Medico, matematico e astronomo del XVI secolo, fu il calabrese di Cirò, Luigi Lilio, a ideare il Calendario Gregoriano che, dal 1852 in poi, ha cambiato il modo di scandire i giorni, i mesi e gli anni.
Ed è proprio su Lilio di Cirò che il Circolo Culturale L’Agorà dedica una giornata di studi, in programma questo pomeriggio alle 17.00, nella saletta conferenze della Chiesa di San Giorgio al Corso.
Si parte con i saluti istituzionali di don Nuccio Cannizzaro, parroco della Chiesa di San Giorgio al Corso, e di Francesco Paletta, sindaco di Cirò. Introduce Gianni Aiello, presidente del Circolo Culturale L’Agorà. Relaziona il prof. Duccio Tripodi.
La nascita del Calendario Gregoriano è dovuta a una riforma che Papa Gregorio XIII volle attuare dopo il suo insediamento, con l’obiettivo di mantenere, in tutte le nazioni cristiane, l’armonia nella celebrazione della Pasqua e di tutte le feste mobili che ne discendono.
Da qui, venne istituita una Commissione composta non solo da studiosi italiani, che doveva valutare e approvare un progetto di riforma. La loro attenzione ricadde sul calendario elaborato da Lilio, che permetteva di mantenere l’equinozio di primavera in una data fissa e certa – il 21 marzo – e consentiva, così, di determinare, con precisione, la data della Pasqua.
Il Calendario, introdotto nel 1582 con la bolla papale Inter gravissimas, prende il nome di Papa Gregorio XIII, modificando, così, il Calendario Giuliano, che era basato sul ciclo delle stagioni ed elaborato dall’astronomo egizio Sosigene di Alessandra e promulgato da Giulio Cesare nell’anno 46 a.C. (gsp)
In copertina, La tavola della biccherna, un dipinto – di autore sconosciuto – custodito nell’Archivio di Stato di Firenze, e che “ritrae” Gregorio XIII che presiede la commissione del Calendario.