Il presidente Mancuso: Aperta una pagina nuova con l’Unione Europa

Per il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, la missione a Bruxelles del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha aperto una «pagina nuova con l’Unione Europa, avviando utili canali di interlocuzione da cui dipendono le  soluzioni di molte delle nostre annose criticità».

«E di cui potranno giovarsi la Giunta – ha aggiunto – ma anche il Consiglio regionale e tutti gli attori dello sviluppo economico e sociale della Calabria. L’appena conclusa missione del presidente Occhiuto a Bruxelles, e gli importanti incontri che ha avuto, (in particolare con la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola), dimostrano che, grazie al suo dinamismo, la Calabria si sta lasciando alle spalle decenni di disattenzione verso le Istituzioni di Bruxelles e Strasburgo».

Per il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, l’esito degli incontri del presidente Occhiuto a Bruxelles costituisce  «un sostanziale passo avanti, per superare l’isolamento della Calabria e porla all’attenzione dell’Europa. Con l’obiettivo di internazionalizzare i suoi punti di forza e il suo patrimonio millenario di cultura e natura».

«A Bruxelles abbiamo, finalmente – ha proseguito – una sede della Regione, operativa e funzionale, che ci potrà consentire scambi di informazione e approfondimenti sui tanti dossier aperti, cui sono legate le speranze di rilancio del nostro sistema imprenditoriale e i  progetti di vita di tantissimi calabresi. In più,  va dato atto al presidente Occhiuto di avere inserito le progettualità della Calabria in una visione ampia. Che include  l’obiettivo ambizioso di trasformare i flussi migratori del Mediterraneo in piattaforme di relazionalità, in una logica di riequilibrio e di multipolarità degli assi verso l’Oriente e verso il Sud del mondo».

«La Calabria, per la sua strategica posizione geopolitica – ha proseguito – offre la propria disponibilità a cooperare nelle sfide del  Mediterraneo, inteso anche come un’ opportunità per la crescita del Paese in un’Europa a cui è richiesto di svolgere, nei sommovimenti geopolitici globali, un ruolo più incisivo».

«Anche per queste ragioni – ha concluso il presidente Mancuso – è  condivisibile e va sostenuta, la proposta di una Macroregione del Mediterraneo, contenuta nel  documento programmatico redatto dalla  ‘Commissione Intermediterranea delle Regioni Marittime Periferiche’ che raggruppa 40 Regioni e di cui l’on. Occhiuto è presidente». (rrc)

PONTE, SOLO L’EUROPA LO VUOLE DAVVERO
MENTRE IN ITALIA SI PERDE SOLO TEMPO

di ERCOLE INCALZA – In un Paese industrialmente avanzato, o meglio, in un Paese civile avremmo letto sicuramente, dopo due settimane di mancata ratifica di un Decreto Legge sul Ponte sullo Stretto di Messina, le dichiarazioni che riporto di seguito:

Cgil, Cisl e Uil: «Le Organizzazioni sindacali denunciano la inconcepibile attesa sulla ratifica del Decreto Legge sul Ponte sullo Stretto e non riescono a capire come mai un’opera così essenziale e determinante per la crescita del Mezzogiorno e dell’intero Paese sia ancora schiava delle assurde logiche di potere. Il Governo sa che ogni anno l’assenza di questa opera produce un danno al Prodotto Interno Lordo della Sicilia di oltre 6 miliardi di euro e alla Regione Calabria una quota stimata, sempre sul Pil, pari a circa 2 miliardi di euro. È solo assurdo ed inconcepibile che di fronte a questi dati il Governo perseveri in un comportamento che aveva caratterizzato la intera passata Legislatura».

Confindustria: «La Confindustria dopo una apposita assemblea dell’intero gruppo direttivo denuncia l’assurdo comportamento del Governo nel non dare compiutezza al Decreto Legge sul Ponte. Un comportamento che ancora una volta denuncia una crisi interna all’attuale maggioranza, una crisi che non danneggia due limitate realtà territoriali ma la crescita e lo sviluppo dell’intero Paese. La mancata conclusione dell’iter approvativo della norma mette in crisi il Programma che il Governo ha varato in occasione del suo insediamento».

Le Regioni del Mezzogiorno: «Le Regioni del Mezzogiorno, riunite in Conferenza Stato Regioni, hanno denunciato e definito irresponsabile il comportamento del Governo nella mancata conclusione dell’iter approvativo del Decreto Legge sul Ponte sullo Stretto di Messina. Per questo motivo le Regioni del Mezzogiorno, di intesa con tutte le Regioni del Paese, hanno deciso di non partecipare alle riunioni della Conferenza Stato Regioni fino a quando non sarà portato a compimento l’iter approvativo del Decreto Legge. Questa decisone, precisano le otto Regioni del Sud, mette in crisi l’approvazione del Documento di Economia e Finanza (Def) e di tutti gli atti legati all’attuazione dei Programmi supportati dal Fondo di Sviluppo e Coesione».

