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Nino Spirlì

Tutti contro Augias, Spirlì chiede le scuse del giornalista

Le parole dette dal giornalista Corrado Augias a proposito della Calabria, definendola «una terra perduta» su Rai 3, hanno indignato i calabresi.

Il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, ha chiesto che «Augias trovi, tra le pieghe del suo caos interiore, il tempo e i modi per chiedere scusa alla Calabria e ai calabresi, alla storia, al presente e all’avvenire di una terra che, prima del suo ultimo sproloquio televisivo, non conosceva l’esistenza di questo signore».

«Ho imparato dalla mia Fede – ha detto Spirlì – a essere compassionevole con la gente che soffre, soprattutto di disturbi mentali. Chi offende parte certamente da questa patologia: quando la mente patisce, la lingua aggredisce. Nemmeno Corrado Augias sfugge all’atroce destino di chi subisce gli assalti di un’età che galoppa e di una mente che arranca. Offendere la Calabria e tutti i calabresi, considerandoli irrecuperabili e fuori regola, significa non essere tanto lucidi da poter constatare quanto questa terra sia uguale, nei comportamenti e nei sentimenti, al resto del creato».

Il bene e il male – continua – lottano da quel primo giorno, in ogni angolo dell’universo: a volte vince l’uno, a volte l’altro. Chi perde sempre è la stupidità umana. Che, constato, è ben distribuita, purtroppo, su una buona parte di umanità».

Indignazione è stata espressa anche dalla deputata del Movimento 5 Stelle, Dalila Nesci, che ha dichiarato che «stupisce che Corrado Augias alimenti stereotipi miopi ed ottocenteschi».

«La Calabria è Italia – ha scritto su Facebook la Nesci – gli italiani sono tali anche perché in loro scorre il sangue dei calabresi, oltre che dei veneti, dei siculi, dei longobardi e di mille altri popoli. Esprimere giudizi su un popolo è una deviazione positivista che facilmente conduce a teorie deliranti e alle relative aberranti soluzioni naziste. Quello che c’è da fare, invece, è tutto il contrario: bisogna credere negli essere umani, coltivare il bello che abita in ognuno e di cui i paesaggi mozzafiato della Calabria sono metafora».
«Io credo nei giovani – ha scritto ancora la parlamentare – nelle donne e nelle comunità di calabresi che non si arrendono. Augias non si senta esonerato dalla grande responsabilità che ha – da giornalista, divulgatore ed ex politico – nel difendere le istituzioni democratiche e i valori della nostra Costituzione. Serve l’aiuto di tutti, fuori e dentro i confini della mia amata Regione, per costruire un sistema di legalità e giustizia sociale».
«Chi alimenta stereotipi – ha concluso – è corresponsabile del rallentamento dei processi di sviluppo economico ed emancipazione dalla ‘ngrangheta che sono in atto da tempo, ma forse Augias non se n’è accorto».
Giuseppe Nucera, de La Calabria che vogliamo, ha chiesto alla Rai e al presidente f.f. Spirlì di intervenire.

«L’intervento di Augias – ha dichiarato Nucera – purtroppo non il primo che osserviamo in televisione contro la Calabria da parte di giornalisti e opinionisti, è grave e inaccettabile. Non è possibile vedere, a intervalli regolari, la nostra regione attaccata senza pietà da parte di personaggi che non sanno nulla della nostra realtà e che pontificano in modo gratuito e ignorante sulla Calabria senza probabilmente esserci mai stati».

«La Calabria che vogliamo – ha sottolineato l’ex presidente di Confindustria Reggio Calabria – chiede ufficialmente alla Rai e al presidente f.f. Nino Spirlì di intervenire. La Rai, in quanto emittente pubblica di informazione, non può permettere che venga vilipesa l’immagine di una regione in questo modo e senza che ci sia possibilità di replica. Per questi motivi chiediamo alla Rai di rimediare a quanto accaduto dando spazio e lustro ad uno dei tanti calabresi di successo, cosi che possa replicare al gratuito attacco di Augias e allo stesso tempo raccontare tutte le positività della nostra terra».

«Mi rivolgo inoltre al presidente f.f. della Regione Calabria Nino Spirlì –ha aggiunto Nucera – auspicando ci sia un’azione legale nei confronti di Augias. È chiaro che questo tipo di affermazioni rappresentano un danno d’immagine per la Calabria. La reputazione della nostra regione, cavallo di battaglia del movimento ‘La Calabria che vogliamo’, ne esce inevitabilmente lesa. Per queste ragioni si evidenzia la necessità di procedere con un’azione legale».

