Nicola Carè

CARÈ NICOLA (PD)

  1. Proposte di Legge presentate come primo firmatario
  2. Proposte di Legge presentate come cofirmatario
  3. Proposte di Inchiesta parlamentare
  4. Interventi in Assemblea
  5. Attività in Commissione
  6. Interrogazioni e interpellanze
  7. Ordini del giorno
  8. Altre attività

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1. PROPOSTE DI LEGGE PRESENTATE COME PRIMO FIRMATARIO

16 luglio 2018 – CARE’ ed altri: “Istituzione di una Commissione parlamentare sull’emigrazione e sulla mobilità degli italiani nel mondo” (925)
(presentata il 13 luglio 2018, annunziata il 16 luglio 2018)

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2. PROPOSTE DI LEGGE PRESENTATE COME COFIRMATARIO

24 gennaio 2019 – BRUNETTA ed altri: “Istituzione dell’insegnamento della storia e della cultura del vino e delle eccellenze gastronomiche italiane come materie di educazione civica, e altre disposizioni per la promozione del settore enogastronomico” (1533)
(presentata il 23 gennaio 2019, annunziata il 24 gennaio 2019)

28 dicembre 2018 – PAGANI ed altri: “Delega al Governo per l’istituzione della Riserva ausiliaria dello Stato per lo svolgimento di operazioni di soccorso sanitario e socio-assistenziale” (1466)
(presentata il 19 dicembre 2018, annunziata il 28 dicembre 2018)

28 dicembre 2018 – UNGARO ed altri: “Delega al Governo per l’adeguamento dell’ordinamento interno in conseguenza del processo di uscita del Regno Unito dall’Unione europea” (1459)
(presentata il 19 dicembre 2018, annunziata il 28 dicembre 2018)

8 dicembre 2018 – PELLICANI ed altri: “Modifiche e integrazioni alla legislazione speciale per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna” (1428)
(presentata il 7 dicembre 2018, annunziata l’8 dicembre 2018)

26 novembre 2018 – MIGLIORE ed altri: “Modifiche alla legge 27 dicembre 2001, n. 459, in materia di esercizio del diritto di voto da parte dei cittadini italiani residenti all’estero” (1392)
(presentata il 22 novembre 2018, annunziata il 26 novembre 2018)

8 novembre 2018 – GADDA ed altri: “Modifica all’articolo 188 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in materia di gratuità della sosta per i veicoli al servizio di persone invalide” (1348)
(presentata il 7 novembre 2018, annunziata l’8 novembre 2018)

9 luglio 2018 – SCALFAROTTO ed altri: “Modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, in materia di contrasto dell’omofobia e della transfobia” (868)
(presentata il 4 luglio 2018, annunziata il 9 luglio 2018)

4 luglio 2018 – LA MARCA ed altri: “Disposizioni per il sostegno dello sport italiano nel mondo e la promozione della pratica sportiva tra gli italiani all’estero” (852)
(presentata il 3 luglio 2018, annunziata il 4 luglio 2018)

13 giugno 2018 – SCHIRO’ ed altri: “Modifica all’articolo 9-bis del decreto-legge 28 marzo 2014, n. 47, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 maggio 2014, n. 80, concernente l’estensione della riduzione della tassa sui rifiuti a tutti i cittadini iscritti nell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero” (701)
(presentata il 7 giugno 2018, annunziata il 13 giugno 2018)

5 giugno 2018 – DELRIO ed altri: “Modifiche al decreto legislativo 15 settembre 2017, n. 147, in materia di misure per il potenziamento e l’estensione del reddito di inclusione e per favorire l’occupabilità dei beneficiari” (688)
(presentata il 4 giugno 2018, annunziata il 5 giugno 2018)

5 giugno 2018 – DELRIO ed altri: “Delega al Governo per riordinare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l’assegno unico e la dote unica per i servizi” (687)
(presentata il 4 giugno 2018, annunziata il 5 giugno 2018)

5 giugno 2018 – GADDA ed altri: “Disposizioni per la promozione e la disciplina del commercio equo e solidale” (663)
(presentata il 24 maggio 2018, annunziata il 5 giugno 2018)

5 giugno 2018 – ROSATO ed altri: “Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, e delega al Governo per la revisione delle disposizioni concernenti l’affidamento e l’adozione di minori” (630)
(presentata il 15 maggio 2018, annunziata il 5 giugno 2018)

5 giugno 2018 – SCHIRO’ ed altri: “Disposizioni per la promozione della conoscenza dell’emigrazione italiana nel quadro delle migrazioni contemporanee” (617)
(presentata l’11 maggio 2018, annunziata il 5 giugno 2018)

11 maggio 2018 – COMAROLI ed altri: “Disposizioni in materia di insequestrabilità delle opere d’arte prestate da Stati esteri o da enti o istituzioni culturali straniere, durante la permanenza in Italia per l’esposizione al pubblico” (581)
(presentata l’8 maggio 2018, annunziata l’11 maggio 2018)

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3. PROPOSTE DI INCHIESTA PARLAMENTARE PRESENTATE COME COFIRMATARIO

1° febbraio 2019 – UNGARO ed altri: “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle questioni concernenti il processo di uscita del Regno Unito dall’Unione europea” (Doc XXII, n. 35) (Doc. XXII, n.35) [ PDF ] (presentata il 1° febbraio 2019)

12 luglio 2018 – GADDA ed altri: “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della produzione e della diffusione di merci contraffatte o usurpative nel campo commerciale nonché della pirateria elettronica e digitale e del commercio abusivo” (Doc XXII, n. 29) (Doc. XXII, n.29) [ PDF ] (presentata il 12 luglio 2018)

23 maggio 2018 – DE LUCA ed altri: “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza degli edifici scolastici pubblici” (Doc XXII, n. 16)(Doc. XXII, n.16) [ PDF ] (presentata il 23 maggio 2018)

18 aprile 2018 – BRUNO BOSSIO ed altri: “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro con particolare riguardo al sistema della tutela della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro” (Doc XXII, n. 14) (Doc. XXII, n.14) [ PDF ] (presentata il 18 aprile 2018)

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4. INTERVENTI IN ASSEMBLEA

Discussione della relazione delle Commissioni III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) sulla deliberazione in merito alla partecipazione dell’Italia a ulteriori missioni internazionali (periodo dal 1° ottobre al 31 dicembre 2018) (Doc. XXV, n. 1) e sulla relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, anche al fine della relativa proroga (periodo dal 1° ottobre al 31 dicembre 2018) (Doc. XXVI, n. 1), entrambe adottate dal Consiglio dei ministri il 28 novembre 2018

18 dicembre 2018 – NICOLA CARE’ (PD). Signor Presidente, signora Ministra, colleghe e colleghi, non molti rimasti, l’anno 2018, che sta per concludersi, continua la tradizione che ha visto il nostro Paese impegnato su più fronti per il mantenimento della pace, nonché della sicurezza nel Mediterraneo, nel Medioriente ed in Africa. Aiuto e cooperazione che vengono costantemente svolti anche con il supporto dell’Unione europea e della NATO. Questi organismi internazionali continuano la loro opera di sviluppo e di pacificazione con il ruolo essenziale del sistema Italia.

Quello che sta per terminare è stato un anno di consolidamento, io credo, e perfezionamento del nostro impegno militare e civile su tutti i fronti; certamente è stato basilare in Africa l’ampliamento della presenza diplomatica, riattivando l’ambasciata in Libia ed aprendone altre in Niger, Guinea e Burkina Faso. Tale attività è fondamentale poiché le ambasciate svolgono un ruolo centrale di aiuto ed assistenza dei nostri connazionali lì residenti.

È opportuno, a tal proposito, sottolineare l’importanza della missione in Niger per la sua posizione geografica strategica, essenziale per combattere efficacemente il terrorismo e per consentire stabilità a tutto il continente e a tutto il territorio in Africa. Il Niger, infatti, è il ponte prediletto dai trafficanti di esseri umani che provvedono dalla Nigeria ad inviare donne e bambini destinati a diventare pura merce umana.

Davvero tanto è stato fatto sul suolo australiano sulla scia delle attività iniziate e proseguite dal Precedente del Governo Gentiloni; contributo essenziale è stato garantito anche, inoltre, dal 2011 dall’entrata in vigore della condizione del Consiglio d’Europa sul contrasto del traffico degli esseri umani. Il continente africano rappresenta non solo il veicolo più efficace, dunque, per combattere e vincere la lotta al terrorismo, ma rappresenta, con le sue inestimabili ricchezze economiche ed umane, un’opportunità di crescita per l’Europa e soprattutto per l’Italia.

L’Africa è la casa di tantissimi dei nostri connazionali – e dico questo perché l’Africa fa parte dalla mia circoscrizione – che operano e prosperano nelle regioni. Stabilizzare i territori in guerra o le problematiche sociali ha una funzione di crescita e di garanzia per tutti coloro che, lì residenti, esportano aziende e creano ricchezza. Infatti, noi, l’Italia, siamo il terzo maggiore investitore nel continente con 11,6 miliardi di dollari, costruiamo ed esportiamo il sistema Italia con aziende prestigiose ad altissimo livello internazionale, eccellenze. Desidero citarne soltanto alcune: ENI, investimento di oltre 8,1 miliardi ed opera in oltre 16 Paesi africani con attività di esplorazione e produzione; Salini Impregilo, con grandi opere di dighe, opere di infrastrutture e strade, che vanno dall’Etiopia al Camerun (l’attività che loro svolgono in Africa costituisce oltre il 17 per cento del fatturato annuo complessivo del gruppo); Ferrero, che ha grandi impianti in Camerun e in Sudafrica, ma svolge attività in 52 Paesi africani; Enel, nello specifico Enel Green Power, focalizzata nella difficile sfida delle energie rinnovabili. E poi – lo voglio sottolineare – non è possibile tacere sull’attività preziosa di difesa dei diritti umani che il nostro Paese da sempre svolge in Libia.

Non possiamo dimenticare che tutte queste missioni estere rappresento la piena e completa visione dalla Costituzione italiana: penso all’articolo 2, che garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, o all’articolo 10 riguardante il diritto d’asilo. Sempre più si fa pressante la necessità di allargare il Mediterraneo e il suo spazio, facendo confluire in esso, dunque in un piano molto più ampio, tutte le spinose questioni ancora irrisolte concernenti il Libano, la Palestina ed Israele.

In quest’ultimo anno l’Italia ha partecipato ad oltre 35 missioni, operate in 22 Stati e in 3 differenti continenti, dall’Europa all’Asia, all’Africa. La pace non può essere raggiunta se non attraverso la cultura, cooperazione, dinamicità economica. Di questo si è fatto carico l’Agenzia per la cooperazione allo sviluppo: questa istituzione è la base più efficace per combattere e vincere il terrorismo che si nutre ed ha radici nell’ignoranza e nell’indigenza. Auspico pertanto una politica di continuità con l’attività dalla NATO, nel rispetto dal Patto atlantico. Una continuità della missione afgana: da anni infatti coordiniamo il PRT, alla base della ricostruzione dell’area sud-occidentale del Paese. Cambiare strategia avrebbe dei contraccolpi estremamente negativi sulla stabilità di tutta la regione intorno all’Afghanistan.

Come sappiamo, il Provincial Reconstruction Team costituisce per l’Italia un onore e anche un grande onere: un grande onore perché il nostro Paese possiede appunto un ruolo di primissimo piano, gestendo una parte di territorio grande quanto tutta l’Italia settentrionale, particolarmente prospera perché comprende anche la provincia di Herat.

Concludendo, vorrei sottolineare che in questa legge di bilancio sono del tutto ignorate le necessità di risorse aggiuntive per il Fondo Africa. Se dunque è fondamentale rendere…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

NICOLA CARE’ (PD). Concludo. Se è fondamentale rendere autonomo il continente africano dalla funzione paternalistica ed assistenziale dei Paesi occidentali, non si vede come ciò possa avvenire con successo senza un aiuto economico valido e mirato affinché tale autonomia si realizzi. Sembra dunque che a prevalere sia il buonsenso, continuando a tenere operative le iniziative che i precedenti indirizzi di governo hanno compiuto con successo nel resto del mondo e nelle zone di nostra competenza di cooperazione internazionale. Quindi, per questo motivo, esprimo piena convinzione e solidarietà, come il resto del partito, verso le missioni anche per il 2019 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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Disegno di legge: S. 717 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato) (A.C.1117-A)

13 settembre 2018 – NICOLA CARE’ (PD). Signor Presidente, egregi colleghi, io parlo sull’ordine del giorno in esame n. 9/1117-A/61. Questo ordine del giorno naturalmente prende in considerazione il fatto di salvaguardare i lavoratori operanti nelle aree di crisi industriale, dando loro la possibilità di beneficiare di ulteriori interventi di integrazione salariale straordinaria, rispetto alla legislazione vigente. Mi sembra strano che dobbiamo parlare di un ordine del giorno qui, oggi, dove effettivamente si va a vantaggio delle aree in crisi, delle aree dove i lavoratori si trovano in difficoltà. E per questo, come detto prima, queste norme stanno consentendo di garantire o consentiranno di garantire il complemento dei piani occupazionali dell’impresa, ma soprattutto – e mi rifaccio – di salvaguardare il lavoro, il lavoro delle persone, il lavoro dei lavoratori impegnati in queste aree di crisi industriale complessa. La mancata proroga della disposizione in oggetto, prevista dagli articoli 44, comma 11-bis del decreto legislativo n. 148 del 2015 e 1, comma 139, della legge 27 dicembre del 2017, n. 205, rischia di interrompere il processo di riqualificazione economica e sociale di questi territori, che sono importantissimi per lo sviluppo economico dell’Italia.

In particolare è necessario prorogare – e sottolineo “prorogare” – senza indugio l’efficacia delle predette norme in riferimento a delle aree, dove 67 comuni, che comprendono quasi il 50 per cento dell’estensione del territorio regionale di una regione come il Molise, rappresenta il 60 per cento dalla popolazione residente. Ci sono settori e i settori in crisi in questa regione sono tre, quelli che escono fuori, il settore del tessile-abbigliamento, rappresentato dal alcuni gruppi e soprattutto il gruppo ITR, la filiera avicola, rappresentata da una grande azienda, la Gam Spa e poi il settore metalmeccanico, rappresentato dal nucleo industriale intorno a Isernia e Venafro, che costituiscono i tre comparti più colpiti dalla crisi. Io parlo di questo perché la popolazione che occupa o che lavora in questi settori è oltre il 40 per cento dalla forza lavoro della regione Molise, un tasso di disoccupazione che è molto al di sopra della media nazionale. Tutti gli indicatori socio-economici di questa regione indicano il Molise come una regione estremamente fragile dal punto di vista socio-economico, soprattutto per quanto riguarda le persone giovani, infatti la disoccupazione giovanile è altissima, c’è una fuga di giovani da questa regione, che non vanno soltanto al Nord Italia, ma si spostano nel resto nel mondo e questo significa per l’Italia, per gli italiani, una perdita di intellectual proficiencies che noi non ci possiamo permettere assolutamente. Non soltanto questo, questo comporta naturalmente un peggioramento delle condizioni delle condizioni di vita dalle nostre famiglie, della famiglia, che costituisce in qualche modo il comune denominatore di questa nazione che è l’Italia, il comune denominatore di noi italiani e per questo io credo, con queste premesse, con questi dati, è necessario – e parlo ai miei colleghi di 5 Stelle – non soltanto è necessario, ma un dovere morale adoperarsi al fine di prorogare l’efficacia delle disposizioni che consentono ai lavoratori di queste aree di lavorare e di continuare a beneficiare di ulteriori interventi di integrazione salariale straordinaria rispetto alla normativa vigente. Ed è importante perché, venendo dall’estero, provenendo dall’Australia, io non riesco a capire che un ordine del giorno di di questo tipo, che è al servizio della comunità, al servizio dei lavoratori, venga bloccato proprio da quelle persone che per la maggior parte sono i figli di quei lavoratori che in questo momento potrebbero andare senza lavoro. E quindi si devono guardare all’interno, all’interno della persona, e guardare e fare un discorso morale.

PRESIDENTE. Concluda.

NICOLA CARE’ (PD). Per questo io dico, e concludo, signor Presidente, che noi italiani, e soprattutto loro, dovrebbero aiutare la base, i giovani che sicuramente sono la base per una crescita non soltanto economica, ma soprattutto sociale e sono loro soprattutto nell’accettare questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

NICOLA CARE’ (PD). Signor Presidente, egregi colleghi: egregi colleghi non ne sono rimasti, effettivamente siamo parecchi del Partito Democratico, ma il resto dell’Aula è un po’ vuoto e questo mi rammarica anche per quanto riguarda la raccomandazione che il Governo ha dato sull’ordine del giorno n. 9/1117/61 da me presentato.

Mi rammarica molto perché, guardando in giro, vedo i miei colleghi che vengono dall’estero – ce ne sono tre su un’ottantina che siamo rimasti qui – tre colleghi dall’estero: cosa differenzia i rappresentanti degli italiani all’estero dai rappresentanti degli italiani che vivono in aree disastrate e in aree impoverite (Commenti)? Tranquilli naturalmente l’eloquenza non è il mio forte, anche perché dopo trentacinque anni di Australia forse parlo un po’ di italiano e un po’ di inglese e forse c’è un piccolo accento a destra e a sinistra, ma non sono qua a parlare di me e del mio accento.

Parliamo delle cose fondamentali sul decreto in esame: una soprattutto, che riguarda il tema dell’ordine del giorno, cioè salvaguardare il lavoro delle persone in aree disastrate e, se l’accettate, area disastrata è una regione come il Molise, dove c’è il 60 per cento della popolazione soprattutto giovanile è disoccupata.

Dobbiamo tenere in considerazione queste cose. Il Sud effettivamente è un territorio dove la disoccupazione giovanile veramente è un problema serio e lo sappiamo perché ci sono anche isole, come la Sicilia e come la Sardegna, e l’abbiamo sentito dal collega di Fratelli d’Italia, che parla con molta eloquenza e con molto cuore quando ci parla della Sardegna. Ma per questo motivo, io tengo – chiedo scusa perché purtroppo, dopo tre ore di sonno in 48 ore, non è facile – ad intervenire soltanto per sottolineare un punto importante: la cosa importantissima nell’ordine del giorno sono le premesse. Eccoci qua… Questo succede quando si vuole parlare alle 4,20 di mattina dopo tre ore di sonno da quando siamo arrivati dall’Australia a rappresentare gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Per questo volevo dire che non riesco a capire perché, invece di implementare l’ordine del giorno verso queste aree disagiate, invece di incentivare gli investimenti, noi li stiamo bloccando. Stiamo portando delle famiglie in una condizione veramente disagiata e disastrosa, perché effettivamente sto vedendo qua oggi che le persone non sono presenti in quest’aula, anche se la maggior parte vengono dal Sud e dovrebbero rappresentare le loro persone, le loro radici e le loro famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Volevo in qualche maniera non parlare di questo, altrimenti si dice che è sempre l’italiano che viene dall’estero e ne parla sempre dal cuore: il cuore è una cosa, le nostre radici e la nostra famiglia sono fondamentali e mi dispiace vedere colleghi che rappresentano aree disastrate e che purtroppo non sono presenti adesso e non erano presenti prima e questo dispiacere è fondamentale perché facciamo parte di questa istituzione. È su questo che io mi batterò sempre fortemente e mi batterò per far sì che la nostra istituzione diventi imperativa, diventi essenziale per far sì che il popolo italiano sia al di sopra di tutti e che essa veramente lo rappresenti con cuore, stima e soprattutto con lealtà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 22 giugno 2018, n. 73, recante misure urgenti e indifferibili per assicurare il regolare e ordinato svolgimento dei procedimenti e dei processi penali nel periodo necessario a consentire interventi di edilizia giudiziaria per il Tribunale di Bari e la Procura della Repubblica presso il medesimo tribunale (A.C.764)

12 luglio 2018 – NICOLA CARE’ (PD). Presidente, grazie per darmi l’opportunità. Io vengo da una terra che è un po’ lontana dall’Italia, l’Australia, dove centinaia di migliaia di italiani si sono trasferiti tanto tempo fa. Si sono trasferiti per una cosa, perché non trovavano lavoro, ma soprattutto hanno avuto con loro quell’orgoglio italiano, quella voglia di rimanere italiani che è rimasta in tutti questi anni. Tutto questo, naturalmente, ha portato delle conseguenze, ossia che gli italiani a volte, qui in Italia, non sono chiari, sono connessi con delle cose o si fanno delle cose che non sono totalmente chiamiamole legali o non legali, o non si fanno le ricerche adeguate. Ebbene, io devo dire, Presidente soltanto una cosa e questo conferma quello che è successo questa mattina: non soltanto il Ministro non è venuto questa mattina qui, in Aula, a rispondere ai deputati eletti dal popolo italiano e dal popolo italiano all’estero, ma non sono venuti anche…

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5. ATTIVITÀ IN COMMISSIONE

IV COMMISSIONE (DIFESA)

16 gennaio 2019 – Indagine conoscitiva sullo stato del reclutamento nelle carriere iniziali delle Forze armate. Audizione del Direttore Generale del Personale Militare (PERSOMIL), Ammiraglio di Squadra, Pietro Luciano Ricca.

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28 novembre 2018 – 5-01017 Pagani: Sul programma di velivoli a pilotaggio remoto P2HH

Nicola CARÈ (PD), in qualità di cofirmatario, illustra l’interrogazione in titolo, sottolineando che il prossimo 7 dicembre è stato convocato un tavolo sulla vicenda del gruppo aeronautico Piaggio Aerospace, che occupa circa 1300 lavoratori recentemente entrati in stato di agitazione.

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Sede Consultiva
Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021. C.1334 Governo (Parere alla V Commissione)

14 novembre 2018 – Nicola CARÈ (PD) precisa che l’emendamento Pagani 1334/IV/36.1, di cui è cofirmatario, pone rimedio a una mancanza di equiordinazione tra le Forze armate e le Forze di Polizia a seguito dell’approvazione del decreto legislativo n. 126 del 2018, che ha assegnato alle sole Forze di Polizia, allo scopo di operare la revisione dei ruoli e delle carriere, sessanta milioni di euro per il triennio 2017-2019 e dieci milioni di euro dal 2018 al 2028.
Evidenzia, quindi, che l’aumento delle risorse previsto dalla proposta emendativa in esame è necessario anche al fine di valorizzare il parametro dei gradi non apicali dei ruoli non dirigenziali considerato che al ruolo dei marescialli è stato riconosciuto, dal citato provvedimento, l’accesso alla carriera direttiva.

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6. INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

(nessuna)

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7. ORDINI DEL GIORNO

13 dicembre 2018 – Ordine del Giorno 9/01408/141

presentato da CARÈ Nicola

Giovedì 13 dicembre 2018, seduta n. 101

La Camera,

premesso che:

recenti statistiche, confermate anche dall’ISTAT, riportano che dal 2010 l’emigrazione dall’Italia è in un costante aumento;

le registrazioni di italiani all’estero sono passate da 3,1 milioni nel 2006 a oltre 5 milioni nel 2018, secondo i dati dell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE), per altro inferiori a quelli rilevati a livello consolare. Più della metà hanno compiuto un’effettiva esperienza migratoria rispetto a quanti hanno acquisito la cittadinanza all’estero per discendenza;

la maggior parte dei migranti italiani si dirige in altri Paesi europei, principalmente in Gran Bretagna, Germania, Francia e Svizzera;

il costante incremento dei flussi in uscita e la diversificazione sociale, culturale e professionale di coloro che ne sono protagonisti inducono a inquadrare il fenomeno nei termini di una vera e propria «nuova emigrazione», al cui interno si manifestano possibilità occupazionali e prospettive di tutela dei diritti molto differenziate;

la migrazione di persone altamente qualificate, per altro, è un fenomeno significativo e tende a crescere, stando ai dati che segnalano il possesso di una laurea o di un titolo post-laurea da parte della metà dei giovani che lasciano il Mezzogiorno (SVIMEZ);

nel rapporto Migrantes 2018 si legge che dal 2006 al 2018 la mobilità italiana è aumentata del 64,7 per cento passando, in valore assoluto, da poco più di 3,1 milioni di iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (Aire) a più di 5,1 milioni, con un aumento di oltre 140 mila unità (variazione 2,7 per cento rispetto al 2017). Soffermandosi alla sola percentuale per espatrio (52,8 per cento), si tratta in valore assoluto di 128.193 italiani partiti dall’Italia nel corso del 2017 spostando la loro residenza fuori dei confini nazionali. Le partenze, in questo ultimo anno, sono state generalmente più contenute in valore assoluto, ma resta un trend che merita attenzione e analisi in quanto, se nell’ultimo anno la crescita è stata del +3,3 per cento, considerando gli ultimi tre anni la percentuale sale a +19,2 per cento e per l’ultimo quinquennio addirittura a +36,2 per cento,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di considerare a partire dall’anno 2020 direttamente adibita ad abitazione principale, e quindi esente da IMU e TASI, una ed una sola unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato e iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE), a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia, a condizione che non risulti locata o data in comodato d’uso.
9/1408/141(Testo modificato nel corso della seduta) Carè, Ungaro, Schirò, La Marca.

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8 dicembre 2018 – Ordine del Giorno 9/01334-AR/157

presentato da CARÈ Nicola

Sabato 8 dicembre 2018, seduta n. 97

La Camera,
premesso che:
le Camere di Commercio italiane all’estero (CCIE) riconosciute dallo Stato italiano sono 77, operanti in 55 Paesi del mondo; associano, su base volontaria, 20.000 imprese, sviluppando annualmente più di 300 mila contatti di affari;
le CCIE sono connesse «a rete» in un sistema di promozione, radicato sui territori esteri, che costituisce un punto di riferimento per le comunità di affari italo-locali e un supporto di servizio alle piccole e medie imprese italiane;
le CCIE, ai sensi delle leggi n. 518 del 10 luglio 1970 e n. 549 del 1995, sono destinatarie annualmente di un cofinanziamento sul valore dei programmi di promozione realizzati, nell’ambito delle disponibilità di cui alla tabella 3 — Stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, al cap. 2501;
ogni anno viene effettuata la ripartizione delle disponibilità sul capitolo sulla base del valore dei programmi presentati allo stesso Ministro dello sviluppo economico, che nel 2018, sulla base di un percorso seguito negli anni precedenti, ha riguardato il 100 per cento dei fondi disponibili sul cap. 2501, pur rimanendo largamente insufficiente a cofinanziare le spese sostenute dalle CCIE;
sulla base delle percentuali di contribuzione degli scorsi anni, la contribuzione pubblica a favore delle CCIE si è collocata, in media, a meno del 30 per cento della spesa rendicontata, rispetto alla previsione normativa di un massimo del 50 per cento;
tali organismi hanno visto, in sei anni, ridurre sensibilmente il cofinanziamento pubblico, mettendo a repentaglio la continuità di servizio, la capacità di rappresentanza degli interessi imprenditoriali all’estero, nonché l’attivo supporto ai processi d’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese italiane;
nell’anno 2018 il Ministero dello sviluppo economico ha ricevuto programmi di attività delle Camere per una spesa prevista superiore a 36 milioni di euro,

impegna il Governo

nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, a considerare l’opportunità di destinare le risorse assegnate al Programma 3.2 di sostegno all’internazionalizzazione delle imprese e alla promozione del made in Italy al supporto delle attività delle Camere di commercio italiane all’estero assicurando alle stesse, in sede di ripartizione del capitolo 2501, un contributo comunque non inferiore al 95 per cento della dotazione globale del capitolo, per realizzare un più adeguato cofinanziamento della spesa sui programmi promozionali già realizzati nell’anno 2018 con risorse proprie.
9/1334-AR/157. (Testo modificato nel corso della seduta)  Carè, Ungaro, Schirò, La Marca.

