Dopo due anni, dal 10 luglio al 22 agosto torna al Complesso Monumentale del San Giovanni di Catanzaro Graecalis, la rassegna di teatro classico giunta all’11esima edizione dell’Associazione Graecalis.
La rassegna, nata da un’idea di Luigi La Rosa, ha animato per anni l’estate catanzarese e, dopo anni «trascorsi a Vibo e nel resto della Calabria», ha spiegato La Rosa «torniamo a Catanzaro, dove tutto ha avuto inizio, ma con una nuova veste associativa che ci consente di realizzare in pieno le finalità di divulgazione e promozione della cultura teatrale, cosa che ha da sempre mosso i membri che compongono Graecalis».
«Siamo orgogliosi di poter salutare l’avvio di un nuovo ciclo per Graecalis, uno degli eventi di maggior pregio che la città ha visto nascere e crescere e che si rilancia sotto la sapiente guida del presidente Luigi La Rosa», ha sottolineato l’assessora alla Cultura, Donatella Monteverdi.
«Questa amministrazione comunale condivide la stessa mission improntata alla divulgazione e alla promozione della cultura, in tutte le sue forme – ha concluso – e, perciò, si è lavorato in questi mesi con l’organizzazione per creare le giuste condizioni per un nuovo start a Catanzaro».
Oltre alla partnership col Comune di Catanzaro, c’è una grande novità: la trasformazione di Graecalis, da rassegna stagionale, ad Associazione attiva nel Terzo Settore e nella Promozione sociale.
«Abbiamo fortemente voluto questa trasformazione associativa, perché lo scopo del nostro sodalizio è stato da sempre quello di promuovere i valori e la Bellezza della cultura classica ad un pubblico sempre più ampio, poiché crediamo fortemente nella finalità educativa e civile del Teatro e dell’Arte», hanno detto i componenti dell’Associazione, guidata da La Rosa, nelle vesti anche di curatore letterario e la cui direzione artistica è affidata a Salvatore Venuto, le cui capacità artistiche sono ampiamente note e apprezzate dal pubblico.
Il 17 luglio appuntamento con la lirica e la poesia di “Casta Diva – La vita di Maria, il mito della Callas“, produzione originale Graecalis. Uno struggente viaggio di parole e musica incentrato sulla vita del grande soprano, la cui figura si sdoppierà in scena così come nel titolo: da una parte Maria, donna dalle forti passioni e dai grandi dolori, interpretato da Mariarita Albanese; dall’altra, la Diva Callas, che rivivrà sulla scena con incantevoli innesti delle più celebri arie del belcanto , ad opera del soprano Barbara Luccini.
Il 25 luglio il recital Il canto della Dea: si ritorna alla tragedia greca ma, anche in questo caso, con un taglio specifico ed estremamente attuale. Saranno le donne che hanno reso il Mito immortale ad alternarsi sulla scena per parlare agli spettatori delle loro passioni, delle loro paure e dei loro valori, così simili e quasi sovrapponibili a quelli della donna di oggi. Da Medea ad Antigone, passando per una serie di figure delle altre opere tragiche, si scoprirà la disarmante attualità della tragedia greca.
L’8 agosto, “Con gli occhi di Ulisse”, un recital poetico sulla figura dell’eroe più controverso della mitologia greca: odiato dagli altri e alle volte anche da sé stesso, scaltro, spregiudicato e affamato di sapere, Ulisse affascina e intimorisce, conquista e si lascia vincere dagli eventi. Tra Odissea, Dante, Tennyson e Guccini, gli attori di Graecalis faranno rivivere il mito di Ulisse, le sue avventure e i mille giochi di luce e di ombre che rendono Ulisse “la mente colorata” della classicità.
Il 21 agosto, gran finale con “Quel che non fu fatto, lo sognai”, lo spettacolo poetico incentrato su Gabriele D’Annunzio e produzione originale di Graecalis. È lo stesso La Rosa a spiegare la scelta di un’opera che non ha apparentemente nulla a che vedere con il mondo classico: «In D’Annunzio è presente un fortissimo retaggio del mondo classico: maestro del verso, sapiente compositore di armonie verbali, D’Annunzio incarna il poeta contemporaneo che rievoca la grandezza e le atmosfere della poesia classica greca e latina, oltre ad abbinare una decisa componente drammatica sia del suo vissuto come personaggio che delle sue opere».
Sulla scena, Salvatore Venuto darà vita, corpo e voce al Vate in un percorso rievocativo di fantasmi di passioni e sogni incantevoli che si trasformeranno nelle sue poesie più celebri e struggenti. (rcz)