico e hub è a cura della Azienda ospedaliero-universitaria “Mater Domini” di Catanzaro, con il suo commissario, Vincenzo La Regina. Soggetti attuatori saranno tutte le Asp della Regione. Il team del progetto è costituito da: Maria Pompea Bernardi, dirigente Dipartimento tutela della salute e servizi sociali e socio sanitari; Francesco Cavallaro, program manager task Force Pnrr della Regione Calabria M6-salute; Paolo Seminara (referente amministrativo) e Liliana Rizzo, funzionari Dipartimento tutela della salute e servizi sociali e socio sanitari; Raffaele Di Lorenzo, neurologo; Gennarina Arabia della Uo di Neurologia della Aou “Mater Domini”, referente scientifico. (rcz)

A Cosenza si parla di telemedicina e assistenza a domicilio, la nuova frontiera della sanità

L’innovazione nella medicina territoriale è stato il tema del congresso scientifico svoltosi a Cosenza, alla presenza di esperti da tutta Italia. Una due giorni in cui si è discusso di telemedicina, la presa in carico del malato e l’assistenza domiciliare: la nuova frontiera per una sanità moderna che vuole produrre salute e prendersi cura dei pazienti a casa propria senza ricorrere al ricovero nella struttura sanitaria, naturalmente nei casi in cui le condizioni del malato lo consentano.

Nel capoluogo bruzio, dunque, si è parlato sulla possibilità di incrementare l’impiego della telemedicina sui territori anche alla luce del progetto già messo in campo dall’Asp cosentina che ha avviato le cure domiciliari per diverse centinaia di pazienti diabetici, cardiopatici e affetti da problemi respiratori; tra gli assistiti anche soggetti contagiati dal Covid.  

Altro fattore fondamentale messo in risalto durante i lavori congressuali è stato quello della sinergia fra diversi saperi; infatti l’evento medico-scientifico ha visto la piena collaborazione tra medici e ingegneri.

Molto soddisfatti per la buona riuscita del congresso i responsabili scientifici, il dottor Giovanni Malomo, pneumologo dell’Asp di Cosenza e l’ingegnere Alessandro Astorino, coordinatore del Consiglio Operativo del Comitato Italiano per l’ingegneria dell’Informazione (C3I). 

«Nel 2016 abbiamo deciso di avviare questo nuovo corso per la sanità territoriale privilegiando la telemedicina e quindi acquisendo competenze sul malato e sull’esperienza, sullo stato dell’arte esistente in loco». Così il dott. Malomo che ha aggiunto: «In questo processo è di vitale importanza l’uso delle tecnologie digitali che ci consentono il monitoraggio da remoto dei pazienti. Se oggi abbiamo già un progetto di cura avviato sul nostro territorio lo dobbiamo al fatto che un gruppo di operatori sanitari ha voluto sperimentare la nuova esperienza di lavorare in un ambiente diverso dall’ospedale ovvero lavorare a domicilio che non è un’impresa facile ma, abbiamo visto, che non è impossibile».

La telemedicina e la cura a domicilio «registra anche la disponibilità di molti medici di medicina generale – ha sottolineato il dott. Malomo – Ciò, nonostante siano oberati di lavoro e nonostante siano pochi rispetto alla domanda visti i tanti pensionamenti di questo periodo». 

«Il congresso di Cosenza è un messaggio di buona sanità e sinergia fra diversi saperi lanciato dalla Calabria e all’intera nazione – ha dichiarato l’ingegnere Astorino – nei due giorni di dibattito abbiamo ampiamente dimostrato l’importanza dell’unione e della sintonia tra diverse figure professionali per progettare la medicina del presente e quella del futuro. Per raggiungere questo scopo c’è bisogno di una regia efficace che superi limiti geografici e campanilistici per garantire ai pazienti i servizi richiesti e assicurare la qualità delle cure necessarie». 

Ugo Luigi Aparo, referente sanitario Medical Line Consulting ha asserito: «Ci attende una grande sfida. Non più quella di gestire un’emergenza, ma quella di disegnare, insieme ai cittadini e a soggetti responsabili e coinvolti un futuro migliore e sostenibile. Ciò, superando definitivamente anacronistici dualismi tra il pubblico e il privato, adoperandoci tutti insieme per il bene della persona che necessita di cura».

Elio Masciovecchio, vicepresidente del Consiglio nazionale degli ingegneri ha parlato «di una sanità del futuro che passa dall’innovazione digitale dei protocolli sanitari, così come la medicina territoriale ha bisogno di reti e di device programmati da ingegneri professionisti del terzo settore. La sinergia tra chi risponde al dettato costituzionale del diritto alla salute (medici e professioni sanitarie) e chi a quello della sicurezza (ingegneri) è fondamentale per la sanità del terzo millennio».

