Vitambiente scrive ad Anas: Sia fatta corretta pulizia e diserbo delle strade di pertinenza

In una lettera aperta rivolta al presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani, l’Associazione Vitambiente, guidata da Pietro Marino, ha chiesto «la pulizia e il diserbo delle strade di pertinenza venga effettuato differenziando i rifiuti e smaltendoli così come previsto dai codici Cer».

Il Presidente Marino ha sottolineato come «molte delle strade di competenza dell’Anas versano in stato di forte degrado, per la presenza di folta ed elevata vegetazione spontanea mista a plastica e gomma. Condizione che è stata accertata dai volontari di Vitambiente e che costituisce un potenziale pregiudizio per la salute pubblica, costituendo, tra l’altro, habitat ideale per l’annidamento e la proliferazione di insetti e animali di vario genere».

Inoltre, viene evidenziato come «siano urgenti gli interventi di decespugliamento e diserbo in prossimità di incroci stradali al fine di garantire adeguate condizioni di visibilità alla circolazione veicolare e pedonale oltre alla differenziazione dei rifiuti -soprattutto plastica e gomma- che dalla strada ex statale 106 ora E90, facilmente raggiungono la costa e molte volte arrivano “non si sa come” anche in mare».

Il presidente Marino sta profondendo un grande campagna informativa al fine di rendere più vivibile sotto il profilo dell’igiene urbana, della sicurezza dei cittadini e del decoro il territorio. Ecco perché chiede e all’Anas di «prestare la propria dovuta collaborazione disponendo con possibile urgenza gli opportuni interventi di pulizia delle strade e delle aree di rispettiva competenza, coinvolgendo le associazioni di volontariato che possono fare molto per la differenziazione dei rifiuti inorganici». 

Si segnala, inoltre, che in molti casi è stato anche riscontrato l’abbandono di rifiuti lasciati da autisti e da cittadini incivili e con scarsissimo senso civico.  Spesso viene addebitata all’amministrazione comunale una competenza che è in capo agli enti proprietari delle strade: Anas, Comune e Provincia. Da qui, dunque, la lettera di segnalazione e di sollecito del Presidente di Vitambiente Avv. Pietro Marino. 

«Purtroppo i casi di persone incivili che sporcano il territorio non mancano mai – ha scritto Marino –. Ancora non vi è una diffusa e radicata cultura della legalità e del senso civico, nonostante l’amministrazione comunale abbia avviato un servizio di raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta e quello per il conferimento corretto degli ingombranti. Le minidiscariche si moltiplicano lungo le strade pubbliche a causa di incivili spregiudicati che non hanno rispetto dell’ambiente e della legge. Ci auguriamo che l’Anas possa al più presto coinvolgere gli enti del terzo settore per prevenire inquinamento e tutelare il nostro habitat».(rcz)

 

CATANZARO – S’inaugura l’opera “Caretta Caretta” di Nuccio Loreti

Domani pomeriggio, alle 18.30, sul Lungomare di Catanzaro, s’inaugura l’opera d’arte ecologica Caretta Caretta, di Nuccio Loreti e promossa dal Vitambiente, guidata da Pietro Marino.

La Tartaruga marina (Caretta caretta) è una delle più grandi tartarughe viventi, è una specie rarissima protetta a livello internazionale; può superare i 2 metri di lunghezza e diverse centinaia di kg di peso; è una nuotatrice solitaria in grado di restare in immersione senza respirare anche per diverse ore. Questi animali dalla proverbiale tranquillità, sono capaci di compiere migrazioni di migliaia di chilometri per raggiungere i siti di nidificazione. Nel periodo estivo, alcuni esemplari adulti vengono avvistati sulle spiagge del Calabresi ove probabilmente hanno nidificato.

Per garantire la loro protezione è attualmente in corso il monitoraggio e la raccolta delle segnalazioni di possibile nidificazione da parte di Vitambiente Aps, grazie alla collaborazione di volontari e dei gestori di lidi che si stanno mobilitando per verificare la presenza della specie sulle nostre spiagge.

La motivazione prioritaria dell’installazione dell’artista Nuccio Loreti con Vitambiente, si incentra sull’importanza del rispetto dell’ambiente e della flora e della fauna, in questo caso la fauna marina.

Per Nuccio Loreti, l’opera non è più contenuta nello spazio ma è essa stessa lo spazio. Spazio inteso come ambiente, prima di tutto: paradigma estetico che si diffonde progressivamente su tutto il territorio nei diversi settori della creazione artistica. Nelle arti visive, il passaggio di un modello dell’oggetto all’ambiente (e alle pratiche oggi dominanti dell’installazione) segna il passaggio da una nozione dello spazio come dimensione plastica, della rappresentazione, a una nozione esperienziale, della presentazione o meglio, della presenza. Lo spazio, che da sempre ha avuto un ruolo centrale nella composizione architettonica, viene incluso nelle esperienze artistiche in senso non più puramente visivo-rappresentativo, aprendo alla possibilità di costruire delle opere d’arte a dimensione ambientale che solo successivamente saranno chiamate “installazioni ambientali”. Infatti,  questa pratica specifica inizia a essere definita installation art.

Successivamente l’installazione, ibridandosi sempre di più con quella che precedentemente era chiamata environmental art, è finita per invadere lo spazio pubblico, in queste particolari fenomenologie dell’arte che hanno animato si registrano, e progressivamente si intensificano, l’interesse e l’attenzione verso elementi e strutturazioni linguistiche e analitiche riguardanti città e spazi naturali, entrambi letti come dati di base per il rispetto dell’ecosistema.