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27 novembre 2018 – Ordine del Giorno 9/01346/078

presentato da CARÈ Nicola

Martedì 27 novembre 2018

modificato Mercoledì 28 novembre 2018, seduta n. 92

La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame, presenta diverse gravi criticità tra le quali non si può non citare innanzitutto l’eliminazione dei permessi di soggiorno per motivi umanitari, che determinerà una crescita esponenziale del livello di insicurezza nel nostro Paese, facendo venir meno quello che fino ad oggi era un fondamentale strumento di integrazione: quale conseguenza delle disposizioni approvate, sarà pertanto inevitabile una crescita esponenziale delle situazioni di marginalità e irregolarità, della propensione a delinquere da parte di persone abbandonate e senza nessuna possibilità di integrazione, e la condanna definitiva di molti migranti ad una nuova condizione di irregolarità, pregiudicando in modo irrimediabile il percorso di integrazione finora intrapreso, e dimenticando che un livello di sicurezza efficace ed effettivo può essere garantito solo da una compiuta integrazione delle persone che vivono sul nostro territorio;
altrettanto grave è il sostanziale smantellamento del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), un sistema che esiste da oltre sedici anni, considerato come il sistema «modello» da presentare in Europa, e che ha dimostrato che solo l’accoglienza in strutture diffuse, seguite da personale qualificato in numero adeguato e attraverso una appropriata distribuzione sul territorio dei richiedenti asilo, può agevolare l’autonomia e l’indipendenza delle persone, da un lato, ed i processi di integrazione dall’altro;
il suo smantellamento determinerà dunque un grave pericolo per la sicurezza pubblica, determinando da un lato il forte rischio dell’insorgere di tensioni sociali determinate dall’accresciuto numero di persone in condizione di marginalità e irregolarità nei grandi centri abitati, e dall’altro, un contestuale peggioramento delle condizioni di vita per i migranti all’interno dei Centri di accoglienza straordinaria (CAS), con il conseguente aumento delle esigenze di controllo e di sicurezza da parte delle Forze dell’ordine, nonché dei costi a carico della collettività,

impegna il Governo

a stanziare quanto prima tutte le risorse necessarie da un lato atte a garantire comunque il rispetto diritti fondamentali, a partire da quello alla salute, per tutti quei migranti presenti sul nostro territorio che improvvisamente si ritroveranno privi di ogni copertura giuridica ed economica, nonché ad assicurare gli adeguati livelli di sicurezza per tutti i cittadini, a fronte delle nuove esigenze che inevitabilmente si profileranno quale conseguenza delle norme approvate, con particolare riguardo al territorio della provincia di Viterbo.
9/1346/78. Carè.

– . –

13 settembre 2018 – Ordine del Giorno 9/01117-A/061

presentato da CARÈ Nicola

Giovedì 13 settembre 2018, seduta n. 44

La Camera,
premesso che,
il provvedimento in esame è finalizzato a prorogare termini previsti da disposizioni legislative riguardanti numerosi ambiti materiali;
nel testo finale del provvedimento, tuttavia, non sono incluse diverse e importanti norme in materia di ammortizzatori sociali, alcune delle quali hanno consentito di affrontare situazioni di crisi economica preservando il tessuto occupazionale e sociale dei territori;
tra queste, notevole rilevanza rivestono le disposizioni che attribuiscono ai lavoratori operanti nelle aree di crisi industriale complessa riconosciute ai sensi dell’articolo 27 del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, la possibilità di beneficiare di ulteriori interventi di integrazione salariale straordinaria rispetto alla legislazione vigente;
tali norme, come detto, stanno consentendo di garantire il completamento dei piani occupazionali delle imprese e la salvaguardia occupazionale dei lavoratori impegnati presso le predette aree di crisi industriale complessa;
la mancata proroga della disposizione in oggetto, prevista dagli articoli 44, comma 11-bis, del decreto legislativo n. 148 del 2015 e 1, comma 139, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, rischia di interrompere il processo di riqualificazione economica e sociale dei territori interessati;
in particolare, si reputa necessario operare al fine di prorogare l’efficacia delle predette norme in riferimento all’area di crisi industriale di Campochiaro, Bojano e Venafro,

impegna il Governo

ad adoperarsi, sin dal primo provvedimento legislativo utile, al fine di prorogare l’efficacia delle disposizioni che consentono ai lavoratori dell’area di crisi industriale complessa di beneficiare di ulteriori interventi di integrazione salariale straordinaria rispetto alla legislazione vigente, con particolare riferimento all’area di Isernia Campochiaro, Bojano e Venafro.
9/1117-A/61. Carè.

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12 luglio 2018 – Ordine del Giorno 9/00764/024

presentato da CARÈ Nicola

Giovedì 12 luglio 2018, seduta n. 25

La Camera,
premesso che:
il decreto-legge in esame stabilisce, fino al 30 settembre 2018, la sospensione dei processi penali pendenti, in qualunque fase e grado, davanti al tribunale di Bari, nonché del corso della prescrizione;
il provvedimento contempla, tuttavia, alcune eccezioni; in particolare, la sospensione non opera: per il giudizio direttissimo; per la convalida dei sequestri; in relazione all’udienza di convalida di arresto e fermo; nei procedimenti con imputati in stato di custodia cautelare; per i procedimenti relativi a delitti di criminalità organizzata e terrorismo,

impegna il Governo

a verificare la possibilità di estendere l’eccezione alla sospensione di cui all’articolo 1 anche nei procedimenti per i delitti contro la moralità pubblica e il buon costume di cui all’articolo 519 codice penale.
9/764/24. Carè.

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Cannizzaro

CANNIZZARO FRANCESCO (FI)

  1. Proposte di Legge presentate come primo firmatario
  2. Proposte di Legge presentate come cofirmatario
  3. Proposte di Inchiesta parlamentare
  4. Interventi in Assemblea
  5. Attività in Commissione
  6. Interrogazioni e interpellanze
  7. Ordini del giorno
  8. Altre attività

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1. PROPOSTE DI LEGGE PRESENTATE COME PRIMO FIRMATARIO

(nessuna)

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2. PROPOSTE DI LEGGE PRESENTATE COME COFIRMATARIO

27 febbraio 2019 – SANTELLI ed altri: “Introduzione dell’articolo 143-bis del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di computo dei termini di durata in carica dei consigli comunali e provinciali in caso di annullamento del provvedimento di scioglimento” (1630)
(presentata il 26 febbraio 2019, annunziata il 27 febbraio 2019)

30 dicembre 2018 – GELMINI ed altri: “Riduzione dell’imposta sul reddito delle società per gli enti senza scopo di lucro e gli istituti autonomi per le case popolari” (1482)
(presentata il 29 dicembre 2018, annunziata il 30 dicembre 2018)

30 dicembre 2018 – ROSSELLO ed altri: “Modifiche agli articoli 147-ter e 148 del testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, in materia di equilibrio tra i sessi negli organi di amministrazione e di controllo delle società quotate in mercati regolamentati” (1481)
(presentata il 29 dicembre 2018, annunziata il 30 dicembre 2018)

4 ottobre 2018 – GERMANÀ ed altri: “Modifiche al testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado, di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, concernenti il divieto dell’uso dei telefoni mobili e di altri strumenti tecnologici nelle scuole e durante l’attività scolastica” (1231)
(presentata il 3 ottobre 2018, annunziata il 4 ottobre 2018)

21 settembre 2018 – D’ETTORE ed altri: “Modifiche all’articolo 1, comma 855, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, e al decreto-legge 3 maggio 2016, n. 59, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 giugno 2016, n. 119, in materia di estensione dell’accesso al Fondo di solidarietà in favore degli investitori in banche in liquidazione ai possessori di strumenti finanziari emessi dagli istituti di credito Banca popolare di Vicenza Spa e Veneto Banca Spa, nonché istituzione di un fondo per l’anticipazione integrale dei ristori spettanti ai possessori di strumenti finanziari emessi dalle banche in liquidazione” (1183)
(presentata il 20 settembre 2018, annunziata il 21 settembre 2018)

7 agosto 2018 – PAOLO RUSSO ed altri: “Introduzione dell’obbligo di indicare, nella lista delle vivande, l’origine delle materie prime impiegate negli esercizi pubblici di somministrazione di cibi e bevande” (1073)
(presentata il 6 agosto 2018, annunziata il 7 agosto 2018)

31 luglio 2018 – OCCHIUTO ed altri: “Disposizioni per la definizione agevolata dei crediti non riscossi degli enti locali e per la cancellazione dei residui attivi di dubbia esigibilità dai loro bilanci” (1021)
(presentata il 30 luglio 2018, annunziata il 31 luglio 2018)

30 luglio 2018 – BARTOLOZZI ed altri: “Modifiche al codice di procedura penale in materia di tutela e informazione delle vittime di reati violenti” (1003)
(presentata il 25 luglio 2018, annunziata il 30 luglio 2018)

24 luglio 2018 – PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE PELLA ed altri: “Modifica all’articolo 117 della Costituzione, concernente l’esercizio della competenza concorrente in materia di tutela della salute” (975)
(presentata il 23 luglio 2018, annunziata il 24 luglio 2018)

24 luglio 2018 – BRUNETTA ed altri: “Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di riforma della struttura generale dell’imposta sul reddito delle persone fisiche con introduzione dell’aliquota unica (flat tax), nonché disposizioni per la definizione agevolata di imposte, atti di accertamento e riscossione e contenzioso tributario” (969)
(presentata il 20 luglio 2018, annunziata il 24 luglio 2018)

4 luglio 2018 – SANTELLI ed altri: “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere” (805)
(presentata il 28 giugno 2018, annunziata il 4 luglio 2018)
Legge 7 agosto 2018, n. 99
Gazzetta Ufficiale n. 192 del 20 agosto 2018

5 giugno 2018 – FIORINI ed altri: “Istituzione del Ministero per la tutela, la promozione e il commercio internazionale dei prodotti italiani” (672)
(presentata il 30 maggio 2018, annunziata il 5 giugno 2018)

5 giugno 2018 – VERSACE ed altri: “Introduzione degli ausili e delle protesi destinati a persone disabili per lo svolgimento dell’attività sportiva tra i dispositivi erogati dal Servizio sanitario nazionale” (665)
(presentata il 24 maggio 2018, annunziata il 5 giugno 2018)

5 giugno 2018 – BARTOLOZZI ed altri: “Delega al Governo per l’istituzione del Tribunale superiore dei conflitti presso la Corte di cassazione” (649)
(presentata il 22 maggio 2018, annunziata il 5 giugno 2018)

11 maggio 2018 – GELMINI ed altri: “Modifica dell’articolo 52 del codice penale, in materia di diritto di difesa” (580)
(presentata l’8 maggio 2018, annunziata l’11 maggio 2018)

7 maggio 2018 – SIRACUSANO ed altri: “Modifiche alla legge 28 gennaio 1994, n. 84, concernenti l’istituzione dell’Autorità portuale dello Stretto di Messina” (566)
(presentata il 27 aprile 2018, annunziata il 7 maggio 2018)

18 aprile 2018 – MARIN ed altri: “Disposizioni per la promozione dell’attività fisica e dell’educazione motoria nella scuola primaria” (523)
(presentata il 17 aprile 2018, annunziata il 18 aprile 2018)

10 aprile 2018 – RAVETTO: “Modifica all’articolo 44 della legge 4 maggio 1983, n. 184, concernente l’adozione in casi particolari” (468)
(presentata il 4 aprile 2018, annunziata il 10 aprile 2018)

10 aprile 2018 – RAVETTO: “Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, in materia di adozione da parte di persone singole” (467)
(presentata il 4 aprile 2018, annunziata il 10 aprile 2018)

29 marzo 2018 – PAOLO RUSSO ed altri: “Disposizioni concernenti la disciplina dell’attività di tatuatore e piercer professionista e la formazione universitaria per il suo esercizio” (401)
(presentata il 27 marzo 2018, annunziata il 29 marzo 2018)

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3. PROPOSTE DI INCHIESTA PARLAMENTARE PRESENTATE COME COFIRMATARIO

14 giugno 2018 – MANDELLI ed altri: “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull’efficacia e sull’efficienza del Servizio sanitario nazionale, sulla sicurezza delle cure prestate e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali” (Doc XXII, n. 22) (Doc. XXII, n.22) [ PDF ] (presentata il 14 giugno 2018)

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4. INTERVENTI IN ASSEMBLEA

Disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C.1334-B); Note di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021

30 dicembre 2018 – FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Presidente, volevamo rivolgere una richiesta alla Presidenza, se fosse possibile concedere l’ampliamento del tempo già a disposizione del gruppo di Forza Italia.

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Disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (A.C.1334-A)

6 dicembre 2018 – FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, da sempre ho sostenuto che la cosa più semplice in politica è fare opposizione, ma devo constatare che questa attività, per quanto ci riguarda, diviene ancora più difficoltosa con voi al Governo. E questa teoria viene confermata nel leggere appunto questa manovra, questa falsa manovra, questa finta manovra, questa bozza di manovra. Sì, finta e falsa manovra, bozza di manovra perché di bozza di manovra si tratta. Avete tenuto in ostaggio per tantissimi giorni un’intera Commissione bilancio, per poi essere liberata dall’arrivo del Ministro Tria, che ha offerto uno spettacolo comico gratuito, bravissimo nel superare addirittura anche l’artista nazionale Crozza.

L’esempio della approssimazione di questa manovra di bilancio lo si registra in quelli che voi ritenete i capisaldi della legge di bilancio, ossia il reddito di cittadinanza, dove, però – peccato – non ci spiegate come volete attuarlo, non spiegate ai cittadini, ancora ad oggi, come volete mettere in atto questa misura, che, in maniera anche presuntuosa e in maniera anche arrogante, insistete per attuare nel nostro Paese. Non vi sono i dettagli in quella che è la norma che voi state adesso mettendo in previsione. Chi sarà il destinatario di questo reddito di cittadinanza? Chi saranno coloro i quali andranno a beneficiare di questo reddito di cittadinanza? Non ce lo spiegate, non riuscite a farlo. O meglio, lo avete fatto attraverso i vostri blog; e tra l’altro, vi comunico che l’avete fatto anche male, lo avete fatto in maniera anche disarticolata e confusa, generando una confusione pazzesca nel Paese.

La platea, che voi sostenete e continuate a sostenere, anche fino a poc’anzi, con gli interventi dai banchi del MoVimento 5 Stelle: confermate che sono 5 milioni i poveri certificati in Italia. Ebbene, se è vero come è vero che sono 5 milioni i poveri in Italia, vi do un’altra comunicazione: voi avete previsto 9 miliardi per aggredire questa povertà, e persino io, che in matematica non sono mai stato un genio – ho raggiunto a malapena la sufficienza al liceo in matematica –, ho fatto i conti. E se è vero come è vero che la matematica non è un’opinione – e vi do una notizia, cari colleghi del 5 Stelle, la matematica non è un’opinione –, i conti non tornano.

E, allora, voi pensate, con questa misura, forse di abbassare la disoccupazione? La risposta è: no. Forse voi, con questa misura, pensate di favorire il processo di ingresso nel mondo del lavoro? La risposta è semplicemente: no. Forse voi pensate – e lo pensate, perché lo sostenete anche fuori da quest’Aula – che regalando una sorta di “mancina”… E lo fate pensando, in modo particolare, ai giovani del Sud e lo fate perché lo sostenete fuori da quest’Aula, nelle stanze di Montecitorio, nel Transatlantico.

Lo fate nelle piazze, perché io, con le mie orecchie, ho ascoltato, ho sentito deputati, soprattutto del MoVimento 5 Stelle, sostenere che il reddito di cittadinanza serve per ripagare i giovani, ma non solo i giovani del Sud, che hanno regalato una valanga di voti al MoVimento 5 Stelle, questa è una vergogna, è una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

Allora, un termine che a voi sta molto a cuore, ossia la dignità: voi, con questa misura, state calpestando la dignità degli italiani, in modo particolare degli italiani del Sud. Il Sud: in questa manovra non avete proposto nulla per il Sud, se non quelli che sono i tagli previsti ai tanti comuni, alle città metropolitane. Voi sapete che le città metropolitane hanno per competenza quella che è la manutenzione straordinaria, ma soprattutto ordinaria della viabilità? Vi do un’altra comunicazione: non avete previsto nulla per le città metropolitane che si troveranno in seria difficoltà per mantenere l’ordinaria manutenzione rispetto alla viabilità. Quando stavate all’opposizione dei vari Governi, avete infuocato le piazze, aizzato le piazze e non solo, stando accanto e indossando magliette dei precari dei vigili del fuoco, ma, qualche settimana fa, i discontinui dei vigili del fuoco sono venuti proprio qui a protestare e non vi siete nemmeno degnati di andare a salutarli. Ma non è questo il problema, il problema è che in questa manovra avreste potuto avere la possibilità di mantenere fede a quelle promesse fatte durante la campagna elettorale, ma non esiste una voce, non esiste una parola che parla dei vigili del fuoco, dei precari dei vigili del fuoco. Credo che questo sia noto a tutti, lo sanno bene anche loro, statene certi.

Non c’è una sola associazione di categoria in Italia che, oggi, sostiene questa manovra. Non c’è un’associazione italiana che dice che questa manovra va nella direzione giusta.

Avete fatto e state facendo perdere quella che è la speranza dei nostri giovani del nostro Paese. D’altronde, cosa ci si può aspettare da un Governo che presenta una doppia manovra – perché comunque è una doppia manovra – proposta da due partiti, attraverso un contratto? A proposito di contratto, questo è un Governo innaturale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché questa doppia manovra altro non è che il frutto di una nascita innaturale. Voi non siete nati secondo natura, bensì secondo contratto, quindi contro natura, e come tutte le cose innaturali siete destinati ovviamente a fallire (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Disegno di legge: Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici (A.C.1189-A); e dell’abbinata proposta di legge: Colletti ed altri (A.C.765)

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21 novembre 2018 – FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Presidente, vorrei sommessamente chiederle perché, ogniqualvolta presiede lei, puntualmente deve richiamare il collega D’Ettore. Non vorrei che ci fosse un pregiudizio prettamente personale, anche perché mi pare…

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Orientamenti del Ministro dell’Interno in merito a iniziative a favore dei vigili del fuoco cosiddetti discontinui n. 2-00166 Cannizzaro ed altri (Urgente)

9 novembre 2018 – PRESIDENTE. Passiamo all’interpellanza urgente Cannizzaro ed altri n. 2-00166 (Vedi l’allegato A). Chiedo al deputato Francesco Cannizzaro se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, io non leggerò l’interpellanza che richiederebbe anche un po’ una lettura articolata, vista un po’ tutta la cronistoria che riguarda i discontinui dei vigili del fuoco, ma insomma l’interpellanza offerta al Governo è abbastanza puntuale e precisa su quella che è l’interrogazione che oggi noi poniamo al Governo, al Ministro dell’Interno, rispetto alla situazione drammatica che stanno vivendo i vigili del fuoco nella loro interezza; tuttavia, essendo un comparto molto particolare, all’interno dello stesso Corpo credo che un ruolo fondamentale lo abbiano i discontinui dei vigili del fuoco che, personalmente, ritengo essere indispensabili, funzionali, preparati, professionalmente parlando, quanto i vigili del fuoco in pianta stabile.

Allora, questa è l’occasione per evidenziare il ruolo dei discontinui, di tutte quelle donne e uomini che, quotidianamente, sono impegnati nelle nostre comunità, nei nostri territori, da ultimo in queste situazioni drammatiche che si sono registrate soprattutto al Sud Italia, dove abbiamo visto i vigili del fuoco salvare delle vite umane. Purtroppo, anche in passato, questo Corpo ha fatto registrare la perdita di uomini e di donne per salvare altre vite.

Allora, io credo che oggi l’interrogazione posta al Governo meriti un’attenta riflessione per dare una risposta a questi 7 mila e più uomini e donne che quotidianamente sono impegnati e che vivono in uno stato di precarietà assoluta oramai da troppo tempo.

Credo, sottosegretario Sibilia, che il Governo rispetto a questo debba dare delle risposte; tra le altre cose voi lo avete scritto in maniera anche importante in quello che è il vostro contratto di Governo. Ieri, il Ministro Salvini, al Senato, ha parlato anche dell’attività in atto che il Governo ha avviato, un po’ di attività legislativa, per affrontare e aggredire questa problematica; ha anche invitato i senatori ad onorare i vigili del fuoco attraverso un applauso. Ecco, io ho scelto di onorarli, oggi, in quest’Aula, mettendo anche una cravatta rossa, facendo riferimento al colore dei vigili del fuoco e portando anche con me la maglietta dell’Associazione nazionale dei discontinui (Il Deputato Cannizzaro mostra una maglietta dell’Associazione nazionale dei discontinui).

PRESIDENTE. Collega, collega, non può esporre magliette.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). È una bella maglietta, Presidente.

PRESIDENTE. Collega non la può esporre.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). La poso subito, era semplicemente per onorare, anche noi, in quest’Aula come nell’altro ramo del Parlamento, i tanti giovani e le tante donne che sono, lo ripeto, quotidianamente impegnati e che oggi, però, purtroppo, lo ribadisco, vivono in una condizione di assoluta precarietà.

Allora, semplicemente, oggi, noi ci aspettiamo dal Governo una risposta chiara e, magari, anche definitiva rispetto a questa idea perché la storia si ripete: una volta, voi, del MoVimento 5 Stelle eravate accanto a loro a gridare con loro, con i megafoni e con i microfoni nelle piazze, mentre oggi, che siete al Governo, avete la possibilità di dare loro delle risposte concrete. Se così non sarà, saremo noi, questa volta, a stare accanto a loro nelle piazze – e non solo nelle piazze – per rivendicare questo sacrosanto diritto, ma l’auspicio e l’augurio è che il Governo, oggi, attraverso la risposta dell’autorevole sottosegretario Sibilia, possa darci finalmente una risposta, che sia una risposta concreta, alimentando sempre di più quella speranza che poi, chiaramente, si trasferisce in passione e in impegno in tutte le donne e gli uomini del Corpo dei Vigili del Fuoco – lo ribadisco – nella sua interezza, in modo particolare – perché l’oggetto dell’interpellanza è questo – in questo grande Corpo, che è appunto quello dei “discontinui” dei Vigili del Fuoco italiani.

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Iniziative volte a garantire il mantenimento dei livelli occupazionali e delle prestazioni sociali svolte dai lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità, con particolare riferimento alla Calabria n. 2-00170 Cannizzaro ed altri (Urgente)

9 novembre 2018 – PRESIDENTE. Passiamo all’interpellanza urgente Cannizzaro ed altri n. 2-00170 (Vedi l’allegato A).

Chiedo al deputato Francesco Cannizzaro se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Presidente. volevo capire: non vedo presente il sottosegretario Crippa, quindi io chi dovrei interpellare?

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali, Claudio Cominardi.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Benissimo. Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, questo è un atto che mira ad interpellare il Governo, nella fattispecie il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per la pubblica amministrazione, su quelle che sono le gravi criticità del percorso di stabilizzazione dei lavoratori ex LSU-LPU. Come è noto, nel 1997, con il decreto legislativo n. 468, è stato istituito il lavoro socialmente utile, passando da un modello squisitamente assistenzialista ad un modello di tutela sociale. I lavoratori LSU in Calabria sono 4.500; in questi 22 anni questi lavoratori hanno lavorato, hanno consolidato la loro attività lavorativa all’interno dell’amministrazione pubblica, negli apparati amministrativi, hanno consolidato un rapporto con l’apparato burocratico-amministrativo ma anche politico, divenendo chiaramente punti di riferimento per le stesse comunità, per gli stessi amministratori, per gli stessi comuni. Oggi il loro lavoro continua ad essere fondamentale all’interno delle amministrazioni: sono diventati addirittura le colonne portanti dell’attività amministrativa, perché questi lavoratori si occupano delle attività anagrafiche, delle attività tributarie, delle attività di ragioneria, di economia, anche di aspetti economici. Questi sono i lavoratori che operano all’interno delle strutture e degli apparati amministrativi; ma ci sono anche, chiaramente, lavoratori che si occupano di lavori socialmente utili all’esterno delle strutture amministrative.

Vorrei ricordare che sono ventidue, sottosegretario, gli anni che ci portiamo dietro con questa sorta di precarietà; chiaramente succede in tante altre regioni, guarda caso, in modo particolare in quelle del Sud, ma io qui sono per interpellare il Governo sulla situazione drammatica della Calabria, che vorrei ricordare essere una delle regioni con il maggior numero dei lavoratori socialmente utili, ossia, ribadisco, 4.500. La sopravvenienza di normative, compreso anche, per ultimo, il decreto legislativo “Madia”, che, come lei ben sa e come sappiamo tutti, prevede anche un po’ quello che è il processo di stabilizzazione, ha ingenerato in questi anni un affidamento non solo giuridico, anzi soprattutto morale negli stessi lavoratori.

Lo Stato in questi anni ha promesso, ha creato, ha avviato dei percorsi di stabilizzazione, creando anche delle aspettative notevoli, non solo ai lavoratori, ma anche ai comuni che, come sappiamo e come è noto, sono sempre e comunque in carenza d’organico, in grosse difficoltà; e faccio riferimento in modo particolare a quelle piccole comunità, ai piccoli comuni che realmente oggi quotidianamente hanno difficoltà nel mandare avanti quello che è l’apparato amministrativo, la normalità dei servizi essenziali e non.

E, allora, sottosegretario, io credo oggi qui, in maniera molto responsabile, di dover evidenziare la situazione della Calabria, dove in particolar modo, ribadisco, ve ne è un numero molto importante, per questo lo ripeto: vi sono 4.500 lavoratori; i quali forse lei non sa, o meglio sa, che il 31 dicembre 2018, che è il termine appunto prorogato dalla legge di bilancio per il 2018, non potranno essere più rinnovati, scadranno praticamente i contratti delle 4.500 unità lavorative. Credo che qui bisogna fare una seria riflessione e prendere dei provvedimenti immediati, perché, nel momento in cui i comuni, i sindaci non saranno più nelle condizioni di rinnovare, il 31 dicembre 2018, quindi tra poco più di un mese, i contratti, ci sarà una interruzione lavorativa da parte di questi lavoratori che ovviamente si troveranno, dall’oggi al domani, in mezzo alla strada, e non solo interromperanno quella che è l’attività – ribadisco, importante – in seno a tutte le amministrazioni locali, cosa credo fondamentale, ma ovviamente si ritroveranno senza un lavoro. Ci sono lavoratori che, in questi anni, hanno avviato dei mutui, hanno creato famiglie, hanno creato una stabilità familiare e una condizione di vita ideale per poter mandare avanti una famiglia: immaginiamo questi lavoratori che da qui a poco più di un mese, qualora il Governo non intervenga, si troveranno in serie difficoltà.

Cosa fare? Ecco, intanto il Governo deve assolutamente immaginare di mettere in atto quelle che sono delle deroghe, delle deroghe normative ai fini del superamento delle norme dettate dall’ordinamento degli enti degli enti locali: queste deroghe dovrebbero superare gli obblighi dell’ordinamento degli enti locali, dando la possibilità ai comuni di poter contrattualizzare per il 2019. Questo chiaramente non basta: non basta perché servono anche i fondi. Bisognerebbe che il Governo mettesse in atto una spesa, e quindi consentisse la persecuzione dell’attività lavorativa, e quindi storicizzasse veramente quella che sarà la spesa per dare continuità lavorativa. La storicizzazione delle risorse è una cosa assolutamente importante, in atto: lei ben sa che ci sono 21 milioni destinati alla regione Calabria, che equivalgono praticamente alla stabilizzazione di solo il 10 per cento dei 4.500 lavoratori; questo io credo sia assolutamente un fatto ridicolo, perché non ci sono nemmeno i criteri eventualmente di chi poi dovrà essere stabilizzato o meno. Immaginiamo un’amministrazione che ha 20-25 lavoratori, e la parte politica, ma non solo politica, si dovrà trovare a fare delle scelte senza nessun criterio sulla stabilizzazione. Che cosa fa il sindaco, che cosa fa il direttore generale: sceglie il lavoratore più bello, meno bello, più interessante, più bravo, meno bravo? Ecco, anche rispetto a questo bisognerebbe, credo, fare una riflessione.

Avviandomi un po’ alla conclusione, invito allora il Governo ad effettuare una riflessione, perché in questo momento serve, più che una riflessione, un intervento: servirebbero altri 29 milioni di euro, che consentirebbero intanto di avviare la contrattualizzazione rispetto al 2019, e coprendo chiaramente un po’ tutto il bacino, che vorrei ricordare essere di 4.500 unità. Se questo non dovesse accadere, mi pare chiaro ed evidente che scoppierà una sorta di bomba sociale, e sarete responsabili di un massacro sociale che ovviamente segnerà una brutta pagina di storia.

