di FRANCO BARTUCCI – Ciò che colpisce del messaggio di Papa Francesco inviato per le manifestazioni celebrative della Cattedrale di Cosenza, la quale il prossimo 25 giugno 2022 sarà elevata al titolo di Basilica Minore, sono le parole usate per sensibilizzare soprattutto i giovani verso la pastorale universitaria guardando alla presenza ed al ruolo dell’Università della Calabria.
«Fiera del tesoro d’arte e di storia che possiede nella sua antica Cattedrale – ha scritto Papa Francesco nel suo messaggio – Cosenza rende grazie a Dio per il bene che dal Tempio si è irradiato nel corso dei secoli e si sente al tempo stesso incoraggiata a rinnovare, a partire dal centro propulsore della vita diocesana, il desiderio della missione e della testimonianza di Gesù all’uomo di oggi, in ogni ambiente in cui vive, con un’attenzione particolare per le periferie esistenziali. In questa prospettiva, auspico che sempre più numerosi giovani si pongono al servizio del Vangelo, per offrire a tanti l’opportunità di scoprire in Cristo le risposte a cui anela il loro cuore. (…) Auspico che la straordinaria sintesi di fede e di vita che traspare dalla storia e dalla bellezza dell’edificio, ravvivi in quanti lo frequentano e lo visitano il desiderio di Dio, il legame con le proprie radici e la coesione tra i membri della comunità. (…) Possiate tutti insieme, Vescovo, sacerdoti, consacrati e fedeli laici, sentirvi incoraggiati nell’impegno di diffondere nella società, con mitezza e audacia, il fermento dell’annuncio evangelico».
«In questa prospettiva, considerato che Cosenza è sede di un importante Ateneo, invito anche a prendere sempre più coscienza del valore della pastorale universitaria e della necessaria alleanza tra evangelizzazione e cultura, affinché da tale sinergia scaturiscano itinerari educativi che favoriscano il bene comune, la promozione della giustizia sociale e della legalità, a dignità della persona umana. Vi accompagni nel cammino la Vergine Maria Assunta in Cielo, a cui è dedicata la Cattedrale. Seguendola fedelmente ed imitandone l’esempio, potrete diventare tessere splendenti del mosaico d’amore del Padre, testimoniando la bellezza di vivere il Vangelo. Con tali sentimenti, imparto la mia Benedizione, a tutti chiedendo di pregare per me».
Un pensiero e un appello di Papa Francesco che ci riporta indietro nel tempo a parole pronunciate dal Papa Giovanni Paolo II in occasione della sua visita pastorale fatta in Calabria ed in particolare nella giornata del 6 ottobre 1984, quando nello stadio San Vito di Cosenza incontrava la cittadinanza e i tanti fedeli provenienti dalle varie parrocchie della diocesi cosentina-bisignanese.
Come Papa Francesco ha rivolto parole importanti alla comunità universitaria dell’Università della Calabria stimolandola a prendere coscienza del valore della pastorale universitaria per creare sinergia nel cercare il bene comune e dare dignità alla persona umana, anche Papa Giovanni Paolo II non fu di meno affidando all’Ateneo un compito importante per la valorizzazione e promozione della società calabrese, come si può riscontrare dalla lettura di quel messaggio pronunciato a viva voce nello stadio: «Cosenza è sempre stata centro di cultura e di pensiero, che ha conosciuto nei secoli esponenti illustri. Oggi questa città ospita l’Università di Calabria, di recente istituzione. Molti giovani della Regione preparano qui il loro futuro, qui si addestrano alla ricerca scientifica, maturano il loro pensiero. Esser sede universitaria è un impegno che valorizza la città, ma è anche una grande responsabilità, poiché richiede da parte di tutte le componenti cittadine attenzione e dedizione per una formazione non solo accademica, ma umana e cristiana di tanti giovani».
«Auspico vivamente che l’Università, fucina del pensiero e dell’uomo, gareggi con le altre istituzioni sorelle per contribuire alla promozione culturale di questa diletta Regione, offrendo un servizio alla scienza degno della Calabria erudita del passato. L’Università di Calabria sia il punto più alto dell’interesse degli amministratori di questo capoluogo, poiché con uno studio serio che avvii ad una professionalità qualificante si crei quella classe dirigente di cui la Calabria ha bisogno per risolvere i suoi problemi. La ricomposizione del tessuto sociale passa attraverso lo studio e l’impegno culturale, volti all’affermazione della dignità della persona umana: la Calabria tutta attende fiduciosa questo contributo di pace e di progresso sociale. Un pensiero infine rivolgo ai cittadini più bisognosi, agli ammalati, ai carcerati, ai piccoli, agli emarginati perché possano trovare sempre in Cristo conforto e speranza; possano essere loro, carichi di sofferenze e di umanità, il ponte per un mondo ed una società più giusta e più buona».
