A Vinicio Leonetti il Premio d’eccellenza “Divinamente Donna 2025”

di PINO NANONell’austera Sala Zuccari in Senato sarà oggi assegnato il Premio Eccellenza al libro “Eroine” scritto dal giornalista e scrittore calabrese Vinicio Leonetti.

Celebrando le donne che ispirano”. Si tratta del quinto premio nazionale conquistato dall’originale spy story in cui protagoniste sono le donne. “Una grande emozione entrare al Senato col mio libro”, dichiara il giornalista calabrese, “questo riconoscimento è certamente il più desiderato. Ringrazio l’associazione VerbumlandiArt per aver assegnato l’ambito riconoscimento al mio lavoro”.

Lungo e certosino il lavoro che il Comitato di Giuria del Premio e il Comitato scientifico hanno svolto per la valutazione delle proposte di candidatura di Personalità di primo piano del mondo accademico, culturale, delle professioni e dell’imprenditoria, della Magistratura e della Pubblica Amministrazione, dell’informazione e dello sport, delle arti e e dei diritti umani, per il conferimento del Premio d’Eccellenza Divinamente Donna 2025 e dei Premi Speciali d’Eccellenza. Presidente onoraria del Premio 2025 è la dr. Marisa Manzini, Sostituto Procuratore Generale della Repubblica di Catanzaro, un magistrato che con il suo coraggio ha segnato profondamente la storia della lotta alla ndrangheta in Calabria. 

In questo premio dedicato alle “Donne che ispiranoVinicio Leonetti è l’unico autore selezionato insieme con una ventina di fantastiche autrici italiane e straniere. Alla cerimonia che si terrà nel pomeriggio a Palazzo Giustiniani ci saranno la senatrice Tilde Minasi, il suo collega Manfredi Potenti, il magistrato e scrittrice Marisa Manzini della Corte d’appello di Catanzaro e l’ex parlamentare Mirella Cristina.

Ad organizzare il premio di questa seconda edizione, condotta da Pino Nazio, la presidente di Verbumlandia Regina Regista e la vicepresidente Maria Pia Turiello.

«Viviamo in un mondo in cui la figura della donna e quella del minore spesso si trovano a fronteggiare sfide complesse, fatte di stereotipi, barriere sociali e difficoltà personali. Eppure, la loro forza e la loro resilienza rappresentano un pilastro su cui costruire una società più equa e più giusta. Parlare di donne e minori – questo il mantra ufficiale di questa bellissima manifestazione romana – oggi significa parlare di diritti, di opportunità, ma soprattutto di futuro».

«Le donne, nonostante il progresso raggiunto negli ultimi decenni, devono spesso affrontare difficili sfide per affermare la propria dignità e per trovare pieno riconoscimento. Sono esempi di coraggio e determinazione che, giorno dopo giorno, contribuiscono a trasformare la società. Le loro esperienze di vita, la loro diuturna lotta contro pregiudizi e stigmi ancora persistenti, così come il desiderio di costruire un mondo migliore per sé e per i propri figli, è una fonte d’ispirazione che arricchisce il tessuto sociale e culturale di ogni Paese». 

“Eroine” è appunto l’opera prima pubblicata da Vinicio Leonetti –giornalista che per lunghissimi anni ha scritto per Gazzetta del Sud, Sole24Ore, Rai e la tv svizzera Rsi – in cui l’autore racconta in maniera straordinariamente efficace la rocambolesca storia di una testimone di giustizia siciliana che ha attraversato alterne vicende con grande coraggio, diventando una “testa di cuoio”, un agente segreto col difficile compito di salvare ostaggi nelle mani di criminali e terroristi. 

In una delle sue “mission impossible” nel Sinai, è riuscita a liberare un’altra agente segreto, militante nel Mossad, i servizi di Gerusalemme, finita nelle mani dell’Isis. Il racconto è stato scritto prima che scoppiasse l’ultimo drammatico conflitto tra israeliani e palestinesi, ma con molte incredibili anticipazioni su quello che è successo negli ultimi due anni.

Il libro edito da Città del Sole, con la prefazione di Sergio Rizzo, ha collezionato riconoscimenti come il “Mario Luzi” a Roma, il premio “Raccontami” al Buk Festival di Modena, il “Pianeta Donna” a Santa Margherita Ligure, il premio “Italiano” a Delianuova. Altri racconti sono stati scritti dal giornalista scrittore  Vinicio Leonetti sempre da Città del Sole Edizioni, che preannuncia l’imminente pubblicazione di un nuovo romanzo nella prossima primavera. (pn)

 

Allo scrittore calabrese Vinicio Leonetti il Premio Luzi per il romanzo “Eroine”

Il giornalista e scrittore calabrese Vinicio Leonetti ha vinto il Premio Internazionale Mario Luzi per la narrativa col suo romanzo Eroine edito da Città del Sole. Apprezzato giornalista della carta stampata in Calabria, Leonetti è al suo primo romanzo. Una storia di riscatto che vede protagonista una donna del nostro tempo in lotta contro le ingiustizie del presente e i fantasmi del passato.