Anche per Marco Ghionna, presidente degli ingegneri di Cosenza, «il congresso ha costituito un evento interessante che ha avuto come obiettivo quello di innovare la comunicazione tra le competenze mediche ed ingegneristiche ponendo al centro un obiettivo comune: il paziente».  

La senatrice Tilde Minasi ha presenziato l’evento medico-scientifico di Cosenza nella sala Caduti di Nassirya al Senato della Repubblica e ha anche partecipato ai lavori congressuali.

«La Calabria ha tantissime eccellenze, tantissime intelligenze capaci di produrre grandi idee e fare da apripista e da guida nei più svariati settori – ha commentato la senatrice –. Col congresso di Cosenza ne abbiamo dato ulteriore riprova nel campo della medicina e dell’innovazione. Sono, perciò, ancora più contenta di aver potuto dare una vetrina nazionale all’evento, ospitando la presentazione in Senato. E sono certa che questo sarà solo il primo passo di un lungo cammino. Proprio la medicina territoriale, ha estrema necessità di essere potenziata e riformata. Il progetto illustrato al congresso potrà certamente essere uno strumento utilissimo a beneficio di tutti i cittadini, non solo calabresi. E anche noi parlamentari siamo pronti a dare il nostro contributo, soprattutto nella Commissione salute di cui faccio parte». (rcs) 

Sanità, implementato il servizio di Telemedicina

Il Dipartimento Salute e Servizi socio-sanitari della Regione Calabria ha reso noto che è stato implementato il Servizio di Telemedicina previsto dal Piano Operativo del Pnrr Missione 6.

Nello specifico, riguardano riprogettazione della Rete dei servizi territoriali, introducono strumenti di teleassistenza e di telemedicina e ridisegnando il modello della salute complessiva delle persone e delle nostre comunità regionali, non solo quindi prestazione sanitaria ospedaliera ma una nuova sanità territoriale più vicina, più capace di proteggere, più capace di provvedere ai bisogni.

«La Missione Salute del Pnrr – viene spiegato in una nota – si articola in due componenti di cui la principale riguarda le Reti di prossimità: strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale. Gli interventi intendono infatti rafforzare le prestazioni erogate sul territorio grazie al potenziamento e alla creazione di strutture e presidi territoriali (come le Case della comunità e gli Ospedali di comunità), il rafforzamento dell’assistenza domiciliare attraverso l’attivazione delle Centrali operative territoriali, lo sviluppo della telemedicina e una più efficace integrazione con tutti i servizi socio-sanitari».

«In particolare, un’articolazione della missione Salute del Pnrr – continua la nota del Dipartimento – è come detto l’assistenza domiciliare e la non-autosufficienza Per l’avvio delle attività per l’attivazione del servizio di telemedicina la Regione Calabria, Dipartimento Tutele della salute, ha completato il Piano Operativo Regionale, rispettando la data prevista per la trasmissione sulla piattaforma Agenas del piano. Il Piano è stato progettato seguendo le indicazioni contenute nel decreto del ministro della Salute del 30 settembre 2022 che tengono conto del proprio fabbisogno totale per i servizi di telemedicina previsti per l’infrastruttura regionale di telemedicina, del rispetto di Milestone e Target nonché del cronoprogramma dello specifico sub-investimento».

«Il progetto prevede anche – prosegue la nota – quali componenti del fabbisogno si intende eventualmente garantire, con soluzioni di telemedicina già esistenti e attive su tutto il territorio regionale, quali componenti del fabbisogno totale intende acquisire. In particolare, nella redazione del piano operativo regionale sono state comprese tutte le quattro tipologie di prestazioni di telemedicina previsti dal decreto: Televisita, Teleconsulto, Teleassistenza, Telemonitoraggio/Telecontrollo per le persone affette da cinque patologie croniche indicate dal Ministero (diabete, respiratorio, cardiologico, oncologico e neurologico)».

«Il servizio di Telemedicina – che verrà attivato nei tempi previsti dal Piano operativo del PnrrM6 – prevede un percorso di presa in carico a domicilio dei pazienti cronici – viene spiegato – nel quale intervengono: il medico di medicina generale, il pediatra di libera scelta al quale è in capo la responsabilità clinica dell’assistito nel percorso generale di presa in carico; l’infermiere territoriale, come componente dell’équipe multiprofessionale che funge da punto di riferimento per la famiglia e per gli altri attori coinvolti; la Centrale operativa territoriale, che avrà la responsabilità dell’organizzazione, del tracciamento della presa in carico e del raccordo tra i diversi soggetti (medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, Case di comunità, Ospedali di comunità)».

«Infine, il Piano prevede di dotare – conclude la nota – tutti i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e gli specialisti ambulatoriali di idonee postazioni di telemedicina, mediante le quali fornire servizi territoriali di assistenza sanitaria, senza intasare gli ospedali e facilitando le cure domiciliari ai malati cronici». (rcz)