CROTONE ULTIMA PER QUALITÀ DELLA VITA
DATI IMPIETOSI, LA CALABRIA PENALIZZATA

di SERGIO DRAGONE Una Calabria immobile, ferma, stagnante, senza alcun segnale di ripresa. Il divario con le aree più dinamiche del Paese si accentua e i modelli di Regioni come l’Emilia Romagna e il Trentino-Alto Adige appaiono sempre più lontani e irraggiungibili. 

Il quadro che emerge dal rapporto 2022 sulla qualità della vita nelle province italiane (si faccia attenzione, i dati presi in esame sono del 2021 e si riferiscono alle province e non alle città), redatto dal quotidiano economico Italia Oggi in collaborazione con La Sapienza di Roma, è impietoso. 

Le cinque “sorelle” calabresi occupano stabilmente le ultime posizioni della graduatoria generale, ma quel che colpisce è appunto l’assenza di elementi che facciamo pensare alla ripresa. Quattro province continuano a galleggiare tra l’83esimo posto di Catanzaro e la 107esima casella di Crotone, mentre Reggio Calabria affonda di ben undici posizioni. Se non è stagnazione questa!

La narrazione di una Calabria che ha svoltato, che sta riducendo il gap con il centro-nord e che si sta lasciando alle spalle l’interminabile stagione del sottosviluppo, appare quanto meno ottimistica, un tantino azzardata e molto lontana dalla realtà. Siano più prudenti i nostri governanti prima di parlare di “svolte epocali” e semmai utilizzino questa indagine come strumento per intensificare la loro azione.

Più che un divario con le prime (Parma, punteggio 1000; Trento, punteggio 987; Bolzano, punteggio 976 e Bologna, punteggio 928) si può parlare di un baratro assolutamente incolmabile. In poche parole, la qualità della vita delle prima in classifica è più di tre volte più alta di quella delle province calabresi.

Avvilente anche la rappresentazione grafica che vede la Calabria quasi tutta in blu (qualità della vita insufficiente) con la sola provincia di Catanzaro in rosso (scarsa qualità della vita).

L’indagine condotta dai ricercatori della Sapienza ha tenuto conto di 9 “dimensioni”, 9 elementi di valutazione che, analizzati uno per uno, dimostrano la quasi inesistente dinamicità della Calabria.

Ne tenga conto la classe politica calabrese che, se da un lato fa bene a spargere ottimismo, dall’altro non può fingere di ignorare una realtà che appare davvero dura.

Ma andiamo ad analizzare, sia pure a grandi linee, i numeri che emergono dall’indagine di Italia Oggi.

Abbiamo detto delle 9 “dimensioni” prese in esame. La “dimensione” più significativa è quella denominata “Affari e lavoro” che vede in testa province ricche come Bolzano, Trento, Bologna con l’incursione di distretti più piccoli come Fermo nelle Marche e Cuneo in Piemonte. Le calabresi, ovviamente, arrancano nelle ultime posizioni, con particolari punti di crisi nelle tabelle “tasso di occupazione” e “tasso di disoccupazione”.

Meno drammatica la situazione nella “dimensione” dedicata all’Ambiente. Qui due province calabresi, Cosenza e Catanzaro, mantengono posizioni minimamente accettabili, rispettivamente la 59esima e la 65esima, mentre Reggio Calabria ha registrare un tonfo di quasi 30 posizioni.  

Più articolata la situazione nella “dimensione” dedicata ai Reati e alla Sicurezza, dove la provincia di Cosenza occupa una posizione piuttosto tranquilla (35) e preoccupano invece la provincia di Catanzaro che perde 6 posizioni, quella di Reggio Calabria che ne perde 11 e soprattutto quella di Crotone che ne perde addirittura 30.

Nella “dimensione” dedicata alla Sicurezza Sociale, la Calabria va decisamente meglio, anche perché uno degli elementi tenuti in considerazione dai ricercatori è l’incidenza dei morti per Covid. Qui Crotone è addirittura sesta, seguita da Catanzaro all’8° posto. Notevole il balzo di posizioni di Cosenza che passa dall’88 al 23 posto.

