Usb Calabria: A San Vito sullo Ionio contro «l’eolico selvaggio»

Domani, a San Vito sullo Ionio, è in programma una manifestazione pubblica per dire no all’eolico selvaggio, indetta da Usb Calabria.

Una manifestazione indetta «perché non si può barattare il futuro con un piatto di lenticchie, come sembra si stia facendo per la nostra terra», spiega in una nota Usb Calabria.

«È passato quasi un anno – viene spiegato in una nota – da quando il Presidente della Giunta regionale Roberto Occhiuto, dopo un incontro romano con i vertici della triplice della concertazione, annunciava pomposamente la “vertenza Calabria”, una serie di proposte da presentare al Governo nazionale, allora ancora presieduto da Draghi, su infrastrutture, investimenti e assunzioni nella nostra regione».

«Da allora – continua la nota – si sono succeduti gli incontri tra Occhiuto e la triplice, favorendo così la irrealistica narrazione di una Giunta che ascolta le istanze dei lavoratori, e si continua a parlare di “vertenza Calabria”. Eppure, nonostante l’avvicendamento con il nuovo Governo Meloni ancor più vicino alla maggioranza regionale, quello che si sta preparando per la nostra regione dovrebbe far accapponare la pelle a chiunque abbia un minimo di amore per questa terra. Invece non solo non c’è il minimo contrappunto, ma addirittura si applaude come la migliore e più fedele claque».

«Basterebbe citare il ddl Calderoli e il progetto di autonomia differenziata, spacciato come occasione per la Calabria – si legge – come spinta a un’ulteriore assunzione di responsabilità, ma che per questa organizzazione sindacale rappresenta una riforma ingiusta, che creerà ulteriori disparità rispetto a quelle già esistenti e che condanna il Meridione a una situazione di persistente inferiorità. Altro che competitività! Ci vogliono portare a giocare una partita truccata, svendendo la nostra regione per cosa poi?».

«Salvini, il ministro delle infrastrutture fantasiose – dice Usb Calabria –, annuncia il rilancio del progetto del ponte sullo Stretto. Dopo essere andato addirittura in Svezia, a spese degli italiani, a prendere spunto da un ponte, la cui campata più lunga è di 490m, per sostenere così la fattibilità di uno la cui campata dovrebbe essere di 3200m. Riapriamo i rubinetti della Stretto di Messina SpA, anche con i soldi dei calabresi, per riavviare la progettazione infinita, con tanti ringraziamenti da parte di amici e compari».

«Altro cavallo di battaglia del nostro Presidente è il rigassificatore di Gioia Tauro – spiega ancora la nota – un’opera bocciata più volte in passato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici a causa della pericolosità un impianto a rischio di incidente rilevante da costruire in un’area altamente sismica. Ma come spesso succede gli interessi economici superano la razionalità e probabilmente ce lo ritroveremo nel Piano degli investimenti energetici. Così non compreremo più il gas dalla Russia, colpevole di occupare con una maledetta guerra territori di un paese altro, e ci riforniremo a un prezzo maggiore da paesi come Israele, che da decenni occupano con la violenza territori altrui e che addirittura hanno proclamato la propria capitale in territorio occupato».

«Sono alcuni esempi a dimostrare l’enorme distanza tra la narrazione e la concretezza – conclude la nota – la stessa distanza che sta tra il green di certe proposte e il brown sotto cui ci ritroveremo fino al collo, trasformando le enormi possibilità date dalle energie rinnovabili, realizzando sistemi diffusi e a favore delle comunità, in business per privati, realizzando grandi impianti a discapito dei territori». (rcz)Imposta immagine in evidenza

Usb Calabria: A rischio il diritto all’istruzione in Calabria

Usb Calabria ha denunciato come «in Calabria sia in atto un nuovo metodo di interpretazione delle  norme: quello personale, atto allo scopo che si vuole raggiungere che è quello di non nominare i supplenti temporanei sia docenti che Ata».