Capisco e mi rendo conto che questa è una situazione che arriva da lontano, ma tutti i Governi, che comunque si sono succeduti, hanno dato, seppure in maniera forse anche disarticolata, continuità a questa attività lavorativa: io credo che, in maniera responsabile, questo Governo – che si propone anche come Governo del cambiamento, che in tante occasioni ribadisce l’idea di abolire lo stato di precarietà dei tanti lavoratori in Italia, in modo particolare al Sud – oggi abbia una buona occasione; domani avrà una buona occasione di intervenire su una problematica così importante e così atavica che la regione Calabria – ma ribadisco: non solo la regione Calabria ma anche tante altre regioni del sud – oggi è chiamata ad affrontare. E il mio pensiero, anche da questi scranni, va a tutti i sindaci che in questo momento si sono trovati in una situazione veramente drammatica e che sono in piazza a protestare e si ritrovano attraverso l’ANCI. Ci sono delle missive, mandate anche al Governo, dove richiamano un’attenzione da parte di questo Governo.

Oggi con questa interpellanza miriamo a riaccendere un’attenzione e a sollecitare il Governo, nell’auspicio e nella speranza che la risposta che il sottosegretario ci darà sarà assolutamente positiva. Se così sarà, noi siamo assolutamente contenti di poter dire che questo Governo comunque ha fatto fronte ad una seria problematica; se così non sarà, è chiaro che avremo il dovere, credo in maniera anche responsabile, di comunicare ai nostri sindaci, a tutti i sindaci della Calabria, che il Governo su questa cosa non intende intervenire e, allora, io credo che veramente possa forse per la prima volta scoppiare una sorta di bomba sociale che avrà delle conseguenze molto serie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(risponde il sottosegretario per il Lavoro e le politiche sociali Claudio Cominardi)

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Grazie, Presidente. Com’è ovvio, non posso assolutamente essere soddisfatto per la risposta da parte del Governo, nella lettura del sottosegretario Cominardi, che ovviamente ringrazio per il garbo con cui ha letto ed esposto il compitino preparato dai funzionari del Ministero, ma con lo stesso garbo lo invito a piegare di nuovo praticamente il fogliettino, con il quale ha voluto leggere la risposta alla nostra interpellanza, metterlo in tasca e restituirlo al mittente. Non possiamo assolutamente essere soddisfatti, sottosegretario, perché lei in questa lettura di questo documento non ha fatto altro che raccontarci tutto ciò che noi sappiamo o, meglio, la cronistoria della storia, appunto, dei lavoratori socialmente utili. Non l’ho sentita – e credo che non mi sarà sfuggito perché sono stato molto attento – parlare di deroghe alla normativa che impedisce ai sindaci ad avviare la stabilizzazione o almeno le procedure per il 2019; non ho assolutamente ascoltato né ho sentito quelli che sono gli impegni, appunto, che il Governo dovrebbe assumere rispetto alla spesa non solo per il 2019 ma anche per storicizzare, appunto, le risorse rispetto all’attività dei nostri lavoratori.

Io potrei parlare ancora per diversi minuti ma concludo, dicendo che non sono assolutamente soddisfatto e che riferirò sul territorio calabrese, all’ANCI e ai nostri sindaci e andrò chiaramente a diramare quella che è stata la risposta da parte del Governo. Vorrei anche evidenziare, in questa occasione, che ci sono anche autorevolissimi deputati della Calabria del suo movimento e che, comunque, fanno parte della maggioranza di questo Governo che si erano anche un po’ proposti a trovare delle soluzioni rispetto a questa bomba sociale. Ecco, dalla risposta del Governo non mi pare che siamo sulla strada giusta, anzi tutt’altro. Io credo che il Governo debba seriamente, da domani mattina, riaffrontare la questione e cambiare assolutamente rotta e cambiare assolutamente strada, perché non è questa la strada che serve ai nostri lavoratori che rischiamo veramente di mandare a casa e di mandare soprattutto in tilt tutte le amministrazioni che di questi lavoratori fanno veramente tesoro.

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Iniziative di competenza volte a potenziare lo scalo aeroportuale di Reggio Calabria, salvaguardando i connessi profili occupazionali – n. 2-00065 Cannizzaro e Occhiuto (Urgente).

21 settembre 2018 – FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, trovo veramente assurdo nel 2018 essere qui, da deputato della Repubblica, a dover domandare al Governo, interrogare il Governo, confrontarmi con il Governo su ciò che per la mia regione, per la mia città, Reggio Calabria, dovrebbe essere un diritto, un diritto sancito dalla Costituzione, ossia il diritto alla mobilità.

Onorevole sottosegretario Siri, la mia interpellanza, come lei ben sa, ha come oggetto l’aeroporto Tito Minniti di Reggio Calabria. Un aeroporto che negli ultimi anni ha subito un declino importante, portandolo quasi alla totale chiusura, che pare, però, essere stata scongiurata in queste ore grazie al ripristino di quei pochi voli che Alitalia ha voluto riattivare, per dare quindi continuità ad un servizio che ingiustamente qualche anno fa era stato interrotto.

Diciamo un ripristino, un ritorno alla normalità, perché di ritorno alla normalità si tratta, per il quale certamente, senza esaltazione alcuna, ma sommessamente, anch’io esprimo viva soddisfazione.

Certo, rimango basito, stupito, nel vedere Mario Oliverio e Giuseppe Falcomatà, rispettivamente governatore della Calabria e sindaco della città metropolitana di Reggio Calabria, con toni trionfalistici organizzare addirittura delle conferenze stampa per tentare di incassare un risultato che certamente non appartiene a loro.

Ecco, questo ritorno alla normalità certamente è frutto e figlio anche di un lavoro silente, e va dato assolutamente merito a chi comunque in maniera magistrale è riuscito a condurlo, ossia il presidente della società aeroportuale della Calabria, il dottor Arturo De Felice, al quale certamente va il ringraziamento per questo lavoro, ribadisco, silente e determinato. Lui, anche grazie alla storia personale da uomo delle istituzioni, da uomo dello Stato, quindi avendo anche una certa credibilità nel mondo delle istituzioni, è riuscito a riportare un minimo di normalità per lo scalo reggino.

Chiaramente i meriti vanno anche, secondo me, attribuiti a tutti coloro i quali, a vario titolo, hanno contribuito a mantenere alta l’attenzione rispetto a questa problematica, in primis i lavoratori di Alitalia di Reggio Calabria, che, con grande sofferenza, ma con grande pazienza, hanno condotto una battaglia civile, intelligente, ponendo sempre al centro quello che è il loro lavoro del servizio primario che sono stati chiamati a fare. E anche da questi banchi non posso, in questa occasione, che rivolgere un saluto e un ringraziamento per la pazienza che hanno avuto e dimostrato in questi ultimi anni.

Chiaramente il Ministro Toninelli, anche attraverso un po’ le trasmissioni nazionali, come è successo qualche giorno addietro, durante la trasmissione Porta a Porta diretta dal direttore Vespa, ha citato come grande risultato questo ripristino dei voli.

Certo, onorevole sottosegretario Siri, noi dobbiamo dare atto al Ministro Toninelli di aver fatto certamente meglio rispetto a chi, comunque, lo ha preceduto, e mi riferisco al Ministro Delrio o al Premier Renzi che tante volte sono venuti nella mia città, Reggio Calabria, a passeggiare anche sul chilometro più bello d’Italia, promettendo e chiaramente facendo annunciazioni rispetto allo scalo aeroportuale e, quindi, anche al ripristino immediato dei voli, tentando di incalzare Alitalia. Questo non è mai accaduto, non è stato mai fatto, nonostante il presidente della regione fosse del Partito Democratico, quindi del loro partito, nonostante il sindaco della mia città fosse ancora, insomma, del Partito Democratico e quindi ci fosse anche un rapporto politico chiaramente legato al precedente Governo. Quindi, va dato atto certamente al Ministro Toninelli, non di aver determinato questo risultato, ma di sicuro di aver fatto molto meglio di chi, comunque, lo ha preceduto.

Allora, grazie anche per aver attenzionato questa mia interpellanza; so, un po’ dagli uffici del Ministero, ma anche dalla parte politica del Ministero, che questa mia interpellanza è stata presa in debita considerazione e di questo chiaramente prendo assolutamente atto. Io credo che questo Governo che si pone, appunto, come il Governo del cambiamento e che ha come centralità del suo programma il Sud abbia una grande occasione per dimostrare concretamente quanta attenzione ha nei confronti del Sud, in questo caso della Calabria, della mia città, Reggio Calabria, e lo può fare nelle prossime settimane nel momento in cui accoglierà quella che sarà una mia formale richiesta che, da qui ai prossimi giorni, depositerò nelle Commissioni competenti, nei Ministeri competenti, ossia l’istituzione di un capitolo ad hoc, lo ripeto, ad hoc per l’aeroporto di Reggio Calabria.

Vede, onorevole sottosegretario, l’aeroporto di Reggio Calabria ha una vocazione naturale strategica, perché è ubicato in centro alla città, perché è un aeroporto che serve un’utenza importante come quella della Piana di Gioia Tauro, ricordiamo anche il porto di Gioia Tauro, tema che poi affronteremo nelle prossime settimane e che merita, anch’esso una grande attenzione, così come anche quell’area ionica dove il suo Ministro, il Ministro del suo partito, il leader del suo partito, Matteo Salvini, è stato il 15 di agosto, a San Luca, riservando una grande attenzione a quel territorio; ecco, anche San Luca, anche la parte ionica è un’utenza che viene accolta dall’aeroporto di Reggio Calabria. Un aeroporto che certamente è ubicato logisticamente a poco più di due chilometri dallo stesso porto turistico e commerciale della stessa città, a poco più di due chilometri dalla stazione centrale; un aeroporto che guarda con grande interesse all’utenza siciliana, che accoglie con grandi numeri, con numeri importanti, e se vi fosse un intervento strutturale, grazie alla richiesta, che voi mi auguro potrete accogliere, di istituire un capitolo, lo ribadisco, ad hoc economico per intervenire sul piano strutturale di questa infrastruttura, all’interno della quale, lo ribadisco, vi è anche un pontile, una banchina marittima, un attracco marittimo…Perché è un aeroporto, lei lo saprà bene, onorevole sottosegretario, adagiato sul mare e questa banchina, questo pontile, se riattivato, se ripristinato, potrebbe certamente favorire ancora di più quell’utenza siciliana che, lo ribadisco ancora una volta, in questo momento lo stesso aeroporto accoglie con grandi numeri.

Allora, io credo che il Governo, se vorrà concretamente dare attenzione a questo aeroporto e, quindi, alla stessa Calabria, se seriamente e concretamente volete dimostrare ciò con atti concreti, ecco, io credo che questa richiesta possa essere accolta. E sono quasi certo che tutti i colleghi, anche degli altri partiti, del MoVimento 5 Stelle, della Lega e anche dello stesso Partito Democratico, agevoleranno questa nostra richiesta, perché, rispetto a queste tematiche, credo che bisogna superare assolutamente anche quelle che sono le barricate e le appartenenze politiche. Allora, io credo, e mi avvio a concludere, onorevole sottosegretario, che voi avete una grande occasione, anche perché parliamo di un aeroporto che, lo ribadisco, è strategico, già collaudato.

Infatti, vorrei ricordare, anche in questa occasione, che, quando il centrodestra governava la regione Calabria, quando il centrodestra governava il comune di Reggio Calabria, ecco, Reggio Calabria volava per le migliori capitali d’Europa, diveniva punto di riferimento come scalo aeroportuale per un’intera Europa. Quindi, vi è già un collaudo rispetto a questo. Non credo che altre città d’Italia, a differenza di Reggio Calabria, che hanno un servizio eccellente, rappresentino l’ombelico del mondo e la mia città, Reggio Calabria, lo ribadisco, è una città che ha necessità di avere una grande attenzione, soprattutto in questo momento deve necessariamente avere attenzione da parte di questo Governo.

Quindi, mi auguro, insomma, e le consegno anche questo elemento, questa ennesima riflessione su questa problematica, che il Governo possa, nei prossimi giorni, accogliere questa richiesta. Semmai questo dovesse avvenire, personalmente, sarò il primo a dover plaudire al primo atto che questo Governo ha riservato nei confronti della mia Calabria e nei confronti della mia città.

(risponde il sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e trasporti, Armando Siri)

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Grazie, Presidente. Mi ritengo parzialmente soddisfatto, perché la risposta del sottosegretario è una risposta istituzionale, ci racconta praticamente ciò che tutto il mondo sa, che tutta la Calabria conosce; io mi sarei aspettato anche dal sottosegretario un minimo di pensiero rispetto a quella che è stata la mia richiesta, ma sono ottimista e vorrei, insomma, che questo argomento possa essere anche preso in considerazioni nelle sedi opportune, magari, poi, nei giorni a venire.

Ecco, rilancio un po’ quella che è la mia proposta, onorevole sottosegretario, perché, vede, nel momento in cui il Governo dovesse realmente e concretamente intervenire sul piano economico, lo ribadisco, tentando di inserire un apposito fondo per l’aeroporto di Reggio Calabria, destinato e vincolato per la ristrutturazione dello stesso aeroporto – e, quindi, la riqualificazione dello stesso, l’ampliamento dello stesso -, rendendolo chiaramente più apprezzabile, più appetibile e più attraente, dal momento che ha già una collocazione di natura strategica, credo che anche le compagnie che attualmente, come sappiamo bene, stanno dialogando con la società di gestione, saranno certamente più motivate a definire e immaginare un rapporto prima con Sacal e, quindi, anche con l’aeroporto “Tito Minniti” di Reggio Calabria.

Ritengo che qui adesso sia necessario immaginare un percorso comune, unire le forze ognuno per la parte che ci compete e chiaramente non mollare la presa, non distrarci un attimo perché non vorrei che passasse il messaggio che l’aeroporto di Reggio Calabria è salvo e siamo tutti contenti e felici.

Sono moralmente e intellettualmente onesto e riconosco il merito al Ministro Toninelli di aver fatto molto meglio di chi lo ha preceduto. Di certo, tuttavia, dobbiamo anche ribadire che non ha determinato questa scelta, perché non esiste alcun atto da parte del Governo. Certamente, il Ministro Toninelli ha sollecitato Alitalia, è riuscito a mantenere un’attenzione su Alitalia dal momento che anche Alitalia stessa dovrà potenziare gli stessi voli, perché, come lei ricordava poc’anzi, saranno riattivati nelle prossime settimane i voli per Roma.

Le dico che c’è anche Milano che è un’utenza che la Calabria e, in modo particolare, Reggio quotidianamente utilizzeranno, come chi oggi non ha la possibilità di partire la mattina – mi riferisco al professionista o a chi parte anche purtroppo per motivi di salute – e non ha la possibilità di rientrare la sera. Ritengo che questo sia l’unico caso italiano da porre oggi al Governo e all’attenzione del Ministero competente.

Quindi, mi auguro che si ci si possa ritrovare nelle prossime settimane o nei prossimi giorni negli uffici del Ministero per poter tutti insieme immaginare un percorso comune affinché veramente si chiuda la brutta pagina che ha segnato in maniera forte la mia città e la mia regione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

 

Disegno di legge: S. 717 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato) (A.C.1117-A)

 

13 settembre 2018 . FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Ministro Fraccaro, membri del Governo, io intervengo, seppure in maniera telegrafica, per esprimere anzitutto alle due di notte la solidarietà a tutti i miei amici, ai nostri amici amministratori e sindaci d’Italia e della mia amata Calabria. Parlo, appunto, sull’ordine del giorno Pella n. 9/1117-A/148 sul piano delle periferie. Devo necessariamente da questi banchi esprimere la solidarietà a tutti coloro i quali, amministratori, in questo piano hanno affidato la speranza dei propri territori, a tutti quei sindaci che hanno creduto che i loro territori potessero, attraverso questa misura, avere una riqualificazione, un impulso, uno sviluppo, un’azione certamente concreta, a tutti quei sindaci che, in maniera puntuale e responsabile, hanno affidato addirittura incarichi professionali, hanno messo in campo progetti esecutivi, hanno buttato e stanno per buttare praticamente due anni di lavoro da loro effettuati sui territori grazie a cosa? Ad un vostro colpo di mano, ad una scelta scellerata che la maggioranza di questo Governo sta mettendo in atto. È veramente vergognoso che la maggioranza oggi deliberi in capigruppo quella che è la prima la prima – la prima! – “seduta fiume” di questa legislatura, che certamente non verrà ricordata, appunto, perché è la prima “seduta fiume” di questa legislatura ma verrà ricordata, caro Presidente Fico, come la prima “seduta fiume” di questa legislatura con l’assenza totale dei deputati della maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico) e guardare i banchi del MoVimento 5 Stelle è veramente vergognoso.

E saluto certamente anche una parte della Lega e anche in questa occasione si nota la differenza di questa maggioranza, perché c’è una parte dei colleghi della Lega (e anche Forza Italia è qui ben rappresentata da un numero importante nonostante l’orario). Guardo a destra e chiaramente vedere i banchi vuoti del MoVimento 5 Stelle è veramente indegno e vergognoso. E sa perché, Presidente Fico? Perché qualche collega del Partito Democratico pensava – lo ha ricordato – che i deputati, forse stanchi, sono andati a dormire. No, cara collega, perché qui mentre noi siamo a lavorare – ribadisco: alle due di notte – mi arrivano foto, dai miei collaboratori, di deputati del MoVimento 5 Stelle, alcuni almeno, dai locali notturni di Roma, ed è vergognoso che vengano immortalati all’interno dei locali notturni romani (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Fratelli d’Italia – Una voce dai banchi del Partito Democratico: Vergogna!). È uno vergogna, Presidente Fico, è una vergogna.

E, allora, io non posso da questi banchi a quest’ora non salutare ed esprimere la totale solidarietà – ribadisco – a tutti i sindaci della mia regione, la Calabria, che chiaramente hanno un po’ affidato a quelle che sono anche le nostre competenze di deputati dell’opposizione le speranze dei loro territori, ma anche ricordare loro, da questi microfoni e da questi banchi, che noi oltre ad alzare la voce e a richiamare l’attenzione, con la consapevolezza che questi nostri interventi sono interventi chiaramente vuoti e sono parole buttate al vento perché, come si suol dire, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e questa maggioranza è una maggioranza sorda e, oserei dire, anche cieca.

E allora mi avvio a concludere ringraziando – me lo consentirà – certamente tutti i colleghi parlamentari di Forza Italia, un numero cospicuo e importante che nonostante l’orario e nonostante abbiano votato contro – contro! – l’avvio, appunto, nel procedere a questa “seduta fiume” tuttavia, in maniera responsabile, con senso dello Stato e con senso istituzionale, sono qui chiaramente a fare il loro dovere (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Fratelli d’Italia).

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Disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, recante disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese (A.C.924-A)

2 agosto 2018 – FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Presidente, Ministro Di Maio, pagina 52, esattamente nel corpo dell’emendamento lei può leggere: Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna, cioè un agglomerato di popolazione che l’ha fatta sedere al Governo, a lei e ai suoi compagni di partito, e oggi ha l’occasione per dimostrare che non sta tradendo il Sud. Ha una grande opportunità, ha una grande occasione, quella di dare il primo forte segnale al Sud, ma dobbiamo forse pensare che per un capriccio nei confronti di Forza Italia, che in maniera saggia e puntuale sta pensando alle sorti dei nostri giovani, questo emendamento doveva essere accantonato e quindi bocciato? Allora posi un attimo il cellulare, metta la mano destra sulla sua coscienza, rifletta un attimino, convinca, da capo politico del suo movimento, i suoi colleghi e voti questo emendamento, per amore dei calabresi…

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Intendimenti in ordine alla sostituzione del commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario della regione Calabria e alla previsione di una verifica al termine del primo anno dell’attività commissariale – n. 2-00034 Cannizzaro e Occhiuto (Urgente)

13 luglio 2018FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, dovrei essere emozionato, perché è il mio primo intervento in Aula da quando sono membro di questa autorevole Camera, ma confesso, non lo sono. Sono però rammaricato, triste, un po’ anche arrabbiato, perché argomentare su una tematica come quella della sanità, della sanità calabrese, chiaramente è una questione che ci fa molto riflettere.

Correva l’anno 2009 quando la mia regione, la regione Calabria, si è ritrovata in regime di commissariamento. È proprio allora che il presidente della giunta regionale appunto di allora veniva nominato commissario della sanità, coadiuvato da altri due subcommissari sempre di nomina ministeriale, e in quel contesto ereditarono un disavanzo di oltre 1 miliardo di euro. Nonostante ciò avviarono un percorso abbastanza virtuoso, certificato dal Ministero della salute, dall’allora Ministro. Quel percorso però fu poi interrotto per altre ragioni: si tornò al voto in Calabria. Ed è proprio nel 2014 che vince il Partito Democratico, l’attuale Governatore Mario Oliverio oggi in carica.

Ecco, una volta vinte le elezioni era lì desideroso ad attendere anche quello che rappresentava un momento importante, non solo per il presidente Oliverio ma anche per lo stesso Partito Democratico, ossia la nomina a commissario ad acta appunto della sanità calabrese. Renzi deluse le aspettative del presidente: nominò immediatamente tale ingegnere Massimo Scura attuale commissario della sanità calabrese. Ed è proprio in quel momento che inizia un contrasto forte, un conflitto tra il presidente della regione Calabria e l’attuale commissario: un conflitto e un contrasto che sono ancora in atto, e come è ovvio e come è noto oggi a pagarne le conseguenze sono sempre e comunque i calabresi e tutti i cittadini della nostra regione.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA (ore 11,25)

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Oggi ci ritroviamo una situazione in Calabria veramente drammatica, dove vi è una questione sulla politica sanitaria attuata dal presidente della giunta regionale assolutamente fallimentare: mi pare che siano abbastanza note le vicende che insistono all’interno delle ASP, dove il presidente della regione ha nominato i vari dirigenti e i direttori generali. Vorrei anche ricordare in quest’Aula che il nostro presidente di regione è stato inibito dall’Anticorruzione proprio per scelte inopportune e sbagliate. Noi ci ritroviamo oggi all’interno delle ASP regionali ad avere direttori generali che si autoliquidano fior di quattrini per obiettivi raggiunti, obiettivi raggiunti che ci lasciano veramente sbalorditi oltre che farci veramente sorridere; senza poi passare nemmeno da quelli che dovrebbero essere i giudizi del “tavolo Adduce”.

Tante sono state le vicende anche giudiziarie all’interno delle nostre ASP in questi anni. Addirittura in alcune ASP le fatture vengono pagate due volte, a volte anche tre, scandalo dopo scandalo. I conti della regione Calabria – e vorrei ricordare, riportano oltre il 70 per cento del bilancio regionale della Calabria al comparto sanitario – sono sempre e comunque in rosso. E allora questo continuo e costante contrasto tra l’ingegnere Scura, commissario della sanità, e il presidente della regione Calabria Mario Oliverio, porta a che cosa? Ad avere oggi un quadro della sanità calabrese veramente, veramente drammatico.

Oggi ci ritroviamo ad avere le strutture sanitarie in Calabria all’interno delle quali vi sono delle professionalità, dei medici, gli operatori anche sanitari, gli infermieri che, con grande abnegazione, con grande sacrificio, con grande impegno, tentano di mandarle avanti, queste strutture, ma operano assolutamente in condizioni disumane. E allora chiaramente tutto poi si ripercuote inevitabilmente sui pazienti, su ogni singolo cittadino della mia splendida regione, perché questo è un tema assolutamente delicato, perché la sanità riguarda personalmente e individualmente ogni singolo cittadino della nostra regione.

Onorevole sottosegretario Fugatti, lei deve sapere che, in Calabria, per effettuare una TAC si impiegano oltre sei mesi, per una risonanza si va anche oltre e, in alcuni casi – mi consenta di dirlo e non è assolutamente una battuta -, i CUP, cioè i centri di prenotazione, hanno chiamato anche a casa il paziente, non trovandolo, ma non perché il paziente fosse uscito a fare una passeggiata, ma perché era già passato a miglior vita, perché non ha avuto il tempo di curarsi; e non è successo soltanto una volta; sono tanti i casi che, purtroppo, anche negli ultimi anni, abbiamo registrato.

Allora, la situazione diventa ancora più complicata nei nosocomi periferici; proprio in questa occasione voglio ricordare la situazione dell’ospedale di Locri, un ospedale che dovrebbe accogliere un’utenza sicuramente importante; l’ospedale di Locri potrebbe, per le potenzialità che offre, rappresentare anche un baluardo, così come tutti gli altri nosocomi, Polistena, l’ospedale di Melito Porto Salvo. Invece, non è così – lo ripeto, non è così -, perché la situazione è ancora più drammatica di quanto si possa pensare. Tant’è vero che chi vi ha preceduto, su sollecitazione, appunto, di una mobilitazione da parte dei sindaci del territorio della Locride, ha immaginato e poi immediatamente inviato gli ispettori ministeriali. Sette furono gli ispettori che andarono, proprio poco meno di un anno fa, all’ospedale di Locri per ispezionarlo.

Ecco, si tratta di una relazione di cui, certamente, ancora non si ha contezza, ma ho fatto formale richiesta di accesso agli atti e nelle prossime ore renderemo pubbliche, anche attraverso i sindaci e il territorio, le condizioni registrate dagli ispettori ministeriali.

Citavo Polistena, citavo Melito Porto Salvo, che potrebbero rappresentare, veramente, punti di riferimento per l’utenza reggina. In questo momento, sto parlando della mia provincia, la provincia di Reggio Calabria, ma potrei citare serenamente anche le altre provincie, vedi Cosenza, vedi anche Tropea, quindi, Vibo Valentia, Crotone e Catanzaro, ma per ragioni di tempo non cito i nosocomi.

Allora, è chiaro e inevitabile che nel momento in cui questi nosocomi periferici non funzionano, perché all’interno degli stessi mancano le attrezzature, i medici – ai quali va certamente un ringraziamento per il grande lavoro che fanno – sono costretti a fare i doppi turni, ma, non solo, addirittura, a rinunciare a quelle che devono essere, per legge, le loro pause, e perché? Perché anche le assunzioni all’interno della sanità calabrese sono bloccate a causa di questo contrasto tra l’ingegnere Scura, ribadisco, commissario della sanità, e il presidente della regione e, quindi, anche degli uffici regionali, che dovrebbero, in sinergia e in piena sintonia, operare nell’interesse della sanità calabrese e dei cittadini calabresi. Invece, hanno creato questa condizione da terzo mondo, mi permetto di dire, e lo dico veramente con tristezza e con rammarico.

Proprio mentre salivo stamattina in aereo ho incontrato dei pazienti reggini, che per semplici cure, non parliamo di fatti straordinari, si stavano per recare a Milano; che poi arrivare a Milano da Reggio Calabria diventa veramente una missione.

Allora, chiaramente, qui, fino ad oggi, è intervenuta la sanità privata; noi abbiamo delle strutture private che, veramente, potrebbero rappresentare l’eccellenza della sanità, anche, italiana. Oggi, insomma, ci ritroviamo in una condizione sicuramente non positiva in quanto, per la prima volta nella storia del regionalismo calabrese, anche gli stessi privati, i dipendenti delle strutture private sono stati costretti a scendere in piazza – lo ripeto, in piazza – per ribellarsi rispetto a dei provvedimenti che recentemente il commissario Scura ha preso, aggredendo, appunto, le stesse aziende.

Onorevole sottosegretario Fugatti, lei deve sapere che sono undici, undici mesi che queste aziende non vengono pagate; i fondi destinati alle aziende private non sono erogati da undici mesi, mandandole quasi al collasso. Il budget del 2018 è già esaurito e mancano ancora sei mesi per la fine dell’anno. Allora, è chiaro che le aziende private hanno difficoltà, oggi, a garantire le visite specialistiche ambulatoriali che ad ogni cittadino calabrese spetterebbero di diritto.

Tutto questo cosa causa? Causa, ovviamente, una emigrazione sanitaria, che, oggi, registriamo ai massimi storici. Ecco, non vi è stato, assolutamente, nessun intervento per frenare questo fenomeno, anzi, è in totale aumento e ribadisco questo concetto in quanto lo reputo assolutamente importante. Oggi siamo ai massimi storici come emigrazione sanitaria e la Calabria non se lo può permettere, perché ha problemi di trasporto, perché non tutti i cittadini calabresi hanno la possibilità di andare a curarsi a spese proprie al Nord; inoltre, questo crea anche un altro effetto, ossia che la regione Calabria, che già è in disavanzo, che già è in fase di rientro, deve poi ritrovarsi a pagare fior di quattrini alle altre regioni, che certamente sono molto più virtuose di noi, si confrontino il Veneto e la Calabria. E, allora, io credo, insomma, che l’intervento da parte del Governo deve essere necessariamente immediato.