Molto male invece nella “dimensione” dedicata all’Istruzione e alla formazione, dove tutte e cinque le calabresi sono collocate in fondo alla classifica. È un dato che non sorprende anche perché trova autorevole conferma in tutte le statistiche dell’Istat e del Ministero dell’istruzione. È un terreno su cui bisogna recuperare molto in Calabria.

Nella “dimensione “dedicata alla popolazione si registra, come prevedibile, una crescita in graduatoria delle province calabresi, stante la crisi demografica delle regioni del Centro-Nord.

Spicca nella “dimensione” dedicata al Sistema Salute la performance di Catanzaro che si piazza sul podio, ottenendo la terza posizione assoluta, migliorando di un posto rispetto al 2021. Un caso che si spiega con la concentrazione nel Capoluogo di molti posti/letto e una dotazione tecnologica importante. Significativa la crescita della provincia di Reggio Calabria che scala ben 17 posizioni rispetto al 2021.

Molto dietro, nella “dimensione” dedicata al turismo e al tempo libero, tutte le province calabresi, ad eccezione di Catanzaro che galleggia a metà classifica. Stupisce l’ultimo posto di Crotone se si tiene conto delle enormi potenzialità turistiche di quell’area della Calabria.

Infine la “dimensione” dedicata a Reddito e Ricchezza che vede tutte le province calabresi sotto l’80° posizione. È l’indice più preoccupante sotto l’aspetto economico e il divario con le prime della classe è imbarazzante.

In conclusione, pur presentando questa ricerca molti aspetti quanto meno opinabili, ci troviamo di fronte ad un panorama piuttosto fosco della realtà socio-economica della Calabria che si inserisce a sua volta in una più complessa articolazione del benessere nel nostro Paese. Non c’è solo il divario nord/sud, ma emergono nuovi divari tra le aree metropolitane e quelle più piccole, a vantaggio delle prime. Resta comunque un interessante elemento di riflessione per la classe dirigente calabrese costituita non solo dal Governo regionale, ma anche dal sistema delle Istituzioni pubbliche, dai rappresentanti parlamentari, dal mondo delle imprese e del sindacato. (sd)

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LA VALUTAZIONE DEL SOCIOLOGO TONINO PERNA

Il prof. Tonino Perna, già vicesindaco di Reggio, ma soprattutto sociologo, ha analizzato sul Quotidiano del Sud i dati emersi dall’indagine di Italia Oggi.

«Certamente – ha scritto il prof. Perna – la “qualità della vita” non è misurabile come non lo è la felicità. I testi sulla felicità percepita dia popoli mi hanno fatto sempre sorridere per l’assoluta ingenuità e presunzione di poter misurare ciò che non lo è, di voler comparare ciò che non è comparabile. Comunque, con tutti questi limiti, questa ricerca è preziosa, soprattutto se andiamo ad analizzare alcuni dati incontrovertibili. Entrando nel merito diciamo subito che il quadro complessivo che ci viene presentato è l’immagine di un Paese in cui le diseguaglianze sociali e territoriali crescono ancora. Su 107 province italiane 35 appartengono al Mezzogiorno e rappresentano circa il 34% della popolazione residente a livello nazionale, e circa il 30 % della popolazione presente. La distanza tra questa parte del nostro Paese e il Centro-Nord si è accentuata. Nella graduatoria finale nei primi 63 posti ci sono solo province del Centro-Nord! Nelle ultime venti province ci sono solo quelle del Mezzogiorno ad esclusione della province dell’Abruzzo, Molise, Basilicata e parzialmente della Sardegna. Quindi registriamo anche una divaricazione all’interno del Mezzogiorno, con alcune aree che tendono  stabilirsi su parametri più vicini al Centro Italia. Crotone, come ormai è noto, compare ancora una volta all’ultimo posto, mentre la provincia 

catanzarese si conferma la migliore della Calabria. Al di là delle divaricazioni nel reddito pro-capite quello che più colpisce è lo scarto in altri settori. Colpisce in particolare lo scarto esistente per quanto riguarda la voce “istruzione e formazione”». 

