L’OPINIONE / Mariaelena Senese e Francesco De Biase: La condizione dei caregiver in Calabria non può più essere ignorata

di MARIAELENA SENESE E FRANCESCO DE BIASE – La Uil Calabria vuole portare all’attenzione delle istituzioni regionali una questione di fondamentale importanza: la condizione dei caregiver familiari. I caregiver, che si occupano quotidianamente dell’assistenza a familiari non autosufficienti, anziani, malati cronici o disabili, rappresentano una parte essenziale del nostro sistema di welfare.

La Calabria è una delle regioni con il più alto tasso di popolazione anziana, con una rete di servizi sociali e sanitari pubblici carente e una medicina del territorio che non decolla. In molte aree, i caregiver familiari sono l’unico vero sostegno per le persone non autosufficienti, supplendo a una carenza cronica di servizi pubblici. Nonostante il loro ruolo cruciale, i caregiver affrontano gravi difficoltà.

Intanto, in Calabria si avverte la necessità di dare concretezza alla regolamentazione specifica che, dopo il varo all’inizio del 2024, riconosce il lavoro dei caregiver familiari. Ci chiediamo se gli incentivi economici previsti dalla norma siamo già stati messi a disposizione dei 214 mila caregiver calabresi.

È importante ricordare, poi, che l’impegno del caregiver non è solo fisico, ma anche psicologico. Senza un sistema di supporto adeguato, i caregiver si trovano spesso ad affrontare situazioni di stress e isolamento.

Molti caregiver si trovano a dover gestire patologie complesse senza avere una preparazione adeguata o un supporto professionale. La formazione è scarsa, rendendo la gestione dell’assistenza ancora più difficile e rischiosa.

Alla luce di queste problematiche, vogliamo proporre alla Regione una serie di interventi urgenti volti a migliorare le condizioni di vita dei caregiver e a garantire un’assistenza adeguata alle persone non autosufficienti.

Come primo passo, dunque, la Regione Calabria dovrebbe attivarsi per un riconoscimento di contributi figurativi ai fini pensionistici, affinché il tempo dedicato alla cura non venga penalizzato nel calcolo della pensione futura, dopo aver riconosciuto formalmente il loro lavoro di donatori di cura.

Chiediamo, poi, la destinazione dei finanziamenti previsti dal Fondo per il sostegno del ruolo di cura ed assistenza del caregiver familiare che, sfruttando circa 850 mila euro messo a disposizione dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, da destinare alla copertura di: sostegni economici diretti per le famiglie con anziani o disabili non autosufficienti e servizi di assistenza domiciliare per alleggerire il carico di lavoro dei caregiver, garantendo momenti di sollievo e permettendo loro di prendersi cura della propria salute.

La Regione deve investire nell’espansione e nel potenziamento dei servizi di Assistenza domiciliare integrata, garantendo: maggiore accesso a professionisti sanitari a domicilio, in modo da supportare i caregiver nella gestione di malattie croniche e nella somministrazione di terapie; servizi di sollievo, che prevedano l’intervento di assistenti sociali o operatori sociosanitari per alcune ore al giorno o alla settimana, in modo da permettere ai caregiver di avere del tempo libero per sé.

Chiediamo l’istituzione di un programma regionale di formazione gratuita per i caregiver, che possa fornire loro le competenze necessarie per affrontare con maggiore sicurezza e competenza la gestione quotidiana dell’assistenza. Questi corsi dovrebbero riguardare aspetti pratici, psicologici e sanitari, offrendo anche strumenti per gestire lo stress emotivo che spesso accompagna il lavoro di cura.

La Uil Calabria propone l’istituzione di centri di supporto psicologico per i caregiver, con la creazione di una rete di servizi di ascolto e di gruppi di auto-aiuto. È essenziale fornire supporto emotivo ai caregiver, che spesso affrontano situazioni di solitudine e stress cronico.

Infine, è importante che la Regione promuova accordi con le aziende per facilitare i caregiver che lavorano. Proponiamo l’introduzione di: orari di lavoro flessibili o forme di telelavoro per permettere ai caregiver di conciliare il lavoro con i compiti di assistenza e congedi retribuiti per i caregiver, in modo che possano affrontare periodi particolarmente difficili senza dover subire penalizzazioni economiche.

