Covid: 11 comuni della Città metropolitana passano in zona arancione

Il presidente Roberto Occhiuto ha firmato un’ordinanza di “zona arancione” da oggi al 9 gennaio per 11 comuni della Città Metropolitana di Reggio. Si tratta di Campo Calabro, Cinquefrondi, Ferruzzano, Galatro, Laureana di Borrello, Melicucco, Rizziconi, Roghudi, Rosarno, San Roberto e Taurianova.

Queste le regole della zona arancione che bisogna osservare:

Spostamenti con mezzi propri
È possibile spostarsi liberamente nel proprio Comune. Per raggiungere però altri comuni o altre regioni è necessario per i soggetti privi di green pass che l’esigenza di spostamento sia comprovata da motivi di salute, lavoro o necessità, o per servizi non disponibili nel nostro comune. Serve quindi l’autocertificazione che andrà mostrata in caso di controlli. Questo solo se si viaggia con mezzi propri. Non c’è bisogno di autocertificazione se si viaggia con mezzi propri da comuni con meno di 5mila abitanti verso altri comuni, entro 30 km, con l’eccezione del capoluogo di Provincia.

Treni e aerei 
Nel caso si prendano aerei, treni o bus, sarà sufficiente avere il green pass base (essere vaccinati, guariti o essersi sottoposto a un tampone). Come in zona gialla e bianca.

Negozi e uffici 
Si potrà entrare normalmente in negozi e uffici senza green pass. L’eccezione riguarda i negozi che si trovano nei centri commerciali: nei giorni festivi e prefestivi per accedere a questi esercizi servirà il Green pass rafforzato (sono esclusi dalla norma alimentari, edicole, librerie, farmacie, tabacchi).

Bar e ristoranti 
Servirà il Green pass rafforzato anche per consumare al bancone e anche per sedersi al tavolo all’aperto. Sarà chiesto il Super green pass poi a chi consumerà al tavolo di strutture ricettive all’aperto, non essendo cliente della struttura .

Sport
Per accedere a palestre e piscine al chiuso servirà il certificato verde rafforzato. Stessa cosa varrà per le piscine all’aperto. Per entrare negli spogliatoi di tutte le strutture in zona arancione obbligatorio il super green pass. Servirà il super green pass anche per praticare sport di squadra al chiuso. Se si tratta di sport di contatto anche all’aperto.

Terme e Spa 
Super green pass obbligatorio per centri benessere, centri termali e parchi tematici.

Sci
Per acquistare uno skipass e utilizzare gli impianti di risalita sarà necessario essere in possesso del Super Green Pass.

Mostre e musei
Mostre e musei vietati per chi non è vaccinato. Servirà il Super green pass anche per centri sociali e centri ricreativi, sia al chiuso che all’aperto. Idem per bingo e casinò.

Feste per matrimoni, battesimi, ecc
Alle feste conseguenti cerimonie civili si potrà partecipare solo se  in possesso della certificazione rafforzata.

Cinema, teatri, stadi
Per cinema, teatri, stadi, feste: accesso solo con green pass rafforzato.

Lavoro 
Non cambia niente sul fronte del lavoro dipendente. Per accedere ai luoghi di lavoro sarà sufficiente il green pass semplice.

 

La Calabria rimane zona arancione, cosa si può fare

La Calabria rimane, anche per la prossima settimana, in zona arancione. Il monitoraggio settimanale, dell’Istituto Superiore di Sanità, ha rilevato, per la nostra regione, l’indice Rt a 0,75, con rischio moderato.

Il ministro della Salute Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della cabina di regia, firmerà in giornata nuove ordinanze che andranno in vigore a partire dal 3 maggio.

Rimane valida, dunque, l’ordinanza firmata dal presidente f.f. Nino Spirlì, sulla zona arancione.

SCUOLA

L’ordinanza introduce anche misure per la didattica delle scuole di ogni ordine e grado, in applicazione dell’articolo 3 del decreto legge 22 aprile 2021 n.52, “disposizioni urgenti per le attività scolastiche e didattiche delle scuole di ogni ordine e grado e per l’istruzione superiore”.

«In particolare – è scritto nell’ordinanza –, fino alla conclusione dell’anno scolastico 2020-2021, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado statali e paritarie e le scuole di istruzione e formazione professionale limitano la didattica in presenza a non più del 70% della rispettiva popolazione studentesca, nel rispetto di tutte le misure di prevenzione vigenti; la restante parte della popolazione studentesca si avvarrà della didattica a distanza, fatte salve le deroghe circa l’attività in presenza, già individuate nelle specifiche ordinanze emergenziali e nelle disposizioni nazionali vigenti».

Nel provvedimento si ribadisce la raccomandazione, per le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado «di garantire e rendere pienamente fruibile la didattica integrata online, in modalità sincrona per la restante parte degli studenti non presenti in aula; di favorire la didattica digitale integrata per tutti gli studenti le cui famiglie ne facciano esplicita richiesta con modalità specificamente definite, nell’ottica di una migliore gestione della ripresa della didattica in presenza».

