Aveva fatto scalpore il sequestro amministrativo sul lungomare di Bova Marina di ben 814 beni mobili avvenuto l’anno scorso, vicenda che si chiude grazie ad un’ordinanza del sindaco Saverio Zavettieri di confisca e destinazione degli stessi beni. I beni sequestrati (circa 269 ombrelloni, reti ombreggianti, tavolini, panchine, sedie/sdraio in ferro, gazebo e suppellettili di vario tipo che ne impedivano il libero utilizzo) sono stati custoditi all’interno del deposito comunale sito in piazza Vespia nei pressi del lungomare ed affidati in gratuita custodia, senza facoltà d’uso, al custode giudiziario nonché responsabile dell’Ufficio tecnico. Oggi, grazie ad un’azione amministrativa incisiva si ripristina la piena disponibilità dei locali dove era stato collocato il materiale sequestrato ad ignoti, luoghi essenziali per l’attuazione del progetto “Aspromonte in Città” peraltro già finanziato dalla Città metropolitana e in fase esecutiva, atto a promuovere l’accoglienza e lo sviluppo turistico del comprensorio e a riqualificare, rigenerare e ri-organizzare l’arredo urbano e le aree a verde.
«Si chiude a distanza di un anno un’operazione della guardia costiera di Melito Porto Salvo a seguito di un’ordinanza sulla balneazione del sindaco che aveva suscitato clamore anche per le modalità con cui si è svolta colpendo beni mobili di ignoti bagnanti e trascurando beni fissi e più consistenti facilmente individuabili tenendo all’oscuro l’organo amministrativo come fosse compiacente e facendolo apparire responsabile di un’operazione condotta male ed in modo strumentale – afferma il sindaco Zavettieri – Da allora, non è seguito alcunché da parte delle autorità procedenti, neppure l’istanza di convalida del sequestro amministrativo tant’è che il Comune, essendo intervenuta la necessità di avere la disponibilità dei locali interessati dal progetto di riqualificazione finanziato, si è visto costretto a chiedere tramite il proprio avvocato, che tali spazi venissero liberati dagli oggetti posti in custodia».
Si mette fine così, dopo che il soggetto che ha proceduto al sequestro ha declinato ogni e qualsivoglia responsabilità, «con una obligata ordinanza di confisca da parte del sindaco, atto non certo frequente e di ordinaria amministrazione, una vicenda che ha suscitato tanti interrogativi, dando incarico al dirigente responsabile del Settore tecnico di eseguire un’ordinanza destinando i beni confiscati per usi istituzionali o tramite avviso pubblico per fini sociali ed i rimanenti o deteriorati con smaltimento in discarica dando comunicazione alle autorità competenti – conclude il sindaco – Un’azione politica amministrativa mirata alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio pubblico sottratto al degrado ed indirizzato verso obiettivi di crescita civile e sociale con l’utilizzo di tutti gli spazi e delle possibili risorse del mare». (rrc)