di EMILIO ERRIGO – Caro Papa Francesco, buongiorno. Sono uno dei tantissimi figli della Madre Terra di Calabria, arruolatosi nel 1977, per servire con disciplina e onore, lo Stato e le sue Istituzioni, (quindi servire la Comunità presente in Italia) nel Corpo della Guardia di Finanza.
Ho rischiato più volte la mia vita in servizio di polizia di sicurezza, e ho visto con i miei occhi rischiare la vita dei miei colleghi di ogni ordine e grado, pur di salvare quella dei migranti in pericolo sul mare. Credo, anche, per questo mio impegno sociale e istituzionale, sono stato insignito della Onorificenza di Commendatore di San Gregorio Magno e Cavaliere di San Silvestro Papa. Le altre ricompense e onorificenze mi sono state conferite nel corso di oltre 40 anni attività di servizio in svolti in Italia e in territorio estero.
Oggi ho sentito il bisogno di scrivere a Lei Santo Padre, la spinta emotiva affonda le radici nella mia origine Meridionale che mi ha consentito di comprendere meglio di altri le sofferenze umane. La Calabria e il profondo Sud Italia, hanno bisogno di una Sua fraterna visita, delle Sue parole, di un segno di conforto e incoraggiamento a non lasciarsi dominare dalla malavita criminale, nella consapevolezza che già in Calabria la “malavita sociale” è una convivenza indistruttibile.
Caro Papa Francesco, venga in Calabria, svegli le coscienze atrofizzate, parli al cuore e alla mente dei politici, agli uomini e donne d’affari e non, ai disoccupati, diversamente abili al lavoro che non c’è, alle Madri che piangono di notte per non farsi scorgere dai figli e dai mariti.
Mi affido a Lei caro e buono Papa Francesco, Lei che rimane l’ultima risorsa umana in cui ancora poter sperare per un presente e futuro migliore e dignitoso per i Giovani Calabresi e le loro disorientate famiglie. (ee)
- Papa Francesco è già stato in Calabria nel 2014, visitando la Diocesi di Cassano allo Ionio
[Emilio Errigo è nato in Calabria, docente universitario e Generale in ausiliaria della Guardia di Finanza]