L’articolo 32 della Costituzione, non sto qui a ricordarlo, sancisce il diritto alla salute. Onorevole sottosegretario, in Calabria questo diritto non c’è – glielo posso assicurare – per responsabilità del passato, per responsabilità certamente e soprattutto di questi anni e di questa politica, che, sicuramente, ha guardato ad altro piuttosto che agli interessi dei nostri calabresi.

E, allora, quando questo principio, questo articolo della nostra Costituzione viene violato in Calabria, io credo che l’attenzione del Governo debba essere assolutamente massima e mi auguro, visto che vi proponete di essere il Governo del cambiamento, che possiate intervenire in Calabria sulla sanità nel più breve tempo possibile, così che non passi nemmeno l’estate.

Io sono convinto che, insomma, visti anche i buoni propositi di tutte le forze politiche – lei è un sottosegretario della Lega, noi siamo alleati con la Lega, mi auguro di poter essere alleati già alle prossime elezioni regionali -, Lega, MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, che, insomma, di responsabilità ne ha e ne ha anche da vendere, rispetto a questo, tutte le forze politiche hanno un po’, come dire, trovato l’unanimità rispetto all’idea che, oggi, la prima cosa da fare è rimuovere il commissario Scura, perché è inadeguato al ruolo, perché non è all’altezza, chiaramente, del compito. Questo atto è di competenza vostra, è di competenza del Governo.

Chiaramente, rispetto alla parte politica che competerà ai calabresi, ci penseremo noi, ci penseremo noi di Forza Italia, ci penseremo noi del centrodestra, ci penserà soprattutto la maggioranza dei calabresi, che da qui a un anno ci daranno una mano a spazzare via il Partito Democratico e le scelte scellerate di un Partito Democratico e di un presidente di regione che in questi anni non ha fatto altro che desiderare di essere presidente o, meglio, di essere commissario della sanità calabrese. Di fatto, per la parte che gli compete e compete alla giunta regionale, le loro scelte scellerate e sbagliate sono sotto gli occhi di tutti.

Mi auguro – e sono ottimista – che voi possiate, nell’immediatezza, intervenire in una situazione che – come in breve tempo ho raccontato, ma che lei, certamente, avrà studiato – è veramente drammatica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

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5. ATTIVITÀ IN COMMISSIONE

V COMMISSIONE (BILANCIO, TESORO E PROGRAMMAZIONE)

Sede referente
Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021. C.1334 Governo

3 dicembre 2018 – Francesco CANNIZZARO (FI) si associa ai ringraziamenti rivolti al Governo, rilevando come la richiesta di sottoscrizione dell’articolo aggiuntivo da parte del MoVimento 5 Stelle dimostri che le opere strategiche della Calabria rivestono un’importanza non solo di carattere locale, ma nazionale.

Francesco CANNIZZARO (FI) chiede che venga preso in considerazione l’accantonamento del suo articolo aggiuntivo 32.07, come avvenuto per analoghi emendamenti in materia di stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili. Al riguardo ne sottolinea il ruolo fondamentale all’interno di molte amministrazioni comunali che rischiano di ritrovarsi senza il personale necessario alla data del 31 dicembre prossimo. Ricorda che tutti i Governi precedenti sono intervenuti, attraverso ripetute proroghe delle apposite convenzioni, per assicurare la loro attività. Raccomanda quindi l’approvazione del suo emendamento volto ad assicurare continuità lavorativa al personale interessato e certezza di funzionamento ai sindaci che si avvalgono della loro collaborazione.

Francesco CANNIZZARO (FI), in qualità di primo firmatario dell’articolo aggiuntivo 32.07, definisce l’attuale momento come storico, in considerazione del fatto che il Governo ha preannunciato che a breve renderà note le misure che porteranno alla stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili.
Dopo aver ringraziato la sottosegretaria Castelli per la sua sensibilità e la sua competenza, la invita a confermare quanto precedentemente affermato in relazione alla volontà del Governo di intervenire in tempi rapidi su tale questione.
Auspica, quindi, che dalle parole della sottosegretaria si possa trarre conferma della volontà del Governo di mettere fine ad una piaga che dura da ventidue anni. In tal caso, dichiara che sarebbe il primo a riconoscere tale importante merito all’attuale Esecutivo.

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30 novembre 2018Francesco CANNIZZARO (FI) esprime apprezzamento per l’interesse che il Governo ha manifestato per questo articolo aggiuntivo e si augura che la Commissione prenda in considerazione l’intervento proposto.

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29 novembre 2018 – Francesco CANNIZZARO (FI) chiede l’accantonamento del proprio articolo aggiuntivo 31.08.

Francesco CANNIZZARO (FI), nel ricordare che la richiesta di chiarimento sul mandato per la stampa delle tessere per l’erogazione del reddito di cittadinanza proviene da tutti i gruppi di opposizione, propone di sospendere i lavori della Commissione affinché il Governo possa svolgere un approfondimento su questo argomento e rispondere in modo adeguato.

Francesco CANNIZZARO (FI) sottoscrive l’articolo aggiuntivo Meloni 37.03.

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Sede consultiva
Decreto-legge n. 113 del 2018: Disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell’interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Delega al Governo in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate. C.1346 Governo, approvato dal Senato (Parere alla I Commissione)

22 novembre 2018 –Francesco CANNIZZARO (FI) dichiara il proprio voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.

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6. INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

26 febbraio 2019 – Interpellanza urgente 2-00288

presentata da CANNIZZARO Francesco
testo presentato Martedì 26 febbraio 2019
modificato Venerdì 1 marzo 2019, seduta n. 135

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
il sito portuale di Gioia Tauro rappresenta il più grande porto in Italia per il throughput container, il nono in Europa ed il sesto nel Mediterraneo, è strategicamente limitrofo alla rotta oriente-occidente che va dallo Stretto di Gibilterra al Canale di Suez ed è uno dei maggiori siti di trasbordo, risultando punto funzionale di collegamento fra le reti globali e regionali che interessano le principali rotte del Mediterraneo;
il porto ha una banchina lunga 3,4 chilometri; sono presenti 22 gru di banchina in grado di raggiungere fino a 23 file di container, i dipendenti sono oltre 1.300 e la struttura ha una capacità massima di 4 mega portacontainer;
l’attività portuale ha raggiunto i 3.467.772 di teu nel 2008, per poi scendere costantemente dal 2009 al 2011, riprendersi dal 2011 al 2013 ma poi scendere di nuovo tra il 2013 e il 2015, a causa delle condizioni difficili del mercato del trasbordo nel Mediterraneo e della concorrenza di altri importanti centri di trasbordo presenti in Grecia, Egitto e Malta;
il porto di Gioia Tauro è presente fra i porti italiani inclusi nella rete « core» transeuropea di trasporto Ten-T secondo i criteri del regolamento (UE) n. 1315 del 2013, articolo 20, paragrafo 2, redatto sulla base dei dati relativi ai volumi di traffico operanti e, quindi, di competenza nazionale sugli assetti finanziari e decisionali;
il Governo nazionale, direttamente e per mezzo dell’autorità portuale, governa la concessione delle banchine del porto di Gioia Tauro, che risultano essere affidate per il 50 per cento alla società MedCenter, partecipata da Contship Italia, e per l’altro 50 per cento dalla società Til, che è controllata da Msc holding, e che attualmente sono in conflitto per strategie di investimento divergenti proprio nell’area portuale calabrese;
tale assenza di univoca direzione progettuale industriale delle società Mct e Msc ha causato l’avviso di prelicenziamento di circa cinquecento dipendenti del comparto portuale di Gioia Tauro, senza indicarne modi e procedure, innescando una reazione drammatica dai risvolti sociali imprevedibili;
l’intervento del prefetto di Reggio Calabria ha consentito la rapida istituzione del tavolo tecnico ministeriale e la convocazione delle parti interessate alla risoluzione della problematica che minaccia i livelli occupazionali presenti nel porto di Gioia Tauro e la concomitante ripresa delle operazioni portuali di Gioia Tauro sospese dai dipendenti giustamente preoccupati;
l’assenza irresponsabile ed ingiustificata di Mct al tavolo ministeriale ed il reiterarsi di analoghi episodi precedenti, accaduti nel 2017 e scongiurati solo attraverso l’intervento dell’autorità giudiziaria competente in materia lavoro, lasciano come unico interlocutore ministeriale credibile e disponibile Msc;
l’articolo 4 della Costituzione prevede che «la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto (…)»;
è necessario preservare i livelli occupazionali presenti e la piena operatività portuale –:
se il Ministro interpellato intenda avviare immediatamente l’iter di valutazione circa la sussistenza dei presupposti per il mantenimento della concessione senza esitazione alcuna o perdita di tempo, che risulterebbe deleteria rispetto al mantenimento dei livelli occupazionali, minacciati da un comportamento a parere degli interpellanti poco responsabile manifestato dalla MedCenter, ed all’attività operativa dello stesso sito portuale;
se intenda considerare gli impegni manifestati dalla Msc al tavolo ministeriale e adottare opportune iniziative per concretizzare immediatamente gli accordi di investimento prospettati, al fine di realizzare l’incremento necessario del volume di traffico per un’azione di rilancio nazionale ed internazionale del porto di Gioia Tauro; ovvero se, in alternativa, si intenda valutare un eventuale ritiro della concessione alla società di gestione del porto e predisporre una fase transitoria che consenta lo svincolo e l’utilizzo dei fondi del programma finanziario europeo per il piano di investimenti delle aree logistiche integrate del Paese, avviando lo studio per una celere eventuale riassegnazione della concessione ad altra società italiana;
se e quali iniziative intenda adottare per effettuare una valutazione degli effetti della legge n. 136 del 2018 (che ha, da ultimo, modificato la legge n. 84 del 1994 relativa al riordino della legislazione in materia portuale), in termini di utilità per l’attività di sviluppo e crescita di cui necessita il porto calabrese di Gioia Tauro.
(2-00288) «Cannizzaro, Bartolozzi, Carfagna, Casciello, D’Attis, D’Ettore, Fasano, Fiorini, Gagliardi, Giacometto, Marrocco, Martino, Mazzetti, Mugnai, Musella, Nevi, Orsini, Pella, Polverini, Prestigiacomo, Ravetto, Paolo Russo, Scoma, Siracusano, Sisto, Sozzani, Squeri, Maria Tripodi, Vietina, Zanella, Zangrillo, Elvira Savino».

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5 febbraio 2019 – Interpellanza urgente 2-00257

presentata da CANNIZZARO Francesco

Martedì 5 febbraio 2019, seduta n. 120

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

la giovane agente di polizia penitenziaria recentemente scomparsa Sissy Trovato Mazza, veniva ferita gravemente il 1° novembre 2016 da un colpo di pistola nell’ascensore del reparto di pediatria dell’Ospedale civile di Venezia, dove si trovava per servizio, iniziando così un calvario durato ben due anni;

di quel tragico episodio, incautamente catalogato inizialmente come suicidio, le indagini condotte sino ad oggi non sono ancora riuscite a chiarire chi le abbia sparato, né quale fosse il movente;

le ultime rivelazioni trapelate dagli organi di stampa ed il clima teso di una vicenda che getta scredito e sfiducia su alcune componenti dello Stato, che avrebbero dovuto conoscere fatti a circostanze denunciate dalla vittima, impongono urgenti riflessioni ed azioni immediate;

lo sconforto ed il dolore dei familiari dell’agente Sissy Trovato Mazza, che dall’accadimento delittuoso hanno incessantemente cercato interlocutori istituzionali a cui affidare sospetti e preoccupazioni del caso, meritano oggi il dovuto rispetto e la conoscenza della verità sui tristi eventi di cui l’adorata figlia è rimasta vittima;

l’accertamento dei reali fatti risulta essere maggiormente doveroso nell’interesse proprio delle istituzioni coinvolte che, nell’agire quotidiano a difesa dei diritti e della sicurezza dei cittadini, non possono privarsi della fiducia, o parte della stessa, che il Paese in essi deve riporre;

è necessario quindi fare piena luce su un episodio che ha colpito un rappresentante dello Stato, coraggioso ed integerrimo, la cui sofferenza ed agonia patita nei due anni di incessanti cure ed attenzioni mediche, rappresenta il più alto dei sacrifici compiuti verso il proprio Paese;

appare poi necessario secondo gli interpellanti chiarire se vi siano stati profili di incompatibilità nella conduzione delle indagini da parte della procura di Venezia –:

quali iniziative di competenza si intendano assumere, affinché sia fatta piena luce sugli inquietanti episodi esposti in premessa, anche attraverso l’attivazione di iniziative ispettive, presso la procura di Venezia, e affinché la stessa procura possa disporre delle risorse necessarie, al fine di giungere alla verità e determinare con assoluta certezza i fatti accaduti alla vittima.
(2-00257)

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25 gennaio 2019 – Interpellanza 2-00243

presentata da CANNIZZARO Francesco

Venerdì 25 gennaio 2019, seduta n. 114

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, per sapere – premesso che:

gli agrumicoltori della piana di Rosarno-Gioia Tauro non riescono a vendere il loro prodotto pregiato, le clementine, a causa di una gravissima crisi che si è abbattuta sul comparto e che ha portato sul lastrico migliaia di famiglie: i prezzi delle clementine sulla pianta oscillano tra i 12-18 centesimi al chilogrammo, cifre quest’ultime, che, oltre a non consentire alcuna remunerazione ai produttori, non sono nemmeno sufficienti a compensare le spese annuali di coltivazione;

i commercianti locali non vogliono la merce neanche gratis, perché non sono in grado di venderla, per cui gli agrumicoltori sono costretti a far marcire il prodotto sulle piante. La causa principale di questo stato di cose è da addebitare alla sleale concorrenza di alcuni Paesi dell’Africa settentrionale principali competitor della filiera agrumicola, e della Spagna, che immette sul mercato clementine provenienti dai Paesi del Maghreb a costi stracciati e di bassa qualità;

a causa dei bassi costi di produzione, per gli agrumi coltivati in Africa spuntano prezzi di mercato notevolmente più bassi rispetto a quelli calabresi e, più in generale, a quelli italiani;

ciò è possibile in forza dell’uso indiscriminato di pesticidi illegali in tutta l’Unione europea e del costo di manodopera che è assolutamente inferiore a quello sostenuto dagli agricoltori italiani. Per fare un esempio, un operaio dedito alla raccolta degli agrumi in Italia costa circa 50 euro al giorno, in Marocco è di soli 8 euro al giorno;

il territorio della Piana è già afflitto da problemi rilevantissimi quali: presenza asfissiante della criminalità; crisi totale del commercio e dell’artigianato per evidente crollo di moneta in circolazione; rilevante numero di migranti in atto disoccupati per assenza di lavoro; mancati investimenti industriali nelle 3 zone del Porto di Gioia Tauro; ambiente compromesso da impianti energetici e di depurazione, nonché da sversamenti non controllati;

il sindaco della città di Rosarno e presidente dell’assemblea dei sindaci «Città degli Ulivi», avvocato Giuseppe Idà, ha indirizzato al Ministro interpellato, nei giorni scorsi, un accorato appello affinché si intervenga a sostegno del reddito degli agrumicoltori, appello che risulta essere rimasto inascoltato;

la crisi del comparto agrumicolo investe tutte le regioni meridionali vocate a queste produzioni: nel settembre 2018, rispondendo all’interrogazione n. 5-00451 presentata dal deputato Nevi il sottosegretario di Stato alle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo aveva dichiarato che «…dal luglio 2018, con un’attività articolata e congiunta di vari organi ispettivi si sta operando nei punti di entrata nel territorio, quali porti, aeroporti, valichi di frontiera, sino ai silos e ai magazzini di insilamento di risi e granaglie provenienti da Paesi Terzi… al fine di tutelare il comparto produttivo nazionale, evitando l’ingresso di prodotti di scarsa qualità o contenenti residui di sostanze pericolose per la salute umana…»;

già ad ottobre 2018 era stato segnalato al Ministero dalle associazioni agricole la preoccupazione derivante dalla richiesta sui mercati agricoli di grandi quantità di arance bionde spagnole effettuata da parte di commercianti italiani. In passato, le stesse associazioni avevano più volte segnalato il fenomeno della vendita fraudolenta di agrumi esteri spacciati per italiani –:

se il Ministro interpellato non ritenga opportuno convocare, con urgenza, un tavolo di confronto presso il Ministero, aperto alle delegazioni dei sindaci, dei sindacati, degli operatori di settore, per discutere della questione e assumere tutte le iniziative a difesa del comparto agrumicolo, attivando e incrementando le risorse del fondo agrumicolo previsto dalla legge di bilancio 2018;

quali ulteriori iniziative di competenza intenda adottare, con particolare riferimento all’attività dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf), per incrementare controlli e verifiche capillari volte ad evitare frodi e false denominazioni di provenienza, nonché per testare l’aderenza degli agrumi in ingresso sul territorio nazionale ai criteri di qualità richiesti dall’Unione europea;

se trovi conferma l’informazione giunta all’interrogante che nel porto di Gioia Tauro, che è uno dei più importanti del Mediterraneo, il personale addetto a questo tipo di controlli è costituito da pochissime unità e, forse, da una sola unità;

se non ritenga opportuno, secondo le modalità già sperimentate nel gennaio 2018 dal precedente Governo, avviare una campagna di ritiro e distribuzione nelle mense scolastiche o agli indigenti delle eccedenze di produzione e degli agrumi rimasti invenduti a causa delle avverse condizioni di mercato, promuovendo anche azioni coordinate con la grande distribuzione organizzata per superare la crisi del settore agrumicolo italiano.
(2-00243) «Cannizzaro».

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6 novembre 2018 – Interpellanza urgente 2-00170

presentata da CANNIZZARO Francesco

testo presentato Martedì 6 novembre 2018

modificato Venerdì 9 novembre 2018, seduta n. 80

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dell’economia e delle finanze, il Ministro per la pubblica amministrazione, per sapere – premesso che:
con decreto legislativo n. 468 del 1997 veniva istituito il lavoro socialmente utile, passando in tal modo da un modello squisitamente assistenziale ad un modello di tutela sociale e valorizzazione del soggetto disoccupato che, a fronte di un contributo economico e di assistenza previdenziale, è reimpiegato dalle pubbliche amministrazioni in una prestazione lavorativa fuori mercato per attività utili alla collettività, attraverso il ricorso a contratti di lavoro a termine;
nel corso degli anni, a causa della crisi incipiente e della depressione economica di taluni territori, in particolare nel Sud del Paese, tali prestazioni lavorative hanno finito per rappresentare l’unico mezzo di sostentamento e di attivazione di quanti erano in disoccupazione o mobilità. Cionondimeno tali lavoratori sono da anni impegnati in attività pubbliche e sociali per mezzo di contratti a termine;
il decreto-legge n. 185 del 2008 istituiva, all’articolo 18, comma 1, nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il fondo sociale per l’occupazione e la formazione, successivamente rifinanziato ad opera di numerose disposizioni. Tra le finalità del fondo vi sono la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità, nonché l’attivazione di misure di politiche attive del lavoro in favore di regioni rientranti nell’obiettivo convergenza dei fondi strutturali europei;
il decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75, cosiddetto decreto Madia, nel quadro della più ampia delega in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, si pone come obiettivo primario la riduzione del precariato nella pubblica amministrazione;
i limiti normativi posti dall’articolo 36 del decreto legislativo n. 165 del 2001, come sostituito dall’articolo 49 del decreto-legge n. 112 del 2008, ad oggi non risultano essere superati dall’approvazione di altro specifico supporto legislativo; ai fini della stabilizzazione è stato individuato un importo annuo pro capite di riferimento, di cui all’articolo 7, comma 1, del decreto legislativo n. 81 del 2000, pari a 9.296,22 euro. Le risorse necessarie per incentivarne l’assunzione a tempo indeterminato sono pertanto calcolate su un periodo di quattro anni, a decorrere dal momento dell’assunzione;
all’articolo 1, commi 223-225, della legge di bilancio per il 2018 (legge n. 205 del 2017), come introdotti durante l’esame parlamentare alla Camera dei deputati, al fine del superamento del precariato dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità è stata disposta la proroga dei termini entro i quali le amministrazioni locali possono ricorrere alle prestazioni lavorative socialmente utili fino al 31 dicembre 2018;
con decreto ministeriale 7 agosto 2018, n. 234, venivano ripartite le risorse tra le regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia per complessivi 298.501.111,12 euro, per le annualità 2010 e 2012-2017, finalizzati a incentivare l’assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità;
lo stesso decreto ministeriale, all’articolo 1, individua per la regione Calabria un numero totale di lavoratori impegnati pari a 2.316 euro per un ammontare di 86.120.182,08 euro e, all’articolo 2, dispone la sottoscrizione tra Ministero e regione affinché venissero assegnate le quote di finanziamento previste;
la convenzione sottoscritta dispone, altresì, all’articolo 2, comma 2, che le somme richieste dalla regione siano trasferite dal Ministero per un campione di almeno il 10 per cento dei lavoratori riportati in ogni domanda e, comunque, a partire dal 1o gennaio 2019;
il 31 dicembre 2018, termine prorogato dalla legge di bilancio per il 2018, scadranno i contratti a tempo determinato delle 4.500 unità lavorative di ex lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità che operano all’interno delle amministrazioni locali della Calabria;
in considerazione della richiamata imminente scadenza, nell’impossibilità materiale di portare a termine entro la medesima data le previste stabilizzazioni, gli enti locali calabresi rischiano di dover interrompere improvvisamente i servizi di utilità pubblica e sociale con gravi ripercussioni su quanti sul proprio territorio ne beneficiano e, non di meno, i precari rischiano di non veder rinnovati i contratti di lavoro per il 2019 – poiché non permessi a norma di legge – e di veder pregiudicata anche la stabilizzazione futura, come peraltro denunciato da tempo e ripetutamente dall’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci) –:
se i Ministri interpellati non ritengano di adottare iniziative urgenti al fine di garantire alle amministrazioni locali calabresi condizioni adeguate per il mantenimento dei livelli occupazionali e delle prestazioni sociali svolte dai lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità, nelle more del pieno ed effettivo completamento dei percorsi di stabilizzazione previsti dalla normativa vigente;
se i Ministri interpellati non intendano intervenire con la massima urgenza al fine di garantire che le criticità illustrate non compromettano i percorsi già avviati di stabilizzazione e contrattualizzazione del personale socialmente utile e di pubblica utilità operante a livello locale, riconducendo la posizione normativa nel rispetto dei diritti sanciti dalla Costituzione e dal «decreto Madia»;
se i Ministri interpellati non ritengano di assumere le necessarie iniziative di competenza volte ad evitare il tracollo amministrativo che la sensibile riduzione delle capacità funzionali comporterebbe nelle amministrazioni comunali di cui tale personale è parte integrante;
se i Ministri interpellati non intendano, per quanto di competenza, assumere iniziative volte ad assistere minuziosamente i comuni al fine di impedire il concretizzarsi di atti e procedure avverse alle stesse amministrazioni locali, con il reale rischio di aggravare situazioni finanziarie già particolarmente difficili.
(2-00170) «Cannizzaro, Occhiuto, Santelli, Maria Tripodi».

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6 novembre 2018 – Interpellanza urgente 2-00166

presentata da CANNIZZARO Francesco

testo presentato Martedì 6 novembre 2018

modificato Venerdì 9 novembre 2018, seduta n. 80

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell’interno, per sapere – premesso che:
il Corpo nazionale dei vigili del fuoco costituisce una delle realtà più importanti per la sicurezza dei cittadini, svolgendo quotidianamente attività di prevenzione, vigilanza e soccorso a sostegno di soggetti pubblici e privati grazie al proficuo impegno del proprio personale;
negli ultimi anni il Corpo nazionale dei vigili del fuoco ha realizzato uno sforzo straordinario per sopperire, nonostante le decrescenti risorse finanziarie e le carenze di organico, alle numerose richieste di intervento per piccole e grandi emergenze e per fronteggiare situazioni di estrema complessità, mettendo a serio rischio la propria incolumità;
il Corpo nazionale dei vigili del fuoco soffre, da sempre, la presenza di una forte componente di personale precario, costituito dai vigili del fuoco cosiddetti discontinui, figure strategiche del comparto, pur essendo prive di contratto a tempo indeterminato e potendo essere richiamate in servizio per non più di 14 giorni consecutivi e per un massimo di 160 giorni l’anno;
i discontinui rappresentano una risorsa fondamentale e indispensabile per consentire al Corpo nazionale dei vigili del fuoco di svolgere al meglio le funzioni che la legge ad esso attribuisce nell’ambito del soccorso pubblico. Questi ultimi, infatti, sono vigili del fuoco a tutti gli effetti, che, al pari dei propri colleghi assunti in pianta stabile nel Corpo, hanno svolto il loro stesso addestramento e intervengono nelle medesime operazioni di soccorso;
l’articolo 10, comma 1, lettera c-bis, del decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, ribadisce che i richiami in servizio del personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ai sensi dell’articolo 6, comma 1, del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, non costituiscono rapporti di impiego con l’amministrazione;
l’articolo 6, comma 1, del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, opera la distinzione tra il personale di ruolo e volontario, stabilendo altresì che il solo personale volontario iscritto nell’elenco istituito per le necessità delle strutture centrali e periferiche può essere oggetto di eventuali assunzioni in deroga, con conseguente trasformazione del rapporto di servizio in rapporto di impiego con l’amministrazione;
a ciò si aggiunge che il decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 97, all’articolo 8, comma 1, ha introdotto delle modifiche al comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 13 ottobre 2005, n. 217, prevedendo che la riserva di cui all’articolo 1, comma 3, del decreto-legge 1o ottobre 1996, n. 512, è elevata al 35 per cento e opera in favore del personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco che, alla data di scadenza del bando di concorso, sia iscritto negli appositi elenchi da almeno tre anni e abbia effettuato non meno di centoventi giorni di servizio;
nella legge di bilancio per il 2018 sono state inserite, tra le altre, norme in materia di stabilizzazione per il personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ma con alcune limitazioni molto stringenti;
in particolare, l’articolo 1, comma 295, della legge di bilancio per il 2018 per le assunzioni straordinarie, di cui ai commi 287, 288, 289 e 299 del medesimo articolo 1, ha stabilito una riserva di posti a favore del personale volontario, di cui all’articolo 6, comma 1, del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, i cosiddetti «precari discontinui», iscritti all’interno dell’elenco istituito per le necessità delle strutture centrali e periferiche del Corpo nazionale dei vigili del fuoco in possesso dei requisiti sanciti dallo stesso comma 295;
all’articolo 1, comma 295, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, è stabilito che per il personale volontario, con età ricompresa tra i 40 e i 45 anni, il requisito relativo ai giorni di servizio è elevato a 250 giorni, ad eccezione del personale volontario femminile per cui lo stesso requisito è elevato a 150 giorni; tale personale volontario, di sesso sia maschile che femminile, deve avere altresì effettuato complessivamente non meno di un richiamo di 14 giorni nell’ultimo quadriennio. Per il personale con età superiore ai 46 anni il requisito relativo ai giorni di servizio è elevato a 400 giorni, ad eccezione del personale volontario femminile per cui lo stesso requisito è elevato a 200 giorni; tale personale volontario, di sesso sia maschile che femminile, deve avere altresì effettuato complessivamente non meno di due richiami di 14 giorni nell’ultimo quadriennio;
tra l’altro, la clausola 5 della direttiva 1999/70/CE del Consiglio del 28 giugno 1999 ha specificato che, per prevenire gli abusi derivanti dall’utilizzo di una successione di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato, gli Stati membri dovranno introdurre una o più misure volte a prevenire l’abuso di continue proroghe dei contratti a termine;
le forze politiche che sostengono il Governo Conte si sono espresse favorevolmente, attraverso il «Contratto per il Governo del cambiamento», in materia di stabilizzazione del personale precario, proponendo per l’intero Corpo nazionale «misure per garantire la stabilizzazione dei rapporti di lavoro, il potenziamento della formazione e l’adeguamento delle retribuzioni ai livelli previsti per le forze dell’ordine»;
ad avviso degli interpellanti, la stabilizzazione del personale precario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco è tuttora lettera morta, nonostante le istanze rappresentate più volte dall’Associazione nazionale discontinui e l’esigenza ormai impellente di assicurare incrementi di personale qualificato in grado di garantire, per la sicurezza dei cittadini, interventi tempestivi e adeguati standard di efficienza –:
se, con quali tempistiche e con quali modalità il Ministro interpellato intenda intraprendere le opportune iniziative al fine di ottemperare alle disposizioni che prevedono procedure straordinarie per l’assunzione di contingenti di personale nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco, con particolare riferimento al personale volontario, di cui all’articolo 6, comma 1, del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, iscritto all’interno dell’elenco istituito per le necessità delle strutture centrali e periferiche del Corpo nazionale dei vigili del fuoco;
se il Ministro interpellato intenda far fronte al precariato nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco, così come espresso nel «contratto di Governo», modificando i requisiti di cui alla legge 27 dicembre 2017, n. 205;
quali siano gli orientamenti del Ministro interpellato circa i contratti dei «discontinui» del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, anche in riferimento alla clausola 5 dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato che obbliga gli Stati membri ad adottare misure per prevenire l’abuso di continue proroghe dei contratti a termine.
(2-00166) «Cannizzaro, Gelmini, Occhiuto, Santelli, Maria Tripodi, Germanà, Siracusano, Bartolozzi, Mugnai, D’Ettore, Carrara, Fiorini, Ripani, Sarr, Paolo Russo, Casciello, Martino, Zanella, Mandelli, D’Attis, Sisto, Calabria, Prestigiacomo, Minardo, Scoma, Casino, Zangrillo, Pella, Sozzani, Marrocco, Vietina, Cattaneo, Silli».

