VIAGGI D’ISTRUZIONE, CI SONO OPERATORI
ABUSIVI CHE DANNEGGIANO LE IMPRESE

di GIOVANNI GIORDANO – Conclusa la stagione dei consueti viaggi di istruzione – in cui le agenzie di viaggio concorrono attraverso uno specifico iter selettivo, fatto di lunghe pratiche e autorizzazioni varie, dove tanta è la responsabilità, sia dal punto di vista organizzativo che economico – si scopre un contesto infestato dalla presenza di alcuni operatori abusivi.

Le istituzioni dovrebbero agire urgentemente con interventi massicci a tutela delle imprese in regola, con controlli più serrati sugli abusivi, proprio come accade per le agenzie di viaggi regolari, estremamente controllate – e aggiungiamo in qualche caso vessate – nonostante la stragrande maggioranza sia in linea con ogni obbligo amministrativo, compresa la tassa per la licenza regionale più volte stigmatizzata. Constatiamo che gli operatori dei viaggi di istruzione sono attenzionati ad ogni partenza dei gruppi scolastici dalle autorità preposte che, pur facendo il proprio giusto dovere, alle volte sembrano proprio esagerare andando alla ricerca di qualsiasi inezia tecnica, mentre un mondo di sommerso, di abusivi, di “pirati” dei viaggi continua ad aggirarsi indisturbato.
Veri e propri venditori di pacchetti turistici senza regolare licenza e regolare codice Ateco (7911), che vendono servizi anche alle scuole. Quest’ultime inconsapevoli di commettere un illecito. Ma ciò non esonera la pubblica amministrazione dalla responsabilità: ci sono “illustri” – fortunatamente pochi – istituti scolastici che non controllano i requisiti degli operatori a cui richiedono la fornitura di servizi, rispetto ad un mondo della Scuola attento e scrupoloso a non intessere rapporti con vecchi e nuovi avventurieri dei viaggi.
Tra i casi verificatisi si potrebbe far riferimento a quello dello scorso anno in provincia di Reggio Calabria: protagonisti ignari studenti di un istituto scolastico, finiti sulle pagine dei giornali perché truffati con una “crociera” venduta da un abusivo, invitato “regolarmente” dalla scuola ad organizzare il loro viaggio d’istruzione.
Siamo sicuri che sul territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria e della Calabria intera non si stiano verificando altri episodi simili nell’ambito dei viaggi di istruzione? Noi di Confapi e Maavi continuiamo a puntare i riflettori verso questi episodi.
E cosa dire dei noleggiatori di pullman? Hanno tutti la regolare licenza di noleggio con conducente (Ncc)? Andrebbe accertato che le compagnie di pullman di linea – che per tale attività percepiscono contributi pubblici – non si dedichino anche alle attività di noleggio con conducente senza gli opportuni adempimenti. Pratica, questa, che ci risulta accadere pur non essendo consentita e che quindi penalizza le imprese legalmente autorizzate al noleggio.
Confapi Turismo Calabria e Maavi chiedono – a gran voce – urgenti interventi, duri e mirati, da parte delle istituzioni verso tutti gli operatori abusivi del settore dei viaggi che inquinano il buon operato delle imprese legali e corrette. Alla fine, tutto ciò non tutela l’utente finale. (gg)
[Giovanni Giordano è Vicepresidente Nazionale Confapi Turismo e Cultura, presidente Confapi Turismo e Cultura Calabria e delegato Regionale Maavi  (Movimento Autonomo Agenzie di Viaggio Italiane]

UNA CALABRIA “SCONOSCIUTA”: È SEMPRE
MENO SUGGERITA PER LE GITE SCOLATICHE

di GUIDO LEONECon l’arrivo della primavera per molte classi delle scuole, in particolare medie e superiori, sono iniziate le partenze per il classico viaggio d’istruzione. Ci riferiamo alle gite scolastiche di più giorni, il viaggio d’istruzione per eccellenza che gli studenti ricorderanno per sempre nella loro vita.

Il viaggio d’istruzione non è solo una opportunità di divertimento, ma è soprattutto una tappa importante per la maturazione e la crescita degli alunni. Ed è per questo che organizzare un viaggio d’istruzione e scegliere la meta non è mai semplice. 

Il problema, per gli scolari di oggi, è che se ne fanno sempre meno. Le gite scolastiche, anche per le scuole reggine e calabresi, stanno diventando merce rara. La conferma giunge anche dal sondaggio, edizione 2024, effettuato da Skuola.net secondo il quale per 1 studente su 2, anche quest’anno il viaggio di istruzione con pernotto fuori probabilmente resterà un miraggio.