Secondo quando scrive il prof. Perna «L’Italia, come emerge da questa ricerca, è un Paese complesso, articolato, dove non sempre la linea di demarcazione è quella Centro-Nord/Mezzogiorno». (rrm)

(Nella foto il prof. Tonino Perna)

MELICUCCÀ, TRA VIGNETI E ULIVI SECOLARI
NASCE LA PATTUMIERA DELLA COSTA VIOLA

di MIMMO NUNNARI – Sorgerà a Melicuccà, la pattumiera della Costa Viola, nel mezzo di ulivi secolari, a due passi dai vigneti che mani laboriose hanno appena finito di recuperare dopo anni di abbandono totale. Vicino ad aziende agricole, stabilimenti industriali, coltivazioni di grano antico, esercizi commerciali, nuclei abitativi e all’elettrodotto della Terna.

Mentre il mondo discute di impatto socioambientale, di come prendere in mano ognuno il proprio destino, per costruire un futuro pieno di speranze, nel territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria che fa rimpiangere la vecchia Provincia, si fanno scelte rischiose, che annunciano catastrofi ambientali, come denunciano da anni le associazioni che si battono per impedire l’apertura della discarica La Zingara (così si chiama) spesso nel silenzio sconcertante delle istituzioni.

L’immondezzaio metropolitano prossimo venturo avrà un impatto negativo anche per i comuni limitrofi: Bagnara, Palmi, Seminara e Sant’Eufemia d’Aspromonte. 

Ma ormai il dado è tratto. Avvalendosi di motivazioni d’urgenza la MetroCity (non ci facciamo mancare gli anglicismi) ha deciso di aprire la discarica nonostante le molte criticità lo sconsiglierebbero: carenze nel rispetto delle normative, errate valutazioni idrogeologiche, mancanza di monitoraggio delle falde acquifere sottostanti, mancata bonifica della vecchia e dismessa discarica, considerata sito inquinante.

«Si ha l’impressione che [con l’ordinanza di urgenza] si voglia derogare alle norme che disciplinano la Valutazione d’Impatto Ambientale e saltare tutte le procedure di controllo che la legge impone a tutela della salute e dell’ambiente», dice il presidente di Cittadinanza Attiva Pellegrina l’avvocato Antonello Latella, che guida e coordina le azioni di contrasto all’idea di costruire una discarica in uno dei luoghi  strategici della Costa Viola, a metà tra le meraviglie del mare e le prime pendici aspromontane: una follia, mal giustificata con l’annosa emergenza immondezza nella città di Reggio; ma se una questione è annosa perché non si sa risolvere non può diventare emergenza dalla sera al mattino.

Chissà se il professor Tonino Perna vicesindaco, economista, ambientalista, messo in pensione forzata (licenziato) dall’amministrazione Falcomatà, non abbia perso il posto per Melicuccà. Lo ipotizza lui stesso nel  libro Diario di 385 giorni a Palazzo San Giorgio (Città del Sole edizioni): «La colpa (il riferimento è ad un rimbrotto del sindaco n.d.r.) è aver chiesto una relazione indipendente sulla discarica di Melicuccà, che il Comune [Reggio] vuole fare a tutti i costi, mentre un “esercito” di associazioni, di esperti, di cittadini, comitati popolari, in accordo con le amministrazioni comunali della zona, non vuole proprio che si faccia, spiegando il rischio altissimo di inquinamento delle falde acquifere che servono il loro prezioso liquido a tre grandi paesi». Amen.

