di MASSIMO MASTRUZZO – Sarebbero, ma si potrebbe tranquillamente dire sono, 145 i miliardi di euro che, a seguito dall’applicazione degli stessi criteri che la Commissione Europea ha adottato nella ripartizione tra gli Stati membri delle risorse del Recovery Fund :
- popolazione;
- inverso del Pil pro-capite;
- tasso medio di disoccupazione negli ultimi 5 anni;
toccherebbero al Mezzogiorno, ovvero il 70% delle risorse complessive assegnate all’Italia.
E non si tratterebbe certo di un regalo o di chissà quale illuminata scelta di politica economica nazionale, tutt’altro.
Purtroppo è soltanto in virtù delle pessime condizioni economico-sociali del Mezzogiorno che l’Italia ha ricevuto quasi il 30% delle risorse complessive del Next Generation Eu, quindi appare logico, oltre che giusto ed equo, che la maggior parte delle risorse destinate all’Italia vengano destinate a progetti di investimento reali nel Mezzogiorno, al fine di promuovere quella fase di sviluppo che possa portare nel medio termine a colmare quel gap infrastrutturale col resto del Paese che ha portato la disomogeneità territoriale tra il nord e il sud del territorio italiano ai primi posti nella Ue.
Basti pensare alla diversa distribuzione dell’alta velocità sul territorio nazionale, o al mancato potenziamento del sistema portuale calabrese, vedi il potenziale inespresso del porto di Gioia Tauro, per comprendere come le risorse si potrebbero tranquillamente impiegare dove ve n’è più logico bisogno.
Per questo è utile ribadire che è il Mezzogiorno in termini di disoccupazione e di reddito pro-capite (i criteri adottati dalla Commissione Europea per la ripartizione delle risorse) il territorio che tra gli Stati membri è messo peggio su questi indicatori. Non sfruttare questa occasione significa chiaramente il voler mantenere uno status quo che, alla faccia della coesione sociale, prevede di mantenere un Paese duale con una chiara e anticostituzionale suddivisione in un’area, il Nord, economicamente più ricca ed un’altra, il Sud, condannata all’emigrazione. (mm)
[Massimo Mastruzzo è del direttivo nazionale del Movimento Equità Territoriale]