Una interpretazione che viene fatta anche quando «si è di fronte “a necessità obiettive non procrastinabili, improrogabili e non  diversamente rimediabili” (nota MIUR 2116/2015), casi in cui è possibile nominare  il collaboratore scolastico anche dal primo giorno di assenza del titolare. In tutti i casi in cui le suddette soluzioni normative (supplenze fino a15 giorni) non si rivelano idonee a sopperire alla sostituzione dei docenti assenti, al fine  primario di non incorrere in una sospensione della didattica nei riguardi degli  allievi interessati, i dirigenti scolastici possono provvedere, per periodi di assenza  anche inferiori a 15 giorni, alla nomina di personale supplente temporaneo.” (Nota  MIUR 14991/2009)».

Quando «non si è nella condizione – si legge nella nota – di “garantire ed assicurare il prioritario obiettivo del  diritto allo studio e della piena funzionalità delle attività didattiche in caso di assenza  temporanea del personale docente.” (Nota MIUR 9839/2010) “… possono  nominare supplenti nel caso di assenza del titolare per periodi inferiori a 5 giorni  nella scuola primaria, come previsto dall’art. 28, c. 5 del Ccnl e a 15 giorni nella  scuola secondaria, fermo restando quanto previsto in merito alla procedura  semplificata per la nomina del supplente nella scuola dell’infanzia e primaria per  assenze fino a 10 giorni… Appare opportuno richiamare l’attenzione  sull’opportunità di non ricorrere alla sostituzione dei docenti assenti con personale in servizio su posti di sostegno, salvo casi eccezionali non altrimenti risolvibili».

«Questa “forzata” interpretazione continua – si legge –. Utilizzando “La soluzione organizzativa di accorpare le classi in caso di assenze  brevi del personale docente; … ciò non solo non è previsto da alcun regolamento,  ma costituisce di fatto, sia pure in via temporanea, una modifica dell’organico  non autorizzata, la costituzione di pluriclassi e la violazione di qualsiasi  norma di sicurezza.” (Nota7934 /20210 Usr Basilicata). Utilizzando “ Il personale docente assegnato su posti di sostegno viene  impiegato per l’effettuazione di supplenze in sostituzione di colleghi assenti dal  servizio, della propria o di altre classi. …Tale situazione, ove rispondente a verità,  non appare uniformata a criteri di regolarità, tenuto conto che finisce per  distogliere l’insegnante di sostegno dal proprio compito istituzionale».

«Utilizzando i collaboratori scolastici – si legge – per sostituire i colleghi assenti durante il proprio  orario di servizio (intensificazioni delle prestazioni) per coprire tutto il servizio  pomeridiano che la scuola offre (scuole aperte) nonostante l’organico di questo  personale sia calcolato sull’orario scolastico delle ore curriculari (tempo normale,  tempo prolungato, tempo pieno) e non per coprire tutte le attività extracurriculari e  quanto viene offerto con il servizio delle “Scuole Aperte”».

«È evidente – viene evidenziato – che in questa situazione viene meno la vigilanza e sicurezza degli alunni e  drasticamente ridotto il servizio di assistenza all’H. violando l’intesa tra Miur e le  OO.SS sulle funzioni aggiuntive del 9/11/2001: ”Vanno comunque garantite, anche  attraverso particolari forme di organizzazione del lavoro e l’impiego di funzioni aggiuntive o  l’erogazione di specifici compensi, le attività di ausilio materiale agli alunni portatori di H…ai bambini e bambine della scuola materna nell’uso dei servizi igienici e nella cura  dell’igiene personale”». 

