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Tirocinanti calabresi, presentata alla Camera proposta di provvedimento amministrativo per stabilizzazione

La lunga e tormentata vertenza dei 7mila tirocinanti calabresi potrebbe giungere, finalmente, alla sua tanto attesa conclusione: è stato presentato, su iniziativa del Segretario-questore Graziano Di Natale, alla Camera dei Deputati, la proposta di Provvedimento amministrativo N.106 per la stabilizzazione degli ex percettori di mobilità in deroga: i tirocinanti calabresi.

Tra i relatori, oltre al vicepresidente della commissione regionale contro la ‘Ndrangheta anche il Capogruppo in Consiglio Regionale di ‘Io Resto in Calabria’, Marcello Anastasi, i redattori della proposta, Ilaria De Pascale, avvocato e vicesindaco del comune di Lago, il funzionario della provincia di Cosenza, M. Antonietta Tricarico; i sindaci dei comuni di Parenti e Santo Stefano di Rogliano, Donatella Deposito e Lucia Nicoletti, che hanno illustrato l’utilizzo e l’importanza dei Tirocinanti nei comuni.

«Questa proposta di Provvedimento amministrativo – ha sottolineato la deputata Flora Frate – è un lavoro prezioso, concreto. Ottimo spunto che sarà al vaglio mio e della commissione lavoro della Camera. Ringrazio l’on. Di Natale per aver portato, finalmente, a Roma qualcosa di utile per aiutare queste persone, letteralmente abbandonate dalla Politica».

Il Consigliere Di Natale, esprimendo moderata soddisfazione al termine della conferenza, ha dichiarato che «La nostra volontà è quella di metter la parola fine ad una vera e propria piaga sociale della nostra Regione. Al netto di qualche polemica, siamo pronti e faremo valere le nostre tesi tra i tavoli romani. Ringrazio l’On. Flora Frate, componente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati con la quale abbiamo avviato un importante confronto. Noi abbiamo fatto il nostro, un atto che sta riscuotendo sempre interesse e consenso».

«Aspettiamo che gli altri, tenuti ad amministrare la nostra Regione – ha concluso Di Natale  illustrino la loro proposta, non trascurando che 7000 calabresi chiedono concretezza». (rrm)