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Southworking

A Tropea i Giovani di Unindustria Calabria: Southworking come nuova idea di sviluppo

I giovani di Unindustria Calabria scelgono Tropea, borgo dei borghi 2021, per parlare di lavoro al Sud, South working e contaminazioni.

L’attenzione è tutta sulle nuove forme di lavoro, al Sud. Un’area geografica dalla quale ci si accorge finalmente, che è possibile imparare le migliori strategie di sopravvivenza, e dove è più che mai necessario ottimizzare le migliori strategie di sviluppo. 

South working non come risposta alla pandemia, ma come nuova idea di sviluppo.  

A condurre la serata, la giornalista Concetta Schiariti, che ha instradato magistralmente tutti gli interventi su di un treno che la Calabria e il Sud non possono più perdere. 

A dare il benvenuto agli ospiti, nella città di Tropea, è Nino Macrì, sindaco della perla del tirreno, il quale già in prima battuta dimostra di non avere dubbi, e presenta Tropea come una delle più importanti scommesse del Sud, per il Sud. 

«La città è pronta ad accogliere chiunque desidera trasferirsi a Tropea – dice Macrì – dove ormai è alta ed eccellente la qualità della vita. È questa la nuova comfort zone, dove vivere e lavorare. Tropea è finalmente in grado di dire la sua, grazie al prestigio di una meta ormai ambita da ogni parte del mondo. È nel momento in cui gli ospiti diventano residenti, che si può parlare di vantaggio economico e di sviluppo sociale. E a Tropea tutto è possibile».

«Tropea, con i giovani imprenditori – esordisce Rocco Colacchio, presidente Confindutria Vibo Valentia – vede protagonista una Calabria che vuole fare, una Calabria giovane che scommette sul presente e parla di futuro».

«In Calabria, così come nel resto del mondo, secondo i canoni rispetto ai quali l’individuo sviluppa la sua vita all’interno del contesto delle comunità, il lavoro deve rappresentare la libertà. E lo smart working, ha permesso di continuare a vivere avendo un’identità lavorativa – così il presidente dei giovani imprenditori di Vibo Valentia, Natale Santacroce –. Il Sud vuole essere contaminato. Il south working vuole essere contaminazione di idee, progetti e azioni. Guardare al Sud come posizione strategica di lavoro. E noi giovani imprenditori calabresi crediamo nel south working come mezzo di avvicinamento del Nord con il Sud del paese».

Da Tropea dunque viene lanciato un segnale forte. Un pezzo di Calabria che riparte con competenze che permettono di competere con le economie internazionali.

Sburocratizzare per sviluppare il mezzogiorno e ripartire. Un concetto importante al quale seguono gli interventi del vice ministro per le infrastrutture, Alessandro Morelli, e del sottosegretario di Stato per il Sud e la coesione territoriale, Dalila Nesci. 

«Lavorare dal Sud e dalle periferie – sostiene l’on. Dalila Nesci, che si dichiara orgogliosa di presenziare a un evento così importante nella sua Tropea – potrà consentire un deciso sviluppo delle aree interne. Serve puntare sulle infrastrutture, esse sono le uniche soluzioni capaci di velocizzare la coesione territoriale. Il south working è un opportunità per guardare i nostri territori. Rivoluziona il concetto sulle aspettative non solo di lavoro, ma di vita. Consente ai limiti di diventare  opportunità. In Calabria – continua – guardiamo al progresso, ma poi siamo tutti paesani. Il South working, non sconvolge l’identità anzi, la stabilizza in un processo che se avviato consente il necessario confronto con il resto del mondo. Apprendere dagli altri, e mettere in pratica, nelle proprie realtà, ciò che si è imparato». 

Non è poi mancata la questione ponte sullo Stretto. 

«Arrivati a Reggio è impensabile doversi fermare per proseguire in traghetto – afferma il vice ministro Alessandro Morelli –.  Il Ponte sullo Stretto deve essere il ponte dell’Italia e dell’Europa». 

Un south working attivo sin dalle prime battute, che si basa sul concetto di libertà e di lavoro: Libertà di scegliere, libertà di essere nomadi digitali. 

A concludere i lavori, Aldo Ferrara, presidente Unindustria Calabria.

«Questa terra ha tutte le potenzialità per diventare centro del mondo – dice –. Il Sud lo è stato, deve solo recuperare il tempo perduto. I giovani imprenditori calabresi, con “lavorare al Sud”, questa sera, hanno presentato la vera “Calabria che lavora”. Non più teorie sui tavoli tecnici, ma realtà al centro dei luoghi».  (gsc)