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A Palmi conclusa la due giorni di danza promossa dall'Associazione Amici della Musica

A Palmi conclusa la due giorni di danza promossa dall’Associazione Amici della Musica

Si è conclusa, con successo, la due giorni di danza andata in scena al Teatro Manfroce di Palmi, per la rassegna Synergia 48 dell’Associazione culturale Nicola Antonio Manfroce di Palmi, presieduta da Antonio Gargano e finanziata con l’avviso pubblico Promozione Eventi Culturali 2022 della Regione Calabria, in collaborazione con Ama Calabria.

Giulietta e Romeo nell’originale rivisitazione del coreografo Fabrizio Monteverde sulle sapienti note di Sergei Prokofiev, a cura del Balletto di Roma. Giulietta e Romeo, piuttosto che il tradizionale Romeo e Giulietta: già il titolo rivela quanto l’intramontabile tragedia, vergata su carta da William Shakespeare, sia da sempre incentrata sui personaggi femminili. Un tratto distintivo che non altera ma esalta la drammaturgia originale ispirata all’odio tra le famiglie dei Montecchi e dei Capuleti. Il balletto, applaudito dalla platea da sold out del teatro Manfroce di Palmi, ha visto sul palco nel ruolo di Giulietta Carola Puddu, nel 2021 nella classe di Amici di Maria De Filippi, accanto a Paolo Barbonaglia nel ruolo di Romeo. Lo spettacolo ha chiuso la due giorni di danza apertasi con la Vivaldiana della compagnia Spellbound contemporary ballet.

Una rilettura del classico shakespeariano che continua ad appassionate e ad emozionare.

«Lo spettacolo viaggia ormai da oltre trent’anni  – racconta Azzurra Schena, prima ballerina del Balletto di Roma e da anni assistente alle coreografie e maître de ballet della Compagnia – proponendo la trasposizione in danza della tragedia shakespeariana a cura di Fabrizio Monteverde che resta ancora innovativa e originale. L’esordio nel 1989 con il Balletto di Toscana e poi l’approdo al balletto di Roma dove è stato allestito per la prima nel 2002. Adesso in tour nei teatri italiani il nuovo allestimento del 2019».

«Resta ancora assolutamente originale – ha aggiunto – la lettura di Fabrizio Monteverde che già dal ribaltamento del titolo “Giulietta e Romeo” segna il tratto femminile come dominante nella storia. Non solo Giulietta ma anche la madre fiera e austera, la fedele nutrice e la madre di Romeo che appare su una sedia rotella come fosse un trono dal quale dominare. Un pretesto per rappresentare la sudditanza del figlio dietro di lei a spingerla e la sua autorità nel danzare soprattutto con le sole braccia. Anche una sorta di ostacolo lestamente e prontamente superato. Dunque la tempra e la forza tipiche della società matriarcale di quel Sud del Dopoguerra dove Fabrizio Monteverde ha ambientato la sua rivisitazione».

Altro elemento simbolico è il letto in metallo di Giulietta, luogo sognante ma fino a un certo punto, vista l’assenza del materasso e la sua scarna essenzialità. Esso è molto più che un elemento scenico per diventare anche luogo di un amore che solo nella sua fine tragica assurge a imperituro ed eterno. Il romantico e verdeggiante balcone di Giulietta diventa un freddo muro da scalare. Un muro avvolto in un’oscurità che è simbolo della lontananza dal mondo e dell’isolamento. La danza dei Cavalieri del primo atto diventa incontro-scontro in cui sensualità e ostilità, amore o odio convivono. Questi solo alcuni dei tratti distintivi della rilettura del classico shakespeariano, curata da Fabrizio Monteverde.

«Credo molto nell’amore come Giulietta. In un amore che resta intenso e profondo anche se finisce, seppure non nel modo tragico di questa storia. Ci credo sempre. Come Giulietta, che sfida le imposizioni familiari e le convenzioni sociali, anche io agisco di istinto, senza badare ai condizionamenti. Si tratta di una interpretazione molto emotiva che non è mai la stessa. Dipende anche dallo stato di animo e dalla sensibilità del momento. A me è capitato anche di arrivare a piangere per l’intensità del personaggio. Un’esperienza molto stimolante come sono certa ce ne saranno altre. Non mi pongo la domanda di cosa mi riservi il futuro. Sarà quel che sarà. Per me è essenziale sperimentare e fare esperienze come quella di Amici, durata sette mesi ma molto intensa e importante», così ha commentato Carola Puddu, nel 2021 nella classe di Amici di Maria De Filippi per la prima volta in Calabria.  

«La Calabria era la regione che mi mancava. Non ero mai stata prima – ha aggiunto –. Inizio da Palmi. Le poche persone che ho potuto conoscere in questo breve lasso di tempo sono state tutte accoglienti e generose in modo più semplice e bello».

«Sono ancora giovane per conoscere un amore di tale intensità, che così avvolge e coinvolge. Dunque il lavoro di immedesimazione è stato ed è impegnativo. Romeo è sognante e combattuto. Colto da un travolgente colpo di fulmine per Giulietta, ha la consapevolezza di un amore ostacolato. Ci sono risvolti marcatamente tragici anche nell’espressività. Studiando bene la coreografia, il mio impegno è anche e soprattutto quello di sentire quello che interpreto e di interpretarlo il più naturalmente possibile, trovando il mio modo, che è anche frutto del mio stato d’animo, di danzare e personificare Romeo», ha raccontato il ballerino Paolo Barbonaglia. (rrc)