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MONASTERACE (RC) – I Trillanti animano la prima giornata del Tarantella Power

La voglia di ballare al ritmo di “pizzichi, mozzichi e tarantelle” scoppia sotto il palco della prima serata di concerti della XIX Edizione del “Tarantella Power”, il festival tematico sulla danza e la musica tradizionale ideato e realizzato dall’Associazione Arpa, che si concluderà sabato 2 settembre a Monasterace (Rc).

La manifestazione si avvale del finanziamento della Regione Calabria (Avviso pubblico per la selezione e il finanziamento di Attività Culturali – Annualità 2022).

Dopo la festa di accoglienza per i corsisti arrivati da tutta Europa per seguire lezioni e laboratori che ha trasformato la jam session con i musicisti irlandesi che animano il progetto “Taranta Celtica”, ieri sera è toccato a I Trillanti riscaldare la piazza del borgo di Monasterace.

I Trillanti sono nati nel 2013 come un gruppo di musicisti ciociari che trovarono punti di condivisione e forza generatrice nella musica di tradizione orale. A contatto sin da subito con i grandi lavori di ricerca sul campo effettuati nel loro paese e su tutta la provincia del frusinate, trovano il modo di restituire al pubblico che li ascolta di volta in volta, la matrice popolare consapevolmente rigenerata.

Hanno tratto ispirazione dai melismi contadini, dalle interminabili orbite segnate da un saltarello messo in atto, ma anche dalla retorica che si cela dietro il discorso di un pastore, per arrangiare e comporre nuove arie e hit che vanno a solidificare la forza identitaria del loro territorio.

Si definiscono con un progetto di ricerca e di recupero valorizzando un patrimonio culturale che induce alla traduzione di fonti da custodire. Mediante la creazione di un sound ed arrangiamenti innovativi per mezzo di strumenti, suoni, e danze del passato varcano i loro confini, scavando a mani nude nella terra dove nascono alberi Cantori che sorreggono gemme (nuove forme musicali) che aprono alla vita. Si parla di un lavoro di importanza primariamente culturale, che dà e riceve in cambio la dignità delle bellezze immateriali coreutiche e musicali del Lazio e dell’Italia centro-meridionale.

Un concerto definito della “Tradizione 2.0” quello andato in scena ieri sera che vuole mantenere inalterate le funzioni primarie della musica popolare: far danzare, raccontare storie, incuriosire, emozionare, condividere. Il viaggio di ricerca dal Centro verso il Sud Italia ci fa incontrare feste a ballo e riti popolari senza eguali, che il gruppo ripropone, a modo suo, nel concerto. Nel sound si captano i luoghi e i paesaggi che richiamano la Ciociaria, terra di origine della band. Un viaggio fatto di storia e attualità̀, raccontati e danzati con l’utilizzo di codici, simboli e strumenti antichi di origine contadina, ma con uno sguardo rivolto alla world music.

In scena Mattia Dell’Uomo: Tamburi e cornice, percussioni, voce; Simone Frezza: Fisarmonica, organetto, voce; Elisabetta Rossi: Voce; Valerio Frezza: Chitarra battente, bouzouki, mandolino; Pierpaolo Rossi: Viola, violino; Alessandro Magnante: Basso. E al tamburello il talentuoso piccolo Gianluca Giacomini, oltre che la ballerina Maria Carmen Di Poce.

E continua il percorso di quanti hanno scelto di calarsi nel meraviglioso mondo di Danza, Organetto, Lira calabrese, Canto tradizionale, chitarra battente: le vie del borgo di Monasterace diventano strade della musica e della danza. Le cantine e le case si aprono al ritmo senza tempo della musica popolare alla riscoperta di radici antiche che si proiettano verso nuove dimensioni di studio e conoscenza.

Da ricordare che quest’anno il Festival di avvale della collaborazione Conservatorio “P. I. Tchaikovsky” di Catanzaro-Nocera Terinese, che ha al suo interno un vivace Dipartimento di Musiche Tradizionali (con corsi di laurea triennali e biennali in fisarmonica diatonica, fisarmonica tradizionale, zampogna, chitarra battente, tamburi a cornice, canto), per cui “Tarantella Power” diventa anche una produzione artistico-didattica.

Le attività comuni, ieri sera, hanno ritagliato un momento molto suggestivo con Andrea e Alessio Bressi, Luigi Lombardo e Giuseppe Gallo, meglio noti come Le Mystere de voix calabres, che hanno dato voce alla Polifonia di Calabria, che nella nostra regione ha antichissime e incredibili testimonianze. Una polifonia di cui in buona parte si è perso l’uso, poiché era legata ad un mondo in cui il canto a più voci serviva per aiutare il lavoro, per stare assieme, per rinsaldare legami di affetto e vicinanza, e che questo straordinario gruppo continua a riscoprire con grande dedizione e talento.

Le Mystere de voix calabres, è un chiarissimo riferimento alle celebri voci bulgare, ancora una volta sulla base di una scommessa o se si preferisce di un progetto: le polifonie calabresi hanno una bellezza, un fascino e una forza espressiva che merita di essere conosciuta, e vissuta in tutto il suo stupore e magia.

Martedì 29 agosto alle 22 in scena i “Phaleg”, con un concerto tutto da ascoltare in cui ancora una volta gli antichi canti ad aria, a disperata, a ricottara si intrecciano con armonie modali, ritmi irregolari e sonorità nuove degli strumenti tradizionali.

Mercoledì 30 agosto, sempre alle 22, toccherà a Davide Ambrogio, cantante e polistrumentista calabrese che affiancato dai suoi due musicisti costruisce intorno alla voce uno spettacolo immersivo attraverso l’utilizzo di lira, chitarra con matite, tamburo a cornice, zumpettana, zampogna e live electronics. Ma la stessa sera, alle 22.45, troveranno spazio anche i “I Scunchiuruti”, una banda proveniente dall’Aspromonte meridionale, dal piccolo villaggio di Cataforio. (rrc)