Al 31% di loro la scuola ha già comunicato che non si partirà, l’8% rinuncerà a titolo personale (per sua scelta o della famiglia), il 12% è in attesa di capire cosa accadrà con poche speranze residue visto che siamo già alla fine del mese. E, tra questi, una quota consistente – circa 1 su 4 – probabilmente non farà neanche la meno impegnativa escursione dalla mattina alla sera. Una situazione, questa, del tutto simile a quella rilevata l’anno scorso.

E chi non parte? Il 46% ha dovuto rinunciare a malincuore al viaggio. I motivi? Il fattore docenti è ancora quello predominante: in 4 caso su 10 sono proprio i prof a far saltare la gita, rifiutandosi di accompagnare le classi. Nel 17% dei casi ci sono questioni disciplinari alla base dello stop delle partenze. I motivi economici si aggiungono ,poi, a quelli legati alle paure del terrorismo.

Per una fetta consistente di loro (il 12%) la rinuncia è dovuta alle difficoltà economiche della famiglia, che non può permettersi di pagare la quota. Caro – prezzi che, in qualche modo, ha condizionato anche quel 7% che, pur in presenza di una proposta di viaggio da parte della sua scuola, non parte perché non si è raggiunto un numero minimo di adesioni.

Come meta principale per le gite scolastiche, si conferma lItalia, specie alle scuole medie. Complessivamente, il 57% ha puntato una località del nostro Paese (l’80% nel caso delle secondarie inferiori), con le città in cima alle preferenze che sono le città d’arte come Firenze  (12%), seguita da Napoli (10%) e Roma (10%). Più giù fra le mete troviamo Palermo (6%), Torino e Trieste (entrambe al 5%). 

Le gite all’estero comunque rimangono una valida alternativa: il 43% degli studenti, infatti, organizzerà  una visita nelle capitali europee con Berlino, Londra, Praga, Atene, Vienna e Budapest in cima alle preferenze al 6%. A seguire Madrid, Barcellona e Amsterdam (4%).

Cosa ha portato alla scelta finale della meta? Nel 67% dei casi è stato l’interesse culturale del posto. Ma il 22% ha preferito puntare sulle città più economiche.

I viaggi di istruzione di oggi sono corti, per lo più in Italia, e con mezzi di trasporto quanto più economici possibili. Per quasi la metà dei partecipanti (46%) , la gita non si prolungherà oltre i tre giorni. Poco più di 1 su 5 potrà allungare la permanenza fuori fino a quattro giorni. Solo 1 su 3 riuscirà a prolungarla dai cinque giorni in su. Nel 2023 solo il 48% degli studenti delle scuole secondarie è riuscito a intraprendere un viaggio di istruzione da uno o più giorni fuori casa. 

Tutto questo si tramuta in un budget totale che varia tra i 200 e i 600 euro.

I consigli di istituto devono quindi tenere conto dei costi, al momento della scelta degli itinerari. Quest’anno  inoltre è stato possibile chiedere il bonus fino a 150 euro messo a disposizione dal ministero dell’istruzione per le famiglie meno abbienti con un reddito Isee inferiore ai 5mila euro.

Complessivamente, il ministero ha messo a disposizione 50 milioni di euro. Non appena la scuola saprà quanti bonus ha ricevuto e per quali studenti, potrà poi ricalcolare la spesa della gita per ogni ragazzo che ha diritto al buono.

Anche quest’anno i paesi italiani si confermano nuove mete del turismo culturale scolastico. Infatti, oltre alle città d’arte più importanti, sono proposte come mete di gite anche i centri abitati più piccoli, pensiamo ai borghi italiani che rappresentano una grande risorsa culturale ed economica per il paese da cui partire per innovare e creare comunità resilienti e partecipate e orientare il turismo culturale scolastico non solo verso le destinazioni tradizionali.

Ormai  da anni non si riesce ad  invertire la tendenza che costantemente vede la Calabria quasi mai indicata come meta principale di un viaggio d’istruzione con pernottamento. Poche sono infatti, le scolaresche del Nord che visitano i nostri luoghi pur ricchi di storia, e quant’altro.

La nostra regione viene, di fatto, bypassata. 

Ma ancor più stupefacente é verificare che gli studenti calabresi sconoscono per la maggior parte di loro la Calabria nel suo vasto variegato  patrimonio, naturale, storico, architettonico. 

Le istituzioni scolastiche della regione dovrebbero favorire sempre più gite e viaggi d’istruzione nelle varie località calabresi.

In tal senso, può venire incontro una legge regionale più puntuale e  direi più rigorosa in termini di vincoli, per l’erogazione del supporto finanziario a favore di quelle scuole che inseriscono nei loro programmi attività mirate o scambi culturali all’interno della regione e si impegnino a restituire in termini di elaborazione culturale il frutto dell’esperienza realizzata.

