PREVALE IL PARTITO DEGLI ASTENUTI, 44,36% L’AFFLUENZA DEFINITIVA: UN DATO CHE DOVREBBE FAR RIFLETTERE;
Roberto Occhiuto

VITTORIA NETTA, OCCHIUTO OLTRE IL 55%
LA BRUNI SECONDA ENTRERÀ IN CONSIGLIO

di SANTO STRATI – A tarda sera, secondo la migliore tradizione, s’inseguono ancora i voti degli scrutini, anticipati da proiezioni che hanno mostrato la debolezza di questo sistema di rilevazione prima del risultato delle urne. Due dati sono incontrovertibili: il primo riguarda la vittoria netta di Roberto Occhiuto che dovrebbe sfondare il 55% delle preferenze, l’altro l’altissima astensione, pressoché identica a quella delle elezioni del 2020. Quest’ultimo elemento – che sancisce in modo preciso la disaffezione alla politica da parte del popolo (che pure ha mostrato di interessarsi e manifestato in più occasioni la voglia di confronto e di partecipazione) – andrebbe analizzato con molta attenzione da parte di tutti i partiti politici: è evidente che questo modo di fare politica non piace alla gente e il rifiuto di andare alle urne appare ai più l’unico modo (sbagliato) di manifestare il proprio dissenso. In realtà se si considera che sugli aventi diritto al voto vanno calcolati 378.583 calabresi residenti all’estero e circa 350mila tra studenti fuori sede e lavoratori occupati fuori regione, la percentuale di voto schizzerebbe dal 44% ad oltre il 70%. Per evitare in futuro questo equivoco, su cui c’è poco da disquisire, occorrerà che il nuovo Consiglio regionale si attivi per permettere il voto per corrispondenza (che è previsto nelle elezioni politiche) e contestualmente modifichi la legge elettorale prevedendo il voto disgiunto (ovvero la possibilità di votare un candidato presidente e una lista dell’opposizione). In un caso come quello odierno non sappiamo se il voto disgiunto avrebbe portato delle sostanziali variazioni.

Il dato politico è chiaro: i calabresi hanno scelto il centro-destra interrompendo la tradizionale alternanza destra-sinistra che ha caratterizzato le ultime consiliature, ma soprattutto hanno votato un politico di mestiere. Roberto Occhiuto (escludendo dalla valutazione la lunga esperienza di Mario Oliverio) è l’unico vero politico che il centro-destra ha schierato in queste consultazioni elettorali che, si ricordi, hanno impegnato 12 milioni di italiani. Il voto calabrese rappresenta un modello significativo per il laboratorio politico del centro-destra che ha toppato dovunque non abbia schierato una personalità con un indiscutibile pedigree politico. Ha stravinto Berlusconi (Forza Italia, in controtendenza, ha superato il 30 % delle preferenze) mentre Lega e Fratelli d’Italia sono arrivati quasi appaiati alla meta. La domanda se il nuovo presidente Occhiuto rispetterà il ticket imposto da Salvini sulla riconferma di Nino Spirlì alla vicepresidenza, è capziosa e oziosa: in politica – si sa – la parola data vale fino all’esito elettorale, poi si ridiscute e Occhiuto, siamo certi, troverà una via d’uscita onorevole per una riconferma che appare ai più decisamente imbarazzante. Ci attende una consiliatura difficile e piena di impegno: sono graditi capacità e competenza e senza rinfacciare nulla a Spirlì, i calabresi, obiettivamente, mostrano di meritare di più. La squadra Occhiuto ce l’ha già in mente, e se non si farà condizionare dai partiti (e crediamo che da buon politico il nuovo presidente saprà come fare) c’è la seria possibilità che prevalga il merito e la competenza sui meriti di partito e le cambialette elettorali che sono obbligate prima del voto, ma che spesso nessuno poi onora.

La “tenuta” della Bruni intorno al 27% indica che la doppia venuta di Conte in Calabria ha strappato dal baratro i cinquestelle portando ossigeno a un movimento ormai alla canna del gas. Indubbio l’aiuto ricevuto dall’ex premier, senza il quale la ricercatrice di Girifalco non avrebbe schiodato oltre il 20%.

Delusione totale in casa di De Magistris che oltre al danno (non essendo stato candidato anche come consigliere non andrà in Consiglio regionale) si ritrova con la beffa di aver avuto fino all’ultimo l’illusoria speranza di superare il centrosinistra. Il suo errore, probabilmente, è stato quello di inseguire la rabbia ex grillina cogliendo a piene mani consensi un po’ dovunque, ma ha trascurato la parte più consistente degli elettori: quel centro moderato che non si riconosce nella sinistra dem e nell’area di destra. Un errore clamoroso che gli ha tolto un consistente apporto di consensi. La sua campagna e quella dell’avvocata Anna Falcone sono state da manuale, macinando consensi insperati, ma il solo voto di protesta e di indignazione (come è capitato nel 2018 alle politiche con i Cinque Stelle) non funziona nelle elezioni regionali, perché giocano molti altri fattori. Il territorio è variegato, dal punto di vista degli elettori, e richiede un’attenzione che evidentemente è mancata.

La campagna elettorale di Roberto Occhiuto è stata pacata, priva di insulti, quasi al minimo sindacale, giocando tutto sulla fiducia che si può dare al politico consumato che è disposto a giocarsi una rendita di posizione (non dimentichiamoci che era capogruppo di Forza Italia alla Camera con un futuro molto tranquillo e gratificante) per dedicarsi alla sua terra. Ha detto una cosa bella nel suo discorso di ringraziamento: la vittoria non è di oggi, ma sarà quella di quando cominceremo a vedere e mostrare risultati. La Calabria, i calabresi hanno bisogno di vitalità, brillantezza, acume e capacità politica: doti che al nuovo presidente di certo non mancano. Benvenuto a Germaneto, auguri Presidente Occhiuto. (s)