L’installazione di Caretta Caretta nel quartiere marinaro del capoluogo ha come scopo principale quello di indirizzare le comunità verso una progressiva consapevolezza ed una personale crescita. Sottesi all’installazione dell’opera, vi sono diversi progetti e obiettivi, tra cui realizzare percorsi informativi per favorire l’integrazione e inclusività: opere d’arte nel complesso del territorio per sensibilizzare al bello e alla protezione dell’habitat, quindi dove sia possibile vivere l’arte sviluppando la creatività; sviluppare la capacità di osservazione, condizione necessaria per creare un atteggiamento di curiosità e di interazione positiva con il mondo artistico; sviluppare la capacità di espressione e comunicazione in modo creativo e personale, e di acquisire sensibilità estetica ed interesse verso il patrimonio artistico, sviluppando in modo adeguato il possesso delle capacità linguistiche.

Tra gli obiettivi, ancora, quelli di favorire l’integrazione e la promozione delle pari opportunità nel rispetto della biodiversità, acquisire nuove conoscenze territorio e della flora e fauna marina; acquisire autonomia nell’uso delle opere d’arte come elemento di sensibilizzazione ambientale; sviluppare conoscenza e conoscenza verde; favorire, attraverso lo sviluppo di attività artistiche, l’espressione delle capacità creative individuali. 

«La nostra comunità – si legge in una nota – attraverso l’interazione con Caretta Caretta (ricordiamo, infati, che la scultura “mangia plastica” è un enorme contenitore in cui conferire per la differenziata di plastica e alluminio)  si renderà ulteriormente consapevole delle proprie responsabilità civiche e sociali e potrà imparare, in armonia con l’arte, a contribuire al benessere ecologico della nostra terra, dando spazio alla dimensione personale emotiva assieme a quella civica». (rcz) 

Incendi, Vitambiente: Situazione grave, si applichi la legge sugli ecoreati

Pietro Marino, presidente di Vitambiente, in merito al pericolo incendi, ha denunciato «la mancata applicazione da parte dei Comuni della legge contro gli incendi boschivi e i ritardi, sempre da parte delle amministrazioni comunali, nel censire le aree percorse dal fuoco per far valere i vincoli a non rimboschire, pascolare, cacciare e urbanizzare quelle aree». 

«Bisogna rivedere la riforma Madia – ha spiegato – che ha introdotto la competenza esclusiva dei Vigili del fuoco: è il momento di fare un bilancio di questa riforma molto controversa e dibattuta. Il modello di intervento dei Vvff, che hanno ricevuto poco personale e pochi mezzi aggiuntivi, non si è comunque adeguato alla diversa tipologia di rischio e di luoghi e la sua organizzazione, sempre affidabile in contesto urbanizzato, non è sostanzialmente cambiata per affrontare periodo, territori e contesti del tutto diversi».

«Noi – ha detto ancora  – proponiamo di attivare accordi interistituzionali anche con altri Corpi dello Stato, al fine di prevenire questo dannoso e criminoso devastamento del territorio. Riteniamo opportuno sollecitare tutte le amministrazioni e gli Enti al fine di preservare il nostro ecosistema, origine e futuro della nostra esistenza».

«Diversi roghi, molti a quanto pare di origine dolosa – ha spiegato – sono scoppiati in diverse aree della Calabria, bruciando migliaia di ettari di bosco, mettendo in pericolo la biodiversità e la vita delle persone. Una situazione intollerabile e un’emergenza del tutto ormai prevedibile, vista l’annuale opera da parte di ecomafie e incendiari, aggravata dal caldo torrido e dalla siccità, che poteva e doveva essere affrontata per tempo con efficaci attività di prevenzione». 

«Negli ultimi 7 anni, secondo i dati del Rapporto Ecomafia – ha spiegato ancora – sono state accertate in Italia 13.219 infrazioni tra incendi dolosi, colposi e generici, con 1.280 denunce, 57 arresti e 355 sequestri. Durante lo stesso arco di tempo, sono bruciati 182.806 ettari di superficie, boscata e non, in tutta Italia».

«Bruciare le aree verdi e parte di quel patrimonio paesaggistico e boschivo – ha proseguito Marino –  importantissimo per la nostra biodiversità non porterà nessuna ricchezza, ma solo perdite e desolazione sotto il profilo ambientale, paesaggistico ed economico. Per sconfiggere gli incendi serve una sinergia e un impegno da parte di tutti i diversi soggetti, che hanno un ruolo a livello nazionale e territoriale nell’antincendio boschivo.  In primis le Regioni devono nominare dei tecnici responsabili della prevenzione incendi, e dare luogo ad una forte campagna di prevenzione. Facendo in fretta, poiché ormai sono già andati persi ettari ed ettari di bosco, vegetazione e sono morti molti animali selvatici. Dal punto di vista degli strumenti normativi, può fornire un importante contributo la legge 68/2015 che ha introdotto i c.d. “ecoreati” nel codice penale. Infatti, oltre al delitto di incendio doloso, nei casi più gravi, si può configurare il delitto di disastro ambientale, introdotto con la legge 68/2015 e che prevede fino a 15 anni di reclusione più le aggravanti». (rrm)