La Calabria resta in zona gialla

La Calabria resterà in zona gialla, e questo grazie «all’incremento dei posti di terapia intensiva che abbiamo realizzato, ma anche per altre soluzioni poste, come l’aumento esponenziale delle vaccinazioni, la telemedicina, l’assistenza domiciliare e le dimissioni protette» ha spiegato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, in una intervista a CalNews, Calabria News 24 e Calabria Diretta News.

«Credo che in Calabria un cambio di passo sia piuttosto evidente. Abbiamo preso possesso dei dossier che erano impantanati nei cassetti da anni e stiamo affrontando e risolvendo una serie di problemi» ha proseguito il Governatore, aggiungendo che «intanto, ci siamo subito dovuti confrontare con l’emergenza Covid, e anche su questo tema, credo che siamo riusciti a raggiungere degli obiettivi». (rrm)

 

La Calabria resta in zona gialla, Occhiuto: Nei parametri grazie a posti letto in più

La Calabria resta in zona gialla. Lo ha reso noto il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, spiegando che ciò è stato possibile grazie all’aumento dei posti letto: da 966 sono diventati 1084.

«Ho trovato 174 posti in terapia intensiva per i pazienti Covid e li abbiamo portati a 202, con un incremento di 28 posti. Questo aumento dei posti letto – ha spiegato il governatore – ci ha consentito di restare nei parametri della zona gialla. È stato un lavoro duro che abbiamo fatto mentre abbiamo aperto altri ospedali, abbiamo programmato le assunzioni anche a tempo indeterminato».

Stiamo lavorando per fronteggiare l’emergenza ma anche per costruire una sanità migliore quando l’emergenza non ci sarà più. Fra qualche mese – ha concluso – vedremo altri risultati». (rcz)

Covid, prorogata di 15 giorni la zona gialla in Calabria

È stata prorogata, di altri 15 giorni, la zona gialla in Calabria e in Friuli Venezia Giulia. A stabilirlo, la nuova ordinanza del Ministero della Salute.

Nel provvedimento il ministero scrive che «la Calabria presenta una incidenza dei contagi pari a 207,5 casi ogni 100 mila abitanti, un tasso di occupazione di posti letto in area medica pari al 25,9% e un tasso di occupazione di posti letto in terapia intensiva pari al 16,6%». (rrm)

Il presidente Occhiuto: Calabria se in zona gialla per mancanza di posti in terapia intensiva

«Se la nostra Regione da lunedì, come è probabile, andrà in “zona gialla”, ci andrà non per i contagi, ma per i pochi posti in terapia intensiva» ha dichiarato il presidente della Regione e Commissario ad acta, Roberto Occhiuto, in una intervista a TgCom 24.

Il presidente, infatti, ha spiegato che in Calabria «non è tanto il numero dei contagi – che sta crescendo e certamente ci preoccupa – ma l’effetto di questo aumento sulla rete ospedaliera».

«Io, da neo commissario alla sanità – ha spiegato – in poche settimane ho incrementato il numero dei posti in terapia intensiva di una ventina di unità. Purtroppo veniamo da 12 anni di commissariamento della sanità che non ha prodotto risultati».

«Confido, però – ha concluso – che nel giro di qualche mese dimostreremo che anche la sanità in Calabria può essere governata, e governata bene».

Intanto, la campagna di vaccinazione nella nostra regione va avanti, registrando numeri importanti: nei primi sette giorni di dicembre sono state fatte 100 mila somministrazioni. (rcz)

La Calabria da lunedì potrebbe diventare zona gialla

La Calabria, da lunedì 20 settembre, potrebbe diventare zona gialla, anche se si attende l’ordinanza da parte del ministro della Salute, Roberto Speranza, che ne determinerebbe il passaggio.

Dai dati del monitoraggio settimanale del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, infatti, è emerso che la nostra regione abbia superato la soglia dei tre parametri che garantirebbero la zona bianca, ovvero l’incidenza settimanale dei casi Covid,  l’occupazione da parte di pazienti Covid-19 nei reparti di area medica e l’occupazione delle terapie intensive.