La condizione dei caregiver in Calabria non può più essere ignorata. Questi cittadini svolgono un compito fondamentale, spesso in silenzio e con sacrifici personali enormi, ma non possono e non devono essere lasciati soli. La Uil Calabria si fa portavoce delle loro esigenze e chiede alla Regione di attuare misure concrete che migliorino la loro qualità della vita e che garantiscano un’assistenza dignitosa e adeguata alle persone non autosufficienti.

La riforma del welfare regionale deve passare anche da qui: dal riconoscimento e dal sostegno a chi si prende cura dei più fragili. La Uil Calabria continuerà a vigilare e a sostenere tutte le azioni necessarie per tutelare i diritti dei caregiver e delle loro famiglie. (ms e fdb)

[Mariaelena Senese e Francesco De Biase sono rispettivamente segretaria generale Uil Calabria e segretario generale Uil Pensionati Calabria]

De Biase (UIlpensionati): Dare forma a provvidenze previste nella legge su non autosufficienza

«In Calabria, nello specifico, c’è bisogno di dare forma concretamente alle provvidenze previste nella legge sulla non autosufficienza». È quanto ha dichiarato Francesco De Biase, segretario generale di UilPensionati Calabria, sottolineando come «se non fossero stati tagliati i fondi alla sanità oggi non dovremmo fare i conti con un sistema impazzito che allarga i divari di cittadinanza».

«L’Italia invecchia e la Calabria è una di quelle regioni che spinge in alto l’asticella dell’età anagrafica – ha ricordato –. Nella nostra regione il 35,4% della popolazione regionale supera i 54 anni di età. Questo debito demografico finirà, inevitabilmente, per pesare sul futuro economico e sociale della nostra regione. Cosa fare dunque? Intanto, bisogna sostenere le pensionate ed i pensionati calabresi».

«Per fare ciò, come sostenuto dal nostro Segretario generale Carmelo Barbagallo, è necessario agire affinché il taglio del cuneo fiscale riguardi anche le pensioni, che sono le più tassate d’Europa – ha proseguito –. Per restituire potere d’acquisto ai pensionati, è necessario inoltre adottare un meccanismo più equo di rivalutazione delle pensioni, soprattutto a fronte dell’inflazione galoppante».

«In un’ottica più generale, invece – ha detto ancora – occorre separare la spesa assistenziale da quella previdenziale, per dimostrare finalmente che la spesa previdenziale è sostenibile e perfettamente in linea con la media europea. È necessario, ancora, agire contro il taglio della rivalutazione. Gli effetti di un nuovo taglio sulla rivalutazione sarebbero devastanti. Si tratta, come ha spiegato il nostro Segretario generale, di affamare la classe media, in particolare 4 milioni di pensionate e pensionati, già messi in ginocchio dal mancato adeguamento dell’anno scorso».

«La Uil Pensionati nazionale ha deciso, in raccordo con la Uil – ha annunciato – di presentare alcune cause pilota, il tutto ovviamente a nostre spese. Il nostro obiettivo è ottenere la pronuncia della Corte costituzionale sulla illegittimità costituzionale dell’articolo della Legge di bilancio che ha tagliato la rivalutazione».

«Una delle nostre proposte, poi – ha detto ancora –  è quella di istituire un Servizio civile di anziani attivi in modo da consentire alle persone anziane che possono e lo desiderano di svolgere attività a loro gradite, ovviamente con un orario flessibile. Un altro nostro impegno, infine, è rivolto anche alle pensioni di importo più basso, per le quali ad esempio chiediamo l’ampliamento della quattordicesima e l’incremento delle somme per chi già la riceve e una significativa riduzione delle tasse». (rcz)

Uil Pensionati Calabria: La Regione si doti degli anticorpi monoclonali

Alfonso Cirasa, segretario regionale della Uil Pensionati Calabria ha chiesto che «la Calabria deve dotarsi di strumenti salvavita quali sono gli anticorpi monoclonali, e deve farlo bruciando le tappe».

