Domani mattina, alle 11, a Roma, nella sede di Palazzo Macuto, nella Sala del Refettorio, è in programma il convegno ” Lo Stretto di Messina «omphalos» della civilità mediterranea verso una dimensione internazionale. Progettualità e proposte per una Biennale dello Stretto”.
Ospitato dall’on. Vittorio Sgarbi che introduce i lavori, il convegno vedrà i saluti del ministro del Turismo, Massimo garavaglia.
Intervengono Alfonso Femia, che ha ideato e sviluppato il progetto Mediterranei Invisibili, Francesca Moraci, ordinario all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, Francesco Miceli, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Carmelo Malacrino, direttore del Museo Archeologico di Reggio Calabria, Maria Fedele, assessore alla Cultura del Comune di Taurianova e co-fondatrice «Network Mediterraneo», Patrizia Giancotti, docente dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. Modera i lavori Francesca Agostino, collaboratrice di Eurocomunicazione e ideatrice di Network Mediterraneo.
Il concept di Mediterranei Invisibili è stato pensato e sviluppato da Alfonso Femia, architetto che opera in contesto internazionale, nato a Taurianova, genovese dalla primissima infanzia, che ha conservato un profondo senso di appartenenza e di identità con la sua terra d’origine. Un team di portavoce sul territorio individua i percorsi di esplorazione e le narrazioni più autentiche e significative: Francesco Messina e Gaetano Scarcella per il versante siciliano e Michelangelo Pugliese e Salvatore Greco per quello calabrese. Mediterranei Invisibili – Viaggio nello Stretto – è prodotto da 500×100 con Marco Predari, Giorgio Tartaro, Simonetta Cenci.
Mediterranei Invisibili è una ricerca sul Mediterraneo italiano, con una focalizzazione per step successivi, sui differenti territori. Lo Stretto, paradigmatico, quasi archetipo di molti altri luoghi del Mediterraneo, è la prima tappa dell’indagine, in corso dal 2018.
Il suo approccio è unico che vede, ogni anno, un team di architetti, giornalisti, artisti, fotografi, coordinato da Alfonso Femia, esplora i luoghi e gli aspetti più invisibili. Il dialogo con le persone che li abitano è propedeutico all’individuazione del percorso per un rilancio bottom up, fuori dall’inquadramento stereotipato della “questione meridionale”.
Attraverso le direttrici geografiche, individuate per ogni viaggio, si costruisce una mappa con riferimenti essenziali – infrastrutture, paesaggio, ambiente urbanizzato, funzioni sociali pubbliche – con l’ulteriore obiettivo di orientare le risorse e sviluppare in termini progettuali l’innesto degli interventi. La mappatura rende leggibili bisogni e carenze, punti deboli e punti di forza del territorio e pone le basi per la loro trasformazione.
Le esplorazioni hanno toccato, tra Calabria e Sicilia, tantissime città e borghi: nel 2018 Reggio Calabria, l’area Grecanica con Amendolea e Gallicianò, Filanda Cogliandro, Costa Viola; nel 2019 Rosarno in Calabria, Scilla, Gerace e Messina, con le sue fortificazioni e la fondazione Horcinus in Sicilia; nel 2020, la Valle del Nisi, la città di Roccalumera, le antiche Terme Granata-Cassibile, la batteria militare Margottini, il borgo di Alì; l’antica città di Fiumedinisi; il Castello Belvedere; il Parco La Rocca di Buticari, in Sicilia e il Parco dei Taureani, la Tonnara di Palmi, lo Scoglio dell’Ulivo e le Grotte di Trachina, Tracciolino e sant’Elia in Calabria; nel 2021, la Masseria Acton a Rizziconi, il Museo della Ceramica a Seminara, la Diga del Menta, Ecolandia in Calabria, a Messina la Rada di San Francesco, l’area del porto Tremestieri e la passeggiata a mare-Batteria Masotto.
«Durante i viaggi nello Stretto – ha spiegato Femia – abbiamo incontrato persone che osservano e raccontano, provando a rendere comprensibile e a trasformare in un bene comune il territorio in cui siamo ospiti. L’ambizione e insieme l’obiettivo mio e del team di Mediterranei Invisibili, promosso dalla piattaforma di comunicazione 500×100, è quello di dimostrare concretamente come arte, architettura e politica possano cooperare per una crescita collettiva e dei luoghi».
«La Biennale – ha concluso – chiama a raccolta l’immaginazione, la progettualità, la ricchezza intellettuale del territorio. È il primo passo nella direzione di sinergie e collaborazioni tra i cittadini, le istituzioni e le amministrazioni. Mutando lo sguardo, lo Stretto, storicamente letto come divisivo tra Messina e Reggio, tra Calabria e Sicilia, diventa connessione che unisce i territori». (rrm)