«È necessaria, al contempo – ha concluso l’ideatore del movimento ‘La Calabria che vogliamo’ – un’azione di marketing territoriale che coinvolga le più importanti testate giornalistiche e le Tv nazionali, in modo da rappresentare la realtà della Calabria fuori dagli stereotipi e da pregiudizi che caratterizzano in modo negativo il pensiero dominante». 

Il senatore di Forza ItaliaGiuseppe Mangialavori, ha definito le dichiarazioni di Augias inaccettabili.

«Corrado Augias – ha detto Mangialavori – non perde occasione per offendere la Calabria e per distillare i suoi inaccettabili pregiudizi su una regione di sicuro problematica, ma che ha dentro di sé i germi del suo definitivo riscatto, con buona pace di tutti quegli opinionisti di sinistra i quali, troppo spesso, dimenticano di agitare la bandiera del politicamente corretto rivelando la loro reale cifra intellettuale».

«Secondo Augias – ha aggiunto – la Calabria è una “terra perduta e irrecuperabile”. Affermazione che fa il paio con quella resa, sempre da Augias, nel novembre scorso: “La Calabria non è terra normale, è una regione dove la criminalità coincide spesso con la restante società”. Si tratta di dichiarazioni inaccettabili, rispetto alle quali tutti i cittadini calabresi, stanchi di essere i protagonisti di stereotipi mortificanti, pretendono scuse ufficiali da parte di uno tra i massimi esponenti della ormai declinante intellighenzia progressista italiana, spesso rappresentata da ineguagliabili campioni del perbenismo e della doppia morale».

Franco Corbelli, leader del Movimento Diritti Civili,  ha “sfidato” il giornalista scrittore invitandolo «a vedere il video story di Diritti Civili, volto vero di questa nostra regione, ad ascoltare, su Fb e Youtube, il giudizio, su questa “leggenda calabrese”, di un grande uomo di cultura e autorevole personaggio del nostro tempo, come Vittorio Sgarbi, e a vergognarsi e a chiedere scusa ai calabresi, per quelle ingiuste e ignobili parole da lui pronunciate».

«Adesso basta! – ha dichiarato –. Continuare ad offendere, discriminare, umiliare una terra bella, ricca di arte, storia e cultura con tante intelligenze in ogni campo che a fatica cerca di superare vecchi e irrisolti problemi, storici ritardi, che non si arrende, che combatte ogni giorno per l’affermazione della legalità, della solidarietà, della Giustizia sociale, che non è certo solo quella, indirettamente, evocata, con il riferimento che ha fatto, dallo scrittore, che denota una sua palese cultura giustizialista che non gli fa onore, perché dimentica il pilastro di uno Stato di diritto che è la presunzione di innocenza».

«Ma alle offese di Augias alla Calabria – ha aggiunto – rispondo con i numeri impressionanti ed eloquenti di un Movimento, come Diritti Civili, che è sicuramente uno dei motivi di orgoglio di questa nostra regione. Oltre 1300 lettere ricevute in 25 anni, un migliaio i casi umani affrontati e in gran parte risolti. Quasi tutte le regioni italiane coinvolte in qualche battaglia di Diritti Civili. Una cinquantina i Paesi stranieri di ben 4 Continenti (Europa, Africa, Asia e Americhe) che hanno avuto un loro cittadino aiutato con una battaglia di Diritti Civili. Tante di queste battaglie e iniziative umanitarie vengono documentate in questo breve video, pubblicato su Fb».

«Un impegno straordinario, quello di Diritti Civili – ha proseguito Corbelli – che non ha mai usufruito di alcun contributo, né pubblico, né privato! Impegno, battaglie civili e iniziative umanitarie che sono sempre stati solo autofinanziati grazie al mio modesto stipendio di docente, continua Corbelli. Quel video vuole essere anche un messaggio di speranza in un momento particolarmente delicato e drammatico per la Calabria, l’Italia e il mondo, per dire che anche le battaglie più difficili si possono promuovere e vincere anche da una piccola, lontana, purtroppo discriminata regione, come la Calabria e la lunga storia di Diritti Civili lo testimonia, ma serve soprattutto a dimostrare il volto vero di questa regione che grazie alla grande opera umanitaria, il Cimitero internazionale dei Migranti, che stiamo realizzando a Tarsia, è riuscita a interessare il mondo intero e a far arrivare, in questo piccolo paesino del cosentino, giornalisti inviati da lontani Paesi del Pianeta: dal Brasile all’Inghilterra, dalla Francia alla Germania, dalla Svizzera al Qatar. La Calabria è questa, non una terra perduta e irrecuperabile»

«È, la nostra regione, per questa grande opera di civiltà – ha concluso – elogiata dal Vaticano ed apprezzata nel mondo, un motivo di orgoglio per un intero Paese e un esempio per tutti, soprattutto oggi per i giovani e le future generazioni». (rrm)