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31 luglio 2018 – Interpellanza urgente 2-00065

presentata da CANNIZZARO Francesco

testo presentato Martedì 31 luglio 2018

modificato Venerdì 21 settembre 2018, seduta n. 48

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
le recenti dichiarazioni del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con cui viene manifestata l’intenzione del Governo di mantenere il 51 per cento del controllo di Alitalia, offrono la possibilità di porre in evidenza l’inderogabile necessità di potenziare lo scalo della città metropolitana di Reggio Calabria che, fin dalla sua apertura, ha sempre visto operare la compagnia aerea di bandiera;
allo stato attuale sono operativi dallo scalo reggino solamente un collegamento giornaliero con Roma ed uno con Milano, tra l’altro in orari assolutamente non confacenti alle necessità della numerosa utenza – si ricorda l’immenso bacino che comprende anche la città di Messina – e che obbligano alla permanenza di oltre 24 ore fuori sede, non essendoci alcuna possibilità di rientrare in sede nella stessa giornata;
nonostante le continue richieste provenienti da enti locali ed associazioni di cittadini ed i numerosi contatti giunti alla Sacal, società di gestione che ha rilevato lo scalo con bando regionale e che è subentrata successivamente al fallimento della Sogas, non si riesce ad ottenere alcun incremento di voli, pur garantendo ogni possibile supporto logistico e tecnico e la massima disponibilità possibile nei confronti di Alitalia;
è critica la condizione dei lavoratori Alitalia posti in cassa integrazione e la cui forza lavoro ha subito un taglio riduttivo di circa il 50 per cento, in tutte le categorie presenti, operai, impiegati e capiscalo, con una riduzione delle giornate lavorative di oltre la metà spettante;
drammatica, inoltre, appare in questo contesto la situazione lavorativa delle decine di lavoratori ex-Sogas che, penalizzati dalle scelte aziendali degli anni scorsi e dalla politica di riduzione voli attuata dalla compagnia nazionale, oggi rappresentano una risorsa professionale fondamentale per la rinascita dell’aeroporto stesso, ma completamente inutilizzata, anzi, abbandonata al proprio tragico destino –:
se si intenda intervenire con la massima urgenza, per quanto di competenza, affinché Alitalia non penalizzi ulteriormente questa parte della Calabria, già notoriamente colpita da ataviche criticità di isolamento infrastrutturale e di trasporti, adoperandosi per il ripristino dei diversi voli giornalieri di collegamento su Roma e Milano che già erano operativi in passato, per garantire il collegamento nelle diverse ore dell’intera giornata e per consentire il rientro nello stesso arco diurno;
quali iniziative di competenza si intendano adottare per consentire il reinserimento professionale di tutte quelle unità lavorative che, dopo il fallimento della società di gestione Sogas ed il ridimensionamento strategico dell’«Aeroporto dello Stretto» da parte di Alitalia, sono state licenziate dalla gestione commissariale incaricata del presunto risanamento, creando una situazione di forte disagio sociale nell’intera area metropolitana;
quali iniziative si intendano intraprendere per evitare che, in una zona della regione che storicamente ha sempre sofferto scelte deleterie in ambito di offerta lavorativa, ci sia dispersione di alte professionalità già ampiamente formate e con una consolidata esperienza nel settore aeroportuale, come sta avvenendo con i lavoratori Alitalia in cassa integrazione che, allo stato attuale, vedono la sorte propria e delle loro famiglie legata alle scelte aziendali della compagnia nazionale e per ristabilire la regolare mobilità dell’utenza dell’area metropolitana che oggi rivendica a gran voce un servizio di qualità.
(2-00065)

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13 luglio 2018 – Interpellanza urgente 2-00034

presentata da CANNIZZARO Francesco

testo presentato Martedì 26 giugno 2018

modificato Venerdì 13 luglio 2018, seduta n. 26

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
il servizio sanitario nazionale, istituito con la legge n. 833 del 1978, deve garantire ai cittadini l’universalità delle prestazioni in attuazione dell’articolo 32 della Costituzione, laddove si afferma che «la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti»;
in realtà, soprattutto in questi ultimi anni, si assiste ad una sempre maggiore difficoltà nell’accesso alle prestazioni sanitarie e nell’erogazione degli stessi livelli essenziali di assistenza, con un progressivo aumento delle prestazioni a carico dei pazienti;
vi sono purtroppo regioni, e tra queste la Calabria, dove il servizio sanitario pubblico è ormai incapace di rispondere in modo adeguato ed efficace al bisogno e al diritto di salute dei cittadini;
il servizio sanitario nella regione Calabria non ha mai mostrato particolare efficienza e lo hanno dimostrato ampiamente sia la migrazione in altre regioni dei pazienti calabresi per accedere a prestazioni sanitarie migliori, sia la situazione di bilancio della spesa sanitaria di questa regione;
in Calabria, così come in altre regioni italiane con deficit di bilancio sanitario, si è provveduto alla nomina di un commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario, incarico ricoperto dall’ingegner Massimo Scura;
mentre in altre regioni, con diligenza e professionalità, i commissari si sono comunque rapportati inevitabilmente con il governo regionale determinando spesso proficue attività congiunte, in Calabria si è instaurata una situazione di conflitto e scontro, producendo effetti dannosi per il servizio sanitario;
la negligenza della politica di governo regionale, nell’offrire valide soluzioni e progettualità a lungo termine condivise con il commissario ad acta per il piano di rientro del debito sanitario, ha impedito che si ricreasse quella sinergia che aveva contraddistinto i positivi risultati conseguiti fino al 2014;
la mancanza di condivisione e dialogo fra il commissario, Massimo Scura, e gli uffici regionali per le politiche sanitarie e gli scontri, anche di carattere giuridico, che si sono protratti fino ad oggi, hanno impedito quella necessaria sinergia ad affrontare le criticità di un sistema sanitario ormai in evidente difficoltà;
i provvedimenti presi di recente dal commissario Scura sulla quantificazione della spesa sanitaria privata e pubblica hanno causato molteplici problemi al servizio regionale e soprattutto ai servizi resi ai cittadini: da 11 mesi non vengono pagate le strutture di specialistica ambulatoriale per le prestazioni effettuate, il budget assegnato alle strutture di specialistica ambulatoriale per il 2018 è stato già esaurito dalle medesime; ne consegue che le strutture di specialistica ambulatoriale sono state messe nelle condizioni di non poter più erogare prestazioni per il servizio sanitario nazionale e, quindi, possono effettuare solamente prestazioni a pagamento; a seguito dei mancati pagamenti degli arretrati quantificabili in 11 mesi, queste strutture presto dovranno ridurre il personale dipendente, con evidenti ripercussioni sull’occupazione;
in realtà, l’aumento di patologie croniche necessiterebbe di un profondo riordino organizzativo e normativo che potenzi l’offerta sanitaria pubblica sul territorio attraverso le strutture poliambulatoriali che offrono l’assistenza domiciliare alle persone affette da malattie inguaribili e bisognose di cure specialistiche continuative, in continuità ed in sinergia con le cure ospedaliere e di reparto;
l’aumento delle persone che non sono più in grado di pagarsi i farmaci, le carenze organizzative e gestionali che condizionano il buon funzionamento di servizi e strutture, l’esiguità delle risorse umane e finanziarie a causa del cattivo funzionamento del piano di rientro dal debito sanitario, il limitato uso del privato accreditato e il malfunzionamento del pubblico rappresentano il baratro del sistema sanitario pubblico calabrese, con la conseguente diminuzione dell’attività di prevenzione minima e l’incremento dell’emigrazione sanitaria verso altre regioni;
le diseguaglianze nell’erogazione delle prestazioni sanitarie tra il Nord e il Sud del Paese offrono dati drammatici, vedendo i pazienti del Meridione quelli più svantaggiati;
le strutture pubbliche restano deficitarie di servizi sanitari all’utenza calabrese, pur essendo state autorizzate assunzioni per primari, medici, sanitari, infermieri, tecnici e operatori sociosanitari per alcune migliaia di unità da parte del commissario ad acta e pur avendo acquistato tecnologie di avanguardia;
la regione Calabria ha manifestato più volte, anche con il precedente Ministro della salute ma senza ottenere esito alcuno, il proprio dissenso e malessere contro questa situazione conseguente al mancato collegamento fra il commissario Scura e gli uffici regionali del dipartimento tutela della salute, politiche sanitarie –:
se non si ritenga necessario provvedere, alla luce delle evidenti e forti criticità esposte in premessa, alla sostituzione del commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della regione Calabria e, conseguentemente, alla nomina di un commissario e due sub-commissari con specifiche e adeguate caratteristiche professionali;
se non si intenda prevedere una verifica al termine del primo anno dell’attività svolta dai nuovi commissari, ai fini della prosecuzione o meno dell’attività commissariale.
(2-00034) «Cannizzaro, Occhiuto».

Intendimenti in ordine alla sostituzione del commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario della regione Calabria e alla previsione di una verifica al termine del primo anno dell’attività commissariale – n. 2-00034 Cannizzaro e Occhiuto (Urgente)

 

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ORDINI DEL GIORNO

Ordine del Giorno 9/01334-B/167

presentato da

CANNIZZARO Francesco

testo presentato Sabato 29 dicembre 2018

modificato

Domenica 30 dicembre 2018, seduta n. 106

La Camera,
premesso che:
l’aeroporto di Reggio Calabria, con una movimentazione di circa 500 mila passeggeri annui, rappresenta uno snodo fondamentale e strategico per lo sviluppo, turistico e commerciale, di tutta l’area metropolitana di Reggio e di Messina;
attualmente il comma 2 dell’articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica 17 settembre 2015, n. 201 che elenca gli aeroporti di carattere strategico del Sud Italia, contempla solo, per la regione Calabria quello di Lamezia Terme e non quello di Reggio Calabria;
sarebbe opportuno avviare un’intesa tra il Ministero dei trasporti ed infrastrutture e la Conferenza Stato Regioni per ricomprendere anche l’Aeroporto di Reggio Calabria tra quelli di carattere «strategico»,

impegna il Governo

ad avviare un percorso di confronto con la conferenza Stato Regioni per addivenire quanto prima ad un accordo che contempli anche l’Aeroporto di Reggio Calabria tra quelli ritenuti di carattere «strategico», anche al fine dello stanziamento di adeguate risorse finanziarie.
9/1334-B/167. Cannizzaro, Tripodi.

 

Ordine del Giorno 9/01334-AR/253

presentato da

CANNIZZARO Francesco

Sabato 8 dicembre 2018, seduta n. 97

La Camera,
in sede di esame del disegno di legge n. 1334, recante Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021;
premesso che:
il provvedimento è in primo luogo riconducibile alle materie «sistema tributario e contabile dello Stato e tutela della concorrenza», rimesse alla competenza legislativa esclusiva dello Stato, ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione;
il disegno di legge investe altresì, in via prevalente, le materie «armonizzazione dei bilanci pubblici», anch’essa spettante alla competenza legislativa esclusiva dello Stato (articolo 117, secondo comma, lettera e), Cost., come modificato dalla legge costituzionale n. 1/2012, che ha introdotto in Costituzione il principio del pareggio di bilancio) e «coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario», di competenza legislativa concorrente tra Stato e regioni;
la prima sezione (Misure quantitative per la realizzazione degli obiettivi programmatici) – disciplinata dai nuovi commi da 1-bis a 1-quinquies dell’articolo 21 della legge n. 196 del 2009 – contiene le disposizioni in materia di entrata e di spesa aventi ad oggetto misure quantitative destinate a realizzare gli obiettivi programmatici, con effetti finanziari aventi decorrenza nel triennio considerato dal bilancio;
il Ministero dell’Ambiente ha dato parere favorevole allo spostamento dell’approdo delle navi che trasportano i tir, e quindi tutto il trasporto gommato, da Villa San Giovanni a Reggio Calabria;
si tratta di un parere incomprensibile poiché oltre alla forte opposizione espressa dai cittadini vi è quella dell’amministrazione comunale di Reggio Calabria e del consiglio comunale di Villa San Giovanni che indica come sede, la più idonea possibile, la spiaggia di Bolano situata immediatamente a sud di Villa San Giovanni e libera da qualunque tipo di impedimento;
se i due comuni interessati sono totalmente contrari alla decisione citata ed indicano una soluzione, appunto quella di Bolano, che è assolutamente praticabile, non si comprende perché si debba insistere su Reggio sfidando apertamente la volontà dei cittadini;
a ciò si aggiunge la nota pericolosità del ponte che collega l’autostrada al porto di Reggio e che è stato già oggetto di forti polemiche,

impegna il Governo

nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, a valutare le opportune iniziative al fine di scongiurare lo spostamento dell’approdo delle navi che trasportano i tir, e quindi l’intero trasporto gommato, da Villa San Giovanni a Reggio Calabria considerando come sede più idonea, la spiaggia di Bolano, situata immediatamente a sud di Villa San Giovanni e libera da qualunque tipo di impedimento, salvaguardando in questo modo i cittadini e l’assetto urbanistico della città di Reggio Calabria in cui si riscontrano evidenti criticità soprattutto nell’area antistante al porto e in riferimento al ponte che collega l’autostrada al porto di Reggio.
9/1334-AR/253. (Testo modificato nel corso della seduta)  Cannizzaro, Sozzani, Mulè, Occhiuto, D’Ettore.

 

 

Ordine del Giorno 9/00764/148

presentato da

CANNIZZARO Francesco

Giovedì 12 luglio 2018, seduta n. 25

La Camera,
considerato che:
la relazione illustrativa del disegno di legge precisa che le disposizioni contenute nel decreto-legge coprono «un arco temporale limitato, necessario a consentire che l’amministrazione porti a termine le iniziative già in corso per la individuazione e la effettiva utilizzazione di uno o più immobili da adibire a sede degli uffici giudiziari che attualmente ne sono sprovvisti»;
il Tribunale di Bari da tempo soffre una situazione di degrado,

impegna il Governo

a relazionare al Parlamento i motivi per i quali l’attività di ricerca di nuovi spazi non sia stata posta in essere per tempo.
9/764/148. Cannizzaro.

Baldino Vittoria (M5S)

  1. Proposte di Legge presentate come primo firmatario
  2. Proposte di Legge presentate come cofirmatario
  3. Proposte di Inchiesta parlamentare
  4. Interventi in Assemblea
  5. Attività in Commissione
  6. Interrogazioni e interpellanze
  7. Ordini del giorno
  8. Altre attività


—————————————— § ——————————————

1. PROPOSTE DI LEGGE PRESENTATE COME PRIMO FIRMATARIO

24 luglio 2018 – BALDINO: “Modifiche al codice di procedura civile, in materia di liberazione dell’immobile pignorato, nonché istituzione del Fondo nazionale per la tutela della prima casa” (973)
(presentata il 23 luglio 2018, annunziata il 24 luglio 2018)

 

—————————————— § ——————————————

2. PROPOSTE DI LEGGE PRESENTATE COME COFIRMATARIO

24 gennaio 2019 – NESCI ed altri: “Introduzione degli articoli 1-bis e 1-ter del decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169, concernenti l’insegnamento della storia del contrasto del fenomeno mafioso nelle scuole primarie e secondarie e l’istituzione del ‘Premio per il coraggio della verità'” (1536)
(presentata il 23 gennaio 2019, annunziata il 24 gennaio 2019)

21 settembre 2018 – PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE D’UVA ed altri: “Modifica all’articolo 71 della Costituzione in materia di iniziativa legislativa popolare” (1173)
(presentata il 19 settembre 2018, annunziata il 21 settembre 2018)

21 settembre 2018 – IEZZI ed altri: “Distacco dei comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla regione Marche e loro aggregazione alla regione Emilia-Romagna, nell’ambito della provincia di Rimini, ai sensi dell’articolo 132, secondo comma, della Costituzione” (1171)
(presentata il 19 settembre 2018, annunziata il 21 settembre 2018)

13 giugno 2018 – SPADONI ed altri: “Modifica all’articolo 5 della legge 31 ottobre 1965, n. 1261, in materia di sequestrabilità e pignorabilità dell’indennità mensile e della diaria spettanti ai membri del Parlamento” (723)
(presentata il 12 giugno 2018, annunziata il 13 giugno 2018)

7 maggio 2018 – NESCI ed altri: “Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, concernente l’elezione della Camera dei deputati, e al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n. 570, concernente l’elezione degli organi delle amministrazioni comunali, nonché altre norme in materia elettorale e di referendum previsti dagli articoli 75 e 138 della Costituzione” (543)
(presentata il 19 aprile 2018, annunziata il 7 maggio 2018)

17 aprile 2018 – NESCI ed altri: “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere” (513)
(presentata il 16 aprile 2018, annunziata il 17 aprile 2018)
Legge 7 agosto 2018, n. 99
Gazzetta Ufficiale n. 192 del 20 agosto 2018

23 marzo 2018 – DAGA ed altri: “Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque” (52)
(presentata e annunziata il 23 marzo 2018)

—————————————— § ——————————————

3. PROPOSTE DI INCHIESTA PARLAMENTARE PRESENTATE COME COFIRMATARIO

25 luglio 2018 – TRIZZINO ed altri: “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni di corruzione e di cattiva gestione sanitaria e amministrativa nell’ambito del Servizio sanitario nazionale” (Doc XXII, n. 31)(Doc. XXII, n.31) [ PDF ] (presentata il 25 luglio 2018)

—————————————— § ——————————————

4. INTERVENTI IN ASSEMBLEA

30 gennaio 2019 – Proposta di legge costituzionale: D’Uva ed altri: Modifiche all’articolo 71 della Costituzione, in materia di iniziativa legislativa popolare, e alla legge costituzionale 11 marzo 1953, n. 1 (A.C.1173-A); e delle abbinate proposte di legge costituzionale: Ceccanti ed altri; Ceccanti ed altri; Magi (A.C.7267271447)

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Presidente. Io vorrei ricordare, prima di tutto a me stessa, che oggi, con questa proposta di legge costituzionale noi non stiamo attribuendo alcun nuovo potere al popolo italiano perché l’istituto del referendum propositivo si inserisce in una prerogativa che già il popolo italiano ha, che è l’iniziativa legislativa, ai sensi dell’articolo 71, che oggi andiamo a modificare. Quindi, se i costituenti non hanno previsto alcun limite all’iniziativa legislativa popolare non vedo perché noi oggi lo dobbiamo fare.

Gli unici limiti che i costituenti hanno previsto sono quelli della riserva del procedimento ordinario e in questi limiti non sono previste le leggi tributarie. Quindi, io francamente la preoccupazione non la riesco a comprendere. Quindi, noi oggi non stiamo facendo altro che rinforzare una facoltà che già il popolo italiano ha, attuando l’iniziativa legislativa popolare, che di fatto, in tutti questi anni, ha comportato l’approvazione in Parlamento soltanto per l’1 per cento delle proposte d’iniziativa popolare.

Quindi, ci sono tutte le garanzie del caso, ossia vaglio preventivo della Corte costituzionale, esame all’interno del Parlamento e poi, come extrema ratio, il referendum. Dunque, tutto il corpo elettorale sarà chiamato ad esprimersi su quella proposta. Quindi, se non abbiamo fiducia in tutto il corpo elettorale, allora forse la nostra stessa presenza in quest’Aula non avrebbe senso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

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18 dicembre 2018 – Disegno di legge: Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C.1189-B)

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Presidente. Il provvedimento che arriva oggi in Aula e di cui stiamo discutendo rappresenta una svolta epocale non soltanto nel sistema processuale penalistico italiano, non stiamo parlando soltanto di diritto.

Il provvedimento che oggi è all’esame di quest’Aula rappresenta una svolta epocale per il sistema economico e sociale del nostro Paese, rappresenta una svolta per il sistema politico, rappresenta una svolta per tutti i cittadini onesti che vogliono credere nelle istituzioni, nella giustizia, nella politica e nel principio della libera concorrenza. In altre parole, la legge che stiamo per approvare risponde ai valori più alti della nostra Carta fondamentale; penso, Presidente, soprattutto all’articolo 3, che, al secondo comma, enuncia il principio di uguaglianza sostanziale. Però, mi chiedo, come può un’amministrazione pubblica, ossia l’insieme degli enti pubblici che concorrono all’esercizio e alle funzioni dell’amministrazione di uno Stato, tutelare l’uguaglianza dei cittadini e rimuovere gli ostacoli che vi si frappongono, se è essa stessa foriera di sperequazioni, di deviazioni e di ingiustizie? Non può.

Per troppi anni il nostro Paese è stato ostaggio di un malcostume diffuso, che, accompagnato ad una sostanziale impunità dovuta all’inadeguatezza del sistema dell’ordinamento a rispondere alle esigenze che via via si presentavano, ha fatto scivolare l’Italia al cinquantaquattresimo posto, come è stato già detto, in termini di corruzione percepita dai cittadini. Ed è per colpa della corruzione se nel nostro Paese gli investimenti esteri diminuiscono, se il costo degli appalti cresce e, quindi, anche le tempistiche nella realizzazione delle opere pubbliche aumentano; penso, ad esempio, alla Salerno-Reggio Calabria, i cui lavori sono partiti nel 1962 e ancora nel 2020 non sono conclusi. Secondo lo studio di un’impresa, la corruzione in Italia negli ultimi dieci anni ci è costata almeno 100 miliardi di euro, però la corruzione non determina soltanto costi in termini economici.

Ora, io voglio soffermarmi su un punto importante di questo dibattito. La materia dei reati contro la pubblica amministrazione non si esaurisce nel perimetro delle norme che la disciplinano. Molto spesso, infatti, la corruzione rappresenta la spia della presenza di fenomeni ben più gravi che inquinano le istituzioni e il loro modus operandi. Infatti, le figure delittuose in esame, che noi miriamo a contrastare duramente, sono degli strumenti nelle mani delle organizzazioni criminali di stampo mafioso, come confermano diverse inchieste recenti, ultima soltanto in termini cronologici la recente sentenza d’appello di Mafia Capitale. Nelle motivazioni della sentenza della Corte d’appello si legge che l’associazione mafiosa Mafia Capitale si costituisce attraverso due progetti espansionistici che si fondano: da un lato, Salvatore Buzzi, la sua capacità corruttiva e la sua rete clientelare, e dall’altro Carminati, i suoi legami con la politica e la sua capacità criminale intimidatoria; il cosiddetto mondo di mezzo, dove tutti si possono incontrare, politici, imprenditori, criminali. Nella sentenza si legge testualmente che l’associazione ebbe una capacità di infiltrazione nell’amministrazione non solo attraverso la forza dell’intimidazione e del vincolo associativo, ma anche con la corruzione e con la collaborazione dei corrotti, che determinano l’assoggettamento dei funzionari e il timore degli imprenditori. Le mafie, quindi, si annidano nella corruzione e si avvalgono dei fenomeni corruttivi proprio per infiltrarsi nella pubblica amministrazione e nelle istituzioni. Ecco che mafia e corruzione non sono due cose distinte, come ho sentito dire poco fa, sono due facce della stessa medaglia, che devono essere combattute con la medesima determinazione, perché una si nutre dell’altra, irrimediabilmente, ed è una battaglia che la politica, le istituzioni e la società civile dovrebbero condurre senza esclusione di colpi, dovrebbe essere una lotta senza quartiere.

Roma, la capitale d’Italia, è l’emblema, è l’esempio di come la corruzione sia come un tarlo, apparentemente sommesso, ma incredibilmente dannoso, implacabile, un parassita che corrode e divora la parte sana della società, perché, dietro ad un amministratore corrotto e ad un privato corruttore, ci sono centinaia, migliaia di cittadini onesti, che non ottengono i servizi per cui pagano le tasse, c’è un imprenditore onesto che perde una commessa, l’ennesima, e che si vede costretto a licenziare i suoi dipendenti, ci sono famiglie in difficoltà, c’è un popolo che perde la fiducia nelle istituzioni e comincia ad adeguarsi al sistema, perché altrimenti rimane indietro e così il sistema corruttivo si autoalimenta. Così si è alimentato negli anni e i danni che questo ha compiuto sono inqualificabili in termini, come dicevo prima, non soltanto di costi economici per la società, ma in termini di prestigio per la pubblica amministrazione e di credibilità dello Stato. In tutti questi anni lo Stato ha perso credibilità ed è per questo che accanto ad esso si sono formati tanti sistemi paralleli, una specie di parastato, che si è affiancato, fino a sostituirli, a colmare quel vuoto avvertito dai cittadini, specie nelle zone più dimenticate nel nostro Paese.

Dobbiamo restituire dignità dalle istituzioni e ai cittadini che se ne servono, dobbiamo ridare loro fiducia nello Stato e questo disegno di legge, che il Paese si aspettava da quasi trent’anni, va esattamente in questa direzione (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

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8 ottobre 2018 – Proposta di legge: Nesci ed altri: Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, concernente l’elezione della Camera dei deputati, e al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n. 570, concernente l’elezione degli organi delle amministrazioni comunali, nonché altre norme in materia elettorale e di referendum previsti dagli articoli 75 e 138 della Costituzione (ai sensi dell’articolo 107, comma 1, del Regolamento) (A.C.543-A)

VITTORIA BALDINO (M5S). Presidente, innanzitutto è un’ottima notizia che il provvedimento oggi in discussione, dopo che nella passata legislatura era stato approvato alla Camera per poi fermarsi al Senato, sia stato immediatamente calendarizzato e sia oggi in discussione in quest’Aula.

È una buona notizia perché questa proposta, intervenendo in materia di elezioni, garantirà il corretto e regolare svolgimento delle operazioni preelettorali ed elettorali. Difatti, prima di richiamare brevemente le principali e più importanti modifiche che si propongono, va sottolineato che, grazie alle nuove norme in corso di esame, si alzano e di molto le difese immunitarie a fronte dei rischi di qualsiasi intromissione e condizionamento del procedimento elettorale.

Troppe volte, infatti, in pratica ad ogni consultazione elettorale, abbiamo sentito parlare, nella migliore delle ipotesi, di schede già votate nell’urna prima dell’apertura dei seggi, di brogli e di fenomeni di clientelismo, ma nei casi più gravi si arriva alla consumazione di ipotesi di reato come il voto di scambio politico-mafioso, corruzione elettorale e condizionamenti da parte delle cosche, con tutte le conseguenze in ordine alle gravi alterazioni del procedimento e della competizione elettorale. A tal proposito, è sufficiente infatti richiamare alcune inchieste giudiziarie, come ad esempio Mafia Capitale, dove emerge una vera e propria rete di scrutatori impegnata nelle operazioni di scrutinio per alterarne gli esiti.

Quindi, si tratta di fenomeni che evidentemente inquinano il risultato delle elezioni e possono condurre anche a ribaltare o modificare l’esito elettorale.

