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Tar Calabria

Tar Calabria: Nel 2020 ricorsi diminuiti

Nel 2020 si sono ridotti i ricorsi presentati al Tribunale Amministrativo Regionale: «dai 2864 ricorsi pendenti al 1 gennaio 2020 si è passati ai 2476 pendenti al 31 dicembre 2020, dunque 388 in meno con una percentuale di riduzione del 13,55%». È quanto emerge dalla relazione del presidente Giancarlo Pennetti, in apertura dell’anno giudiziario del Tar della Calabria.

«Nonostante le tante problematiche sfidanti che l’epidemia e la sua veloce diffusione imponevano – ha rilevato Pennetti – le controversie di cui questo Tribunale si è occupato, e della cui frequente complessità chi conosce questo tipo di contenzioso, è ben al corrente, sono sempre state affrontate mantenendo inalterato il livello di studio e di approfondimento necessario da parte dei magistrati di questo Tribunale».

«In questo quadro di impreviste difficoltà – ha proseguito – che ha dominato l’intero arco temporale del 2020, appare pertanto tutto sommato accettabile il dato, sia pure di per sè non positivo perchè in controtendenza col trend favorevole degli ultimi quattro anni, che vede la stima di durata media dei giudizi risalire dai 521 giorni del 2019 ai 558 del 2020».

«Con piu’ specifico riguardo alle singole materie – si legge nella relazione – devono essere menzionati i ricorsi in materia di appalti pubblici e concessioni di pubblici servizi. Nel corso del 2020, sono stati depositati 107 ricorsi relativi a tale materia (87 assegnati alla prima sezione e 20 alla seconda): di questi, 80 sono stati definiti e 27 sono già assegnati ad udienza per la decisione, mentre in totale nel corso del 2020 sono state pubblicate 122 sentenze (riferite anche a ricorsi di anni precedenti). Se, poi, si considera l’ultimo triennio, dei 304 ricorsi depositati (107 nel 2018, 90 nel 2019 e 107 nel 2020), sono allo stato pendenti solo 33 ricorsi, dei quali, peraltro, 31 sono già iscritti a ruolo ad una udienza per la decisione».

Per quanto riguarda le interdittive antimafia, «nel corso del 2020 sono pervenuti 43 ricorsi, legati ad appalti, a concessioni demaniali revocate a seguito dell’interdittiva o allo svolgimento di attività economiche, sospese appunto dall’emanazione del provvedimento prefettizio; mentre le sentenze pubblicate in materia sono state 17 (riferite anche a ricorsi di anni precedenti)».

La pandemia esplosa nei primissimi mesi del 2020 e proseguita per tutto l’anno, ha ridotto il numero di ricorsi presentati al Tribunale amministrativo regionale di Catanzaro. Sono stati 1597 i ricorsi presentati nell’ultimo anno, in luogo dei 1962 del 2019, con un calo di 365.

«La diminuzione – ha spiegato il presidente Pennetti – riguarda, in particolare, due voci importanti: le ‘autorizzazioni e concessioni’ e le ‘esecuzioni del giudicato’. Rispetto all’anno precedente, la prima materia registra 85 ricorsi in meno mentre la seconda ne conta 108 in meno. È pure significativo il calo dei ricorsi di ottemperanza in quanto rimanda sia alla persistente grave situazione finanziaria di non pochi enti locali calabresi, sia a quella, di diversi enti sanitari, Asp. e aziende ospedaliere».

«Per stare alle materie – ha aggiunto il presidente Pennetti – si pensi ai ben 61 ricorsi presentati nel 2020, a fronte dei 9 del 2019, di impugnativa di ordinanze contingibili ed urgenti. Trattasi di controversie inerenti l’impugnativa d’una congerie articolata ed eterogenea di provvedimenti, fra le quali rientrano sia l’ordinanza regionale che consentiva in Calabria la ripresa delle attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismo con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all’aperto, sia quella, sempre regionale, che disponeva l’obbligo di vaccinazione antinfluenzale a carico di alcune categorie di soggetti, sia quelle che, specialmente nei primi mesi di lockdown, disponevano misure di isolamento domiciliare per ragioni sanitarie e sia quelle che, sempre adottate all’insegna dell’emergenza epidemica, hanno interessato il tormentato tema delle scuole, soprattutto materne, elementari e medie, sotto il ben noto profilo inerente la didattica che, secondo sindaci e presidente di regione, per ragioni di contenimento del diffondersi dell’epidemia, avrebbe dovuto essere effettuata ‘a distanza’, cioè mediante collegamenti telematici fra docente e alunni e non in presenza. I decreti cautelari presidenziali sono stati infatti ben 276 a fronte dei 142 del 2019 mentre le ordinanze cautelari sono state 420 a fronte delle 381 del 2019». (rcz)