Sto allarmismi, bisogna impegnarsi su tutti i fronti. È quanto hanno ribadito i sindaci di Cariati Cataldo Minò, di Crucoli Cataldo Librandi, di Terravecchia Paolo Pignataro e di Scala Coeli Giovanni Matalone che stanno lavorando in squadra per la sicurezza di tutti e sono attenti ed impegnati, insieme a tutte le altre istituzioni sovracomunali competenti, per la soluzione celere ed efficace del problema che riguarda la discarica di Scala Coeli.
«Il nostro mare resta assolutamente balneabile così come hanno confermato le analisi chimiche, fisiche e batteriologiche eseguita dall’Arpacal. Non vi è alcun pericolo per nessuno, così come ribadito attraverso la revoca delle ordinanze sindacali di divieto di balneazione. Non serve quindi alcun allarmismo, ma solo impegno ecologico diffuso, quotidiano e senza sconti per nessuno», hanno detto i primi cittadini dopo il sopralluogo tecnico predisposto ed effettuato dal dipartimento ambiente della Regione Calabria sul sito interessato dall’emergenza in contrada Pipino.
Il sopralluogo è stato coordinato dal direttore generale del dipartimento Salvatore Siviglia insieme al direttore scientifico dell’Arpacal Michelangelo Iannone ed alla presenza dell’amministratore unico della Bieco Srl, società titolare della discarica in questione, Eugenio Pulignano.
In aderenza e sostegno alle verifiche approfondite volute dallo stesso Presidente della Regione Roberto Occhiuto ed a quelle predisposte dall’Arpacal su incarico della Procura dell Repubblica di Catanzaro, i primi cittadini hanno voluto presenziare al sopralluogo regionale per verificare direttamente la corretta prosecuzione del programma di svuotamento del percolato secondo il cronoprogramma stabilito.
La Regione Calabria ha colto l’occasione per ribadire che, ultimata la fase di svuotamento, si procederà alla caratterizzazione ed alla bonifica del sito.
«La vicenda sotto controllo della discarica di Scala Coeli – hanno sottolineato i sindaci di Cariati, Terravecchia, Scala Coeli e Crucoli – non può in ogni caso diventare l’unica questione ambientale oggetto di attenzione pubblica. Serve un monitoraggio territoriale a 360 gradi, così come sta cercando di dimostrare lo stesso presidente Occhiuto».
«È dei giorni scorsi – hanno ricordato – l’ordinanza regionale attraverso la quale i comuni vengono intimati a verificare ed a comunicare la presenza di eventuali bozzi e scarichi abusivi, il funzionamento e l’idoneità delle vasche a tenuta stagna non dotate di autorizzazione allo scarico; nonché di verificare nelle zone servite dalla rete fognaria pubblica l’eventuale presenza di utenze obbligate all’allacciamento e non ancora collegate alla rete così come la corretta gestione di rifiuti speciali quali liquame presso impianto idoneo e dotato delle necessarie autorizzazioni».
«Perché la tutela dell’ambiente – hanno concluso Minò, Librandi, Pignataro e Matalone – è, e deve essere, considerata assunzione di responsabilità collettiva e trasversale ed impegno quotidiano in tutte le direzioni, tanto delle istituzioni regionali, provinciali e comunali quanto delle comunità locali, nella consapevolezza che nessuna distrazione in merito può più essere tollerata perché incompatibile con lo sviluppo ecosostenibile e durevole della nostra regione». (rcs)