La proposta di legge in discussione, allora, può costituire un primo argine a queste criticità. Gli obiettivi che principalmente vengono raggiunti sono due: il primo è quello di rafforzare, attraverso una serie di norme, gli strumenti di trasparenza nell’esercizio del voto, con lo scopo di rendere il processo elettorale il più trasparente possibile e meno esposto al rischio di subire delle distorsioni. Nello specifico, si interviene sui componenti dell’ufficio elettorale, che sono i primi soggetti che vagliano il buon andamento delle elezioni, ad esempio per la scelta degli scrutatori; come si dirà, viene reintrodotto il sorteggio in adunanza pubblica, ma vengono inserite anche nuove norme per disciplinare le cabine elettorali, le urne e le dimensioni delle sezioni elettorali; questo è il primo obiettivo.

Il secondo obiettivo è invece quello di garantire, almeno limitatamente alle consultazioni di tipo referendario, sia abrogativo sia confermativo, ed alle elezioni europee, la possibilità di esercizio del voto nel comune di domicilio da parte dei cittadini elettori fuori sede, a fronte di documentate esigenze di tipo lavorativo, di istruzione e di salute.

Ma veniamo al testo della proposta e al dettaglio delle più rilevanti aree di intervento, come anticipato già dalla relatrice. Un primo gruppo di norme si occupa dei cosiddetti arredi elettorali. Per quanto riguarda le urne elettorali, si prevede che siano fatte di materiale semitrasparente, come ad esempio il plexiglass: in questo modo sarà possibile verificare la presenza di schede già votate introdotte al momento dell’apertura delle urne e anche successivamente, durante la votazione. Anche la conformazione delle cabine viene modificata, prevedendo che siano chiuse su tre lati, con il lato aperto privo di protezione e rivolto verso il muro e con un’altezza che garantisca la segretezza del voto ma che copra soltanto il busto dell’elettore. Diverrà, allora, più difficile compiere movimenti sospetti durante l’espressione di voto, aumentando così la possibilità di verifica da parte dei componenti del seggio. Le nuove cabine dovrebbero riuscire quindi ad inibire, ad esempio, l’utilizzo del cellulare per fotografare il voto e poi esibirlo eventualmente a chi lo si è promesso.

In ogni caso, per evitare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica la sostituzione delle cabine avverrà gradualmente, in caso di usura delle attuali e comunque attraverso un loro riadattamento.

Un altro gruppo di norme si occupa, come anticipato, dei componenti dell’ufficio elettorale, sia per assicurare la rotazione ed il ricambio generazionale sia per garantire una sempre maggiore trasparenza nelle operazioni di scrutinio. In quest’ottica, va valutata favorevolmente la modifica legislativa con la quale si mette a disposizione dei componenti del seggio una serie di strumenti quali la formazione online ed un aggiornamento costante sulle corrette procedure di spoglio e sulla legislazione.

Quanto al presidente, si prevede che sia sempre scelto dal presidente della corte d’appello competente per territorio tra i cittadini iscritti nell’apposito elenco, ferma restando la possibilità di nominarlo anche tra le categorie indicate dalla legge, come magistrati, avvocati e notai. Viene, però, eliminata la possibilità di surroga del presidente con il sindaco o suo delegato, stabilendone la sostituzione attraverso un sistema di estrazione a sorte dall’elenco dei presidenti; e viene anche imposto il divieto di ricoprire l’incarico di presidente per due volte consecutive presso la stessa sezione elettorale.

Vengono, poi, dettati dei limiti d’età per il presidente di seggio, fino a 70 anni, ma anche per il segretario, con un limite massimo di età di 65 anni. Infine, importanti innovazioni sono poste per l’incarico di scrutatore, che elencherò velocemente.

Anche in questo caso, si riduce il limite massimo di età fino a 65 anni; finalmente non sarà più la commissione elettorale comunale a procedere alle nomine ma si procederà ad un sorteggio tra i nominativi presenti nel relativo albo, ripristinando quindi il sistema di scelta degli scrutatori in vigore fino al 2005, anno in cui la legge di riforma del sistema elettorale, il Porcellum, lo ha abolito.

Ritengo questo sia un passaggio fondamentale e sia insomma fondamentale ripristinare l’estrazione a sorte degli scrutatori, in quanto, se è vero che deve essere garantita la copertura di tutti i seggi, è altrettanto vero che va assicurato un ricambio generazionale, evitando un’eccessiva politicizzazione delle operazioni di voto.

Si prevede, infine, che gli scrutatori siano per il 50 per cento scelti tra i disoccupati. Questo è un altro piccolo segnale, che si aggiunge alle altre azioni di questa maggioranza, che sta intervenendo con misure di sostegno delle fragilità sociali e con misure, come il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza, che assicureranno, a tutti i cittadini in difficoltà, un’esistenza libera e dignitosa, il tutto dopo decenni di interventi a favore del sistema bancario-finanziario e dopo innumerevoli provvedimenti, che hanno cancellato i diritti per soddisfare i diktat dell’Europa e dei mercati.

Sempre con riferimento ai componenti dei seggi elettorali, questa proposta introduce nuovi fondamentali limiti e nuove cause ostative alla funzione di componente dell’ufficio elettorale, ciò allo scopo di ridurre il rischio di conflitti di interesse anche potenziali. Innanzitutto, la prima causa ostativa è rivolta anche ai dipendenti del Ministero dello sviluppo economico, che si aggiunge alle ipotesi di esclusione per i dipendenti del Ministero dell’interno e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. La seconda riguarda, invece, i parenti e affini fino al secondo grado dei candidati alle elezioni interessate, quando attualmente è prevista soltanto per i candidati.

La terza causa di esclusione – che a mio parere è la più importante – riguarda coloro che siano stati condannati in via definitiva per reato non colposo o per un delitto colposo, con pena detentiva uguale o superiore a due anni di reclusione, ma anche chi ha subito una condanna, anche non in via definitiva ed anche in caso di patteggiamento e di decreto penale di condanna, per le seguenti ipotesi delittuose: reati contro la pubblica amministrazione; delitti di cui all’articolo 416-bis, ovvero associazione mafiosa; delitti di cui all’articolo 416-ter, ovvero scambio elettorale politico-mafioso. Personalmente ritengo del tutto condivisibile la scelta di non consentire la partecipazione alle operazioni elettorali a chi si sia macchiato, anche se con accertamento giudiziario non passato in giudicato, di gravi reati contro la pubblica amministrazione oppure per reati di mafia. In tali ipotesi, infatti, deve necessariamente prevalere l’interesse dello Stato alla trasparenza e alla correttezza dell’esercizio del voto ed evitare che l’esercizio del voto possa essere esercitato in condizioni di irregolarità.

Vi è poi una norma che non afferisce al procedimento elettorale preparatorio, come quelle appena menzionate, ma ne condivide le finalità di prevenzione di forme di inquinamento del voto. Mi riferisco al divieto di assunzione, nei sessanta giorni antecedenti e nei sessanta giorni successivi alle elezioni comunali o regionali, di personale dipendente a qualsiasi titolo, da parte delle aziende speciali, delle istituzioni e delle società a partecipazione pubblica, locale o regionale, totale o di controllo. Vogliamo, quindi, mettere un ostacolo al noto meccanismo, attraverso il quale le assunzioni nelle partecipate degli enti locali sono spesso utilizzate come merce di scambio per ottenere voti.

L’articolo 5 della proposta di legge, invece, incide sull’ampiezza demografica delle sezioni elettorali. Secondo la normativa vigente, ciascuna sezione elettorale è costituita da un numero di elettori iscritti non superiore a 1.200 e non inferiore a 500. Con la proposta in esame, si propone di aumentare il limite minimo di aventi diritto di ciascuna sezione, elevandolo da 500 a 700 elettori iscritti. È una modifica importante, perché si rende molto più difficoltosa un’eventuale identificazione del voto da parte della malavita e del malaffare.

Infine, un breve cenno al voto fuori sede. Questa è una parte che personalmente mi sta molto a cuore, essendo stata per molti anni fuori sede in questa città. Per ragioni tecniche e per scongiurare il rischio di alterazione del risultato elettorale, come già anticipato dalla relatrice Nesci, non è stato possibile consentire il voto ai fuori sede nel comune di domicilio anche per le elezioni politiche e per le elezioni amministrative. Viceversa – ed è un piccolo, ma importante risultato – la proposta permetterà di esprimere il voto in un comune diverso da quello di residenza, per le ipotesi di referendum sia abrogativi, di cui all’articolo 75 della Costituzione, che costituzionali, previsti, quindi, dell’articolo 138 della Costituzione. Ovviamente ciò è consentito soltanto agli elettori in casi tassativi e per ragioni debitamente documentate di studio, di lavoro o di cure mediche, che si trovino, appunto per questi motivi, in un altro comune. Le medesime disposizioni e procedure si applicano anche alle elezioni europee, a condizione che l’elettore dichiari di esercitare il suo diritto di voto in una regione comunque situata nella circoscrizione di appartenenza, ciò per evitare ipotesi di spostamento degli aventi diritto al voto esclusivamente a fini elettorali, per spostare i risultati del voto in determinati collegi.

Questo è, come dicevo, un piccolo ma importante risultato. Mi permetto di anticipare che il MoVimento 5 Stelle sta lavorando per estendere il diritto di voto dei fuori sede anche alle elezioni politiche e alle elezioni amministrative, attraverso l’introduzione di nuove tecnologie, come ad esempio la tecnologia blockchain, che consente di tutelare la segretezza del voto.

Altro importante obiettivo è quello di estendere ai soccorritori, in caso di calamità naturale, quanto già in vigore per gli appartenenti alle Forze armate del comparto sicurezza e del soccorso, quindi militari, forze di polizia e corpo nazionale dei vigili del fuoco, che possono esercitare il diritto di voto, previa esibizione della tessera elettorale, in qualsiasi sezione del comune in cui si trovino per causa di servizio. La novella in esame autorizza l’espressione del voto in un comune diverso da quello di residenza in tutte le consultazioni elettorali e referendarie a chi è impegnato in operazioni di soccorso e di sostegno a vittime di terremoto o di altre calamità naturali.

Mi avvio, quindi, a conclusione. Tenendo a mente le numerose importanti novità legislative richiamate, seppur per sommi capi, l’approvazione della proposta di legge che approda oggi in Aula costituisce un ottimo inizio, un primo passo di un percorso, alla fine del quale i cittadini si riapproprieranno inevitabilmente dello Stato e delle istituzioni. Ovviamente è solo l’inizio, perché il fenomeno del voto di scambio, così come i condizionamenti elettorali, non potranno essere definitivamente sconfitti senza rafforzare l’etica democratica e senza una sempre più alta attenzione da parte dei cittadini sulla cosa pubblica e sulle istituzioni. Il voto di scambio è una delle tante armi in mano alle cosche e dei fenomeni criminali, che possiedono fiumi di denaro per dopare le campagne elettorali e per alterare il voto. Ogni riforma, anche la più giusta, senza il sostegno dei cittadini, soprattutto dei più giovani, non sarà mai in grado da sola di vincere questa battaglia durissima, anche perché il voto di scambio si nutre della povertà e delle condizioni economiche e sociali più disagiate. In quest’ottica, la proposta di legge, insieme al reddito di cittadinanza, renderà più forti e liberi i cittadini di alzare la testa e di liberarsi dal voto di scambio e, così, di esercitare il diritto politico per eccellenza, il diritto di voto, che non può essere oggetto di compravendita o di scambio, per nessun motivo e per nessun prezzo.

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11 settembre 2018 – Disegno di legge: S. 717 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato) (A.C.1117-A)

VITTORIA BALDINORelatrice per la maggioranza per la I Commissione. Presidente, l’Assemblea avvia oggi la discussione del disegno di legge n. 1117-A approvato dal Senato, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative. Ricordo preliminarmente che il disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame è stato approvato, con modificazioni, dal Senato nella seduta del 6 agosto 2018; le Commissioni riunite I e V della Camera ne hanno iniziato l’esame il 4 settembre 2018, apportando alcune modificazioni rispetto al testo definito dal Senato, nel corso di un ampio ed articolato dibattito in sede referente; nella seduta del 10 settembre 2018 è stato conferito il mandato ai relatori a riferire in senso favorevole sul testo risultante dalle modifiche approvate dalle Commissioni riunite I e V.

Come relatrice della I Commissione illustrerò le disposizioni che afferiscono principalmente agli ambiti di competenza della I Commissione: i commi 2, 2-bis e 2-ter dell’articolo 1 e gli articoli da 2 a 8-bis. Afferiscono, invece, principalmente agli ambiti di competenza della V Commissione i commi da 2-quater a 2-sexies dell’articolo 1, l’articolo 1-bis e gli articoli da 9 a 13-ter, sui quali riferirà il relatore per la V Commissione.

Vorrei dapprima dare atto brevemente delle principali modifiche apportate in sede referente su tali materie e quindi illustrare il contenuto del provvedimento nel suo complesso per le parti di competenza.

In primo luogo, all’articolo 1 le Commissioni hanno introdotto norme (nuovi commi 2-bis e 2-ter) per la proroga, dal 31 dicembre 2018 al 30 giugno 2019, dei termini entro i quali diventa obbligatoria la gestione in forma associata delle funzioni fondamentali dei piccoli comuni fino a 5 mila abitanti, ovvero fino a 3 mila abitanti se appartengono o sono appartenuti a comunità montane; è istituito, presso la Conferenza unificata, un tavolo tecnico-politico con il compito di definire le linee guida di revisione della disciplina di province e città metropolitane.

All’articolo 5 è stato introdotto il nuovo comma 1-bis, che proroga al 15 novembre 2018, in luogo del 30 settembre 2018, come previsto dall’articolo 1, comma 155, delle legge n. 205 del 2017, il termine entro il quale la Commissione tecnica di studio sulla gravosità delle occupazioni, prevista dalla legge di bilancio per il 2018, conclude i propri lavori.

Per quanto concerne l’articolo 6, recante proroga di termini in materia di istruzione e università, le Commissioni hanno disposto la soppressione dei commi 3-bis, 3-ter, 3-quater e 3-quinquies, in materia di proroga del mandato del personale scolastico in servizio all’estero e di facoltà di inserimento di ulteriori categorie di docenti nella fascia aggiuntiva delle graduatorie ad esaurimento.

Inoltre, è stata approvata una nuova formulazione (nuovo comma 3-quater) relativa ai termini per la presentazione della documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni e alla possibilità di presentare una dichiarazione sostitutiva.

Infine, sono stati introdotti nuovi commi, 3-sexies, 3-septies e 3-octies, recanti differimento di termini in materia di requisiti di ammissione all’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo (prova a carattere nazionale predisposta dall’Invalsi e attività nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro) e di utilizzo delle risorse stanziate per la carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente di ruolo delle istituzioni scolastiche.

Passando alle singole disposizioni, l’articolo 1 reca “Disposizioni di proroga di termini in materia di enti territoriali”. In particolare, il comma 2, modificato dal Senato, dispone che le elezioni dei presidenti di provincia e dei consigli provinciali, il cui mandato sia in scadenza, si svolgano in un’unica tornata il 31 ottobre 2018.

Si prevede inoltre che, in tale quadro, abbiano luogo contestualmente le elezioni del rispettivo consiglio provinciale o presidente di provincia, qualora sia in scadenza per fine mandato entro il 31 dicembre 2018. Solo per tale tornata elettorale sono eleggibili alla carica di presidente della provincia i sindaci della provincia il cui mandato scada non prima di dodici mesi dalle elezioni in luogo della disciplina ordinaria che richiede che il mandato da sindaco scada non prima di diciotto mesi dalla data delle elezioni.

I commi 2-bis e 2-ter, introdotti nel corso dell’esame in sede referente alla Camera, hanno prorogato dal 31 dicembre 2018 al 30 giugno 2019 i termini entro i quali diventa obbligatoria la gestione in forma…

PRESIDENTE. Scusi, collega, un attimo. Prego, relatrice Baldino.

VITTORIA BALDINORelatrice per la maggioranza per la I Commissione. Grazie. I termini entro i quali diventa obbligatoria la gestione in forma associata delle funzioni fondamentali dei piccoli comuni fino a 5.000 abitanti ovvero fino a 3.000 abitanti, se appartengono o sono appartenuti a comunità montane. È istituito presso la Conferenza Unificata un tavolo tecnico-politico con il compito di definire le linee guida di revisione della disciplina di province e città metropolitane anche al fine del superamento dell’esercizio obbligatorio.

L’articolo 2 reca disposizioni di proroga di termini in materia di giustizia. Il comma 1 proroga al 1° aprile 2019 l’efficacia della riforma della disciplina delle intercettazioni di comunicazioni e conversazioni introdotta dal decreto legislativo n. 216 del 2017.

Il comma 2 sospende fino al 15 febbraio 2019 l’efficacia delle disposizioni della legge n. 103 del 2017, la cosiddetta legge Orlando, con la quale sono state apportate modifiche alla disciplina della partecipazione al procedimento penale mediante videoconferenza.

Il comma 3, modificato nel corso dell’esame al Senato, proroga al 1° gennaio 2022 il termine per il temporaneo ripristino delle sezioni distaccate di tribunale operanti a Ischia, Lipari e Portoferraio.

Il comma 3-bis introdotto al Senato contiene la clausola di invarianza finanziaria relativa alle proroghe recate dal comma 3.

Il comma 3-ter, introdotto dal Senato, inserisce un ulteriore comma all’articolo 2 del decreto-legge che anticipa al 26 febbraio di ciascun anno il termine, attualmente fissato al 28 febbraio, entro il quale deve essere riscosso dal Consiglio nazionale del notariato il contributo relativo alle forme collettive di assicurazione per la responsabilità civile derivante dall’esercizio dell’attività notarile.

Il comma 3-quater, introdotto nel corso dell’esame al Senato, novellando l’articolo 49 della legge 31 dicembre 2012, n. 247 di riforma della professione forense, differisce di ulteriori due anni l’entrata in vigore della nuova disciplina dell’esame di Stato. Le nuove modalità di svolgimento delle prove entreranno quindi in vigore a partire dalla sessione d’esame 2020, anziché dalla sessione 2018.

L’articolo 3 reca disposizioni di proroga di termini in materia di ambiente, di vendita di energia elettrica e gas naturale e di energia. In particolare il comma 1 proroga al 31 agosto 2019 il termine per la denuncia del possesso di animali da compagnia tenuti a scopo non commerciale appartenenti a specie esotiche invasive iscritte nell’apposito elenco.

Il comma 1-bis, introdotto nel corso dell’esame al Senato, proroga dal 1° luglio 2019 al 1° luglio 2020 la cessazione del regime di maggior tutela nel settore del gas naturale e la cessazione del regime di maggior tutela nel settore dell’energia elettrica.

Il comma 1-ter, introdotto al Senato, proroga di 24 mesi il termine entro il quale gli impianti – inseriti nelle graduatorie pubblicate dal GSE – devono entrare in esercizio ai fini dell’accesso agli incentivi previsti dal decreto interministeriale 23 giugno 2016.

L’articolo 4 reca disposizioni di proroga di termini in materia di infrastrutture. In particolare il comma 1 proroga dal 30 settembre 2018 al 31 dicembre 2019 il termine entro il quale il CIPE deve individuare le modalità di impiego delle risorse già destinate all’edilizia scolastica, che si siano rese disponibili a seguito di definanziamenti, da destinare alle medesime finalità di edilizia scolastica.

Il comma 1-bis introdotto nel corso dell’esame al Senato modifica il termine per la certificazione dell’avvenuta realizzazione degli interventi relativi a programmi straordinari di manutenzione della rete viaria di province e città metropolitane, fissandolo al 30 giugno (anziché al 31 marzo come prevede attualmente il comma 1078 della legge di bilancio 2018), successivo all’anno di riferimento.

Il comma 2 differisce al 31 ottobre 2019 l’entrata in vigore del decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 29 luglio 2016 n. 206, per l’individuazione dei soggetti autorizzati alla tenuta dei corsi di formazione al salvamento in acque marittime, acque interne e piscine e al rilascio delle abilitazioni all’esercizio dell’attività di assistente bagnante, prorogando contestualmente alla medesima data le autorizzazioni all’esercizio di attività di formazione e concessione per lo svolgimento dell’attività di salvamento acquatico, rilasciate entro il 31 dicembre 2011.

Il comma 3 differisce al 1° gennaio 2019 l’applicazione dell’obbligo di titolarità della patente nautica per la conduzione di unità aventi motori di cilindrata superiore a 750 centimetri cubi a iniezione a due tempi. Il comma 3-bis, introdotto nel corso dell’esame al Senato, proroga dal 30 settembre 2017 al 2 dicembre 2018 il termine entro il quale le regioni che intendono affidare i servizi di trasporto ferroviario regionale possono pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europeal’avviso previsto dall’articolo 7, comma 2, del regolamento n. 1370 del 2007 al fine di evitare la riduzione dei trasferimenti del Fondo per il finanziamento del trasporto pubblico locale prevista dall’articolo 27, comma 2, del decreto-legge n. 50 del 2017.

Il comma 3-ter, introdotto al Senato, rende meno stringenti le condizioni per il riconoscimento alle regioni della quota del 20 per cento del Fondo per il finanziamento del trasporto pubblico locale limitando al solo anno 2017, anziché come previsto dalla normativa vigente al quadriennio 2017-2020, l’obbligo di certificare l’avvenuta erogazione a ciascuna provincia e città metropolitana del rispettivo territorio delle risorse per l’esercizio delle funzioni ad esse conferite.

Il comma 3-quater, introdotto nel corso dell’esame al Senato, modifica le scadenze previste dalla disciplina recata dall’articolo 13-bis del decreto-legge n. 148 del 2017 relativa all’affidamento della concessione autostrade concernente l’autostrada A22 Brennero-Modena.

L’articolo 4-bis, introdotto dal Senato, proroga fino al 2019 il regime transitorio riguardante le modalità di attribuzione dei contributi stanziati per le emittenti radiofoniche locali previsto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 146 del 2017 che ha dato attuazione a quanto previsto dall’articolo 1, comma 163, della legge n. 208 del 2015.

L’articolo 5 modifica i termini temporali di decorrenza della disciplina sulla precompilazione, da parte dell’INPS, della dichiarazione sostitutiva unica (DSU) relativa all’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) e sopprime la previsione che la medesima modalità precompilata sia, a regime, l’unica possibile.

Il nuovo comma 1-bis, introdotto alla Camera in sede referente, proroga al 15 novembre 2018 (in luogo del 30 settembre 2018 come previsto dall’articolo 1, comma 155, della legge n. 205 del 2017) il termine entro il quale la Commissione tecnica di studio sulla gravosità delle occupazioni, prevista dalla legge di bilancio per il 2018, conclude i propri lavori.

L’articolo 6 reca disposizioni di proroga di termini in materia di istruzione e università. In particolare il comma 1, modificato nel corso dell’esame al Senato, proroga dal 6 agosto 2018 al 31 ottobre 2018 il termine entro il quale la Commissione esaminatrice per il conferimento dell’abilitazione scientifica nazionale deve concludere la valutazione delle domande relative alle procedure pendenti alla data di entrata in vigore del decreto. Si tratta delle domande relative alla quinta tornata della procedura di abilitazione scientifica nazionale avviata con decreto direttoriale 29 luglio 2016 n. 1532.

Il comma 2 dell’articolo 6 estende all’anno accademico 2018-2019 la possibilità di attingere alle graduatorie nazionali ad esaurimento, di cui all’articolo 2-bis del decreto-legge n. 97 del 2004, per l’attribuzione degli incarichi di insegnamento a tempo indeterminato e a tempo determinato nelle Istituzioni di alta formazione e specializzazione artistica e musicale (AFAM). A tal fine si novella l’articolo 19, comma 1, del decreto-legge n. 104 del 2013.

Il comma 3 consente, nelle more della piena applicazione delle procedure innovative introdotte dal decreto legislativo n. 64 del 2017, di utilizzare anche per il prossimo anno scolastico graduatorie in vigore nell’anno scolastico corrente, sia per ricoprire eventuali vuoti nel contingente del personale operante presso le scuole italiane all’estero, sia per far fronte a esigenze di servizio non programmate mediante assegnazione temporanea all’estero.

I commi 3-bis e 3-ter, introdotti nel corso dell’esame al Senato, differiscono rispettivamente dal 31 dicembre 2017 al 31 dicembre 2018 il termine di adeguamento delle strutture adibite a servizi scolastici e ad asili nido alla normativa antincendio, nel caso in cui a ciò non si sia già proceduto. A tal fine novellano rispettivamente i commi 2 e 2-bis dell’articolo 4 del decreto-legge n. 244 del 2016.

Il comma 3-quater, introdotto al Senato e modificato nel corso dell’esame in sede referente alla Camera, interviene su una disposizione transitoria prevista dall’articolo 5 del decreto-legge n. 73 del 2017 convertito in legge n. 119 del 2017 che aveva stabilito la possibilità, per dimostrare l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie, di presentare presso i servizi educativi e le scuole dell’infanzia, incluse le private non paritarie, una dichiarazione sostitutiva della documentazione originale. La nuova disposizione ha prorogato la possibilità di presentare la dichiarazione sostitutiva al presente anno scolastico 2018-2019 oltre che al calendario dei servizi educativi per l’infanzia e dei corsi per i centri di formazione professionale 2018/2019; ha inoltre fissato il 10 marzo 2019 come nuovo termine di presentazione della documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni.

Il comma 3-quinques, introdotto nel corso dell’esame al Senato, proroga dal 31 agosto 2018 al 31 dicembre 2018 il termine entro il quale deve essere sottoposto a verifica di vulnerabilità sismica ogni immobile adibito ad uso scolastico situato nelle zone a rischio sismico classificate 1 e 2, con priorità per quelli situati nei comuni compresi negli allegati del decreto-legge n. 189 del 2016, relativo alle regioni del centro Italia colpite dagli eventi sismici del 2016 e 2017 (cioè Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria). A tal fine, si novella l’articolo 20-bis, comma 4, del decreto-legge n. 8 del 2017.

Il comma 3-sexies, introdotto nel corso dell’esame in sede referente alla Camera, differisce termini in materia di utilizzo delle risorse stanziate per la carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente di ruolo delle istituzioni scolastiche.

I nuovi commi 3-septies e 3-octies, introdotti alla Camera nel corso dell’esame in sede referente, differiscono (dal 1° settembre 2018) al 1° settembre 2019 il termine (previsto dall’articolo 26, comma 1, secondo periodo, del decreto legislativo n. 62 del 2017) di entrata in vigore delle disposizioni del medesimo decreto legislativo, in base alle quali, per l’ammissione all’esame di Stato nel secondo ciclo di istruzione, a partire dall’anno scolastico 2018/2019, sarebbero stati necessari, rispettivamente: la partecipazione, durante l’ultimo anno di corso, alle prove a carattere nazionale predisposte dall’INVALSI, volte a verificare i livelli di apprendimento in italiano, matematica e inglese; lo svolgimento di attività di alternanza scuola-lavoro nel secondo biennio e nell’ultimo anno di corso per 400 ore negli istituti tecnici professionali e professionali e per 200 ore nei licei (o, per i candidati esterni, di attività ad esse assimilabili).

Le disposizioni recate dal comma 3-octies intervengono nelle more della revisione della disciplina dei percorsi di alternanza scuola-lavoro.

L’articolo 7 reca disposizioni di proroga di termini in materia di cultura. In particolare, il comma 1, venendo incontro ai rilievi espressi dal Consiglio di Stato, estende anche ai soggetti che compiono diciotto anni nel 2018 l’assegnazione della carta elettronica per i giovani, la cosiddetta “cardcultura” introdotta dalla legge di stabilità 2016. A tal fine, si interviene sul primo periodo del comma 626 dell’articolo 1 della legge di bilancio 2017.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 16,55)

VITTORIA BALDINORelatrice per la maggioranza per la I Commissione. L’articolo 8 reca disposizioni di proroga di termini in materia di salute. In particolare, i commi da 1 a 4 recano un complesso di proroghe e di modifiche di norme transitorie in materia di salute umana e di sanità veterinaria.

I commi 1 e 2 concernono le ricette dei medicinali veterinari e dei mangimi medicati, il cui obbligo di redazione in formato elettronico è posticipato dal 1° settembre 2018 al 1° gennaio 2019.

