Il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo ha evidenziato come nel dibattito sull’autonomia in Consiglio regionale siano emerse «ontraddizioni tutte interne ad una maggioranza nella quale sono in molti a vivere con disagio il processo di approvazione del Disegno di legge Calderoli».
«A cominciare dallo stesso presidente, Roberto Occhiuto, che si è sforzato, in questi mesi – ha detto – di assumere una terza posizione tra chi, come gli alleati del partito di cui è vice coordinatore nazionale, è assolutamente favorevole e chi invece è nettamente contrario. Ma una posizione terza è difficilmente sostenibile in questo caso: l’Autonomia differenziata è un danno, è una legge truffa, è una partita truccata in partenza dalla quale non può derivare nulla di buono per i territori che sono rimasti indietro in questo Paese. E in molti l’hanno ormai capito anche nel centrodestra».
«Qui c’è solo una posizione da sostenere – ha proseguito – quella di netta contrarietà rispetto ad un disegno che cristallizzerà le disuguaglianze tra le regioni ricche e quelle più svantaggiate del Paese. È ovvio che in ballo c’è il sistema istituzionale del Paese e i diritti stessi dei cittadini. Commercio estero, fiscalità sulle attività produttive, sistemi scolastici differenti: sono solo alcune delle 33 funzioni che si pensa di poter assegnare alle Regioni e di finanziarle con i gettiti fiscali che ciascuna di esse produce. Ancora più grave è però pensare di minare alle basi il principio che questa non sia più una Nazione solidale ma bensì un Paese in cui ciascuno utilizza i gettiti fiscali che produce. Rompere l’unità nazionale, in una fase in cui gli Stati nazionali sono minacciati dal capitalismo delle big company, è assolutamente pericoloso e rende ancor più debole lo Stato unitario».
«Quando ci sono gravi emergenze, com’è accaduto con la pandemia – ha ribadito –, lo Stato è più forte se è unito, compatto e solidale. Ho quindi chiesto al presidente Occhiuto di volare alto, di prescindere dall’indirizzo dei partiti nazionali e di difendere gli interessi dei cittadini della nostra regione».
«Interessi che vanno in solo senso: quello di dire “No” alla secessione delle regioni ricche – ha concluso – di dire “No” ad una riforma che porterà a 20 sistemi scolastici, a 20 sistemi sanitari e ad un sistema in cui le Regioni più povere, come la nostra, non potranno competere e soccomberanno». (rrc)