Potrei continuare ad elencare i possibili comunicati, le possibili denunce che in un Paese civile avremmo dovuto leggere; potrei continuare ad elencare, ad esempio, i possibili comunicati della Confcommercio, della Conftrasporto, dell’Anci, dell’Upi, dell’Anci, ecc., ma, purtroppo, esclusa la bellissima dichiarazione della Commissaria ai Trasporti della Unione Europea Adina Ioana Valean che ha definito l’infrastruttura un “progetto molto importante non solo per Reggio e Messina, ma per il Nord e il Mediterraneo e che la Commissione Europea sarebbe “onorata” di aiutare concretamente l’Italia nell’avvio del Ponte sullo Stretto”, e le dichiarazioni sia del Presidente della Regione Sicilia Schifani che della Regione Calabria Occhiuto, non ho trovato nulla; in realtà è davvero penoso ma il Ponte, insisto fino alla noia, ormai è voluto solo dalla Unione Europea, è una scelta apprezzata e ritenuta urgente solo, ripeto, dalla Commissaria Adina Ioana Valean.

D’altra parte l’opera fu inserita nelle Reti Trans European Network (Ten – T) solo grazie al convinto riconoscimento da parte del Commissario europeo Karel Van Miert che pronunciò la famosa frase: «Abbiamo collegato Malmö con Copenaghen, abbiamo collegato realtà con 5 milioni di abitanti con realtà con 4 milioni di abitanti e sarebbe assurdo non collegare realtà con 5 milioni di abitanti con una realtà di 55 milioni di abitanti».

E noi italiani, invece, da diretti interessati, continuiamo ormai ad assistere, quanto meno, non a delle tipiche masturbazioni di “tecnici esperti del nulla” ma alla presenza di qualche “manina” ben addestrata che cerca di incrinare ancora una volta una scelta che ormai stava per diventare possibile e concreta.

Il sindacato, la Confindustria, le Regioni se non capiscono questo, se non si rendono conto che il fallimento di una simile decisione produce, automaticamente, un danno all’intero sistema economico e, soprattutto, mettendo in crisi la credibilità del Governo, rende difficile la intera evoluzione programmatica dell’attuale maggioranza.

Lo so noi abbiamo, giustamente, avuto tanta paura della ultima pandemia, forse però abbiamo sottovalutato un’altra pandemia che ha incrinato la nostra intelligenza; l’unica speranza di trovare quanto prima un vaccino capace di evitare che questa grave forma epidemica diventi irreversibile. (ei)

A Bruxelles amministratori calabresi a confronto sulle potenzialità offerte dall’Unione Europea

Quello che si è svolto a Bruxelles è stato un importante appuntamento istituzionale, dove una nutrita rappresentanza di amministratori locali si sono confrontati per discutere delle potenzialità offerte dall’Unione Europea.

Una tavola rotonda dal titolo Opportunità di finanziamento europei per la Regione Calabria, organizzato dall’europarlamentare Denis Nesci, e a cui ha preso parte anche il consigliere regionale Antonio Montuoro, presidente della Prima Commissione Consiliare Bilancio.

«Si è trattato di un momento di approfondimento e confronto sulle tante opportunità che l’Europa offre in termini di programmazione e fondi strutturali. Uno sforzo comune da approfondire a tutti i livelli per cercare di cambiare il volto della nostra regione attraverso importanti come quelli che l’Unione europea mette a disposizione», ha affermato Montuoro ringraziando l’on. Nesci per l’invito e augurando buon lavoro all’europarlamentare che «saprà essere strumento di raccordo tra il territorio e le opportunità offerte dall’Unione europea».

«La Commissione europea ha dato il via libera definitivo al Por Calabria 21/27 proprio qualche giorno fa – ha sottolineato ancora il presidente della commissione consiliare Bilancio –. Il primo programma plurifondo approvato in Italia. Parliamo di uno strumento finanziario di circa 3 miliardi e 700 milioni, compreso il Piano operativo complementare: la sfida della Regione Calabria sarà quella di pianificare al meglio queste risorse, al fine di rispondere alle diverse esigenze del territorio».