Nei dati aggiornati al 14 settembre, infatti, l’incidenza settimanale dei casi covid, anche se si attesta a 84,6 a ogni 100mila abitanti, è ben oltre la soglia dei 50 casi; l’occupazione dei reparti, che dovrebbe essere al 15%, in Calabria è al 17,4% e, infine, le terapie intensive sono occupate al 10,7%. (rrm)

Covid, sono state aggiornate le misure per la ‘Zona Gialla’

Il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, ha firmato l’ordinanza n. 39, con cui le misure anti-Covid della zona gialla vengono aggiornate secondo le previsioni e le tempistiche fissate nel decreto legge 65 del 18 maggio scorso.

Il decreto legge 65 stabilisce che, fino al prossimo 6 giugno, in zona gialla, i limiti agli orari per gli spostamenti «hanno inizio alle ore 23 e terminano alle ore 5 del giorno successivo, fatti salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. Dal 7 giugno al 20 giugno 2021 i limiti orari hanno invece inizio alle ore 24 e terminano alle ore 5 del giorno successivo. Dal 21 giugno 2021, in zona gialla, cessano di applicarsi i limiti orari agli spostamenti».

Restano efficaci, fino alle date previste nei rispettivi provvedimenti e fatta salva la possibilità di proroga, le disposizioni fissate nelle ordinanze che hanno previsto l’adozione delle misure della “zona rossa” nelle frazioni di Ariola di Gerocarne e Paravati di Mileto e nel Comune di Rocca di Neto.

Con l’ordinanza, inoltre, sui dispone che le Aziende sanitarie provinciali e ospedaliere «rafforzino la capacità di testing, con tampone molecolare e antigenico rapido, incrementando il numero di test settimanali eseguiti per 100mila abitanti, secondo le indicazioni fornite a livello regionale».

«Le strutture sanitarie che hanno effettuato la vaccinazione e le strutture deputate ad accertare lo stato di guarigione e/o di negatività al test, è specificato ancora, devono consentire il tempestivo rilascio delle “certificazioni verdi Covid-19”.

Nell’ottica del potenziamento delle azioni di sanità pubblica, con particolare riferimento agli ingressi nel territorio regionale delle persone fisiche provenienti da Stati esteri, l’ordinanza stabilisce che «i dipartimenti di Prevenzione delle Aziende sanitarie provinciali, individuino e rendano fruibili al pubblico i nominativi dei referenti, unitamente ai recapiti telefonici e agli indirizzi email aggiornati».

Nell’ordinanza si specifica, inoltre, la possibilità di procedere all’eventuale introduzione di misure più restrittive «qualora la situazione epidemiologica, anche di specifici territori, ne richieda l’adozione e, per le autorità comunali, di intervenire in relazione alla situazione epidemiologica caratterizzante il singolo territorio di riferimento, nel rispetto del principio di proporzionalità e adeguatezza rispetto al rischio da fronteggiare». (rcz)

Riaperture dal 26 aprile, il Comitato Difesa dei Consumatori spiega cosa si potrà fare

Pietro Vitelli, responsabile del Comitato Difesa Consumatori, ha spiegato che cosa si potrà fare dal 26 aprile, data in cui entreranno in vigore le nuove regole stabilite dal nuovo decreto legge, che prevede il ritorno della zona gialla.

«Ai  cittadini consumatori-utenti – ha spiegato Vitelli – con questo provvedimento, viene data  la possibilità di spostarsi tra le regioni e, solo in qualche caso, muniti  pass verde, mentre nelle zona gialla si può andare al ristorante anche a cena, purché all’aperto e nel rispetto dei protocolli. Le Scuole e l’università potranno riprendere con le lezioni in presenza, e si potrà ritornare a cinema e teatri con capienza ridotta e posti pre assegnati. Dulcis in fundo, viene confermato il coprifuoco alle ore 22».

