È in corso, al Parco Archeologico di Sibari, Sybaritik@, il workshop internazionale sulle ricerche archeologiche in corso nella Sibarite organizzate dai Parchi archeologici di Crotone e Sibari, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Cosenza.
Le due giornate di studio costituiscono un’importante occasione di aggiornamento e condivisione dei dati emersi nel corso dei lavori di revisione e di indagine archeologica condotti negli anni più recenti nel territorio della Sibaritide da prestigiosi istituti di ricerca italiani ed internazionali.
Con il workshop Sybaritik@ si vuole tornare a parlare delle radici storiche della Sibaritide con un approccio trasversale e interdisciplinare, che intende mettere in evidenza i passi in avanti fatti dall’archeologia nella conoscenza delle dinamiche insediative, economiche, sociali e culturali. E con esso si vuole favorire, allo stesso tempo, la convergenza di temi e contenuti che attraversano le sale dei due principali musei del territorio – quello di Sibari e quello di Amendolara – e che grazie a due progetti di riallestimento appena avviati potranno a breve rappresentare i luoghi di narrazione per eccellenza di questa terra, dove tutti potranno incontrare e conoscere la storia della Sibaritide dalla preistoria fino a oggi.
«Sybaritik@ – ha spiegato il Direttore dei Parchi Archeologici di Crotone e Sibari, Filippo Demma – è un workshop che vede per la prima volta negli ultimi anni la presenza nella stessa sala di tutti i gruppi di ricerca che svolgono scavi e attività di ricerca in Sibaritide e che stiano producendo risultati inediti. Sarà quindi l’occasione per presentare questi dati inediti raccolti negli ultimi anni grazie alla loro attività. Lo facciamo ora per diversi motivi, senz’altro perché adesso il gruppo dei Parchi archeologici di Crotone e Sibari che lavora su temi sibariti ha terminato la ricognizione dei materiali, dei temi e dei problemi principali che il museo e le sue pertinenze pongono».
«La sistemazione dei magazzini – ha aggiunto –la messa a regime delle manutenzioni (sempre col beneficio d’inventario, essendo la situazione del nostro Parco particolarmente complessa), l’avvio della digitalizzazione del patrimonio e dei progetti di manutenzione e restauro del costruito archeologico e dei reperti mobili. Lo facciamo perché sono oramai anni che i colleghi delle missioni archeologiche della Sibaritide frequentano il nostro museo, i nostri depositi ed i nostri laboratori, condividono con noi il lavoro sui materiali, ed è arrivato il momento di sintetizzare e mettere a frutto gli scambi avvenuti fin qui».
«Lo facciamo soprattutto – ha concluso – perché sta per partire la progettazione del nuovo allestimento dei Musei Sibariti, e prima di procedere è opportuno condividere con chi lavora su questo territorio materiali, temi, problemi e conoscenze, ascoltarne le idee e le opinioni. Perché i nuovi musei possano fornire un quadro il più possibile completo alle persone che frequenteranno Sibari». (rcs)