Una Europa al servizio dei territori, insomma. «È questo quello che chiedono i cittadini – ha rimarcato Montuoro – soprattutto in un contesto id grandi crisi come quella che stiamo attraversando. E soprattutto per una regione come la Calabria dove restano deficitari la maggior parte degli indicatori economici: la capacità di saper rispondere alle emergenze che interessano famiglie e imprese, dipenderà dalla qualità della spesa dei fondi e dalla conseguente competenza della programmazione europea: siamo già al lavoro per non perdere l’ultimo treno e garantire un futuro migliore alla Calabria e ai Calabresi». (rrm)

INNOVAZIONE, CALABRIA RESTA INDIETRO
SECONDO LA UE PERFORMANCE MODERATE

di DOMENICO ROSITANO – È stato pubblicato, da qualche giorno, il Regional Innovation Scoreboard 2021 della Commissione Europea, che mette a confronto la performance innovativa delle 240 regioni europee.

Sulla base dell’indice sintetico dei 21 indicatori considerati, le 240 regioni europee vengono classificate in quattro diversi gruppi di performance: 38 regioni “leader” dell’innovazione (performance >125% alla media europea), 67 “forti” innovatori (100–125%), 68 “moderati” innovatori (70–100%) e 67 “emergenti” innovatori (<70%).

In generale l’incide sintetico di performance è in crescita segnando un + 12,5%, con una dinamica positiva diffusa a tutti i Paesi (l’Italia è uno dei paesi a maggior tasso di crescita, intorno al +25%) e con una convergenza crescente nei differenziali di performance regionali.

Tuttavia la top 5 delle regioni più innovative vede in cima Stoccolma (Svezia), seguita da Etela-Suomi (Finlandia), Oberbayern (Germania), Hovedstaden (Danimarca), Zurigo (Svizzera).

L’Italia è un innovatore “moderato”, con quasi tutte le regioni in forte avanzamento rispetto al 2014, ma con differenze nei livelli di innovazione ancora elevati. La prima regione italiana è l’Emilia Romagna, seguita da Provincia Autonoma di Trento e Friuli Venezia Giulia. Nelle ultime posizioni troviamo la Calabria e Valle d’Aosta.

La Calabria si colloca al 174esimo posto, ma pur migliorando la sua performance rispetto alla precedente edizione del 2019 e guadagnando 24 posizioni, viene comunque declassata dalla Commissione Europea ed inserita tra le regioni “Emerging Innovator”. Questo è dovuto essenzialmente ad una crescita di innovazione relativamente più bassa rispetto alle altre regione europee ed a nuovi indicatori aggiuntivi che le fanno perdere l’etichetta di “Moderate Innovator” come ad esempio la Campania e la Puglia.

Una prima tabella che fornisce indicazioni interessanti è quella che mostra le differenze strutturali tra la Calabria (ITF6), l’Italia e l’Europa.

Ad esempio l’occupazione in agricoltura è sopra la media europea, ma l’occupazione nel settore manifatturiero è fortemente più bassa così come lo è il reddito pro capite che è circa il 50% al di sotto del resto d’Europa.

Possiamo notare come, ad esempio, nel corso dell’ultimo anno i punti di forza sono stati nei processi di innovazione aziendale, nella vendita di prodotti innovativi e nella spesa non legata a Ricerca & Sviluppo, mentre i punti di debolezza sono legati proprio alla spesa in Ricerca & Sviluppo sia nel settore pubblico che privato, ma anche nell’impiego di specialisti dell’ICT e nel deposito di brevetti.

Indicazioni in controtendenza su quanto si era cominciato a fare nella precedente programmazione Por 2014/2020 fortemente orientata all’innovazione, ma che ha visto le sue direttrici snaturate negli ultimi anni.

Indicazioni che appaiono comunque utili nella definizione del nuovo POR Calabria 2021/2027 che potrebbe essere l’ultimo treno per la nostra regione. (dr)

SI PREPARA UN NUOVO SCIPPO PER IL SUD:
DEVIATI 73 MILIARDI DEL RECOVERY FUND

Quello che si preannuncia è l’ennesimo scippo al Sud. Le risorse del Recovery Fund destinate al Sud, che ammontano a 73 miliardi, rischiano di essere dirottate al Centro-Nord. È l’allarme lanciato dal Movimento 24 Agosto di Pino Aprile e ripreso dal leader de La Calabria che vogliamo, Giuseppe Nucera, il quale ha ribadito che «saremo vigili e decisi a chiamarvi alla mobilitazione e scendere in piazza per difendere i nostri soldi».

Questa settimana si deciderà il futuro del Mezzogiorno. «Purtroppo – si legge in una nota dei due Movimenti –, ancora una volta, il Parlamento sottrarrà al Sud 73 miliardi di euro dei fondi del Recovery Fund destinandoli al Centro-Nord, senza tenere conto dei criteri di ripartizione che la Commissione Europea ha stabilito per gli Stati membri.

