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La Compagnia Vercillo onora i festeggiamenti per Maria SS delle Grazie di Lamezia

La Compagnia Vercillo onora i festeggiamenti per Maria SS delle Grazie di Lamezia

La compagnia teatrale “G. Vercillo” ha onorato i festeggiamenti per Maria SS delle Grazie a Lamezia Term, con lo spettacolo E se poi è vero…?, una commedia in due atti liberamente tratta da Peppino De Filippo e la regia di Raffaele Paonessa.

Ed è così che in pochi attimi, le lancette del tempo sono tornate indietro ad un passato di espressioni linguistiche e domestiche della società calabrese degli anni 50/60, con al centro la famiglia e la superstizione.

Un minuzioso lavoro di riscoperta lessicologica accompagnato dalla intramontabile espressività teatrale dei fratelli De Filippo ha consentito alla compagnia lametina, di portare in scena non un mero spettacolo quanto un lavoro culturale che si nutre di tradizione pur usando la moderna comunicazione.

Essere qui, in un cortile parrocchiale – dichiara a fine spettacolo il regista, Raffaele Paonessa – è per noi motivo di grande orgoglio ed emozione rimandandoci proprio a quel cortile, della parrocchia di San Francesco da Paola dove siamo nati e cresciuti alla scuola di padre Vercillo. Poter ritornare in luoghi familiari come questo – continua – non solo ci emoziona ma ci ricorda quanto importante sia oggi la nostra missione, testimoniando se pur con sacrificio, la necessità di condividere e fare squadra in ogni luogo, da una chiesa, su un palco, in una piazza.

E di condivisione ha parlato anche don Domenico Cicione Strangis che nel ringraziare la compagnia, ne ha condiviso con la memoria tempi di vita trascorsi insieme, ed ha acceso i riflettori sulla morale della commedia, quella cioè di essere credenti e non creduloni. Un selfie di attori e compagnia ha spento i riflettori di scena.

Luci di spettacolo che quest’estate si riaccenderanno con intensa frequenza, dato il ricco cartelloni di impegni che vedrà la compagnia Vercillo in giro per tutta la Calabria, provocando con la celebre espressione “non è vero ma ci credo”. (rcz)