Non si possono ancora oggi dimenticare le parole usate per la benedizione finale: «A tutti imparto la mia Benedizione, invocando dal Signore su questa città e i suoi abitanti prosperità, concordia operosa, pace. Da oggi la Calabria ha un calabrese in più».
Dalla luce di Santità che sprigiona, celebrata e riconosciuta dalla Chiesa, scaturisce oggi per noi tutti un pensiero ed un auspicio di vedere Papa Francesco in Calabria, dopo quelli effettuati da San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Ci sono delle motivazioni molto forti legati agli anniversari ed alla proclamazione dell’anno giubilare, sia per la Basilica minore della chiesa del Santuario di San Francesco di Paola nel suo centesimo anno di riconoscimento, che per la Cattedrale di Cosenza, la quale il prossimo 25 giugno sarà elevata a Basilica minore.
In tutto questo cade pure il 50° anniversario della nascita dell’Università della Calabria verso la quale per una pastorale universitaria da praticare sono stati espressi da Papa Francesco e San Giovanni Paolo II, come sopra riportato, parole e pensieri stimolanti verso un impegno concreto a realizzare, come previsto dalla legge istitutiva, un campus universitario con una comunità residente animata da sentimenti e valori umani edificanti in grado di creare una civiltà dell’amore.
Un progetto che trovò fin dalla sua fase di partenza iniziale una particolare sensibilità ed attenzione da parte di Sua Santità Paolo VI, oggi anch’esso Santo della Chiesa, che nel mese di settembre 1971 invio quale nuovo Arcivescovo della Diocesi di Cosenza, che aveva come sindaco, il dottor Fausto Lio, Monsignor Enea Selis, in quanto presule sensibile con una ricca esperienza in ambito universitario avendo ricoperto l’incarico di Vescovo assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica di Milano e anche assistente spirituale della Fuci e del Movimento dei Laureati di Azione Cattolica. Un mondo da cui usciva anche la figura del primo Rettore dell’Università della Calabria, prof. Beniamino Andreatta, eletto con tale funzione dal corpo accademico nel mese di maggio di quello stesso anno, non trascurando il legame che avevano pure con il Presidente del Consiglio Aldo Moro e con il Ministro della Pubblica Istruzione Riccardo Misasi.
Una presenza quella di Monsignor Enea Selis a Cosenza che si adoperò fin da subito ad attuare quella pastorale universitaria auspicata da Papa Francesco, coinvolgendo docenti, non docenti e studenti a dare vita a tale importante missione fino ad arrivare a creare la Parrocchia universitaria San Paolo Apostolo, fatto unico in Italia, affidata ai Padri Dehoniani; mentre l’Università creava al suo interno il Centro interdipartimentale di Studi Religiosi a tutela e conoscenza dell’universalismo religioso mondiale guardando alle specificità internazionali dell’Ateneo.
Con il 50° anniversario della sua nascita è tempo di trarre un bilancio sulle cose fatte e non fatte, sulle positività e negatività, in modo da prepararsi a vivere un futuro certo di valori che assicurino quel bene comune, la promozione della giustizia sociale e della legalità, a dignità della persona umana, come indicato da Papa Francesco; senza peraltro dimenticare che la ricomposizione del tessuto sociale, come ci ha detto San Giovanni Paolo II, passa attraverso lo studio e l’impegno culturale, volti all’affermazione della dignità della persona umana, e la Calabria tutta attende fiduciosa questo contributo di pace e di progresso sociale.
Un ritorno di Papa Francesco in Calabria, dopo quell’esperienza vissuta sulla Piana di Sibari nel mese di giugno del 2014, avrebbe, per le motivazioni indicati in questo servizio, le ragioni di un viaggio apostolico pieno di sentimenti umani e religiosi di forte impatto sociale e culturale da rinnovare, di cui la comunità del cosentino e calabrese, con riferimenti alle figure della Madonna del Pilerio e di San Francesco di Paola, ne portano devozione e fede eterna, che ha nel valore della “Carità” il “sole” della vita. (fb)