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Col Rotary Club Sette Colli si è parlato di differenze di genere e leadership femminile

COSENZA – Col Rotary Club Sette Colli si è parlato di differenze di genere e leadership femminile

Differenze di genere e leadership femminile è stato il tema dell’incontro, svoltosi nei giorni scorsi, in forma online, e organizzato dal Rptary Club Cosenza Sette Colli.

Una iniziativa organizzata in collaborazione con i RC Catanzaro, Reggio Calabria Est e Polistena, ha visto la presenza di Gianni Policastri, Governatore del Distretto 2102, e di Maria Rita Acciardi, District Trainer e PDG, e la partecipazione di un nutrito pubblico composto anche da diversi soci rotariani. I saluti istituzionali sono stati affidati a Marcella Giulia Lorenzi, Presidente RC Cosenza Sette Colli, a Francesca Ferraro, Presidente RC Catanzaro, Carmen Lucisano, Presidente RC Reggio Calabria Est, Sarilena Stipo, Presidente RC Polistena e Anna Maria Baudille, Presidente Commissione DEI (Diversità, Equità e Inclusione) RC Cosenza Sette Colli. Sono intervenuti anche Simonetta Neri, Presidente RC Reggio Calabria, Francesca Giovinazzi, Presidente RC Santa Severina, Vanna Straface, Presidente RC Cariati e Roberto Santomanco, Presidente Nazionale CIP (Comitato InterPaese Italia – Malta – S.Marino con l’Argentina). Tutti hanno sottolineato l’importanza e l’attualità della tematica oggetto dell’incontro.

Successivamente, l’intervento di Maria Rita Acciardi ha posto l’attenzione sulla realtà presente, attraversata ancora purtroppo da un pesante gap di genere. Di fronte a questa situazione – di cui risente lo stesso Rotary, se si pensa che nei club italiani la leadership femminile è quantificata attorno al 20%, mentre a livello mondiale il dato raggiunge appena il 24% – Maria Rita Acciardi ha ribadito la necessità di una maggiore consapevolezza da parte delle donne stesse, affinché attraverso la volontà crescente di partecipare alla vita sociale si rendano sempre più protagoniste del cambiamento.

La parola è poi passata a Sonia Falcone, Membro Commissione Dei Distretto 2102, la quale ha posto l’attenzione sul perché la diversità, l’equità e l’inclusione siano importanti e perché sia utile parlarne anche all’interno del Rotary, che è luogo di incontro, di confronto e di condivisione di diverse esperienze. Nel suo intervento, Sonia Falcone ha inoltre evidenziato quanto lo stesso Rotary, essendo consapevole dell’importanza della diversità, promuova una cultura inclusiva e agisca per valorizzare il contributo delle persone di ogni ceto sociale a prescindere da fattori quali età, etnia, razza, colore, capacità, religione, stato socioeconomico, cultura, genere, orientamento sessuale e identità di genere.

Cuore dell’incontro è stata la relazione della prof.ssa Giovanna Vingelli, docente di Sociologia presso l’Università della Calabria, dove ricopre anche il ruolo di delegata del Rettore per le Pari Opportunità. Partendo dai primi risultati di una ricerca che sta svolgendo proprio in questi giorni, secondo cui c’è maggiore efficienza ed efficacia in organizzazioni nei cui livelli apicali siano presenti delle diversità, la docente ha sottolineato il fatto che le diversità amplifichino le possibilità di successo perché favoriscono il confronto tra diverse esperienze e consentono a tutte di esprimersi al meglio.

Purtroppo, nell’attuale contesto italiano, nonostante i tanti proclami sul merito, secondo la docente prevalgono ancora una volta dinamiche legate alla cooptazione, in cui chi è al vertice tende a scegliere persone simili a sé. Questo, unito al fatto che i vertici siano detenuti in larga parte da figure maschili, fa sì che gli uomini scelgano altri uomini, e ciò crea una situazione paradossale di staticità e il non ricorrere alla diversità diventa inevitabilmente un ostacolo all’innovazione.

La prof.ssa Vingelli ha sottolineato poi che avere una società che non discrimina è comunque una questione di giustizia e anche di vantaggi economici e sociali: è stato infatti stimato che, con il superamento di alcuni atavici gender gap, il Pil in Italia crescerebbe addirittura del 7%. A proposito poi del concetto di leadership, la docente ha evidenziato quanto all’immagine del leader corrisponda ancora oggi l’idea dell’uomo solo al comando. Nel sollecitare la necessità di una maggiore consapevolezza sull’argomento, la prof.ssa Vingelli ha poi concluso affermando che occorra agire non tanto per aumentare la rappresentanza femminile nelle organizzazioni, ma soprattutto perché sia garantita una maggiore attenzione alle donne, e questo è un approccio che a ben vedere può essere perseguito anche dagli uomini.

Le conclusioni sono state affidate a Gianni Policastri, Governatore del Distretto 2102, il quale ha evidenziato quanto, pur nel gap di genere di cui soffre storicamente il Rotary (basti pensare che la prima presenza rotariana femminile si registrò negli Usa solo all’indomani di una sentenza datata 1987), gli ultimi anni siano stati caratterizzati da una inversione di tendenza, se si considerano le tante donne che hanno conquistato posti di leadership all’interno dei propri club di appartenenza, fino ad arrivare, proprio quest’anno, a una donna (Jennifer E. Jones) alla presidenza del Rotary International.

A ciò si aggiunga un ulteriore elemento di positività declinato in locale: proprio il Distretto 2102, pur presente in un territorio storicamente maschilista come quello del Sud Italia, si pone positivamente all’avanguardia per una quota femminile pari al 27% e per una forte presenza femminile nei ruoli apicali.

Secondo Policastri, la problematica è comunque ancora presente e riguarda in genere tutte le diversità: molto si è fatto, ma tanto c’è ancora da fare. Proprio per questo è stato varato un opportuno Codice Deontologico Dei, finalizzato all’impegno del Rotary su Diversità, Equità e Inclusione, che mira a generare solidarietà e a promuovere ambienti inclusivi e accoglienti. Un segnale importante che manifesta una concreta volontà di attenzione. I lavori si sono così conclusi nella generale soddisfazione di tutti i presenti. (rcs)