Spostamenti tra regioni

«A partire dal 26 aprile – ha spiegato ancora – sarà possibile di nuovo muoversi liberamente, sia in entrata che in uscita, nelle regioni e nelle province autonome che si trovano in zona gialla o bianca. Sarà possibile spostarsi anche tra regioni arancioni e rosse, ma, in questo caso, è obbligatorio munirsi di pass verde Covid per certificare di essere stati vaccinati, di essere guariti dal Covid o di risultare negativi al virus attraverso un tampone antigenico rapido o molecolare.

Scuola e università

«Dal 26 aprile – ha detto ancora – e per tutta la durata dell’anno scolastico, su tutto il territorio è assicurata per gli studenti  la presenza all’attività scolastica per la scuola dell’infanzia, la scuola primaria, le scuole medie (fino alla terza classe). Mentre invece saranno svolte le lezioni in presenza fino al 31 luglio 2021 le attività delle Università nelle zone gialle ed arancioni».

Ristorazione

«Dal 26 aprile nelle zone gialle viene  consentita l’attività di ristorazione anche a cena, purché svolte all’aperto, rispettando gli orari del coprifuoco e gli specifici protocolli. Resta consentita, senza limiti di orario, la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti ( solo chi alloggia nella struttura)».

Spettacoli dal vivo, teatri e cinema

«Dal 26 aprile, riprendono potranno riprendere, in  zona gialla, gli spettacoli aperti al pubblico in teatri, sale da concerto, cinema, live-club e in altri locali o spazi anche all’aperto che dovranno essere svolti esclusivamente con posti a sedere pre-assegnati, assicurando una distanza tra spettatori di almeno un metro sia per gli spettatori che non siano tra loro conviventi, sia per il personale».

«Nelle zone gialle – ha spiegato Vitelli – dal 26 aprile alle palestre, piscine ed eventi sportivi sono consentite all’aperto le attività sportive anche di contatto e di squadra. Fare attenzione che, sia nelle palestre che alle piscine, non si possono usare gli spogliatoi».

Fiere, convegni e congressi

«Dal 15 giugno – ha illustrato ancora – in zona gialla riprendono in presenza le fiere. Si può partecipare a questi eventi da qualsiasi regione d’Italia. Dal 1° luglio, sono possibili in zona gialla anche convegni e congressi». 

Centri commerciali, termali e parchi divertimento

«Le attività dei centri commerciali – ha concluso – possono riprendere regolarmente anche nei giorni festivi e prefestivi (quindi anche nel weekend), a partire dal 15 maggio 2021. Dal 1° luglio, nel rispetto dei protocolli previsti, riprendono anche le attività dei centri termali e dei parchi divertimento». (rrm)

CALABRIA GIALLA, TROPPI IRRESPONSABILI
DIMENTICATA ANCHE LA MINIMA PRUDENZA

A guardare la foto del corso Garibaldi di Reggio o di corso Mazzini a Cosenza di sabato sera, quando ancora non era stata declassata la zona rossa in Calabria, con la gente che si accalca per lo shopping natalizio, sorge immediatamente una stizza irrefrenabile: ma quanti irresponsabili ci sono ancora in giro? Quanti hanno interpretato l’attenuazione della zona da rossa a gialla come un “liberi tutti” per anticipare di un giorno a tornare a fare quello che si faceva abitualmente durante le feste di Natale? Si faceva, quando non c’era il Covid ospite ingombrante delle nostre giornate a macinare morti e spargere nuovi positivi, con il serio rischio di non riuscire a garantire le opportune e adeguate cure per tutti. Niente è più come prima, ma i calabresi – che pure hanno avuto la fortuna di essere quasi gli unici italiani a vivere un una regione quasi covid-free prima, durante e dopo l’estate – non si rendono conto che i numeri della pandemia sono allarmanti anche in Calabria. Anche se il picco delle scorse settimane si è abbassato drasticamente e l’indice di rischio contagio è sceso sotto l’1, questo non vuol dire che si deve o si può abbassare la guardia. Anzi, l’attuale situazione dovrebbe suggerire a maggior ragione la massima prudenza se non si vuole innescare una terza, pericolosissima fase, il cui esito potrebbe rivelarsi incontrollabile.