«Dalle succitate norme – continua Usb – emerge con chiarezza che i responsabili del conferimento delle  supplenze brevi sono i Dirigenti scolastici.  A loro spettano tutte le valutazioni per garantire la continuità dell’azione amministrativa,  l’efficacia e l’efficienza del servizio scolastico, la garanzia ed il diritto allo studio degli  alunni, la piena funzionalità delle attività didattiche. Basterebbe fare un semplice controllo incrociato per ogni singola scuola (assenze del  personale al Sidi, supplenti interni ed esterni a copertura delle assenze) per verificare che il monte ore annuale curriculare è violato privando gli alunni dei loro sacrosanti diritti e  riducendo l’efficienza dell’azione amministrativa, la quale deve sempre ispirarsi al rispetto  del principio della legalità».

 Per questo l’Unione Sindacale di Base ha indetto una manifestazione pubblica per giovedì 26 gennaio, alle 10, alla sede dell’Usr Calabria e chiede al direttore generale di «ricevere, in occasione della manifestazione una delegazione sindacale insieme ad  una rappresentanza dei manifestanti». 

Il sindacato ha chiesto, inoltre, «al personale della scuola e alle famiglie di mobilitarsi, per dare il contributo dei calabresi alle richieste, a livello nazionale, della  trasformazione dell’organico di diritto in organico di fatto, della stabilizzazione del  personale precario docente e ATA, della revisione delle tabelle di calcolo dell’organico Ata (almeno un CS in più per ogni plesso diverso da quello principale, l’inserimento di  nuovi parametri relativi alle tipologie degli edifici, piani, planimetrie, laboratori, palestre, cortili e alla quantità di ore che giornalmente la scuola resta aperta». (rcz)

Usb Calabria: Rinviata firma protocollo per vaccinare nelle aziende

L’Unione Sindacale di Base Calabria ha reso noto che è stata rinviata la definizione del protocollo per consentire la vaccinazione nei luoghi di lavoro. Ciò è avvenuto al termine dell’incontro, in Cittadella regionale, tra il presidente f.f. Nino Spirlì, il commissario ad acta Guido Longo, i commissari alla Sanità, e tutte le Associazioni di categoria.

Nel corso dell’incontro, infatti, si è discusso del protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali straordinari di vaccinazione nei luoghi di lavoro, dove si è cercato di comprendere come imprese e datori di lavoro intendono collaborare, attivamente, offrendo spazi aziendali da utilizzare come veri e propri hub vaccinali.

L’Usb, dal canto suo, pur apprezzando  l’iniziativa di poter ampliare la platea dei lavoratori da vaccinare, ha posto l’accento su alcuni problemi, chiedendo «un monitoraggio dell’ondata della diffusione, anche per capire se diminuisce oppure aumenta (non vorremmo che per fare rapidamente facciamo “male”).  Soprattutto, visto che i dati odierni ci dicono che la diffusione è maggiore al chiuso, abbiamo chiesto ai “datori” come vengono allestite queste mini Hub all’interno delle strutture nei luoghi di lavoro: la sala di attesa, l’ambulatorio per i vaccini, le sale dopo vaccinazioni, il personale professionale da dove viene attinto; medici, infermieri, amministrativi…  ambulanze!».

«Considerato che il pubblico è saturo di lavoro – ha continuato Usb Calabria – e le Associazioni di volontariato non sono nemmeno vaccinate (vedi Anpas Calabria), i farmaci a chi vengono consegnati, e come vengono gestiti nei luoghi di lavoro; come vengono gestiti i soggetti fragili; ma, soprattutto, come vengono censiti i lavoratori che volontariamente decidono la vaccinazione nel posto di lavoro».

«Per ultimo – ha detto ancora Usb – abbiamo chiesto un open day vaccinale aperta a tutti nelle strutture pubbliche, senza registrazione, visto l’immagazzinamento dei vaccini non usati».

