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All'IC celebrata la Giornata dei calzini spaiati

MANDATORICCIO (CS) – All’IC celebrata la Giornata dei calzini spaiati

All’Istituto Comprensivo di Mandatoriccio si è celebrata la Giornata dei calzini spaiati, all’insegna dell’inclusione, dove tutti gli alunni,  ma anche i docenti, hanno indossato simbolicamente calzini spaiati e ne hanno appeso tanti, allegramente colorati, all’ingresso di ogni plesso dell’istituto. 

La dirigente Mirella Pacifico e gli insegnanti hanno sottolineato che «Il Comprensivo Mandatoriccio ha aderito con gioia e consapevolezza, condividendo il messaggio, semplice ma allo stesso tempo fortissimo, come solo la speranza di un mondo senza disuguaglianze può essere: tutti siamo uguali, seppur diversi, e ognuno di noi è unico e speciale». 

 All’iniziativa hanno preso parte attiva tutti i plessi scolastici dislocati nei cinque comuni in cui opera il suddetto Comprensivo, vale a dire, Calopezzati, Campana, Mandatoriccio, Pietrapaola e Scala Coeli. Particolarmente soddisfatta la dirigente Pacifico, sia per il messaggio positivo che è stato lanciato e sia per la partecipazione capillare di docenti e allievi.

«Colori, forme, misure diverse dei calzini appesi per ricordare a tutti – ha affermato – che non importa il colore della pelle, la forma degli occhi o la lingua diversa. Ogni essere umano è uguale agli altri».

Tutto ciò che è diverso nella scuola mandatoriccese è  diventato occasione di confronto, quindi, indirettamente, di crescita in un contesto scolastico che si apre al mondo e si prefigge di formare le donne e gli uomini del domani alla giustizia e all’uguaglianza.

Il consigliere nazionale, nonché referente per la Calabria della Società italiana di Sociologia, Antonio Iapichino, nel commentare l’evento realizzato nella scuola mandatoriccese ha evidenziato che «attraverso un piccolo segnale la possibilità di strutturare un importante e, si auspica anche duraturo, nuovo approccio di tipo sociale. Se per un giorno non teniamo conto del giudizio altrui circa i calzini indossati, perché, invece, ci preoccupiamo di questo pensiero nella quotidianità della vita? Non dobbiamo e non possiamo sentirci diversi. Siamo tutti uguali! Ma uguali nella diversità. D’altronde, siamo essere umani, non siamo computer. Dunque, il bisogno oggettivo di superare le barriere che ci dividono e la necessità di considerare l’altro come riferimento per la nostra vita, all’interno di una comunità sociale a cui ciascun individuo appartiene». 

«I valori della diversità e dell’inclusione e, indirettamente dell’accoglienza, con l’adozione di appositi modelli, in grado di adattarsi in base ai singoli contesti, a prescindere dal proprio credo religioso, politico-partitico, calcistico e quant’altro rappresentano un valore aggiunto. Facendo di queste attitudini un vero e proprio stile di vita – ha concluso il sociologo Iapichino –, miglioreremo gli standard qualitativi della società e implicitamente, anche la qualità della nostra vita». (rcs)