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Giuseppe Borgia

Addio a Giuseppe Borgia, grand commis di Stato con la Calabria nel cuore

di PINO NANO – Addio a Giuseppe Borgia, calabrese, originario di San Procopio, un’infanzia interamente trascorsa a Palmi, e per anni influentissimo Presidente di Sezione della Corte dei Conti. mercoledì sera a Roma il Covid si è portato via anche lui. Aveva 84 anni, e aveva la sua Calabria eternamente nel cuore.

Giuseppe Borgia è stato soprattutto uno dei Grand Commis di Stato della Prima Repubblica: Provveditore Generale dello Stato, Direttore Generale della Previdenza Sociale sotto diversi Ministri, Responsabile dell’Istituto Poligrafico e della Zecca di Stato, Consulente Giuridico di decine di Governi diversi, Consigliere d’Amministrazione di Alitalia, Commissario della Croce Rossa Italiana, autorevolissimo Consigliere dell’Autority per la Vigilanza sui Lavori Pubblici, e tutto questo fino alla nascita dell’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione.

Giulio Andreotti, Flaminio Piccoli, Lamberto Dini, Carlo Azeglio Ciampi, Antonio Marzano, Gennaro Cassiani, Gino Giugni, Giuliano Amato, Tiziano Treu, Giorgio Napolitano, Oscar Luigi Scalfaro, Giovanni Leone, Gianni Letta, Giulio Tremonti, Clemente Mastella, Carlo Donat Cattin, Antonio Catricalà, Federico Tedeschini, Sergio Santoro, Walter Pedullà, Carmelino Pujia, Agostino Saccà, sono stati solo alcuni dei tantissimi “compagni di viaggio” che Giuseppe Borgia ricordava sempre di avere avuto la fortuna di incontrare lungo la strada della sua intensa vita istituzionale, e che per tutta la vita aveva continuato a frequentare e a riservare ad ognuno di essi il rispetto profondo che si deve ai grandi protagonisti della Storia del Paese.

Ma la storia personale di Giuseppe Borgia – scriveva qualche anno fa di lui il sociologo-scrittore Rocco Turi – è anche, però, il racconto della grande trasformazione della Pubblica Amministrazione in Italia, ed è soprattutto la testimonianza severa e lucidissima di un testimone privilegiato del nostro tempo, che all’età di 80 anni, appena compiuti, ricorda gli insegnamenti avuti dal suo primo maestro, don Luigi Sturzo, agli inizi del suo lungo percorso professionale; ma anche i consigli, e la grande lezione di vita istituzionale, che in tutti questi anni gli è venuta da almeno 5 diversi Capi di Stato.

Una vita, la sua, interamente spesa al servizio della Repubblica, a diretto contatto con le grandi emergenze sociali del Paese e i problemi più attuali e più scottanti del momento, ma con il pensiero eternamente rivolto alla Calabria, sua terra di origine, e che lui raccontava continuamente agli altri con una malinconia e una solitudine davvero struggenti, ripercorrendo in maniera a volte anche ossessiva gli anni dell’infanzia, quando suo padre lo portava a spasso per i sentieri più inaccessibili dell’Aspromonte, e quando la marina di Palmi era lo scrigno segreto dei suoi sogni.

La chiave di tanto successo? Il Presidente Giuseppe Borgia rispondeva con una battuta: “La vita mi ha insegnato che la dote più importante di un uomo chiamato a guidare la vita di un paese è la modestia, e poi forse la capacità di sapere ascoltare gli altri. Per tutta la vita, ho cercato di seguire questa regola”. (pn)