Il giornalista e scrittore Vinicio Leonetti

 

Per gentile consessione dell’Associaione culturale Glicine, pubblichiamo l’intervista a Leonetti, apparsa sul sito dell’associazione.

Vinicio Leonetti, cosa ha provato una volta ricevuta la notizia che il suo primo romanzo Eroine, edito da Città del Sole Edizioni, era stato premiato come miglior libro di narrativa in un premio così importante come il Mario Luzi?

«Stupore. L’ho provato davvero, non lo dico per modestia. Ero pure stupido, a mezzanotte è facile esserlo. Dopo aver letto il messaggio di una sconosciuta su Facebook sono andato subito a verificare se avevo vinto davvero il Premio Luzi. Era proprio vero».

 E poi?

«Ho ringraziato Roberta Fabbri, la splendida scrittrice toscana che ha vinto il premio insieme a me, e ho cominciato a saltare sul divano con la tv accesa su “Porta a porta”. A casa dormivano tutti e cercavo di gridare con la mano sulla bocca. Avevo inviato il mio libro a Roma solo per provare, il messaggio in una bottiglia nell’oceano. La scorsa estate gli inviti a partecipare a premi letterari fioccavano».

 Perché ha scelto proprio il Luzi?

«Al liceo classico di Palermo il professore parlava continuamente di questo poeta toscano, che nel ’79 era vivente. Ma chi lo conosceva? Era uno dei fondatori del Gruppo 63, praticamente pochi anni prima della mia maturità. Nelle librerie non trovavo suoi libri e ho dovuto chiederli in prestito più volte in biblioteca. Inutile dire che internet non c’era».

 Eroine è stato pubblicato ormai un anno fa. In questo tempo difficile, adesso coronato con questa vittoria, ha ricevuto pareri e recensioni che potevano farle presagire un riconoscimento per l’opera?

«Era marzo 2020, a lockdown in corso. L’editore Città del Sole mi dice: “Sei sicuro di volerlo fare uscire adesso?”. Io non vedevo l’ora di prendere il libro in mano e sentirne l’odore d’inchiostro fresco. Da quand’ero ventenne frequentavo le tipografie di giornali e giornalini. Piccoli riconoscimenti sono arrivati dagli amici, e nelle poche conversazioni pubbliche e online che ho potuto fare per le arcinote ristrettezze. Ma credo sia molto per un esordiente di provincia, un vecchio cronista che prova a scimmiottare gli scrittori. Niente di più».

 Parliamo del libro, un noir sensuale in cui le protagoniste sono delle donne: quanto è difficile per un autore uomo scrivere una storia con voce femminile?

«Ho sempre scritto le cronache da neutro. Scrivere indossando i tacchi d’una donna è stata una scelta motivata da due cose: prima il sentimento, cioè comunicare con molta intensità gli umori, le sensazioni, le pulsioni intime della coraggiosa e cazzuta protagonista Concetta (poi diventata Marisa); poi la tecnica del racconto, cioè realizzare lo sdoppiamento di personalità che è sempre complicato ma proprio per questo attrae molto chi ama scrivere. Come gli equilibristi del circo».

 La sua lunga esperienza nel giornalismo ha influito sulla narrazione di Eroine che, chiaramente per chi avrà l’occasione di leggere il romanzo, si ispira alla cronaca del nostro tempo?

«La storia vera in Eroine è al 40%. L’idraulico con una quarantina d’anni d’esperienza sa bene dove mettere le mani quando c’è una perdita d’acqua. Ne ha viste e scritte tante. Anche cazzate, a volte. È vero che non si smette mai d’imparare, ma a un certo punto ho detto basta con la cronaca quotidiana, i rattoppi di vecchi tubi che perdono, mi costruisco una baita tutta mia e ci scrivo dentro quello che provo. Quello che ho imparato nella carriera di giornalista serve molto, ma non è vincolante».

 Vuol dire che ha letto altro?

«Mi hanno salvato dalle cronache spicciole della massaia che cade dal balcone o del mafioso che uccide per vendetta, gli scrittori veri come Hemingway, Montale, Pirandello, Kavafis, tutti i miti della Beat Generation americana, e Bukowski».

La vittoria di questo premio le ha dato lo stimolo per scrivere qualcosa di nuovo o l’idea di un secondo romanzo era già in cantiere?

«Non mi fermo ora, ci ho preso gusto. Sto lavorando a un secondo libro completamente diverso, questa volta si tratta di una storia vera al cento per cento. La gestazione sarà più lenta (Eroine è nato in poche settimane) ma forse con un risultato ancora più avvincente per chi legge. Perché certe realtà superano davvero ogni illuminata fantasia». (rrm)