La città di Cassano celebra il 25 aprile, festa della Liberazione. Le celebrazioni sono iniziate ufficialmente alle ore 12 quando è partito un corteo che ha visto presenti il sindaco Gianni Papasso, i rappresentanti delle Forze dell’ordine, i membri della Giunta, il presidente del consiglio comunale Lino Notaristefano (in rappresentanza dell’intero consiglio comunale), l’Associazione nazionale partigiani (per tramite dell’Anpi sezione Castriota-Magnelli di Castrovillari con Francesco Crescente) e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali (tra cui la Cgil di Michele Tempo) al termine del quale proprio il sindaco Papasso ha deposto una corona d’alloro ai piedi del Monumento dei caduti, la Stele dell’Immacolata ubicata in adiacenza del Palazzo di Città. Erano presenti anche i massimi rappresentanti delle forze dell’ordine: il Commissario capo della Polizia di Castrovillari Gaetano Tedeschi, il Capitano dei Carabinieri della Compagnia di Cassano Michele Ornelli, il Colonnello del Gruppo della Guardia di Finanza di Sibari Giuseppe Maniglio e l’Architetto Anna Aiello, comandante della Polizia locale cassanese oltre a tanti cittadini e persone intervenute per ricordare la giornata del 25 aprile.
Nel breve momento di riflessione che si è tenuto alla fine della cerimonia sia Papasso, sia le altre persone intervenute (Francesco Crescente di Anpi e Michele Tempo della Cgil) hanno ricordato il grande lavoro fatto e il sacrificio dei partigiani per liberare l’Italia dal Fascismo e per far sì che oggi ognuno si senta libero di esprimere le proprie idee. Ma l’occasione, soprattutto, ha rappresentato anche per parlare di voglia di liberazione della comunità dal giogo del malaffare e delle ’ndrine.
«Ho ringraziato i presenti – ha ricordato il sindaco Papasso – e ho ricordato come è grazie a donne e uomini che liberarono il nostro Paese dal Fascismo e dall’occupazione nazista che oggi possiamo essere liberi di scegliere e partecipare alla vita democratica. Ed è su questa scia che oggi ringrazio le forze dell’ordine e la magistratura affinché ci sia anche un 25 Aprile di liberazione di questo territorio, di Cassano e dell’intera Sibaritide dalla cappa mafiosa che lo opprime. Dobbiamo essere tutti uniti in questa battaglia fondamentale per il nostro futuro».
Papasso ha ricordato che, proprio in settimana anche in consiglio comunale, s’era dibattuto molto sulla questione dell’ordine pubblico e della cappa del malaffare che aleggia sulla città impoverendo un territorio già in difficoltà.
«Una cappa – ha insistito il primo cittadino – da eliminare perché più sta sulle nostre spalle più lo soffocherà e impoverirà sempre di più. Va ribadito, però, che la stragrande maggioranza dei cittadini di Cassano è composta di persone perbene, oneste e laboriose e che soprattutto sono vittime della situazione. La verità è questa non è qualcosa che vado dicendo per sottacere la presenza della ‘ndrangheta c’è ed anche è molto forte».
Il sindaco ha ricordato la storia recente delle intimidazioni a Marina e ai Laghi di Sibari partendo con l’incendio della casa del papà del giornalista Domenico Marino, un altro paio di villette, qualche auto e ora dei locali (uno ai Laghi lo scorso anno e due a Marina nel giro di un mese).
«Ma Marina – ha ricordato ancora – è anche il luogo dove a luglio 2023 vengono bruciati 20 ettari (precisamente circa 195mila metri quadrati) di pineta di macchia mediterranea in area Sic: parliamo di attentati veri e propri alla comunità perché a perderci, con questi episodi di varia natura, sono il cittadino e la comunità».
Il lavoro incessante delle forze dell’ordine e della magistratura per garantire l’ordine pubblico e la sicurezza c’è ed è sotto gli occhi di tutti. Il problema è che in questi territori c’è bisogno di altri processi di sviluppo socio-economico per creare lavoro e ricchezza perché il malaffare alberga dove c’è povertà e manca il lavoro. Da qui nasce poi anche il grande spopolamento di cui tanto si parla che non è da addebitarsi ai sindaci e agli amministratori locali.
«Noi siamo senza ombra di dubbio dalla parte della legalità – ha detto in chiusura Papasso – e anche tutte le le azioni messe in campo in questi anni ne sono la dimostrazione: in ultimo lo sgombero completato in questi giorni dei locali dell’ex chiesa di Santo Eusebio di Sibari e l’avvio dei lavori che trasformeranno Due palazzine confiscate all’ex boss Giuseppe Cirillo in alloggi di edilizia popolare da destinare a famiglie bisognose ne sono l’esempio più lampante».
Papasso ha anche riferito che, dopo aver sentito anche alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine, ha avanzato la richiesta dell’istituzione di un posto fisso di Polizia a Marina di Sibari.
«Tutto questo – ha detto ancora – mentre continuiamo con grande impegno a lavorare per reperire i fondi per il rifacimento della condotta idrica, fognaria e delle acque bianche che permetterebbe di avere l’acqua potabile anche nelle case a Marina di Sibari. Crediamo che questa situazione non crei disagio solo alle politiche turistiche del Comune di Cassano ma quelle dell’intera regione. Ancora una volta abbiamo registrato in tal senso l’interesse positivo del presidente Roberto Occhiuto senza tenere in considerazione coloro i quali scrivono per dispetto è il modo strumentale nonostante sappiano benissimo che le casse del nostro Comune non sono in condizioni e non possono esserlo in generale di destinare 10 milioni di euro per rifare i sotto servizi a Marina di Sibari».
Infine, un appello: «Lavoriamo tutti insieme al ripristino della legalità e invito tutti su certi temi a evitare strumentalizzazioni e chiedo, ancora una volta, di collaborare con gli inquirenti, le forze dell’ordine e le istituzioni chiunque sappia qualcosa. Le coscienze libere, i partiti, la politica in generale e chi ha un ruolo nella società cassanese deve ribellarsi perché non possiamo tollerare più cose del genere perché ci va di mezzo l’immagine e la dignità del nostro territorio e della nostra comunità anche se sono fatti al singolo cittadino. Bisogna fare in modo che le forze dell’ordine vengano istradate verso la ricerca della verità per assicurare i responsabili di questi atti alla giustizia. Per quanto ci riguarda noi continueremo a fare il nostro lavoro e saremo sempre dalla parte dello Stato». (rcs)