Adesso sicuramente la parola come spesso accade in Calabria passerà alla magistratura, che già della vicenda se n’è occupata. A meno che un intervento del presidente della Giunta regionale Roberto Occhiuto non sospenda tutto, essendoci aspetti da chiarire nelle “motivazioni d’urgenza”, come già accaduto nei giorni scorsi, per la discarica di San Sago nel comune di Tortora la cui apertura è stata sospesa. (mn)

(Mimmo Nunnari è scrittore e giornalista)

Reggio: lo sfogo dell’ex vicesindaco Tonino Perna che stamattina firma le dimissioni

Dopo l’annuncio di sabato sera, ieri mattina allo Spazio Open di Reggio, l’ex vicesindaco Tonino Perna, introdotto dal giornalista Franco Arcidiaco, ha sfogato tutta la sua rabbia per il metodo con cui il sindaco “sospeso” Falcomatà si è “liberato” di lui. Neanche una telefonata di cortesia, Perna ha appreso da un comunicato stampa che era stata revocata la sua nomina, con il mantenimento, però, delle deleghe da assessore. Ovviamente il prof. Perna, con la sua storia non poteva certamente rimanere in una Giunta che mostra già affanno prim’ancora di cominciare a lavorare.

«Non so nemmeno io – ha detto il prof. Perna, economista molto apprezzato non solo a Reggio ma a livello nazionale – come ha fatto a convincermi all’epoca ad accettare il ruolo di vice sindaco. Giuseppe Falcomatà è una figura umanamente complessa che meriterebbe uno studio approfondito e particolare. Ho creduto nella ‘svolta’. I primi tempi c’era un’interlocuzione su tutto ma poi ho constatato che non c’è alcuna programmazione a Palazzo San Giorgio, per nessun tema».

A proposito della nomina revocata, Perna è tagliente: ««Il problema non è il modo, ma più semplicemente politico. Se Brunetti ha fatto meglio di me, comprendo benissimo la sua decisione, ma non credo che sia stato questo il motivo. Non è normale un avvicendamento un’ora prima che fosse pronunciata la sentenza. Non è una questione personale, ripeto mi dispiace per la città, perché nel momento in cui arrivano le risorse del PNRR, nel momento in cui bisognerebbe riorganizzare tutto, dare la spinta, metterci tutta l’anima, per farla risorgere come merita, si rimette tutto in discussione».

Decisamente, il problema è politico, se si sono già registrati diversi mal di pancia in seno al Partito democratico i cui vertici non sono stati minimamente né consultati né preavvisati. Una gestione “personalistica” che apre una voragine tra i rapporti in seno al partito che stava preparandosi per tornare al congresso, dopo tre anni di commissariamento.

Intanto, l’unica cosa certa sono le dimissioni dell’ex vicesindaco demansionato a semplice assessore: stamattina il prof. Perna rassegnerà le proprie dimissioni, firmando l’atto di rinuncia davanti al segretario generale del Comune. Domani, forse, è un altro giorno… (rp)

Reggio: dimissioni irrevocabili dell’ex vicesindaco Tonino Perna

È ufficiale: Tonino Perna ha dato le dimissioni dall’incarico di assessore comunale e vicesindaco di Reggio Calabria. Il nuovo ruolo, infatti, gli era stato affidato con un decreto firmato dal sindaco Giuseppe Falcomatà nella giornata in cui si è pronunciato il Tribunale di Reggio sul Processo Miramare.

Perna, infatti, non avrebbe gradito di apprendere da un comunicato stato di essere stato “dimissionato” da Falcomatà  e sostituito da Paolo Brunetti nel ruolo di vicesindaco. Entro lunedì saranno formalizzate le dimissioni, cui farà seguito una  conferenza stampa per spiegare le ragioni di questa scelta.

Come si ricorderà, il prof. Tonino Perna, autorevole figura della città, era stato nominato da Falcomatà vicesindaco e assessore, all’inizio della nuova consiliatura. (rrc)

Tonino Perna lancia l’idea della ‘Regione dello Stretto’

«Sogno la regione dello Stretto». Lo ha dichiarato il vicesindaco di Reggio Calabria, Tonino Perna, spiegando che «il mio modello ideale sarebbe la nascita di una Regione dello Stretto in ragione dei profondi legami che uniscono reggini e messinesi. Certo, è necessario trovare la giusta formula e sintesi anche in chiave istituzionale, basti pensare alle potenzialità delle due città metropolitane messe insieme».