È necessario che tutti facciano la loro parte e soprattutto comprendano che quest’anno non è Natale, non almeno nel senso tradizionale: non cambia nulla per i credenti, che santificano le feste e sentono di poter esprimere al meglio la propria devozione, anche rinunciando alla messa di mezzanotte, ma deve, invece, cambiare tutto per i cosiddetti consumatori laici delle festività natalizie. Occorre dimenticarsi delle feste: è brutto dirlo, ma meglio un Natale mesto oggi che una primavera in pieno lockdown che manderà a carte quarantotto non solo la salute (priorità numero uno) ma anche l’economia. I medici, gli specialisti degli ospedali regionali non fanno gli allarmisti di mestiere, sono semplicemente realisti, con le competenze che permettono loro di valutare i rischi di un contagio in progressione geometrica. Ovvero, incontrollabile, inarrestabile, senza limiti, a fronte dei comportamenti irresponsabili che sono già emersi il primo giorno di “zona gialla”. Negozi pieni (e siamo felici per gli esercenti che stanno pagando in misura spaventosa gli effetti dell’emergenza) ma affollamenti e assembramenti non leciti, non autorizzati, da punire, decisamente, perché rappresentano un invito all’emulazione. C’è troppa leggerezza e superficialità nel considerare che il rischio pandemia non è scomparso, né si è abbassato: ci sono i numeri che indicano uno scenario da paura su cui c’è poco da scherzare.

Eppure quello che si è visto a Reggio non è un fatto isolato e circoscritto alla Città dello Stretto. Lo stesso, più o meno, si è verificato un po’ dovunque: folla per le vie dello shopping, affollamento nei centri commerciali o nei supermercati, negozi al limite della capienza autorizzata. Almeno consola il fatto che quasi nessuno è senza mascherina, ma se continua questo trend c’è da immaginare che non saranno le mascherine a impedire la diffusione massiccia dei contagi.

Le regole della zona gialla ammorbidiscono i divieti, ma non autorizzano affollamenti e ressa nei negozi. Ricordiamole: ristoranti, bar gelaterie possono servire i clienti all’interno dei propri locali dalle 5 alle 18, facendo sedere al massimo quattro persone allo stesso tavolo: alle 18 scatta l’obbligo del solo consumo con asporto o con consegna a domicilio dalle 18 alle 22. Da domenica – aveva auspicato il presidente ff della Regione Nino Spirlì – «occhi aperti e self control» per permettere la ripresa delle attività commerciali che fino a sabato erano state bloccate. Ma basta un niente a far tornare la Calabria da zona gialla a drammaticamente rossa. Ci vuole senso di responsabilità per sé e per i propri cari, ma anche per tutti. Sarebbe bello pensare che quanto visto ieri è stato un errore di valutazione della gente, da correggere subito, anche con l’impiego delle forze dell’ordine anche: il rigore necessario non è un optional. (rrm)

[La fotografia di copertina è di Luigi Palamara]

Coldiretti Calabria: Con la Calabria in ‘zona gialla’ riaprono 15 mila ristoranti e agriturismi

Coldiretti Calabria ha stimato che, con l’entrata della Calabria in zona gialla, riaprono oltre 15mila tra ristoranti, bar, pizzerie e agriturismi  con 32668 addetti situati nella Regione.

L’Ente, inoltre, ha sottolineato che gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione si sono fatti pero sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.

«A pesare – ha aggiunto Coldiretti – sono state anche limitazioni a carico delle circa 360  aziende agrituristiche che si trovano in grande difficoltà quest’anno per le misure di contenimento già  adottate e il crollo del turismo. In questo contesto è importante superare il divieto agli spostamenti tra i comuni, nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno: è importante per salvare e dare una chance agli agriturismi italiani che sono principalmente situati in piccoli centri rurali con una clientela proveniente dalle grandi città e dai paesi limitrofi».

«Il divieto  – ha aggiunto – è, infatti, un vero paradosso se si considera che gli agriturismi spesso situati in zone isolate in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, che sono secondo www.campagnamica.it i luoghi più sicuri perché è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche».

«Le limitazioni alle attività di impresa – ha concluso la Coldiretti – devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l’economia e l’occupazione in un settore chiave del Made in Italy». (rrm)