«Gli spostamenti verso altri Comuni o Regioni/Province autonome – prevede l’ordinanza – sono consentiti esclusivamente per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. È sempre consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione; nei Comuni fino a 5mila abitanti resta comunque consentito spostarsi, tra le 5 e le 22, entro i 30 km dal confine del proprio Comune, con esclusione dei capoluoghi di provincia; è altresì consentito, una sola volta al giorno, spostarsi verso un’altra abitazione privata abitata dello stesso Comune, tra le ore 5 e le 22, a un massimo di quattro persone, oltre a quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione. Le persone che si spostano potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che convivono con loro».

«Restano sospese – è scritto ancora – le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), a esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, nel rispetto delle misure per prevenire o contenere il contagio».

«È consentita – riporta ancora il provvedimento – la sola ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 22 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze. Per i soggetti che svolgono come attività prevalente una di quelle identificate dal codice Ateco 56.3 l’asporto resta consentito esclusivamente fino alle ore 18».

«Nelle giornate festive e prefestive – si legge nell’ordinanza – restano chiusi gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati, a eccezione delle farmacie, parafarmacie, vendita di presidi sanitari, lavanderie e tintorie, punti vendita di generi alimentari, di prodotti agricoli e florovivaistici, tabacchi, edicole e librerie; devono essere garantiti in tutte le attività commerciali aperte al pubblico, la distanza interpersonale di almeno un metro, che gli ingressi avvengano in modo dilazionato, venga impedito di sostare all’interno dei locali più del tempo necessario all’acquisto dei beni e siano rispettate le misure di cui agli allegati al Dpcm 2 marzo 2021». (rcz)

Innocenza Giannuzzi: La Calabria passa in zona arancione nonostante la grave situazione della sanità

Innocenza Giannuzzi, vicepresidente di Confartigianato Imprese Catanzaro, ha commentato il passaggio della Calabria da zona rossazona arancione.

«Mentre i numeri dei contagi e dei decessi aumentano – ha detto – la nostra terra cambia colore e diventa arancione, come se la situazione fosse meno grave rispetto alle settimane precedenti! Il Comitato Tecnico Scientifico ci consente di “alleggerire” le limitazioni in virtù di qualche assurdo algoritmo. Peccato che nessun algoritmo, evidentemente, abbia ben chiare le condizioni in cui versa la sanità calabrese, con un sistema ospedaliero inesistente, distrutto da uno Stato che ha preferito far quadrare i conti piuttosto che pensare alla salute dei cittadini, in una terra perennemente commissariata, in cui nessuno fa niente per evitare questo scempio».

«Pazienti in attesa per ore nelle ambulanze in fila – ha aggiunto – ospedali al collasso, operatori sanitari stremati, soggetti che hanno contratto le forme gravi del virus lasciati a casa per mancanza di posti letto, vaccini somministrati in maniera scriteriata… benvenuti nella “Calabria Saudita”».

«Col ritorno all’arancione – ha proseguito la Giannuzzi – tante imprese e tante attività dovrebbero essere contente, perché possono nuovamente lavorare. Ma non lo sono. Non lo sono perché la ripresa sarebbe dovuta partire da basi certe, mentre attualmente viviamo nell’incertezza più totale e nella consapevolezza che nulla vi è di risolto, non vi è un piano per combattere questa pandemia e molte scelte sembrano dettate dalla pura casualità».

«Un colore non muta il rischio – ha sottolineato –. E il rischio è, attualmente, troppo alto. È un rischio che da qui a breve potrebbe farci tornare in zona rossa e intascare l’ennesima beffa con cui qualcuno si sta prendendo gioco del popolo calabrese. Eppure, basterebbero organizzazione e pianificazione. Basterebbe tutelare davvero le fasce deboli, somministrarli davvero e in fretta questi vaccini! Dove sono le nuove terapie intensive promesse? Dov’è il piano-Covid? Abbiamo numerosi esempi di Stati che hanno gestito in maniera corretta questa pandemia, perché continuiamo a usare i paraocchi e abbiamo consentito che il tracciamento saltasse?».

«La Costituzione sancisce il diritto alla salute – ha concluso – ma siamo davvero sicuri che questo sia riconosciuto anche al popolo calabrese?». (rcz)

LA CALABRIA DA LUNEDÍ TORNA ARANCIONE
IN FUTURO SOLTANTO CHIUSURE PER ZONE

È ufficiale. La Calabria torna zona arancione da lunedì 12 aprile. Lo ha reso noto il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì.

«Il comportamento della nostra gente – ha detto Spirlì – il rispetto delle norme, l’aiuto delle forze dell’ordine e di tutti gli addetti alla sicurezza, quel senso di responsabilità che abbiamo, via via, accresciuto, hanno prodotto un importante risultato».