 

Il vicesindaco, poi, ha illustrato le vari ricordato che «viviamo un momento storico particolare per il sistema Paese e per la nostra città, e questa Amministrazione vuole portare avanti un programma di governo ambizioso». A cominciare dal rilancio degli spazi pubblici cittadini. «Sul versante dei parchi urbani – ha aggiunto – abbiamo iniziato nuovo percorso per l’area del Baden Powell con la concreta prospettiva di riaprilo già in estate. Grande attenzione è rivolta anche al tema dell’assegnazione delle opere e quindi alla connessa garanzia di avere un’adeguata manutenzione del bene pubblico».

Gli indirizzi politici risentono inevitabilmente anche della qualità dell’azione amministrativa. In questa direzione, evidenzia il vicesindaco, «auspico che il nuovo governo Draghi possa mettere in atto un autentico intervento rigenerativo in questo delicato e fondamentale settore. È importantissimo cambiare passo nella pubblica amministrazione – ha detto Perna – specie alla luce delle prospettive legate agli ingenti finanziamenti europei previsti anche per la nostra città». Elemento cruciale per il buon funzionamento della macchina amministrativa è la digitalizzazione, «perché innovazione e sviluppo camminano sullo stesso binario. Anche su questo versante stiamo mantenendo alta l’attenzione perché esistono risorse dedicate a questo asset strategico».

La partecipazione è un altro tema caro a questa amministrazione, evidenzia il vicesindaco Perna, «e il confronto che stiamo avendo con tutte le associazioni iscritte all’albo e i comitati di cittadini delle ex circoscrizioni, dimostra che c’è tanta voglia di essere protagonisti dei processi di governance. Guardiamo ad una forma di partecipazione autentica, che non sia solo un momento di dibattito fine a se stesso, ma uno strumento in grado di produrre proposte e azioni concrete».

Reggio guarda anche ai grandi appuntamenti culturali, «e quest’anno – ha affermato il vicesindaco Perna – ricorderemo Dante con un’iniziativa in programma il prossimo maggio, nell’ambito delle attività previste dal comitato nazionale per i 700 anni del sommo poeta. Sarà un momento suggestivo che vivremo sullo Stretto, a bordo di una nave, accompagnati da alcune testimonianze che racconteranno come i miti tra le due sponde entrano nella Divina Commedia. E, in serata, al Planetario, per unire Dante e l’astrologia. Un evento di grande spessore che, insieme ad altre iniziative a cui stiamo lavorando, sottolinea la centralità dello Stretto anche nelle dinamiche culturali». (rrc)

Calabria 80: su Rai Calabria domattina la seconda parte del reportage di Tonino Perna

Seconda parte dell’inchiesta-reportage di Tonino Perna Calabria ’80. Un’iniziativa della sede Rai di Cosenza che intende proseguire nell’intento di attingere al vastissimo patrimonio delle teche regionali per finalità di divulgazione e informazione. Sono documenti d’epoca che acquistano un grande valore visti con gli occhi dell’oggi. Bisogna riconoscere a Rai Calabria e al suo direttore ing. Demetrio Crucitti l’incessante impegno per valorizzare il preziosissimo materiale custodito in archivio e da cui è possibile ricostruire una storia della regione con contributi ai più misconosciuti o dimenticati. L’inchiesta era originariamente di sette puntate ed è stata realizzata nel 1980 dal prof. Tonino Perna, apprezzato sociologo, oggi vicesindaco di Reggio Calabria, con la regia di Annarosa Macrì e la fotografia di Tonino Arena. Rai Calabria ne ripropone due: la prima è andata in onda il 26 dicembre scorso, l’altra andrà in onda sempre alle 7.30 domani 2 gennaio. (rcs)

