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Simet Bus

Trasporti, l’azienda calabrese Simet Bus riparte con 10 nuove linee in tutta Italia

La Simet Bus, azienda calabrese a lunga percorrenza, riparte, e lo fa con l’attivazione di dieci nuove linee in tutta Italia, ossia Acri, Bisignano, Amendolara, Villa Piana, Policoro, Bergamo e Brescia, Firenze, Pisa e Genova.

Quelle già attive, invece, toccano oltre 70 città, e sono Salerno, Napoli, Roma e tutto il nord d’Italia. E poi ancora Crotone, Cirò Marina, Cariati, Mirto, Rossano Corigliano, Sibari, Spezzano Scalo, Tarsia, Cosenza, San Giovanni in Fiore, Castrovillari, Lauria, Sala Consiliana, Sapri, Policastro, Scario, Roccagloriosa, Palinuro, Vallo della Lucania, Vallo scalo, Agropoli, Capaccio, Eboli, Roma, Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma, Milano, Torino.

L’azienda, tra le altre cose, attraverso un campione di 5.278 clienti coinvolti, ha riscontrato nel tasso di gradimento dei protocolli covid-19 attuati e i servizi resi, un risultato molto positivo per poter guardare con fiducia al prossimo autunno-inverno.

«Il numero dei passeggeri trasportati – ha spiegato Gerardo Smurra, presidente Simet – da giugno a settembre di questo anno è di gran lunga inferiore rispetto al 2019, con una forbice di circa il 60%. Abbiamo subito, come tutti d’altronde, una fortissima battuta d’arresto».

«Le iniziative governative – cha aggiunto il presidente – al momento sono state inferiori alle aspettative e, ad oggi, non si ha un quadro chiaro e delineato a sostegno del comparto al fine di adottare le normali strategie d’impresa. Il tema del distanziamento sociale penalizza fortemente la lunga percorrenza come altri comparti del trasporto, ma tutto ciò non scoraggia la nostra voglia di continuare ad investire nel nostro principale core business».

«Ed Entro brevissimo tempo – ha concluso Daniele Smurra – puntiamo a ripristinare il restante 20% del network, sospeso per la caduta repentina della domanda causa Covid. Il nostro contributo, iniziato oltre 70 anni fa, per garantire quel diritto alla mobilità che da troppo tempo continua ad essere penalizzato dalla carenza di investimenti infrastrutturali nel mezzogiorno». (rrm)