Lo spiega in poche parole il Movimento 24 Agosto Equità territoriale che fa capo allo scrittore e giornalista Pino Aprile, il quale da anni con i suoi libri si batte contro il divario nord-sud e il “saccheggio” delle ricchezze da parte del Nord ricco e opulento ai danni del Sud “povero e disperato”. La Commissione Europea con il Next Generation EU (comunemente chiamato Recovery Fund) ha stanziato in totale 750 miliardi per superare la crisi economica derivante dalla pandemia (per affrontare la crisi finanzaria e non per ripagare delle vittime della pandemia).

Nella ripartizione dei 750 miliardi di euro tra gli Stati membri l’Unione Europea ha definito tre criteri:

1) Popolazione

2) Reddito pro-capite

3) Tasso medio di disoccupazione negli ultimi 5 anni

In base a questi criteri all’Italia sono stati attribuiti 209 miliardi di euro (la fetta più importante dell’ammontare totale).

«Nello specifico – afferma il documento del Movimento 24 agosto –, se il criterio fosse stato soltanto quello della popolazione l’Italia avrebbe ricevuto soltanto 97,5 miliardi di euro. Tutto il resto (111.5 miliardi di euro) è stato attribuito all’Italia perché il Mezzogiorno ha un reddito pro-capite medio di 17 mila euro rispetto ai 33 mila del Centro-Nord, e un tasso di disoccupazione del 17% rispetto al 7,6% del Centro-Nord. Se le risorse del Recovery Fund assegnate all’Italia sono ben maggiori rispetto al solo criterio della popolazione (più del doppio) lo si deve assolutamente alle condizioni economiche della popolazione del Mezzogiorno, per cui sembra ovvio che il 70% delle risorse complessive (calcolato in base ai tre criteri sopraccitati) debba andare al Mezzogiorno».

«Purtroppo – secondo la nota di M24-ET rilanciata da La Calabria che vogliamo –, questa ovvietà non è così per il Governo nazionale e per alcuni esponenti di rilievo del partito democratico che vogliono assegnare al Mezzogiorno il 34% delle risorse (e c’è pure andata bene!!). Da parte nostra faremo il possibile affinché siano informati tutti i 20 milioni di cittadini del Mezzogiorno e tutti i parlamentari del Sud che ancora non sanno che assistiamo all’ennesima rapina ai nostri danni, dopo quella che dura da vent’anni e che ci ruba 61 miliardi all’anno con il criterio della spesa storica. Partiremo con mail bombing e azioni mirate ad informare il maggior numero di persone possibile. E daremo conto ai cittadini dei lavori parlamentari.

 E se il governo non correggesse i criteri, chiederemo all’Unione Europea di non inviare all’Italia risorse che invece di ridurre le disuguaglianze, le aumentano».

Inoltre – secondo il Movimento di Pino Aprile –, appare necessario applicare, con eventuali aggiustamenti, il criterio di riparto tra i Paesi previsto per le sovvenzioni dal Dispositivo di ripresa e resilienza (popolazione, PIL pro capite e tasso di disoccupazione) anche all’interno del Paese (tra le regioni e le macro-aree), in modo da sostenere le aree economicamente svantaggiate, come indicato dalla XIV Commissione. Si tratta di una massa critica di risorse senza precedenti, la cui entità supera, in percentuale sul PIL nazionale, quella dell’internvento straordinario per il Mezzogiorno, il che rende evidente il fatto che siamo di fronte a un’occasione storica, probabilmente unica e irripetibile, per consentire al Mezzogiorno di colmare il divario rispetto alle zone più sviluppate del Paese». (rrm)

Il futuro della Calabria: una regione che cambia ha bisogno del confronto

È stata una due giorni densa, piena di incontri e di interventi di amministratori regionali e locali, per portare avanti proposte e idee per il futuro della regione. Lo slogan “Il futuro è Calabria” poteva apparire banale, ma in realtà racchiude il senso di questo meeting che aveva l’obiettivo di mettere a confronto il partenariato economico e sociale con la progettualità che si vuole portare avanti nell’ottica della programmazione comunitaria 2021-2027.

I lavori sono stati coordinati dai sette Assessori della Giunta Regionale che, al termine dei lavori, non hanno mancato di esprimere la loro soddisfazione per il livello delle discussioni avviate e, soprattutto, non hanno mancato di ringraziare tutti i partecipanti per l’impegno profuso nello svolgimento dei lavori

Elemento unanime è stato l’apprezzamento per l’iniziativa, per il metodo proposto e per l’attenzione mostrata verso gli attori del partenariato.