Per la Uilp Calabria, che da mesi si batte per dotare il Servizio sanitario regionale di questa arma in più nella lotta al Covid-19, ogni tentennamento da parte della politica regionale potrebbe trasformarsi in un danno irreparabile per il già debole tessuto sociale calabrese, per la sanità regionale che registra grosse difficoltà nella tenuta delle strutture ospedaliere che, da un anno, hanno le terapie intensive sature e sono costrette a fare i conti con una carenza di posti letto e di personale medico e infermieristico utili per fronteggiare senza timori reverenziali un nemico subdolo e pericoloso. 

«Il tempo – si legge in una nota – è la variabile determinante, la variabile più importante, in questa delicata fase storica. E di tempo, sino ad oggi, in Calabria – una regione che ancora deve dotarsi di un suo piano vaccinale, dove vengono vaccinati amici e compari, dove gli anziani sono costretti ad estenuanti file all’addiaccio prima di vedersi riconosciuto il diritto al vaccino, se ne è perso davvero tanto, nel silenzio indifferente della politica più tesa a risolvere rebus elettorali che a dare risposta alle problematiche dei suoi concittadini». (rcz)

 

Uil Pensionati Calabria: La Calabria deve dotarsi al più presto degli anticorpi monoclonali

Alfonso Cirasa, segretario generale della Uil Pensionati Calabria, ha espresso soddisfazione per l’autorizzazione che l’Aifa ha dato sull’utilizzo degli anticorpi monoclonali delle case farmaceutiche  americane “Eli Lilly” e “Regeneron” nella lotta al Coronavirus e ha sottolineato che «Le istituzioni che governano la cosa pubblica calabrese devono dotarsi, nel più breve tempo possibile, di questo presidio sanitario anti Coronavirus».

«La decisione dell’Agenzia italiana del farmaco – ha detto Alfonso Cirasa – ci fa ben sperare e, ancora una volta, ci porta a ribadire che sia indubbio che la Calabria abbia l’obbligo di dotarsi di questi strumenti salvavita».

Per il Segretario generale della Uil pensionati Calabria, che nei scorsi giorni aveva lanciato un appello alle istituzioni calabresi sollecitando loro un intervento tempestivo indirizzato all’acquisto di diverse dosi di anticorpi monoclonali, «appare necessario bruciare le tappe, perché dotare il Servizio sanitario regionale di questa arma contro un virus subdolo e mortale rappresenta un dovere morale verso tutti i cittadini calabresi e, in particolare, per le fasce più deboli della sua popolazione, per garantire a tutti i soggetti fragili, come possono essere i pazienti immunodepressi, la possibilità di avere rapide e concrete garanzie e vincere la battaglia contro il Covid-19».

Una battaglia difficile che secondo Alfonso Cirasa, «può essere vinta con l’uso di questi anticorpi, come ampiamente dimostrato dalla guarigione dell’ex presidente degli Stati Uniti. Questa terapia è stata utilizzata con successo allo Spallanzani, i cui sanitari hanno dimostrato, numeri alla mano, di poter ridurre l’ospedalizzazione dei soggetti contagiati dal Coronavirus. Sempre allo Spallanzani, poi, gli anticorpi monoclonali sono stati utilizzati anche su malati immunodepressi – come quelli affetti da gravi patologie tumorali o autoimmuni – con notevole successo, dimostrandosi a tutti gli effetti un presidio salvavita».

«Il Sistema sanitario nazionale – ha proseguito Cirasa – pare stia cercando di accelerare sulla dotazione di decine di migliaia di dosi di anticorpi monoclonali, alla luce anche del fatto che questo farmaco salvavita, peraltro prodotto dalla “Eli Lilly” a Latina. In attesa dei monoclonali italiani, in corso di sperimentazione, che dovrebbero essere disponibili tra qualche mese. La Calabria, quindi, non può e non deve perdere questo treno».

«Le istituzioni – ha concluso – che governano la cosa pubblica calabrese devono dotarsi, nel più breve tempo possibile, di questo presidio sanitario anti Coronavirus. Non muoversi per tempo sarebbe un errore imperdonabile, una svista inaccettabile che, come è facilmente intuibile, rischierebbe di avere pericolose ricadute sulla salute dei cittadini». (rrm)