;
Il 14 luglio al Museo dei Brettii e degli Enotri la mostra "T(w)o Edge

COSENZA – Il 14 luglio al Museo dei Brettii e degli Enotri la mostra “T(w)o Edge

Il 14 luglio, a Cosenza, al Museo dei Brettii e degli Enotri, alle 18, s’inaugura la mostra T(w)O Edge due bordi_al limite di Angelo Gallo a cura di  Simona Spinella e con i testi critici di Simona Spinella e Giuseppe Capparelli.

La mostra, prima parte di un progetto che toccherà diverse città italiane ed europee, è promossa da A-Head Project  di Angelo Azzurro Onlus ed è un omaggio al curatore di A-Head, Piero Gagliardi

Il progetto si avvale del patrocinio della Città di Cosenza e si inserisce all’interno del Festival  Invasioni 2023 in programma il 13 e 14 luglio.  

«L’installazione T(w)O Edge due bordi_al limite è intimamente congiunta ad una parola, ovvero  dialogo. L’opera nasce da un confronto iniziale tra Angelo Gallo e Piero Gagliardi in relazione al  concetto di riproducibilità e tiratura della grafica d’arte. Nasce così “Studio della scultura dell’ala.  Opera unica di possibile tiratura illimitata».

[…] T(w)O EDGE due bordi_al limite è il frutto di una  serie di dialoghi che si sono fondati sul rispetto reciproco, è uno spazio ospitante di possibilità, è  un insieme di relazioni, in cui il sistema di lettura e di fruizione dell’opera sono dialoganti. Quando  parliamo di “possibilità” e di “relazione” ci rapportiamo alle due opere che compongono  l’installazione con riferimento al concetto di riproducibilità. Difatti all’incisione, può essere concessa  la possibilità di esser opera unica o di avere una tiratura illimitata, mentre l’istallazione opera unica,  si moltiplica grazie all’interazione.

Tra le due opere poste una fronte all’altra, il Cyan Carpet,  determina uno spazio, un luogo, un tratto di possibilità da percorrere; al centro c’è il ruolo del  fruitore che è spinto a confronto con se stesso in due modi completamente diversi. […] La scelta  del titolo T(w)O Edge due bordi_al limite quindi sta nel concetto del doppio che appartiene  all’opera poiché composta da due opere, ma anche nella relazione con il fruitore che sta al centro  nella dimensione biunivoca e genera l’alternanza dell’essere», si legge dal testo critico di Simona Spinella.

«[…] Fra scultura e incisione, atto performativo e installazione ambientale, l’opera T(w)O Edge due  bordi_al limite di Angelo Gallo inalvea e contiene le tensioni dell’artista sulla sua poetica, sul suo  linguaggio, sul suo pensiero – si legge nel testo critico di Capparelli –. L’artista imposta la sua ricerca su un elemento fondante, la  razionalità ammantata da un velo di indeterminatezza. […] Questo intervento artistico è composto  dal dialogo fra una serie di elementi interconnessi fra loro che gestalticamente sono presentati al  pubblico nella loro totalità, strutturata in modo organico, e non considerabili come elementi singoli  e indipendenti».

«Il principio fondamentale della Psicologia della Gestalt o Psicologia della forma – si legge ancora – si  fonda sul concetto che il tutto è superiore alla somma delle singole parti: secondo questa teoria ciò  che percepiamo non è la somma di elementi, ma una sintesi della realtà. […] L’artista ‘sigillando’ la  matrice di rame all’interno di un contenitore dichiara che l’opera è da considerarsi come lavoro  unico e irriproducibile, ma contestualmente consegna nelle mani del suo possessore una  possibilità: rompere il sigillo e aprire l’opera alla serialità, a reiterare l’atto artistico all’infinito». 

  «Questo trasferimento di volontarietà, dall’autore al proprietario dell’opera, è la chiave di lettura di  tutta l’installazione. È l’elemento di incognita, di variabile di indeterminatezza che ci proietta in una  condizione di sospensione, di probabile perdita dell’‘aura’ – continua il testo – per dirla con Benjamin, che ne  determinerà la sua riproducibilità. […] Altra componente significativa dell’installazione è la  progettazione di uno spazio predeterminato entro il quale l’osservatore può muoversi e scegliere  autonomamente dove situarsi. Non è un caso che l’autore collochi all’interno dello spazio  installativo un piedistallo dove l’osservatore può posizionarsi e posare, interagendo e integrandosi  con l’installazione stessa. Lo spazio e il tempo di fruizione così intesi, decretano che l’installazione  ambientale si converta in luogo performativo dove il tempo del pubblico e la sua permanenza  all’interno di esso diventano elementi fondanti. L’osservatore descrive un percorso alternativo, nel  cui interno si percepiscono un senso di attesa e di scoperta, o meglio, di avvento, di qualcosa che  deve ancora accadere»

Il progetto A-Head nasce nel 2017 per volere della famiglia Calapai per la lotta allo stigma dei  disturbi mentali e dalla collaborazione tra l’Associazione Angelo Azzurro Onlus ed artisti e dj di  respiro internazionale: infatti con il progetto A-Head Angelo Azzurro, curato da Piero Gagliardi dal  2017, mira a sviluppare un percorso ermeneutico e conoscitivo delle malattie mentali attraverso  l’arte, sostenendo in maniera attiva l’arte contemporanea e gli artisti che collaborano ai vari  laboratori che da anni l’associazione svolge accanto alle attività di psicoterapia più tradizionali. 

Data la natura benefica del progetto, con A-Head la cultura, nell’accezione più ampia del termine,  diviene un motore generatore di sanità, nella misura in cui i ricavati sono devoluti a favore di  progetti riabilitativi della Onlus Angelo Azzurro, legati alla creatività, intesa come caratteristica  prettamente umana, fondamentale per lo sviluppo di una sana interiorità. Lo scopo globale del  progetto è quello di aiutare i giovani che hanno attraversato un periodo di difficoltà a reintegrarsi a  pieno nella società, attraverso lo sviluppo di nuove capacità lavorative e creative.  (rcs)