Calabria 80: l’inchiesta di Tonino Perna riproposta stamattina da Rai Calabria

Da non perdere, nonostante l’ora infausta (7.30) stamattina sulla rete regionale Rai la riproposizione dell’inchiesta-reportage di Tonino Perna Calabria ’80. Un’iniziativa della sede Rai di Cosenza che intende proseguire nell’intento di attingere al vastissimo patrimonio delle teche regionali per finalità di divulgazione e informazione. Sono documenti d’epoca che acquistano un grande valore visti con gli occhi dell’oggi. Bisogna riconoscere a Rai Calabria e al suo direttore ing. Demetrio Crucitti l’incessante impegno per valorizzare il preziosissimo materiale custodito in archivio e da cui è possibile ricostruire una storia della regione con contributi ai più misconosciuti o dimenticati. L’inchiesta (in due puntate, la seconda andrà in onda sempre alle 7.30 il prossimo 2 gennaio) porta la firma del prof. Tonino Perna, apprezzato sociologo, oggi vicesindaco di Reggio Calabria. (rrm)

Tonino Perna: il ricordo di un’inchiesta straordinaria per scoprire la Calabria degli anni 80

di TONINO PERNA – Nel febbraio del 1980 iniziai a girare, in lungo e largo, nella nostra regione con un team di Rai 3 per realizzare un programma che si intitolava Calabria ’80 ed ave­va l’obiettivo di indagare sulle attività economiche, sociali e culturali della nostra Regione. Soprattutto di guar­dare al presente puntando alle pro­spettive future di questa terra, già al­lora considerata come irrecuperabile da una buona parte della stampa na­zionale. Da nord a sud, da est ad ovest, incontrammo piccoli e medi impren­ditori, aziende localizzate in borghi antichi e sconosciuti, monumenti sto­rici e siti archeologici abbandonati (uno per tutti il castello di Roccella do­ve pascolavano le pecore), scoprimmo attività impensabili (come la coltiva­zione del riso a Sibari, o la nascita di una azienda “Internet” a Piano Lago), e i primi timidi tentativi di attrarre i turisti in Calabria.

Girammo per cin­que mesi da febbraio a maggio, con l’occhio attento di Tonino Arena, indimenticabile fotografo e prezioso ci­neoperatore, producendo decine di chilometri di pellicola che poi, con la regia di Annarosa Macrì, montammo nel mese di agosto in una piccola stan­za della Rai di Cosenza. Ricordo ancora la quantità di granite che prendevo ogni giorno per vincere un caldo in­fernale, e lo stress nel decidere i tagli con la forbice della pellicola, il punto giusto, con la paura di sbagliare e per­dere un fotogramma definitivamen­te. Grazie alla competenza, intelligen­za e granitica costanza di Annarosa portammo a termine l’operazione in quattro giorni.

Alla fine ne ricavam­mo sette puntate che andarono in on­da tra ottobre e novembre del 1980: due dedicate all’industria, due all’agricoltura, una al turismo, una alle cooperative del Terzo Settore, last but not least alla cultura. Oggi, dopo quarant’anni, rivede­re queste immagini può risultare un utile esercizio per capire cosa è cambiato e cosa è rimasto, dove ci so­no stati miglioramenti e dove invece abbiamo solo rimpianti. Una cosa è certa: prenderemo coscienza che la storia non viaggia in linea retta, che il cambiamento c’è stato, in chiaro scuro, con netti miglioramenti in di­versi campi, industria-agricoltura­-turismo, e peggioramenti nel pae­saggio che scriteriate colate di ce­mento hanno deturpato e nelle rela­zioni umane, dove si è persa quella gratuità che ci caratterizzava in passato. Forse, da questa comparazione ne ricaveremo una iniezione di fiducia in noi stessi, in un momento come questo in cui ne abbiamo tanto biso­gno. Questo è l’augurio che faccio ai calabresi e a me stesso. (tp)

[courtesy il Quotidiano del Sud]