Anche il Presidente della Giunta Regionale Jole Santelli nel chiudere i lavori di questa due giorni ha evidenziato come «il messaggio di questi due giorni di lavoro è il senso di una Calabria che cambia, che si riconosce, si confronta. Lo fa con spirito costruttivo, consapevole che ogni strada da percorrere è irta e accidentata, ed è per questo che la “via della solitudine” non deve esserci, altrimenti ogni salita sarà infinita, ogni buca sulla via sarà insuperabile. Oggi abbiamo detto basta alla “via della solitudine”, abbiamo scelto la ‘via dello stare insieme’. Così ogni salita, seppure dura, potrà essere scalata, e nessuna buca sarà tanto profonda da non consentirci di superarla. Allora io di questi due giorni di lavoro prendo tutto: prendo la convinzione che la Calabria vuole fare il suo programma, prendo la certezza che cento mani saranno la nostra forza, una forza vera per dire che …il futuro è Calabria». (rcz)

La UE sblocca i pagamenti del Por Calabria 2014/2020: arrivano 131 milioni di euro

Una buona notizia per la Calabria: la Commissione Europea ha revocato il blocco dei pagamenti sul POR Calabria FESR/FSE 2014-2020 (131 milioni), che stato deciso a seguito delle indagini sull’irregolarità di alcuni progetti presentati (vedi Calabria.Live del 4 ottobre scorso).

È un risultato atteso ma che oggi fa chiarezza e conferma la trasparenza delle procedure attuate dalla Regione Calabria nelle spesa dei finanziamenti europei. Un risultato di estrema importanza per la Calabria, non solo per la possibilità di veder onorate le richieste di pagamento intermedio degli ultimi 12 mesi, ma anche perché, come si afferma nella nota della UE, si dà anche atto alla Regione Calabria di aver posto in essere tutte quelle misure necessarie per poter assolvere in modo soddisfacente tutte le condizioni avanzate dalla Commissione al fine di procedere alla revoca dell’interruzione.

Nel corso di questi mesi, l’Autorità di Gestione del Programma ha avviato una serie di misure per migliorare e prevenire carenze ed irregolarità nei sistemi di gestione esistenti. Particolare attenzione, come richiesto dalla Commissione, è stata riservata al rafforzamento dei sistemi di gestione e controllo nonché alla ripetizione delle verifiche su 152 progetti, per i quali si è proceduto a ricontrollare sia la documentazione amministrativa che l’effettiva realizzazione delle opere attraverso verifiche in loco sul 100% dei progetti presi in esame. Tali interventi sono stati anche oggetto di apposite verifiche da parte dell’Autorità di Audit, che ha profuso uno sforzo significativo al fine di espletare le attività nei tempi previsti.Si è proceduto inoltre al rafforzamento amministrativo del Dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici e Mobilità, con l’incremento delle risorse umane dedicate all’attuazione dei progetti, al potenziamento delle strutture deputate al controllo di I livello con l’incremento delle risorse professionali e l’identificazione di profili mirati alla prevenzione delle irregolarità.I risultati e le evidenze del lavoro svolto, oltre che apprezzati dagli organi di Bruxelles, sono stati rielaborati per alcuni ambiti, in schede informative a livello di singolo intervento oggi rese accessibili a tutti i cittadini sul portale CalabriaEuropa.

La Regione, nelle prossime settimane, completerà gli ulteriori adempimenti richiesti. E tuttavia, la decisione assunta dalla Commissione Europea è  la conferma sulla validità del lavoro svolto e la riprova che la Regione Calabria sta percorrendo una giusta direzione. «Esprimo la mia piena soddisfazione – ha commentato il Presidente Mario Oliverio –  per la piena conferma della correttezza e efficacia nella gestione dei finanziamenti e dei progetti del POR. D’altronde la regione Calabria in questi anni ha dimostrato di riuscire ad ottenere importanti risultati sulla gestione dei fondi strutturali, essendo in grado di raggiungere con anticipo i target di spesa e, da ultimo, riuscendo a conseguire, come indicato nella decisione della Commissione C(2019) 6200  del 20 agosto 2019, la riserva di una premialità grazie alle ottime performance del programma. Una premialità che vale per la Regione Calabria ben 142,7 milioni di euro.Questo importante risultato si tradurrà in ulteriori benefici  nei settori di intervento più sensibili per la comunità calabrese: il sostegno alle imprese, la trasformazione digitale, la mobilità sostenibile, la prevenzione dei rischi, le politiche per il lavoro, l’istruzione e la ricerca». (rrm)