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La prima Italia

La sfida intrigante di Squillace: nasce il Centro Studi e Ricerche sulla prima Italia

di FRANCO CACCIA – Parte da Squillace, città della Calabria dal grande passato e ricca di attrattive storiche ed ambientali, una nuova avventura ma anche una sfida intrigante per il futuro.  Con delibera di giunta comunale n. 26 del 14 aprile 2021, la locale amministrazione comunale ha inteso istituire il Centro Studi e Ricerche sulla prima Italia.  

Una scelta che ha uno scopo chiaro: puntare alla valorizzazione culturale e turistica del territorio attraverso la conoscenza e la valorizzazione dell’identità. Il concetto di conoscenza-cultura, a cui fanno riferimento gli amministratori della città di Cassiodoro, tende a superare lo stereotipo di bene riservato a pochi eletti che si trasmette esclusivamente attraverso modalità tradizionali.  La cultura può diventare in questo territorio un collante in cui valori del passato e obiettivi condivisi per il futuro si possono saldare per dare vita ad piano di azioni che, in modo originale e creativo e coinvolgente, possono generare nuove opportunità per l’intero e vasto comprensorio della Calabria. 

Un primato storico da valorizzare 

Non tutti, anche fra i calabresi, sono a conoscenza di una verità incontrovertibile: il nome Italia è nato proprio in Calabria. Esattamente nel punto più stretto dello stivale, nel territorio compreso tra il golfo si Squillace ed il golfo di Lamezia Terme. L’origine di tale denominazione porta al re Italo ed alla sua permanenza nel territorio dell’istmo. 

Antioco di Siracusa (circa 450 a. C.) chiamò la Prima Italia, il nucleo originario di popolazione enotria, diventata italica per opera proprio del re Italo. Quel popolo, già millenni prima della colonizzazione, aveva scelto di vivere in questo territorio, in quanto area privilegiata al punto che era possibile la fruttificazione durante tutti i mesi dell’anno. Questo raro favore della natura plasmò il popolo degli Itali, che vivevano in libertà e in pace, in amicizia, comunità di vita e di beni, dediti sostanzialmente all’agricoltura. Era un popolo diverso dagli altri, perché osservava regole etiche sconosciute agli stessi Greci. Questi, dopo la fondazione delle loro colonie nella Calabria jonica, presero in moglie donne italiche, le quali influenzarono lo stile di vita dei loro figli, gli Italioti, avuti dai coloni. In seguito, Pitagora comprese la grandezza dell’etica italica e la elevò a valore matematico universale: prende origine da qui la Magna Grecia. L’istituzione del Centro Studi e Ricerche sulla prima Italia punta a colmare un vuoto di cui gli storici di professione, anche quelli di altissimo livello, non si sono accorti. Finora nessuno, ad esempio, ha spiegato in modo convincente come il lembo di terra chiamato Italia si sia espanso dall’istmo fino a comprendere tutta la penisola. In realtà, il motore di espansione dell’Italia fu il pitagorismo, perché esso aveva inserito nella sua dottrina i valori dell’etica italica, riconosciuta come superiore anche dagli stessi Romani. Per questo motivo essi diedero alla loro penisola il nome di Italia. La riscoperta della Prima Italia, tra le diverse ricadute, potrebbe aprire la strada all’archeologia emozionale che esplora l’anima dei popoli del passato, i valori utilizzati per costruire efficaci forme di collaborazione nella comunità, mentre l’archeologia tradizionale, come noto, tende a privilegiare la classificazione di pietre, vasi, monete e date. 