Il comma 3 modifica la disciplina di una quota premiale nell’ambito del finanziamento del Servizio sanitario nazionale.

Il comma 4 riguarda alcune deroghe transitorie per la regione Sardegna in materia di spesa sanitaria.

Il comma 4-bis, introdotto al Senato, sospende fino al 18 dicembre 2018 i termini per il pagamento delle imposte di consumo dovute su alcuni prodotti succedanei dei prodotti da fumo.

Il comma 4-ter, introdotto al Senato, posticipa dal 31 dicembre 2018 al 31 dicembre 2019 la scadenza della possibilità, per i medicinali omeopatici prodotti in un Paese dell’Unione europea e presenti sul mercato italiano alla data del 31 dicembre 1992, di essere mantenuti in commercio in base alla precedente autorizzazione, senza previo rinnovo della medesima.

L’articolo 8-bis, introdotto al Senato, riapre, limitatamente ai produttori artigianali, il termine per la comunicazione all’autorità sanitaria territorialmente competente degli stabilimenti che seguono le attività di cui al regolamento 2023/2006/CE, che disciplina le buone pratiche di fabbricazione dei materiali e degli oggetti destinati a venire a contatto con prodotti alimentari. Lascio ora la parola al collega relatore per la V Commissione per il seguito dell’illustrazione.

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7 agosto 2018 – Disegno di legge: S. 648 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 86, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri dei beni e delle attività culturali e del turismo, delle politiche agricole alimentari e forestali e dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché in materia di famiglia e disabilità (Approvato dal Senato) (A.C.1041)

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Presidente. Il decreto che si presenta oggi per la conversione, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei ministeri, risponde all’esigenza di questa maggioranza e di questo Governo di perseguire nuovi importanti obiettivi, segnando un significativo cambiamento rispetto alla politica degli anni precedenti. Le questioni pregiudiziali che mirano a bloccarne l’esame sono, a nostro avviso, infondate, ma anche strumentali, sia in punto di rilievo di costituzionalità sia in punto di merito, di cui si è ampiamente detto in sede di discussione sulle linee generali. È stato rilevato, infatti, il presunto vizio di incostituzionalità per violazione degli articoli 77 e 95 della Costituzione; rilievo, come detto, infondato e dettato, forse, da una cattiva interpretazione degli articoli.

La riserva di legge in materia di ordinamento della Presidenza del Consiglio e di organizzazione dei ministeri, infatti, non si atteggia a riserva di Assemblea. Le materie coperte da riserva di Assemblea, ossia quelle per le quali è inibito di intervenire se non attraverso il procedimento legislativo ordinario, sono quelle elencate nell’articolo 72, quarto comma, della Costituzione, tra le quali non si annovera la materia oggetto di intervento, come pure non si annovera l’articolo 15 della legge n. 400 del 1988, pure citata dalle opposizioni.

E questa evidenza è suffragata anche da una prassi parlamentare consolidata, cioè quella di intervenire in materia di riordino dei ministeri proprio attraverso la decretazione di urgenza. E qui i colleghi firmatari della pregiudiziale di Forza Italia, Sisto, Santelli, Calabria, Milanato e Occhiuto, insegnano, visto che votarono a favore della conversione in legge del decreto n. 85 del 2008, con cui il Governo Berlusconi mise mano alla riorganizzazione dei ministeri. Ma non siamo in presenza di una mera prassi parlamentare in questo caso, perché, riguardo ai requisiti di necessità ed urgenza, vorrei rassicurare i colleghi delle opposizioni che, anche richiamando la consolidata giurisprudenza costituzionale in materia, ritengono si stia compiendo un abuso per l’assenza dei presupposti, e che, quindi, si sarebbe mortificato e sacrificato il dibattito parlamentare.

Il MoVimento 5 Stelle ha molto a cuore il rispetto e la tutela della Carta costituzionale, e cercherà sempre di anteporla alle dinamiche politiche, consentendo alle opposizioni di svolgere il proprio ruolo, come abbiamo dimostrato in quest’Aula e anche nelle Commissioni. Comunque accogliamo con favore questa rinnovata sensibilità per le disposizioni costituzionali, soprattutto in materia di decretazione di urgenza, visto che è stata nelle scorse legislature la protagonista indiscussa della produzione legislativa, insieme anche a quegli altri strumenti, come canguri e ghigliottine varie, che hanno veramente mortificato il dibattito parlamentare. Ecco, vorrei rassicurare i colleghi delle opposizioni: tutto questo non accadrà più.

Noi voteremo contro le pregiudiziali di costituzionalità e, per motivare questa decisione, potrei dire che voteremo contro, in punto di costituzionalità, perché il provvedimento in esame è un provvedimento indispensabile per consentire al Governo di attuare il programma nel più breve tempo possibile. Potrei dire che voteremo contro, in punto di merito, perché rientra nelle prerogative del Governo organizzare la propria struttura con una scelta che attiene essenzialmente a delle valutazioni che spettano e competono al Governo, ma, proprio nel rispetto di quella giurisprudenza consolidata richiamata dalle opposizioni e che parla di riscontri oggettivi su cui fondare la valutazione dei presupposti di estrema necessità e urgenza, vorrei leggervi un messaggio che mi è arrivato qualche giorno fa. Stanotte è l’ennesima notte in cui siamo costretti a dormire con le finestre chiuse, mentre fuori c’è puzza di bruciato. Ci stanno avvelenando giorno dopo giorno, lentamente, nel silenzio di tutti. Questa è vera emergenza. L’emergenza è e rimane tale se continua ad essere affrontata in maniera emergenziale e se non si dotano le istituzioni e gli organi competenti degli strumenti e delle competenze tali da poterla gestire in maniera strutturale ed organica.

I requisiti di straordinaria necessità ed urgenza sono allora ancora più evidenti se si tiene conto del contesto in cui questa maggioranza vuole intervenire e delle materie su cui si vuole intervenire: stiamo parlando della Terra dei fuochi, stiamo parlando di contrasto al rischio sismico e idrogeologico, di crescita del sistema Italia attraverso il rilancio del turismo, quindi difesa del made in Italy e delle nostre eccellenze enogastronomiche, stiamo parlando di contrasto alla crisi demografica e di tutela delle persone con disabilità. Di fronte a queste emergenze, Presidente, come può affermarsi che non sussistano i requisiti perché il Governo si doti con estrema necessità ed urgenza di quegli strumenti che gli consentano di intervenire immediatamente, evitando duplicazioni di costi e di funzioni, sopprimendo inutili ed infruttuose strutture di missione ed approcciando queste emergenze in maniera strutturale ed organica? Questo Governo non può più attendere, gli italiani non possono più attendere. Per tutte queste ragioni, riteniamo che non vi siano i dubbi di costituzionalità prospettati, e rispetto alle pregiudiziali presentate dalle opposizioni il MoVimento 5 Stelle esprime voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

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5. ATTIVITÀ IN COMMISSIONE

I COMMISSIONE(AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)

Sede consultiva
DL 135/2018: Disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione. C.1550 Governo, approvato dal Senato (Parere alle Commissioni V e X)

31 gennaio 2019 – Vittoria BALDINO (M5S)relatrice, rileva come la Commissione sia chiamata a esaminare, ai fini del parere alle Commissioni riunite Bilancio e Attività produttive, il disegno di legge C. 1550, approvato dal Senato, di conversione del decreto-legge n. 135 del 2019, recante disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione.

  In estrema sintesi, il decreto-legge, al quale il Senato ha apportato un’ampia serie di modificazioni ed integrazioni, interviene su una pluralità di ambiti, perseguendo la finalità di semplificazione, nei settori delle imprese e delle attività produttive, della sanità, dei trasporti, dell’ambiente, della cultura, della giustizia, del lavoro.
Tra le principali disposizioni, si possono preliminarmente richiamare il comma 8-bis dell’articolo 1, che sospende l’entrata in vigore delle disposizioni della legge di bilancio per il 2019 (legge n. 145 del 2018) in materia di trattamento fiscale degli enti del Terzo Settore; l’articolo 2, che proroga il termine per la restituzione del finanziamento a titolo oneroso concesso ad Alitalia; l’articolo 5, che modifica le procedure per gli appalti pubblici sotto soglia comunitaria; l’articolo 6, che prevede la soppressione del sistema di tracciabilità dei rifiuti SISTRI; l’articolo 7, che intende accelerare le procedure per l’attuazione del piano di edilizia penitenziaria; l’articolo 11-quinquies, che riproduce il contenuto del decreto-legge n. 2 del 2019 in materia di rinnovo dei consigli degli ordini circondariali forensi; l’articolo 11-sexies, che reca disposizioni in favore degli orfani delle vittime della tragedia di Rigopiano.
Con riferimento alle disposizioni del decreto-legge rientranti negli ambiti di diretta competenza della I Commissione, richiama innanzitutto l’articolo 8, commi 1, 2, 3, 4 e 5, il quale dispone il trasferimento, dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) alla Presidenza del Consiglio dei ministri, dei compiti relativi alla piattaforma tecnologica per l’interconnessione e l’interoperabilità tra le pubbliche amministrazioni e i prestatori di servizi di pagamento. Tale piattaforma è dedicata all’effettuazione di pagamenti con modalità informatiche che devono essere obbligatoriamente accettati dalle pubbliche amministrazioni dai gestori di servizi pubblici dalle società a controllo pubblico.
A tali fini si prevede la costituzione, entro 120 giorni dall’entrata in vigore del decreto-legge, secondo criteri e modalità individuate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di una società per azioni interamente partecipata dallo Stato per lo svolgimento delle suddette attività relative alla predetta piattaforma tecnologica, sulla base degli obiettivi indicati con direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri (le cui modalità di verifica e vigilanza saranno definite nello statuto della istituenda società).
A tale scopo sono utilizzate quota parte delle risorse finanziarie già destinate all’Agid per le esigenze della piattaforma, secondo procedure definite con d.P.C.M. Come specificato nel corso dell’esame al Senato le predette risorse finanziarie sono versate, nell’anno 2019, all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate allo stato di previsione del MEF e destinate al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio.
La disposizione pone inoltre in capo alla Presidenza del Consiglio le funzioni di indirizzo, coordinamento e supporto tecnico delle pubbliche amministrazioni, al fine di rendere «capillare» la diffusione del sistema di pagamento elettronico attraverso la piattaforma.
Sono altresì prorogati alcuni termini disposti dal decreto legislativo n. 217 del 2017, che ha modificato ed integrato il decreto legislativo n. 179 del 2016, a sua volta modificativo del Codice dell’amministrazione digitale (CAD).
I commi da 1-bis a 1-quinquies, inseriti nell’articolo 8 nel corso dell’esame svolto al Senato, dispongono inoltre il prolungamento, dal 15 settembre al 31 dicembre 2019, del mandato del Commissario straordinario per l’attivazione dell’Agenda digitale. Al contempo, è prevista l’attribuzione, dal 1o gennaio 2020, al Presidente del Consiglio dei ministri o al Ministro delegato, delle funzioni del Commissario straordinario che la Presidenza del Consiglio esercita mediante proprie strutture, di cui viene disposto il relativo finanziamento.
L’articolo 11 reca misure in materia di personale dipendente delle pubbliche amministrazioni e alcune disposizioni relative alle forze di polizia; la disposizione interviene inoltre sulle disposizioni transitorie e finali contenute nell’articolo 26 del decreto legislativo n. 53 del 2018 (recante attuazione della direttiva UE n. 681 del 2016 sull’uso dei dati del codice di prenotazione – PNR) e su alcune norme della legge di bilancio 2019.
In particolare, i commi 1 e 2 restringono l’ambito di applicazione del limite dell’ammontare complessivo delle risorse destinate annualmente al trattamento economico accessorio del personale, anche di livello dirigenziale, di ciascuna delle amministrazioni pubbliche (di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001).
Rammenta in proposito che la disposizione previgente – di cui all’articolo 23, comma 2, del decreto legislativo n. 75 del 2017 – prevede che il suddetto ammontare non possa superare il corrispondente importo determinato per l’anno 2016.
La modifica esclude da tale limite:
gli incrementi previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro successivi alla data di entrata in vigore del medesimo decreto legislativo n. 75 e dagli analoghi provvedimenti negoziali riguardanti il personale contrattualizzato in regime di diritto pubblico;
gli oneri relativi al trattamento accessorio delle assunzioni effettuate, successivamente alla suddetta data di entrata in vigore del limite, in deroga alle facoltà assunzionali vigenti e ai sensi di disposizioni che contemplino gli oneri (ivi compresi quelli relativi al trattamento accessorio medesimo) per quest’ultima deroga.

  La disposizione specifica che l’esclusione concerne anche le assunzioni effettuate in deroga ai relativi limiti finanziari utilizzando risorse destinate ai contratti di lavoro flessibile, secondo la specifica disciplina posta, per il triennio 2018-2020, dall’articolo 20, comma 3, del citato decreto legislativo n. 75.
Il comma 2-bis autorizza l’assunzione di allievi agenti della Polizia di Stato – nel numero massimo di 1.851 – mediante scorrimento della graduatoria della prova scritta del concorso pubblico per l’assunzione di 893 allievi agenti bandito il 18 maggio 2017.
Lo scorrimento è previsto sui posti non oggetto di riserva per i volontari in ferma prefissata (di cui all’articolo 703, comma 1, lettera c), del decreto legislativo n. 66 del 2010, recante il codice dell’ordinamento militare). Tale disposizione riserva una determinata percentuale di posti nei concorsi nelle carriere iniziali delle Forze di polizia, determinata per la Polizia di Stato nel 45 per cento.
Le assunzioni sono effettuate dall’Amministrazione della pubblica sicurezza secondo i criteri e le modalità seguenti.
La lettera a) del comma 2-bis stabilisce che le assunzioni sono effettuate a valere sulle facoltà assunzionali previste per l’anno 2019, in relazione alle cessazioni intervenute entro il 31 dicembre 2018 e nei limiti del relativo risparmio di spesa.
La lettera b) limita le assunzioni ai soggetti risultati idonei alla prova scritta d’esame e secondo l’ordine decrescente del voto, ferme restando le riserve e le preferenze applicabili alla citata procedura concorsuale.
Ricorda che il bando di tale concorso ha previsto le seguenti fasi: 1) prova scritta d’esame; 2) prova di efficienza fisica; 3) accertamenti psico-fisici; 4) accertamento attitudinale. Il mancato superamento, da parte del candidato, di una delle prove o di uno degli accertamenti, comporta l’esclusione dal concorso prescelto.
Il medesimo comma 2-bis richiede inoltre il possesso (al 1o gennaio 2019) dei requisiti prescritti dall’articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica n. 335 del 1982, nel testo vigente al 1o gennaio 2019 (data di entrata in vigore della legge di bilancio 2019 – legge n. 145 del 2018) per l’assunzione degli agenti di polizia mediante pubblico concorso.
Rammenta che, in base alla norma citata del decreto del Presidente della Repubblica n. 335 del 1982, come da ultimo modificata dal decreto legislativo n. 95 del 2017 e dal decreto legislativo n. 126 del 2018, possono partecipare a tali concorsi i cittadini italiani in possesso dei seguenti requisiti: a) godimento dei diritti politici; b) età non superiore a ventisei anni stabilita dal regolamento adottato ai sensi dell’articolo 3, comma 6, della legge 15 maggio 1997, n. 127, fatte salve le deroghe di cui al predetto regolamento; c) efficienza e idoneità fisica, psichica e attitudinale al servizio di polizia, secondo i requisiti stabiliti con regolamento del Ministro dell’interno; d) diploma di istruzione secondaria di secondo grado che consente l’iscrizione ai corsi per il conseguimento del diploma universitario; e) specifiche qualità morali e di condotta.
Tra i requisiti ivi previsti vi è, dunque, quello del limite anagrafico di 26 anni.
Al contempo, la lettera b) del comma 2-bis fa salvo quanto stabilito dall’articolo 2049 del codice dell’ordinamento militare, ai sensi del quale, per la partecipazione ai pubblici concorsi, il limite massimo di età richiesto è elevato di un periodo pari all’effettivo servizio prestato, comunque non superiore a tre anni, per i cittadini che hanno prestato servizio militare.
La lettera c) del comma 2-bis subordina le assunzioni alla previa verifica dei requisiti prescritti, mediante convocazione degli interessati, individuati con decreto del Capo della Polizia, nell’ordine determinato in applicazione dei criteri individuati dalla lettera b).
Infine, la lettera d) prevede, ai fini dell’assunzione, il previo avvio a più corsi di formazione per gli allievi agenti di polizia.
Il comma 2-ter reca alcune modifiche alla legge di bilancio 2019 (legge n. 145 del 2018).
In primo luogo si abroga il secondo periodo dell’articolo 1, comma 149, sopprimendo l’incremento di 500.000 euro per ciascun anno 2019-2020 e di 2,5 milioni a decorrere dall’anno 2021, destinato al Fondo per la retribuzione di posizione e la retribuzione di risultato del personale di livello dirigenziale contrattualizzato del Ministero dell’interno. Rimane invece immutato, di quel comma 159, il primo periodo, il quale incrementa il Fondo risorse decentrate del personale contrattualizzato non dirigente di 7 milioni per ciascun anno o 2019-2020 e di 18 milioni a decorrere dall’anno 2021, con particolare riferimento alle attività rese nel settore della depenalizzazione e dell’immigrazione.
Conseguentemente, si rimodula, all’articolo 1, comma 151, della legge di bilancio 2019, lo stanziamento del Fondo risorse decentrate del personale contrattualizzato non dirigente, per tenere conto della sopra descritta soppressione – mantenendo ferma la copertura di tal Fondo risorse decentrate provvista attingendo per 2,5 milioni dal 2019 a riduzioni delle spese relative ai compensi per lavoro straordinario del personale dell’amministrazione civile dell’Interno nonché per 13 milioni dal 2021 al Fondo per il finanziamento di nuove politiche di bilancio ed il rafforzamento di quelle già esistenti perseguite dai Ministeri. Cambia (con una riduzione di 500.000 euro per ciascun anno 2019-2020 e di 2,5 milioni dal 2021) la quantificazione di spesa coperta attingendo al Fondo (istituito nello stato di previsione di ciascun dicastero, dunque anche in quello dell’Interno) per provvedere ad eventuali sopravvenute maggiori esigenze di spese.
Il comma 2-quater reca alcune novelle riferite alle disposizioni transitorie e finali contenute nell’articolo 26 del decreto legislativo n. 53 del 2018 (recante attuazione della direttiva UE n. 681 del 2016 sull’uso dei dati del codice di prenotazione – PNR) a fini di prevenzione, accertamento, indagine e azione penale nei confronti dei reati di terrorismo e dei reati gravi e di disciplina dell’obbligo per i vettori di comunicare i dati relativi alle persone trasportate.
Una prima novella differisce al 30 giugno 2019 il termine ultimo di applicazione del decreto legislativo n. 144 del 2007 (recante attuazione della direttiva 2004/82/CE concernente l’obbligo per i vettori aerei di comunicare i dati relativi alle persone trasportate).
Una seconda novella (al comma 2 dell’articolo 26 del citato decreto legislativo n. 53) dispone analogo differimento – tuttavia al 1o luglio 2019 – per il termine di cessazione dell’efficacia del decreto del Ministro dell’interno 16 dicembre 2010, di attuazione del citato decreto legislativo n. 144 del 2007.
Il comma 2-quinquies reca una correzione all’articolo 1, comma 441 (secondo periodo), della legge n. 145 del 2018 (legge di bilancio 2019), il quale prevede che 210 milioni di euro possano essere destinati alla disciplina degli istituti normativi nonché ai trattamenti economici accessori (privilegiando quelli finalizzati a valorizzare i servizi di natura operativa di ciascuna amministrazione).
Tale disposizione della legge di bilancio prevede che, in caso di mancato perfezionamento dei previsti provvedimenti negoziali alla data del 30 giugno di ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021, l’importo sia destinato all’incremento delle risorse dei fondi per i servizi istituzionali del personale del comparto sicurezza-difesa e dei fondi per il trattamento accessorio del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, con successivo riassorbimento nell’ambito dei benefìci economici relativi al triennio 2019-2021. Tale riallocazione avviene – secondo l’attuale dettato della disposizione della legge di bilancio – «previo avvio delle rispettive procedure negoziali e di concertazione».
La modifica recata dal comma 2-quinquies prevede che la riallocazione si ponga essa stessa quale avvio delle procedure negoziali e di concertazione – senza dunque richiedere la loro previa apertura.
L’articolo 11-bis interviene inoltre – ai commi da 17 a 19 – sulle risorse destinate all’installazione di sistemi di videosorveglianza da parte dei Comuni, incrementandole di 20 milioni di euro per l’anno 2019.
Alla relativa copertura finanziaria si provvede ricorrendo alle risorse iscritte per l’anno 2019 nel Fondo per il federalismo amministrativo di parte corrente: si tratta del fondo in cui confluiscono le risorse, di parte corrente, attribuite agli enti locali in conseguenza degli effetti recati dal decreto legislativo n. 112 del 1998, concernente il conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni e agli enti locali.
Le modalità per la presentazione delle domande e per il riparto delle risorse (contenute nei richiamati provvedimenti legislativi) destinate al finanziamento di sistemi di videosorveglianza sono definite dal Ministro dell’interno con proprio decreto, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare entro il 31 marzo di ciascun anno di riferimento.
Per quanto attiene al rispetto del riparto di competenze tra Stato e Regioni stabilito dal Titolo V della Costituzione, il provvedimento interviene su una pluralità di materie, alcune di competenza legislativa esclusiva statale e altre di competenza legislativa concorrente tra lo Stato e le regioni.
Tra le prime, di competenza legislativa esclusiva statale, assumono in particolare rilievo le materie «sistema tributario e contabile dello Stato» e «tutela della concorrenza», «ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato», «ordinamento civile e penale», «norme generali sull’istruzione», «coordinamento informatico dei dati dell’amministrazione statale» e «tutela dell’ambiente» (di cui all’articolo 117, secondo comma, lettere e), g), l), n), r) e s) della Costituzione).
Tra gli ambiti di competenza concorrente ai sensi dell’articolo 117, terzo comma, della Costituzione, richiama in particolare le materie «istruzione», «ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi», «tutela della salute», «alimentazione», «produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia» e «ordinamento della comunicazione».
In questo quadro, assume in primo luogo rilievo l’articolo 10-bis, il quale riproduce il contenuto del decreto-legge n. 143 del 2018 in materia di autonoleggio pubblico non di linea.
In particolare, viene introdotta una nuova disciplina per le attività di noleggio con conducente, disponendo tra le altre cose che la richiesta del servizio NCC possa essere effettuata presso la sede, oltre che presso la rimessa dell’esercente il servizio, anche mediante l’utilizzo di strumenti tecnologici.
Si prevede inoltre che, oltre alla sede operativa del vettore, almeno una rimessa debba essere situata nel territorio del comune che ha rilasciato l’autorizzazione. È possibile, inoltre, per il vettore disporre di ulteriori rimesse nel territorio di altri comuni della medesima provincia o area metropolitana in cui ricade il territorio del Comune che ha rilasciato l’autorizzazione, previa comunicazione ai comuni predetti e salvo diversa intesa in Conferenza unificata entro il 28 febbraio 2019.
Si dispone poi l’istituzione, entro un anno dalla data di entrata in vigore del decreto-legge, di un registro informatico pubblico nazionale delle imprese titolari di licenza per il servizio taxi e per quello di autonoleggio con conducente.
In proposito, ricorda che la materia del trasporto pubblico locale è riconosciuta dalla giurisprudenza della Corte costituzionale come materia di competenza esclusiva regionale (sentenza n. 222 del 2005). Tuttavia la medesima giurisprudenza ha riconosciuto legittimo l’intervento statale in materia quando, come nel caso della disposizione in esame, il contenuto normativo sia riconducibile anche alla competenza esclusiva statale e «trasversale» a diversi ambiti materiali in materia di «tutela della concorrenza» (ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione) e ai principi del diritto dell’Unione europea in materia di concorrenza, richiamati dall’articolo 117, primo comma, della Costituzione (sentenza n. 264 del 2013).
L’articolo 11-ter reca disposizioni in materia di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, prevedendo, ai commi da 1 a 3, un Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (PiTESAI), volto ad offrire un quadro definito di riferimento delle aree ove è consentito lo svolgimento delle attività di prospezione e ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale.
Nelle more dell’adozione del Piano sono sospesi i procedimenti amministrativi, ivi inclusi quelli di valutazione di impatto ambientale, relativi al conferimento di nuovi permessi di prospezione o di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi. La sospensione non si applica ad una serie di casi espressamente previsti e, in particolare, ai procedimenti relativi al conferimento di concessioni di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi pendenti alla data di entrata in vigore della legge di conversione. Nelle more dell’adozione del Piano non è però consentita la presentazione di nuove istanze di conferimento di concessione di coltivazione, fatta salva la proroga di vigenza delle concessioni in essere. Peraltro, una volta adottato il Piano, nelle aree in cui le attività di coltivazione risultino incompatibili con le previsioni del Piano stesso, le concessioni di coltivazione, anche in regime di proroga, vigenti alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, mantengono la loro efficacia sino alla scadenza e non sono ammesse nuove istanze di proroga (commi 4-5 e 8).
I commi 6 e 7 sospendono inoltre i permessi di prospezione o di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in essere, sia per aree in terraferma sia in mare, con conseguente interruzione di tutte le attività di prospezione e ricerca in corso di esecuzione.
Il comma 9 prevede la rideterminazione in aumento dei canoni annui per le concessioni di coltivazione ed una sostanziale conferma dei canoni di stoccaggio nella terraferma, nel mare territoriale e nella piattaforma continentale italiana, mentre il comma 10 dispone la rideterminazione in aumento dei canoni annui dei permessi di prospezione e ricerca.
Rispetto a tale materia, ricorda che la giurisprudenza della Corte costituzionale (ad esempio la sentenza n. 170 del 2017) richiede, in materia di ricerca e coltivazione di idrocarburi, un adeguato coinvolgimento delle regioni nei procedimenti statali volti a definire i relativi regimi concessori. Tale requisito può ritenersi soddisfatto, nella disposizione, dalla previsione di cui al comma 3 la quale prevede che il Piano sia adottato, limitatamente alle aree su terraferma, d’intesa con la Conferenza unificata Stato – regioni.
L’articolo 11-quater – introdotto nel corso dell’esame al Senato – modifica la disciplina relativa alle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche.
In particolare, la norma interviene sull’assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni d’acqua per uso idroelettrico, disponendo – attraverso modifiche all’articolo 12 del decreto legislativo n. 79 del 1999 – la regionalizzazione della proprietà delle opere idroelettriche alla scadenza delle concessioni e nei casi di decadenza o rinuncia alle stesse, ed in particolare, il trasferimento alle regioni, una volta cessata la concessione delle cosiddette «opere bagnate» (dighe, condotte) a titolo gratuito; delle cosiddette «opere asciutte» (beni materiali), con corresponsione di un prezzo da quantificare al netto dei beni ammortizzati, secondo dati criteri (nuovo comma 1 dell’articolo 12 del citato decreto legislativo n. 79 del 1999).
Vengono altresì prolungati, rispetto a quanto attualmente previsto, i termini di durata delle nuove concessioni e portati fino a 40 anni, incrementabili di 10, a date condizioni. A tale riguardo il nuovo comma 1-bis dell’articolo 12 prevede che le regioni, ove non ritengano sussistere un prevalente interesse pubblico ad un diverso uso delle acque, incompatibile con il mantenimento dell’uso a fine idroelettrico, possono assegnare le concessioni di grandi derivazioni idroelettriche, previa verifica di requisiti di capacità tecnica, finanziaria e organizzativa:
ad operatori economici individuati attraverso l’espletamento di gare con procedure ad evidenza pubblica;
a società a capitale misto pubblico – privato nelle quali il socio privato viene scelto attraverso l’espletamento di gare con procedure ad evidenza pubblica;
a forme di partenariato pubblico-privato.

In proposito, per ciò che concerne la durata delle concessioni e la prorogabilità delle stesse, richiama le pronunce della Corte Costituzionale sulla materia e sulla sua incidenza sul principio di tutela della concorrenza (Corte Costituzionale, sentenza n. 1 del 2008, sentenza n. 205 del 2011 e sentenza n. 339 del 2011).
Formula quindi una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).