Nel corso del vertice, infatti, sono stati esaminati i dati sulla vaccinazione regionale – sulla cui piattaforma di prenotazione si è arrivati a 12 mila prenotazioni al giorno – riferisce Usb Calabria – con 10,550 vaccinazioni al giorno; dei vari hub vaccinali aperti, dei vari protocolli sottoscritti in Calabria, delle «collaborazioni che ‘faticano a funzionare’, agli ‘egoismi locali di alcuni amministratori’ che utilizzano anche la pandemia per campagna elettorale, al parametro vaccinale assegnato alla Calabria, che si attesta a 9600 al giorno e secondo i dati della regione è stato ampiamente superato, l’apertura a tutte le categorie e non più alle fasce di età,  all’arrivo dei vaccini, e soprattutto l’impegno di non bloccare la ripresa con l’arrivo della stagione estiva». (rcz)

 

Usb Calabria: non è stato rinnovato tirocinio ai tirocinanti Mibact Area 3

l’Unione Sindacale di Base Calabria lancia l’allarme: per i tirocinanti del Mibact in servizio nella cosiddetta Area 3, a cui non è stato rinnovato il tirocinio, «come è stato invece fatto per i loro colleghi delle altre due aree per i quali, oltre allo svolgimento del primo anno di attività, è stata portata avanti una trattativa che ha sancito un ulteriore protocollo di intesa per un rinnovo del tirocinio per un’altra annualità, attualmente in corso».

«Così non è stato fatto, invece – sottolinea Usb – per i tirocinanti di Area 3, a quanto pare per volontà della Regione Calabria, che in attesa di fantomatici tavoli tecnici che avrebbero dovuto trovare nuove soluzioni contrattuali, vivono in un ingiusto e insopportabile limbo. Non solo, non essendogli stato concesso il secondo anno, definito di perfezionamento, si ritrovano ad essere esclusi dall’indennità di sostegno una tantum per l’emergenza Covid – 19 a favore di soggetti coinvolti nei percorsi di politica attiva regionali».

«Il dirigente del Dipartimento lavoro della Regione Calabria, Roberto Cosentino e l’assessore Fausto Orsomarso –ha proseguito l’Usb Calabria – ignorano il problema che sta minando la stabilità di decine di famiglie. In una fase di crisi così acuta, nella quale i calabresi devono far fronte a disagi economici, sociali e sanitari appare molto grave che i tirocinanti di Area3 vengano abbandonati al loro destino. Se ci fosse la volontà politica la problematica potrebbe risolversi in poche ore».

«Come già fatto in via ufficiale – ha concluso – chiediamo alla Regione Calabria un impegno concreto che miri, nel minor tempo possibile, a risolvere la questione secondo quel principio di equità che avrebbe dovuto interessare tutti i 627 soggetti che hanno superato la manifestazione di interesse». (rrm)

I tirocinanti calabresi incontrano il ministro Provenzano: verso nuovo tavolo di confronto

L’incontro tanto atteso si è finalmente svolto: questa mattina, a Roma, una delegazione composta da sindacalisti dell’Unione Sindacale di Base e dai tirocinanti calabresi ha incontrato il ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, Giuseppe Provenzano.

Un confronto positivo, dunque, dove sono state esposte, in maniera dettagliata, le problematiche e le esigenze dei settemila tirocinanti calabresi e sottolineate «le gravi irregolarità che avvengono nell’attuazione di questo tipo di tirocini e il drammatico problema del lavoro precario in Calabria».

«Il Ministro – si legge in una nota dell’Unione sindacale di base – si è dimostrato disponibile a dar vita ad un percorso che conduca alla positiva risoluzione della vertenza. È stato assunto l’impegno, da parte ministeriale, di interessare e coinvolgere da subito gli altri ministeri competenti e la Regione Calabria, così da convocare un nuovo tavolo di confronto alla presenza di tutti gli attori istituzionali. Si è convenuto infine nella volontà di riconoscere ai lavoratori e alle lavoratrici gli anni di tirocinio formativo e le professionalità maturate».

«È stato solo un primo passo, crediamo positivo – conclude la nota – ma la strada è ancora lunga e va affrontata con determinazione mantenendo una forte attenzione sul tema e non fermando la mobilitazione». (rrm)