Radici e ali 

Tutti, prima o poi, come singoli o come comunità, siamo portati a ricercare risposte alle domande di senso, con cui scoprire  chi siamo, qual è la nostra identità e  le nostre origini. Nel caso della Prima Italia, la ricerca stimola ad approfondire vari aspetti che caratterizzano un territorio e lo hanno reso unico. Ad esempio geologia, climatologia, agricoltura, botanica, zoologia, possono aiutare non solo a valorizzare l’unicità delle produzioni agricole ed artigianali, alcune già divenute eccellenze apprezzate in tutto il mondo. Appare interessante approfondire, infatti,  l’influenza della natura nella formazione delle regole etiche che si sono sviluppate tra i suoi abitanti.  Al contrario di altri contesti, nella ricerca delle radici italiche è difficile imbattersi in personaggi famosi per conquiste o imprese militari. Ciò che ha contraddistinto questo popolo è stata la sua umanità la tendenza a vivere in armonia. Alla luce dei danni prodotti da altri modelli di vita e di lavoro, fortemente competitivi, l’etica italica può rappresentare un modello da valorizzare ed esportare e con cui cercare di recuperare i valori fondamentali degli esseri umani e contribuire alla felicità delle persone. Del resto in un futuro, che tutti vorremmo migliore del presente, si avverte il forte bisogno di un nuovo paradigma con cui costruire nuovi modi di vivere, attraverso l’affermazione e l’uso di nuovi valori con cui relazionarsi all’interno dei luoghi di vita.  Questi mesi di emergenza Covid ne sono una tangibile dimostrazione, abbiamo urgenza di investire nel senso di appartenenza e nel ruolo delle comunità locali ed in scambi relazionali ed intergenerazionali ad alto valore aggiunto.  Non si tratta però di aumentare ciò che c’era prima ma di costruire qualcosa che abbia qualcosa di nuovo e di diverso

In mano ad esperti

La vita insegna che le cose migliori nascono dalla passione.  Il neo Centro Studi e Ricerche sulla prima Italia, voluto dall’amministrazione comunale di Squillace, non poteva fare scelta migliore.  Per avviare il lavoro del centro, che avrà la sua sede iniziale presso il Palazzo della Casa delle Culture, sono stati infatti individuati personaggi di elevato spessore. 

La carica di presidente onorario è stata assegnata al prof. Armin Wolf, docente presso l’università tedesca di Heilderberg, con al suo attivo vari studi e libri sulla Calabria e, per alcuni mesi dell’anno risiede presso la sua abitazione sita nelle immediate vicinanze del Castello normanno di Squillace.

Il ruolo di direttore scientifico sarà invece ricoperto dal dott. Salvatore Mongiardo, filosofo e scolarca della nuova Scuola Pitagorica di Crotone, già autore di diverse pubblicazioni sulla storia del comprensorio ed apprezzato manager del settore turistico. È opportuno precisare che la collaborazione del prof. Wolf e del dott. Mongiardo sarà svolta in forma volontaria e gratuita. Altra figura di riferimento per lo sviluppo delle iniziative del centro studi è il presidente dell’Università delle Generazioni, Domenico Lanciano, appassionato studioso di storia della Calabria ed in particolare dei borghi della regione, già ideatore di una pluralità di eventi di carattere culturale e di promozione territoriale.  

Un cammino avviato 

Una prima iniziativa di costruzione dell’identità del territorio della Prima Italia è stata già, felicemente, realizzata.  Dal 4 al 6 settembre 2020, con il supporto tecnico dell’Uisp, su iniziativa del dott. Salvatore Mongiardo, si è tenuta la prima edizione del Cammino della Prima Italia con partenza da Squillace ed arrivo al mare tirreno, nel territorio del comune di Curinga, con immancabile sosta di fronte al monumentale platano. Nonostante il carattere sperimentale, sono state tantissime le richieste di partecipazione. Nel rispetto delle limitazioni imposte dal covid si è dovuto limitare la partecipazione a circa 60 volontari del cammino.  Un successo che mostra il forte interesse verso la scoperta dei luoghi in cui oltre alle bellezze ambientali si possa avere modo di gustare cibi sani e, soprattutto, buona ed allegra compagnia.  Una dimostrazione, altresì, di come la cultura e l’identità dei luoghi possa raggiungere risultati insperati quando utilizza forme creative e partecipate con cui comunicare e coinvolgere cittadini ed amministrazioni. (fca)