«Ciononostante – ha aggiunto – abbiamo consegnato al virus tante persone care, troppe. E continuiamo a essere troppo esposti agli assalti del Covid. Sono convinto che per i nostri imprenditori, commercianti, artigiani, e non solo per loro, sarà un nuovo timido inizio, che deve essere accompagnato da giusti risarcimenti che abbiamo – e ho personalmente – chiesto al Governo. Ma non dobbiamo abbassare la guardia e non dobbiamo sentirci completamente al sicuro: lo saremo solo se continueremo a tutelarci l’un l’altro, solidalmente».

«La nostra Regione – ha concluso Spirlì – ha difficoltà ultratrentennali, note e mai risolte, nel campo della Sanità. Chi oggi da lezione, ieri ha taciuto. Un silenzio assordante, mentre i ladri rubavano e mentre i conti non tornavano. Tanti chiedono conto a chi è al timone in questo tempo nemico, sapendo che il timone, loro, lo avevano consegnato ai pirati. Ma, tant’è: questo è il gioco delle parti. La cosa importante, al di là delle volgarità e delle nequizie di puro carattere pre-elettorale, è arrivare insieme a un porto sicuro. E lo faremo».

La consigliera regionale della LegaTilde Minasi, in merito al ritorno della zona arancione della Calabria, e quindi la riapertura delle attività, ha detto che «è importante evidenziare come determinate scelte vadano ponderate e basate sulle singole aree. Non può estendersi un provvedimento così drastico ad intere regioni, che magari, come nel caso calabrese, presentano ampie disparità di contagio da una zona all’altra».

«È fondamentale tutelare la salute – ha detto ancora – ma altrettanto va tutelato il contesto socio economico, a maggior ragione in situazioni già fragili come quelle che caratterizzano il nostro tessuto produttivo, basato in gran parte su piccole e medie imprese che, dopo un anno, riscontrano serie difficoltà a proseguire nelle loro attività. Sino ad oggi, la composta attesa di molte categorie e il loro dispendioso adeguamento ai protocolli, infatti, non ha garantito giusti sussidi e adeguati interventi normativi, non permettendo perciò di far fronte alle spese che continuano ad essere costanti a fronte di guadagni esigui, e a volte nulli». 

«Per questo, come ribadito anche da Matteo Salvini nel corso dell’incontro con il presidente Mario Draghi – ha proseguito la Minasi – è un dovere riaprire dove i numeri del contagio lo consentono. Si guardi, ad esempio, ai casi attualmente attivi nella provincia di Reggio, non tali da prevedere le chiusure totali.  Un’analisi in tal senso, e su questo si sta ragionando anche con il presidente Spirlì che si è recato appositamente a Roma, va assolutamente compiuta. La zona rossa perenne e per tutti non è più percorribile: ci si prodighi seriamente al completamento della campagna vaccinale, unico strumento per superare questa impasse e non assistere più a scene drammatiche come quelle registrate in questi ultimi giorni in tutta Italia».        

«La situazione è disperata e, nel Meridione soprattutto – ha sottolineato – si rischia seriamente di consegnare queste imprese, danneggiate dalla pandemia e senza liquidità disponibile, alla criminalità organizzata, che, come è noto, è solita operare nelle criticità sociali. E ci troveremo ad un punto di non ritorno. Non si può più chiedere alle comunità di scegliere tra salute e lavoro – ha concluso la consigliera regionale –. Su questo concentreremo tutte le nostre energie e il nostro impegno». (rcz)

Dall’11 gennaio la Calabria è zona arancione, Spirlì: Una cosa necessaria

La Calabria, dall’11 gennaio, sarà in zona arancione. Lo stabilisce la nuova ordinanza del Ministero della Salute, che dovrebbe essere firmata dal ministro Roberto Speranza in serata, valida fino al 15 gennaio.

Insieme alla Calabria, in zona arancione anche Lombardia, Sicilia e Veneto.

«Ho appena parlato con il ministro Roberto Speranza, aspettavo l’ufficialità, ma la zona arancione in Calabria è data dall’aumento dell’Rt, mi ha comunicato la necessità di andare in zona arancione» ha dichiarato all’Adnkronos il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, sottolineando che «devo prendere atto dell’aumento dei contagi, che ora è veramente tangibile, ci sono molti territori che hanno numeri che si sono elevati».

«I calabresi capiscano che il virus è presente, può farci male, creare grandi danni» ha detto ancora Spirlì sottolineando come si debba sempre più far fronte alle conseguenze economiche del virus: «Mi auguro che il governo sappia prendere le dovute misure di tutela per le attività che resteranno chiuse, Ora più che mai, con la maledetta terza ondata si devono assumere grandi responsabilità».

«Non basta più il ristoro – ha concluso il presidente f.f. – ma ci deve essere un vero risarcimento del danno, per ristoranti, pizzerie, bar e con loro tutte le attività che sono la spina dorsale della regione». (rrm)