Domani a Roma è in programma La via maestra – Insieme per la Costituzione, la manifestazione nazionale di Cgil e da più di cento associazioni, che a loro volta raccolgono tantissime realtà della società civile.
Si sfilerà per le strade della Capitale per il lavoro, contro la precarietà, per il contrasto alla povertà, contro tutte le guerre e per la pace, per l’aumento dei salari e delle pensioni, per la sanità e la scuola pubblica, per la tutela dell’ambiente, per la difesa e l’attuazione della Costituzione contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare.
Previsti due cortei che partiranno alle ore 13.45 da Piazza della Repubblica e da Piazzale dei Partigiani per arrivare a Piazza San Giovanni, dove a partire dalle ore 15.15 inizieranno gli interventi dal palco. Alle ore 17.15 prenderà la parola il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che chiuderà la manifestazione.
«La manifestazione del 7 ottobre è un punto di partenza per le successive mobilitazioni regionale e, quindi, una occasione per rilanciare la “Vertenza Calabria», ha sottolineato il segretario regionale Angelo Sposato, concentrandosi prima di tutto sui temi del Pnrr, dei fondi europei e degli investimenti nel corso dell’assemblea di Cgil Area Vasta Cz, Kr, VV svoltasi nei giorni scorsi.
«Per questo Governo, la Calabria è la Cenerentola d’Italia. Definanziamenti di opere strategiche che erano anche punto della Vertenza Calabria, disimpegni della partecipazione pubblica da investimenti strategici come, ad esempio, la centrale a idrogeno di Rossano, chiusura di 79 autonomie scolastiche dal 2024, situazione sanitaria devastante, Zes unica completamente inutile, a cui possiamo aggiungere la ripresa delle emigrazioni soprattutto dei giovani (la Calabria ne ha perso centomila in dieci anni), lo spopolamento e la denatalità, il sistema della competitività delle imprese a dir poco imbarazzante: il quadro che emerge per la Calabria è da allarme rosso».
«Il nostro Paese – ha spiegato Sposato – è in recessione e la Calabria rischia un declino irreversibile. Porteremo la Vertenza Calabria nelle piazze, saremo a Roma il 7 ottobre forti anche del consenso delle lavoratrici e dei lavoratori che in questi giorni stanno partecipando alle nostre assemblee e votando la piattaforma per dare al nostro Paese un nuovo orizzonte, per mettere al centro il lavoro dignitoso, contro lo sfruttamento e la precarietà, per la salute e sicurezza, per il futuro, per dare all’Italia un nuovo orizzonte ed una nuova via maestra».
Sposato, poi, punta il dito contro la Cnel – Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro: «come volevasi dimostrare, ha archiviato la proposta del salario minimo orario legale».
«L’Italia rimane uno dei pochi paesi europei che non ha questo strumento di civiltà per combattere il lavoro sfruttato – ha continuato –precario, nero. È un atto ostile verso il Sud che perde i suoi giovani che vanno via perchè non trovano occupazione regolare e dignitosa. Il governo non può lavarsene le mani e domani sono rafforzate le motivazioni per scendere in piazza a Roma».
Per Enzo Scalese, segretario generale dell’Area Vasta, «è il momento della battaglia comune e quando più ampia possibile tra associazioni, movimenti, partiti, cittadini che parlano la stessa lingua: quella della rivendicazione dei diritti e dei valori costituzionali, e della lotta alle disuguaglianze sociali. Ripartiamo insieme dal 7 ottobre per rilanciare forte la mobilitazione anche in Calabria».
Alla mobilitazione, inoltre, parteciperà anche il Pd calabrese.
«Dopo le tante iniziative promosse durante le ultime settimane a sostegno della sanità pubblica e universalistica – viene spiegato in una nota – è più che doveroso per il gruppo Pd aderire alla manifestazione di Roma per il prossimo 7 ottobre, dove si sfilerà per le strade della Capitale anche per il lavoro, contro la precarietà e per il contrasto alla povertà».
«Il gruppo del Pd in Consiglio regionale – ha spiegato Mimmo Bevacqua, consigliere regionale e capogruppo del Pd – condivide in pieno le ragioni che portano alla manifestazione di sabato e annuncia la propria adesione e il proprio pieno sostegno. Non possiamo rimanere fermi davanti al disastro nazionale che sta determinando un costante impoverimento e adesso ha preso di mira anche la sanità pubblica. Chiediamo almeno un segnale immediato unendoci alla richiesta di diverse Regioni italiane: il governo trovi subito i 4 miliardi che sono indispensabili per far sopravvivere la sanità pubblica nel nostro Paese». (rrm)