di SANTO GIOFFRÈ – Due anni fa il Tribunale di Reggio Calabria emetteva la Sentenza Ficher. Imputato per truffa assieme ad altri 11, il Tribunale mi assolveva per non aver commesso il fatto.
Ero stato tirato dentro quel processo, nella mia veste di Commissario Straordinario dell’Asp di Reggio Calabria, carica ricoperta dal 31/3 al 4/9 2015.
Nelle motivazioni dell’assoluzione, la Presidente del Tribunale scriveva che io, nelle mie azioni da Commissario, avevo salvaguardato e difeso l’Asp di Reggio Calalabria, lacerata da 15 anni di furti, “con Diligenza”, facendo tutto quello che il mio ruolo istituzionale richiedeva. Ero stato tirato dentro quel processo dopo che, in seguito alle mie denunce di furti milionari (Villa Aurora e multinazionali dei farmaco, vendita di crediti e doppi pagamenti), avevo scoperto l’intreccio, protetto, che teneva uniti poteri forti, compresi apparati para-istituzionali, giornalisti corrotti e corruttori, pseudo sindacalisti, parlamentari, potenti colletti bianchi, multinazionali che, per anni, avevano saccheggiato i soldi della gente, sottraendo, senza trovare mai opposizione, centinaia e centinaia di milioni di euro all’Asp.
Non entrai subito in quell’inchiesta, partita nel 2019. Fu un disonesto e viscido, probabilmente protetto da chi di dovere che mi tirò dentro con false dichiarazioni, sapendo benissimo, lui e gli altri, che io non c’entravo nulla. Quella fu la loro vendetta perché, quando io arrivai a gestire l’Asp, capii subito chi erano, sottoponendo a indagine il loro operato, soprattutto in relazione agli extra-baget e pagamenti, impedendogli, così, di fare altri disastri.
Non solo; anche dopo la mia brutale cacciata, caso unico in Italia, continuai a parlare e denunciare i furti attraverso tutti i mezzi e in tutti i modi. Dopo di me, la normalizzazione. Mi pento, grandemente mi pento di aver servito lo Stato!
Maledetto il momento che, chiamato e pregato di dare l’ultimo contributo alla mia Terra, dopo che per 9 anni avevo servito la Provincia di Reggio come assessore alla Cultura, ho accettato la carica di Commissario Straordinario dell’Asp di Reggio, non sapendo in quale inferno sarei precipitato.
Hanno sequestrato la mia vita per 3 anni, tra indagato e processo, quando sarebbe bastato fare una semplice verifica delle false dichiarazioni del collaborante o leggere, attentamente, un verbale.
Ora, lì, comandano gli stessi che hanno creato quei disastri. Disastri che tengono la Calabria dentro il baratro del Piano di Rientro.
Piano che serve per continuare a rubare, e a me avete rovinato la vita. Auguri per il compleanno. Qui c’è la triste realtà di una Calabria perduta. (sg)