Credo che anche la datata legge regionale sulla  incentivazione del turismo montano, che ripropone anche per l’anno in corso il suo sostegno economico (317.000 euro per le richieste di  88 istituti calabresi e 28 provenienti da altre regioni) alle scuole di ogni ordine e grado, vada ampliata al resto del territorio calabrese e rivisitata anche in questa ottica. Una normativa premiale in questo senso potrà essere vincolata, per esempio, alla validità di una ricerca, di una significativa testimonianza di impegno presentata dalle scuole e che si intende realizzare  in quella determinata parte del territorio.

Dobbiamo, quindi, avere il coraggio di dare al turismo scolastico un senso più profondo e strutturato. 

Ma bisogna avere anche un altro coraggio: certificare la validità delle gite scolastiche. 

Ci deve essere, in pratica, un soggetto terzo che dica se ci sia un rapporto positivo o meno tra il modello di un gita e la finalità che si vogliono perseguire. Ciò vuol dire, ovviamente, anche togliere dal circuito delle proposte di viaggio quegli itinerari che non raggiungono certi livelli qualitativi di educazione.

Ma anche la volontà istituzionale di motivare e incentivare i docenti con la reintroduzione dell’indennità di missione e lo sgravio delle responsabilità, invitandoli allo stesso tempo a conoscere prima di tutto la propria regione di residenza e poi l’Italia.

Se i giorni della gita sono una parentesi senza collegamenti con la didattica in classe, ovunque si vada ha poco senso. Se, invece, si crea un’aspettativa attraverso attività di preparazione e poi si pone un obiettivo, una attività da svolgere durante e dopo il viaggio, allora c’è un significato che può unire i ragazzi, oltre al fatto buono e giusto di socializzare e divertirsi. (gl)

[Guido Leone è già ispettore tecnico Usr Calabria]

 

Pubblicato avviso sui viaggi di istruzione in Calabria

È stato pubblicato l’avviso sui viaggi d’istruzione in Calabria, promosso dal Dipartimento Turismo. Lo ha reso noto la vicepresidente della Regione, Giusi Princi, sottolineando come il bando «ha visto fortemente impegnato la direttrice generale, Antonella Cauteruccio, e tutto il personale del Dipartimento. Il bando è rivolto a tutti gli Istituti scolastici (statali e paritari) al fine di sensibilizzare gli studenti calabresi alla conoscenza diretta del proprio territorio per raggiungere una consapevole identità regionale».

In una nota inviata a tutti i dirigenti scolastici della Calabria e del Paese, la vice ha invitato le scuole ad attingere al contributo regionale, quale importante occasione per facilitare lo scambio culturale tra giovani di realtà locali diverse, rendendoli messaggeri di valori culturali, storici e ambientali differenti.

«Si tratta – spiega la vicepresidente nella nota – di un’opportunità di aggregazione e condivisione delle grandi bellezze che, anche in chiave montana, sa offrire la Calabria. Ma c’è di più. La vera peculiarità di questo avviso sta nell’averlo quest’anno rivolto, oltre alle scuole calabresi, anche agli istituti scolastici di tutta Italia. Con l’obiettivo di promuovere la conoscenza dei nostri territori, incentivando anche un turismo scolastico destagionalizzato, occasione, tra l’altro, di forte impulso per il settore economico di tutta la Calabria. Con il presidente Roberto Occhiuto, che detiene la delega al Turismo, abbiamo già avviato interlocuzioni con gli assessori al ramo delle regioni interessate dal bando avviando percorsi di interesse comune, innescando un nuovo circuito di scambi culturali e reciproco supporto in termini di opportunità e sviluppo».

Sarà possibile programmare ed effettuare i viaggi entro la data del 30 giugno 2024. Gli istituti scolastici potranno presentare una sola richiesta di contributo, accedendo direttamente alla piattaforma dedicata.

Il viaggio di istruzione dovrà ricadere all’interno di uno dei Comuni montani della Calabria. Le scuole potranno opzionare tra viaggio di 1 giorno, di 4 o di massimo 5 con settimana bianca, con pernottamenti in strutture ricettive in Calabria e con possibilità di selezionare un’attività/itinerario esperienziale tra: visite guidate in Parchi nazionali, Musei storici, religiosi, etnici, del territorio e delle tradizioni; siti di interesse archeologico, storico e religioso; percorsi didattici in aziende, opifici, laboratori e fattorie del territorio.

L’avviso, che potrà essere consultato al link in allegato, rimarrà attivo fino a giorno 15 gennaio. (rcz)