Il consigliere regionale e capogruppo del M5S, Davide Tavernise, ha denunciato come sono a rischio 111 milioni di euro destinati alla Zes in Calabria.
Una denuncia partita dal commissario Zes, Giuseppe Romano, «forte e pubblica – ha detto Tavernise – che tuttavia non solo non ha raccolto risposta dagli enti interessati e coinvolti ma sul punto assordante è anche il silenzio della Regione».
«Eppure – ha ricordato il consigliere regionale – un mese fa lo stesso presidente Occhiuto, ha tessuto le lodi per le zone economiche speciali candidando la Calabria, attraverso proprio la Zes, come il luogo dove si possono ricevere e attrarre investimenti. Ma chi verrebbe a investire in Calabria se neanche la Zes, pur vocata a semplificare e avvantaggiare l’imprenditoria, risulta debitamente collegata alla rete ferroviaria o ammodernata, come denuncia il commissario Romano?».
«A restare delusi non solo i calabresi – ha proseguito – ma anche quella realtà a cui questo centrodestra parla: gli imprenditori. Nel mese di marzo, infatti, è stata Unindustria Calabria in collaborazione con il Centro studi Confindustria a indicare la strada per la ripartenza calabrese: ovvero Pnrr, digitalizzazione e aree Zes. Una sorta di “Diario di bordo” per uscire da una situazione che vede in crescita in Calabria solo lo spopolamento, soprattutto dei giovani, mentre le attività produttive viaggiano sotto la media nazionale».
«La denuncia di Giosy Romano – ha detto ancora – rende ancora più grave la superficialità con la quale la maggioranza di governo in Calabria ha deciso di non voler neanche considerare l’idea di una commissione speciale di monitoraggio sui fondi Pnrr, che avrebbe potuto avere costo zero per i calabresi e avrebbe potuto svolgere un ruolo di stimolo sul raggiungimento dei target».
«Le risorse legate al Pnrr – ha concluso – sono fondamentali per la nostra regione come peraltro gli altri fondi europei su cui già scontiamo un ritardo enorme, come denunciato. In un contesto fatto di tempo prezioso e opportunità irripetibili la Calabria tarda ancora ad essere esempio positivo e tutto questo ha responsabilità politiche chiare». (rrc)