Una grande folla, commossa, tantissimi amici, conoscenti, semplici citatdini, ha reso l’ultimo omaggio all’attore Giacomo Battaglia, ai funerali che si sono tenuti a Reggio alla Chiesa degli Artisti (San Giorgio al Corso). A portare in spalla il feretro gli amici di una vita, Gigi Miseferi e Peppe Agliano. E poi un lungo corteo che dal foyer del Teatro Francesco Cilea si è portato lungo il Corso Garibaldi fino al tempi della Vittoria, preceduto da don Nuccio Cannizzaro, che ha poi celebrato il rito funebre.
Sul feretro annodate le sciarpe amaranto, a ricordo del suo appassionato attaccamento alla Reggina che i tifosi hanno voluto sottolineare, e, soprattutto, c’erano i fazzoletti dei portatori della Vara della Madonna della Consolazione: Giacomo era molto devoto alla Madonna dell’Eremo e non mancava mai di portare a spalla, insieme con tantissimi fedeli, la sacra Effigie in occasione della processione di settembre.
Giacomo Battaglia aveva momentaneamente vinto la sua battaglia contro un male incurabile allo stomaco, ma a giugno dello scorso anno un ictus lo aveva mandato in coma irreversibile. Sono stati dieci mesi di terribile agonia, senza mai riprendere conoscenza, sempre presente nelle preghiere del suo fraterno partner Gigi Miseferi e nella speranza di un miracoloso risveglio da parte di quanti lo conoscevano e lo apprezzavano. Se n’è andato a 54 anni, lasciando un grande vuoto, ma il suo ricordo resterà vivido. Giacomo era un attore che sapeva far ridere, ma aveva mostrato allo stesso tempo grandi capacità drammatiche a teatro che lo avevano fatto apprezzare ancora di più.
Don Nuccio Cannizzaro ha detto che «questo mondo e questa città hanno bisogno della bellezza e di cercare nuovi orizzonti. L’umanità non potrebbe vivere senza bellezza. L’arte schiude il cuore dell’uomo e lo spinge ad aprirsi verso l’oltre». Poi ha aggiunto che che era il primo funerale di un’artista nella chiesa ad essi dedicata. «Questo funerale – ha detto – dev’essere una celebrazione gioiosa perché l’amico Giacomo ha lasciato molto a questa città con tanti sorrisi. Tanti reggini odiano la propria città: Giacomo era un reggino che amava Reggio. Lo ricorderemo così, con il suo sorriso». (rrc)