Un avvicendamento sistematico di proposte sociali, culturali, educative e formative giungono dall’Istituto comprensivo Statale di Crosia Mirto. Tante azioni coinvolgono, oltre alla comunità scolastica, anche quella sociale in cui la scuola, guidata dal dirigente scolastico Rachele Anna Donnici, opera nella quotidianità, appunto Crosia Mirto. L’ultimo evento è stato caratterizzato dalla realizzazione di un presepe vivente, con il gratuito patrocinio del Comune di Crosia. Un lavoro che ha interessato l’intero centro storico della cittadina ionica. Quasi come se l’ambientazione urbanistica, fosse una cornice architettonicamente predisposta alla rappresentazione presepiale della scuola denominata “Le tradizioni come radici del futuro”.
L’idea è giunta dalla stessa dirigente Donnici che, con il pragmatismo che la contraddistingue ha strutturato una macchina organizzatrice di tutto rispetto. Docenti, collaboratori scolastici, genitori, ma soprattutto loro, i veri protagonisti, gli alunni, hanno realizzato un’azione dinamica, ben fatta, capace di attrarre l’attenzione di migliaia di visitatori. Circa duecentocinquanta gli allievi coinvolti fra scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. Oltre cento gli insegnanti che, guidati dalla professoressa Maria Grazia Arcidiacone, hanno ben operato e condotto i propri rispettivi alunni.
Una novità sostanziale è stata caratterizzata dal fatto che quasi tutti i docenti e la stessa dirigente hanno preso parte attiva al presepe, vestendo gli abiti del tempo di Gesù. Un aspetto, quest’ultimo, da non sottovalutare, dalla valenza pedagogica, infatti la partecipazione degli insegnanti fra i figuranti ha avuto un’importanza, pure, educativa per i discenti. Ad arricchire la rappresentazione anche la musica degli “zampognari della Sila”, le note dell’orchestra della stessa scuola organizzatrice e del musicista e artigiano di lira, di Crosia, Giuseppe Chiarelli. Per rendere ancora più suggestiva l’ambientazione, su iniziativa del professore Salvatore Mazzei, al termine, è stata prodotta, con apposito macchinario, la neve artificiale. La mission del lavoro, fra l’altro, è stata la riqualificazione e rivitalizzazione del centro storico cittadino. La gente del luogo si è sentita coinvolta e ha preparato diversi piatti tipici, accogliendo i gentili ospiti giunti per l’occasione a Crosia. Il lavoro realizzato nell’antico borgo ha voluto far rivivere i momenti di un’epoca passata, permeati di semplicità e armonia e vivificati da valori umani e spirituali.
«Il progetto – ha spiegato la dirigente Donnici – ha avuto, tra le diverse valenze, anche quello di orientamento, inteso come sviluppo della creatività, del pensiero divergente, di capacità progettuali, di partecipazione e di sviluppo di competenze trasversali e metacognitive della socializzazione».
L’idea progettuale è nata dal desiderio di vivere momenti di festa, condividendone la preparazione e la realizzazione con tutta le comunità, ma anche il bisogno di scoprire il significato religioso della festa del Natale, creando una pacifica aggregazione e una speranza di buona convivenza. Dunque, fra i docenti del Comprensivo di Crosia si è avvertita la necessità di dare alla parola tradizione un significato non di mero attaccamento al passato o di chiusura a ogni cambiamento, ma, l’atto di affidare agli alunni un patrimonio prezioso della conoscenza e delle tradizioni, perché essi lo arricchiscano e lo affidino a loro volta a coloro che seguiranno. Da qui l’esigenza di educare alla pace, favorire la ricerca personale, offrire momenti di lavoro di gruppo e stimolare scelte di ruoli come consapevolezza del proprio “saper fare”.
Tanti gli apprezzamenti da parte dei numerosi visitatori per un lavoro che ha visto una concreta sinergia fra scuola e famiglie con una partecipazione attiva ed entusiastica degli alunni. Il lavoro realizzato può essere considerato come una vera produzione artistica. Nei vicoli di Crosia è stata strutturata un’ambientazione preparatoria al mistero della Natività. E così, seguendo un percorso in un’ideale viaggio nel tempo e nell’esperienza pedagogica della Bibbia, si è giunti alla Betlemme dell’Anno Zero. I visitatori hanno avuto l’impressione di essere parte attiva di un contesto storico fatto di tradizioni del tempo. Dunque, una vera operazione culturale. (rcs)