Vittoria BALDINO (M5S)relatrice, non ritiene di modificare la sua proposta di parere, la quale è stata predisposta anche all’esito di consultazioni con gli uffici.

Vittoria BALDINO (M5S)relatrice, precisa di essersi riferita, nel suo precedente intervento, non agli uffici della Camera, bensì agli uffici tecnici del suo gruppo. Chiede, quindi, una breve sospensione della seduta, al fine di consentire un approfondimento delle questioni poste nel corso del dibattito.

Vittoria BALDINO (M5S)relatrice, riformula la sua proposta di parere (vedi allegato 2), inserendovi un’osservazione, nella quale, con riferimento al comma 3-quinquies dell’articolo 6, che rinvia a un regolamento ministeriale la determinazione delle sanzioni amministrative per le violazioni degli obblighi in materia di iscrizione al registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti, si segnala l’opportunità di ricondurre tale aspetto alla fonte legislativa primaria.

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DL 91/2018: Proroga di termini previsti da disposizioni legislative. C.1117 Governo, approvato dal Senato

Lunedì 10 settembre 2018 – Presidenza del presidente della V Commissione, Claudio BORGHI, indi del presidente della I Commissione, Giuseppe BRESCIA, indi della vicepresidente della I Commissione, Annagrazia CALABRIA. – Interviene il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e per la democrazia diretta, Guido Guidesi, il sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze, Massimo Garavaglia, la sottosegretaria di Stato per l’economia e le finanze, Laura Castelli.

Vittoria BALDINO (M5S), relatrice per la I Commissione, anche a nome del relatore per la V Commissione, esprime parere contrario su tutte le proposte emendative riferite all’articolo 9, tranne che sull’emendamento Colletti 9.59, su cui invita i presentatori al ritiro, e sull’emendamento Pezzopane 9.61, su cui esprime parere favorevole purché riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato). Esprime altresì parere contrario su tutte le proposte emendative riferite agli articoli 9-bis e 9-ter, raccomandando altresì l’approvazione dell’articolo aggiuntivo 9-ter.05 dei relatori.

Vittoria BALDINO (M5S), relatrice per la I Commissione, ricorda che il provvedimento in discussione non costituisce il tradizionale provvedimento cd. milleproroghe, che viene solitamente emanato in conclusione di ogni anno. Comunica pertanto che ci potranno essere successive occasioni per adottarlo.

Vittoria BALDINO (M5S), relatrice per la I Commissione, anche a nome del relatore per la V Commissione, Giuseppe Buompane, esprime parere contrario su tutte le proposte emendative riferite all’articolo 13.

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Venerdì 7 settembre 2018 — Presidenza del presidente della V Commissione, Claudio BORGHI, indi del presidente della I Commissione, Giuseppe BRESCIA. – Intervengono il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e per la democrazia diretta, Guido Guidesi, e il sottosegretario per l’economia e le finanze, Massimo Garavaglia.

Vittoria BALDINO (M5S), relatrice per la I Commissione, passando all’esame delle proposte emendative agli articoli 13-bis e 13-ter, anche a nome del relatore per la V Commissione, esprime parere contrario sugli emendamenti Paolo Russo 13-bis.1, Moretto 13-bis.2, Madia 13-ter.1 e Speranza 13-ter.2 nonché sugli articoli aggiuntivi Lorenzin 13-ter.01, Emanuela Rossini 13-ter.02 e Ungaro 13-ter.03.

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Giovedì 6 settembre 2018 — Presidenza del presidente della I Commissione Giuseppe BRESCIA. — Interviene la sottosegretaria di Stato per l’economia e le finanze Laura Castelli.

Vittoria BALDINO (M5S), relatrice per la I Commissione, esprime parere contrario sugli emendamenti Gebhard 1.1 e Prisco 1.5, sugli identici emendamenti Speranza 1.7, Migliore 1.6, De Luca 1.9 e D’Attis 1.10, sull’emendamento Delmastro Delle Vedove 1.11, sugli identici emendamenti De Menech 1.12 e D’Attis 1.13, sugli emendamenti De Luca 1.14 e Sorte 1.15 e sugli identici emendamenti Speranza 1.16 e D’Attis 1.17. Propone l’accantonamento degli identici emendamenti Migliore 1.19, Prisco 1.18 e Pella 1.59 e degli identici emendamenti Prisco 1.49, Migliore 1.50, Speranza 1.100 e Pella 1.101. Esprime parere contrario sull’emendamento Prisco 1.44, sugli identici emendamenti Pella 1.65 e Speranza 1.86, sugli emendamenti Prisco 1.24 e D’Attis 1.73, sugli identici emendamenti Giorgis 1.25, Silvestroni 1.26, Speranza 1.27 e Melilli 1.57, sull’emendamento D’Attis 1.66, sugli identici emendamenti Speranza 1.82 e Pella 1.83, sull’emendamento Prisco 1.34, sugli identici emendamenti Prisco 1.35, Speranza 1.84 e Pella 1.85, sugli identici emendamenti Prisco 1.39, Fassina 1.90 e Pella 1.91, sull’emendamento Speranza 1.41, sugli identici emendamenti Silvestroni 1.42 e Melilli 1.97, sugli emendamenti Prisco 1.43, 1.46 e 1.48, Pollastrini 1.40 e Sorte 1.51 e sugli identici emendamenti Marattin 1.52 e Magi 1.53. Raccomanda l’approvazione dell’emendamento 1.105 dei relatori. Esprime parere contrario sugli emendamenti Prestigiacomo 1.54, Speranza 1.55, Paolo Russo 1.56 e Magi 1.58. Propone l’accantonamento degli emendamenti Paolo Russo 1.63 e Prestigiacomo 1.64. Esprime parere contrario sugli emendamenti Vietina 1.74, Melilli 1.81, Topo 1.89, De Maria 1.102 e D’Attis 1.103, sugli identici emendamenti Pella 1.93 e Speranza 1.94, sugli emendamenti De Maria 1.95, Speranza 1.96, Vietina 1.98 e Ubaldo Pagano 1.99 e sugli identici emendamenti Melilli 1.92 e Pella 1.104. Propone l’accantonamento dell’articolo aggiuntivo Prisco 1.01. Esprime parere contrario sull’articolo aggiuntivo Prisco 1.02…

Vittoria BALDINO (M5S), relatrice per la I Commissione, rivedendo il suo precedente

parere, propone di accantonare gli identici emendamenti Speranza 1.7, Migliore 1.6, De Luca 1.9 e D’Attis 1.10, l’emendamento Delmastro Delle Vedove 1.11, gli identici emendamenti De Menech 1.12 e D’Attis 1.13, gli emendamenti De Luca 1.14 e Sorte 1.15, nonché gli identici emendamenti Speranza 1.16 e D’Attis 1.17.

Vittoria BALDINO (M5S), relatrice per la I Commissione, fa presente che l’articolo 6, comma 3-novies, del presente decreto-legge, introdotto nel corso dell’esame al Senato, proroga la verifica di vulnerabilità sismica degli edifici scolastici al 31 dicembre 2018.

Vittoria BALDINO (M5S), relatrice per la I Commissione, esprime parere contrario sugli emendamenti Ascani 6.1, Ascani 6.2, Ascani 6.4, Ascani 6.3, raccomanda l’approvazione dell’emendamento 6.60 dei relatori, invita al ritiro degli emendamenti Paolo Russo 6.5 e 6.6, che sarebbero rispettivamente assorbito e precluso dall’approvazione dell’emendamento 6.60 dei relatori, invita al ritiro dell’emendamento Fusacchia 6.7, che sarebbe assorbito dalla predetta approvazione. Esprime parere contrario sugli emendamenti Mollicone 6.8, Mollicone 6.9, Trancassini 6.10, Paolo Russo 6.11, D’Attis 6.12, Paolo Russo 6.13, Bucalo 6.14, Bucalo 6.15 e Aprea 6.16. Gli emendamenti riferiti al comma 3-octies, relativi al tema dei vaccini, sono accantonati.

Vittoria BALDINO (M5S), relatrice per la I Commissione, fa notare che gli interventi richiesti dai presentatori delle proposte emendative in esame, riguardanti il tema in discussione, sono già previsti nell’articolo 9 del provvedimento.

Vittoria BALDINO (M5S), relatrice per la I Commissione, anche a nome del relatore per la V Commissione, esprime parere contrario sugli emendamenti Bucalo 6.54, Pezzopane 6.55, Ascani 6.56 e 6.57, Rotta 6.58 e Benamati 6.59. Raccomanda l’approvazione degli emendamenti 6.62, 6.63 e 6.64 dei relatori, esprimendo poi parere contrario sugli articoli aggiuntivi Rizzetto 6.01, 6.02, 6.03 e Madia 6.04.

Vittoria BALDINO (M5S), relatrice per la I Commissione, anche a nome del relatore per la V Commissione, Buompane, esprime parere contrario sugli identici emendamenti Marin 6.17, Lorenzin 6.18, De Filippo 6.19, Occhionero 6.20 e Rizzetto 6.21 e sui subemendamenti Marattin 0.6.65.1, Lucaselli 0.6.65.2, Marin 0.6.65.3, Magi 0.6.65.7, Marin 0.6.65.4 e Marin 0.6.65.5. Raccomanda l’approvazione dell’emendamento 6.65 dei relatori. Esprime altresì parere contrario sui restanti emendamenti riferiti al comma 3-octies dell’articolo 6, da 6.22 a 6.53, posto risulterebbero preclusi dall’approvazione dell’emendamento 6.65 dei relatori.

Vittoria BALDINO (M5S), relatrice per la I Commissione, anche a nome del relatore per la V Commissione, esprime parere contrario su tutte le proposte emendative riferite all’articolo 1-bis, fatta eccezione per l’articolo aggiuntivo Montaruli 1-bis.019, sul quale formula una proposta di accantonamento.

Vittoria BALDINO (M5S), relatrice per la I Commissione, non condivide la richiesta di accantonamento dell’articolo aggiuntivo Ciaburro 1-bis.06.

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Martedì 4 settembre 2018 — Presidenza del presidente della I Commissione Giuseppe BRESCIA. – Interviene il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e per la democrazia diretta, Guido Guidesi.

Vittoria BALDINO (M5S), relatrice per la I Commissione, osserva, in via preliminare, che l’obiettivo del provvedimento è quello di garantire la continuità, l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa e l’operatività di fondi, anche a sostegno di investimenti, nonché per assicurare il completamento di operazioni di trasformazioni societarie e di trasformazione di accordi di gruppo previste dalla normativa in materia di banche popolari e di banche di credito cooperativo.
Per quanto riguarda il contenuto del decreto-legge, che è stato modificato nel corso dell’esame al Senato e che risulta piuttosto articolato, rileva, anzitutto, come afferiscano principalmente agli ambiti di competenza della I Commissione il comma 2 dell’articolo 1 e gli articoli da 2 a 8-bis, mentre afferiscono principalmente agli ambiti di competenza della V Commissione, oltre agli articoli 1 e 1-bis, gli articoli da 9 a 13-ter.
Si tratta di 24 articoli, di cui 10 sono stati inseriti nel corso dell’esame al Senato ad integrazione degli originari 14 articoli. Le proroghe ivi contenute sono suddivise per materie: articoli 1 e 1-bis (enti territoriali); articolo 2 (giustizia); articolo 3 (ambiente, energia e gas); articolo 4 (infrastrutture); articolo 4-bis (emittenti radiotelevisive locali); articolo 5 (politiche sociali); articolo 6 (istruzione e università); articolo 7 (cultura); articoli 8 e 8-bis (salute); articolo 9 (eventi sismici); articolo 9-bis (strutture turistico-ricettive); articolo 9-ter (interventi eseguiti per immediate esigenze abitative a seguito di eventi sismici); articolo 10 (sport – Universiade Napoli); articolo 11 (banche popolari e gruppi bancari cooperativi); articolo 11-bis (sospensione della quota capitale dei mutui e dei finanziamenti); articolo 11-ter (attività di agente e rappresentante di commercio); articolo 11-quater (partecipazione italiana a banche e fondi multilaterali); articolo 12 (fondo di dotazione dell’Istituto centrale per il credito a medio termine – Mediocredito centrale); articolo 13 (finanziamento degli investimenti e di sviluppo infrastrutturale del Paese); articolo 13-bis; articolo 13-ter (compenso del commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale); l’articolo 14 dispone l’entrata in vigore del provvedimento.
Passando alle singole disposizioni di competenza della I Commissione, l’articolo 1 reca disposizioni di proroga di termini in materia di enti territoriali.
In particolare, il comma 2, modificato dal Senato, dispone che le elezioni dei presidenti di provincia e dei Consigli provinciali, il cui mandato sia in scadenza, si svolgano in una unica tornata il 31 ottobre 2018. Si prevede inoltre che, in tale quadro, abbiano luogo contestualmente le elezioni del rispettivo consiglio provinciale o presidente di provincia, qualora sia in scadenza per fine mandato entro il 31 dicembre 2018. Solo per tale tornata elettorale sono eleggibili alla carica di presidente della provincia i sindaci della provincia il cui mandato scada non prima di 12 mesi dalle elezioni (in luogo della disciplina ordinaria che richiede che il mandato da sindaco scada non prima di 18 mesi dalla data delle elezioni).
L’articolo 2, che reca disposizioni di proroga di termini in materia di giustizia, al comma 1 proroga al 1o aprile 2019 l’efficacia della riforma della disciplina

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6. INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Mercoledì 28 novembre 2018, seduta n. 92

Vittoria BALDINO (M5S) — Al Ministro dell’interno, al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

come riportato da organi di stampa il movimento politico CasaPound risulterebbe avere sede all’interno di un edificio pubblico il quale sarebbe stato occupato senza titolo a partire dal 27 dicembre 2003, senza che mai siano state poste in essere azioni per recuperare l’immobile;

si tratterebbe di un intero stabile di circa sessanta vani, con una ventina di appartamenti e con affaccio su via Napoleone III;

detto appartamento, come riportano organi di stampa, risulterebbe essere di proprietà demaniale e sarebbe in carico al Ministero dell’istruzione dell’università e della ricerca il quale avrebbe però sostenuto di non avere più in carico il bene il quale sarebbe rientrato nella sfera di competenza dell’Agenzia del demanio;

conseguentemente in quindici anni di occupazione, le casse dello Stato hanno subito un rilevante danno in termini di mancato utilizzo del cespite immobiliare;

negli anni non risultano essere stati effettuati neppure i necessari censimenti al fine di comprendere chi occupi l’immobile e chi, tra gli abitanti, versi in condizioni di fragilità economico-sociale;

secondo organi di informazione (http://m.espresso.repubblica.it) risulterebbero residenti nel palazzo occupato i vertici nazionali dell’organizzazione politica CasaPound, a partire dal segretario Simone Di Stefano ed il di lui fratello Davide Di Stefano;

sempre tra i residenti risulterebbe essere stata, la moglie del presidente Gianluca Iannone, Maria Bambina Crognale, che alla camera di commercio, nel 2014, avrebbe dichiarato il medesimo domicilio di cui sopra;

è notizia di alcuni giorni fa che la procura regionale della Corte dei Conti ha ordinato alla Guardia di finanza di effettuare un’ispezione che avrebbe dovuto permettere l’accesso ai locali e la valutazione del danno erariale sul quale starebbe lavorando la magistratura contabile;

la Guardia di finanza ha poi effettuato un’ispezione presso il predetto stabile e, come riporta il Corriere della Sera, la procura di Roma ha aperto un’indagine per occupazione abusiva e resistenza a pubblico ufficiale nei confronti di venti militanti di CasaPound –:

se l’immobile de quo sia occupato da persone socialmente ed economicamente fragili e quali iniziative di competenza siano state poste in essere al fine di ottenerne nuovamente la disponibilità.
(4-01739)

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Giovedì 13 settembre 2019, seduta n. 44
Vittoria BALDINO (M5S) — Al Ministro dell’interno, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

ai sensi dell’articolo 11, comma 1, del decreto-legge 20 febbraio 2017, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 aprile 2017, n. 48, «Il prefetto, nella determinazione delle modalità esecutive di provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria concernenti occupazioni arbitrarie di immobili, (…) impartisce, sentito il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, disposizioni per prevenire, in relazione al numero degli immobili da sgomberare, il pericolo di possibili turbative per l’ordine e la sicurezza pubblica e per assicurare il concorso della Forza pubblica all’esecuzione di provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria concernenti i medesimi immobili»;

il comma 2 della predetta disposizione stabilisce che «le disposizioni di cui al comma 1 definiscono l’impiego della Forza pubblica per l’esecuzione dei necessari interventi, secondo criteri di priorità che, ferma restando la tutela dei nuclei familiari in situazioni di disagio economico e sociale, tengono conto della situazione dell’ordine e della sicurezza pubblica negli ambiti territoriali interessati, dei possibili rischi per l’incolumità e la salute pubblica, dei diritti dei soggetti proprietari degli immobili, nonché dei livelli assistenziali che devono essere in ogni caso garantiti agli aventi diritto dalle regioni e dagli enti locali»;

con la direttiva del capo di gabinetto del Ministro dell’interno, del 1° settembre 2018, prot. uscita n. 0059445, il prefetto, Matteo Piantedosi, ha richiamato l’orientamento giurisprudenziale con il quale il Ministero dell’interno è stato condannato a risarcimenti molto gravosi, il cui fondamento sarebbe costituito dalle omissioni delle autorità amministrative, quali la mancata prevenzione dell’occupazione e la sua mancata repressione;

nella medesima direttiva vengono rassegnate alle prefetture una serie di indicazioni volte ad «assicurare la massima tempestività nell’iter istruttorio preordinato all’esecuzione dello sgombero, che segue oggi procedure sovente farraginose»;

fermo restando che le ragioni della proprietà devono ovviamente trovare risposte adeguate e che i fenomeni di occupazioni senza titolo, così come altri fenomeni di illegalità, non possono essere giustificati, al contempo si ritiene indispensabile attivare tutti gli strumenti necessari a garantire, soprattutto a chi versa in condizioni di fragilità economica e sociale, idonee soluzioni abitative alternative;

si ritiene che gli enti locali, e in particolare le amministrazioni di livello comunale, cui spettano le spese di attivazione degli interventi e dei servizi sociali a favore della persona e della comunità, abbiano bisogno del sostegno da parte dell’amministrazione centrale al fine di poter erogare efficaci interventi a sostegno delle fragilità e del disagio abitativo –:

con quali modalità il Governo intenda intervenire al fine di dare immediato sostegno e supporto agli enti locali nello svolgimento di funzioni legate al superamento del disagio abitativo.
(4-01092)

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Giovedì 13 settembre 2018, seduta n. 44 (in Commissione)
Vittoria BALDINO (M5S) — Al Ministro per la pubblica amministrazione.

— Per sapere – premesso che:

l’articolo 4 del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 settembre 2014 prevede che «Al fine di realizzare un censimento permanente delle autovetture di servizio, le pubbliche amministrazioni inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall’ISTAT ai sensi dell’art. 1, comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, incluse le autorità indipendenti, le regioni e gli enti locali, comunicano, ogni anno, in via telematica al Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sulla base dell’apposito questionario, e pubblicano sui propri siti istituzionali … il numero e l’elenco delle autovetture di servizio a qualunque titolo utilizzate, distinte tra quelle di proprietà è quelle oggetto di contratto di locazione o di noleggio, con l’indicazione della cilindrata e dell’anno di immatricolazione»;

dal censimento delle autovetture di servizio delle pubbliche amministrazioni, emergente dal rapporto auto blu 2017 del 16 marzo 2018, si evince che solo il 67,7 per cento degli enti coinvolti abbia risposto ai questionari;

nonostante il numero delle vetture di servizio sia in diminuzione di 774 unità rispetto al 2016, dal medesimo rapporto si apprende che il numero di auto blu risulti oggi ancora molto elevato, ammontando a ben 29.195 autovetture;

alcune amministrazioni hanno addirittura aumentato il parco auto anche di decine e decine di unità (come per le Agenzie fiscali, le università pubbliche, altri enti);

interventi di questo tipo, volti a contenere la spesa pubblica, si ritengono indifferibili sia per ragioni di equità sia al fine di poter destinare altrove le risorse pubbliche –:

se e con quali modalità il Governo intenda assicurare che le amministrazioni pubbliche forniscano dati aggiornati sull’utilizzo di vetture di servizio, al fine di completare il censimento delle medesime e di poter intervenire con processi di razionalizzazione e contenimento.
(5-00437)

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7. ORDINI DEL GIORNO

11 ottobre 2018 – Ordine del Giorno 9/00543-A/005

Primo firmatario: BALDINO VITTORIA 

Giovedì 11 ottobre 2018, seduta n. 61

La Camera,
premesso che:
il diritto di voto si acquista, ai sensi dell’articolo 48, I comma della Costituzione e del decreto del Presidente della Repubblica n. 223 del 1967, Testo Unico sull’elettorato attivo, al compimento del 18o anno di età, sempre che non sussistano gli impedimenti previsti dall’ordinamento vigente;
l’articolo 4-bis del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1967, n. 223 stabilisce che «alla tenuta e all’aggiornamento delle liste elettorali provvede l’Ufficio elettorale» e che «in ciascun comune l’Ufficiale elettorale è la Commissione elettorale prevista dagli articoli 12, 13, 14 e 15 del presente testo unico; nei comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti la Commissione elettorale può delegare e revocare le funzioni di Ufficiale elettorale al segretario comunale o a un funzionario del comune»;
all’acquisizione del diritto, l’elettore viene iscritto nelle liste elettorali del comune di residenza, identificato con un numero di lista generale ed assegnato ad una sezione elettorale dove eserciterà il diritto di voto;
la tessera elettorale, istituita con la legge 30 aprile 1999, n. 120, è il documento che permette l’esercizio del diritto di voto, unitamente a un valido documento di identità;
in conformità ai principi e criteri direttivi contenuti nell’articolo 13, comma 1, della legge 30 aprile 1999, n. 120, con decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 2000, n. 299 è stata istituita la tessera elettorale personale, a carattere permanente, che sostituisce integralmente e svolge le medesime funzioni del certificato elettorale;
ai sensi dell’articolo 4 del predetto decreto del Presidente della Repubblica n. 299 del 2000 «in caso di trasferimento di residenza di un elettore da un comune ad un altro, il comune di nuova iscrizione nelle liste elettorali provvede a consegnare al titolare una nuova tessera elettorale, previo ritiro di quella rilasciata dal comune di precedente residenza»;
mentre il successivo articolo 7 stabilisce che «in occasione di consultazioni elettorali o referendarie, ove, per qualsiasi motivo, non sia possibile il rilascio, la sostituzione o il rinnovo immediato della tessera o del duplicato, è consegnato all’elettore un attestato del sindaco sostitutivo della tessera ai soli fini dell’esercizio del diritto di voto per quella consultazione»;
l’articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica n. 223 del 1989 stabilisce che «le dichiarazioni anagrafiche di cui al comma 1 devono essere rese nel termine di venti giorni dalla data in cui si sono verificati i fatti» e che «l’ufficiale d’anagrafe provvede alla comunicazione di avvio del procedimento nei confronti degli interessati»;
il successivo articolo 18-bis stabilisce che «l’ufficiale d’anagrafe, entro quarantacinque giorni dalla ricezione delle dichiarazioni rese ai sensi dell’articolo 13, comma 1, lettere a)b) e c), accerta la effettiva sussistenza dei requisiti previsti dalla legislazione vigente per la registrazione. Se entro tale termine l’ufficiale d’anagrafe, tenuto anche conto degli esiti degli eventuali accertamenti svolti dal comune di provenienza, non invia all’interessato la comunicazione di cui all’articolo 10-bis della legge 7 agosto 1990, n. 241, quanto dichiarato si considera conforme alla situazione di fatto in essere alla data della ricezione della dichiarazione»; mentre il successivo articolo 19 prevede che «l’ufficiale di anagrafe è tenuto a verificare la sussistenza del requisito della dimora abituale di chi richiede l’iscrizione o la mutazione anagrafica. Gli accertamenti devono essere svolti a mezzo degli appartenenti ai corpi di polizia municipale o di altro personale comunale che sia stato formalmente autorizzato»;
l’articolo 5, comma 5-bis, del decreto-legge n. 5 del 9 febbraio 2012, (rubricato «Cambio di residenza in tempo reale») prevede inoltre che «in occasione di consultazioni elettorali o referendarie, qualora l’ufficiale di anagrafe proceda al ripristino della posizione anagrafica precedente ai sensi del comma 5 in tempi non utili ai fini degli adempimenti di cui all’articolo 32, primo comma, numero 4), del testo unico delle leggi per la disciplina dell’elettorato attivo e per la tenuta e la revisione delle liste elettorali, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1967, n. 223, le conseguenti variazioni alle liste elettorali sono apportate non oltre il quindicesimo giorno antecedente la data della votazione»;
come emerso da organi di stampa, ma come anche attestato da diverse segnalazioni pervenute alla titolare del presente atto, sembra essere ormai diffuso il fenomeno del massiccio cambio di residenza, che avviene esclusivamente per ragioni elettorali e per spostare gli equilibri tra le forze politiche in competizione;
il rischio del verificarsi di tali fenomeni è ovviamente più alto (ed è in grado di incidere sul risultato elettorale) nei piccoli comuni dove anche decine di cambi di residenza posso determinare la vittoria di un candidato a scapito degli altri competitor;
come si è visto la nuova disciplina prevista dall’articolo 5 del decreto-legge 9 febbraio 2012 (poi trasfusa nel suddetto articolo 18-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 223 del 1989) ha introdotto il cosiddetto «cambio di residenza in tempo reale» attraverso il quale ai cittadini si permette di ottenere la residenza del comune prescelto entro 45 giorni dalla dichiarazione di trasferimento;
a ridosso di competizioni elettorali si ritiene indispensabile, per il regolare svolgimento delle elezioni e per la correttezza, in generale, delle operazioni elettorali, che – in caso di mutamenti di residenza – sia la tessera elettorale che l’attestato sostitutivo di cui all’articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica n. 299 del 2000 vengano rilasciati da parte del comune di nuova residenza, esclusivamente all’esito degli accertamenti da parte degli appartenenti ai corpi di polizia municipale o di altro personale comunale che sia stato formalmente autorizzato,

impegna il Governo

a valutare, per quanto di competenza, di adottare un’iniziativa, anche legislativa, al fine di consentire, in caso di mutamenti di residenza, il rilascio della tessera elettorale nonché dell’attestato sostitutivo di cui all’articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica n. 299 del 2000, esclusivamente all’esito degli accertamenti da parte degli appartenenti ai corpi di polizia municipale o di altro personale comunale che sia stato formalmente autorizzato.
9/543-A/5. Baldino, Macina, Dieni.

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19 luglio 2018 – Ordine del Giorno 9/00804/038

presentato da Vittoria BALDINO

Giovedì 19 luglio 2018, seduta n. 30

La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame reca misure a favore delle popolazioni colpite dal sisma del centro Italia a far data dal 24 agosto 2016;
l’articolo 50-bis del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229, reca disposizioni concernenti il personale dei Comuni e del Dipartimento della protezione civile;
nello specifico l’articolo, al fine di agevolare la ricostruzione, consente agli Uffici Speciali per la ricostruzione di assumere personale con contratti di lavoro a tempo determinato;
il personale assunto ai sensi del citato articolo 50-bis resta in servizio fino all’anno 2018;
considerato che:
si rende necessario, al fine di consentire la prosecuzione della ricostruzione in corso ed evitare che la carenza di personale possa pregiudicare la conclusione di lavori già in essere,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di adottare disposizioni volte a prorogare anche per l’anno 2019 i contratti del personale assunto per agevolare la ricostruzione.
9/804/38. Baldino, Terzoni, Rachele Silvestri, Berardini, Zennaro, Grippa, Parisse, Cataldi, Maurizio Cattoi, Emiliozzi, Giuliodori, Roberto Rossini, Massimo Enrico Baroni, Bella, Carelli, Cubeddu, Daga, De Toma, Flati, Mariani, Ruocco, Salafia, Francesco Silvestri, Tuzi, Vignaroli, Ciprini, Gallinella, Colletti, Corneli, Del Grosso, Torto, Deiana, D’Ippolito, Federico, Ilaria Fontana, Licatini, Alberto Manca, Nanni, Ricciardi, Rospi, Traversi, Varrica, Vianello, Zolezzi, Gabriele Lorenzoni.

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