Applausi per gli scrittori, spunti di riflessione sull’attualità e musica hanno caratterizzato la prima giornata dell’undicesima edizione del Festival Leggere&Scrivere di Vibo Valentia.
Una prima grande giornata iniziata con l’inaugurazione e i primi appuntamenti del mattino, e proseguita con un pomeriggio aperto dalla presentazione del libro di Santo Strati, giornalista e scrittore, direttore di Calabria Live, che in un dialogo con il professore Mauro Alvisi – moderati dalla giornalista Maria Novella Imeneo – ha offerto una lettura della complessità, delle grandezze e delle miserie della Calabria, condensate nel suo libro “Calabria, Italia – Persone, eventi, luoghi, sogni, delusioni, speranze di una terra straordinaria”.
Riflessioni poi ancor più stimolate dagli interventi puntuali e pungenti dei due relatori, con uno sprone del professor Alvisi ai ragazzi affinché rifuggano dagli agi di chi, gli adulti, cerca di accomodare i giovani provocando in realtà solo danni alla loro crescita.
Tanti spunti anche nel romanzo di Massimo L’Andolina, Viaggio a Leningrado. Un romanzo – presentato dall’autore insieme al presidente della Provincia, Corrado L’Andolina, e alla dottoressa Fulvia Mazza – in cui sono chiari e forti gli influssi della grande letteratura russa dell’800, come ammesso dallo stesso autore. Un romanzo che, per usare le parole di uno dei relatori, ha una capacità di lettura sorprendente sebbene abbia una struttura non lineare, ed in cui si condensano richiami ad esperienze dello stesso L’Andolina, di carattere politico, professionale, letterario.
Sala gremita anche per l’appuntamento con il procuratore Marisa Manzini e la dottoressa Sabrina Garofalo, le quali, conversando con il giornalista di LaC Tv Pietro Comito ed il componente di Libera Raffaele Pileggi, introdotte dal sindaco di Vibo Valentia Maria Limardo e dall’assessore alla Cultura Giusi Fanelli, si sono soffermate su un tema di strettissima attualità: Il femminile nei contesti di ‘ndrangheta.
Il magistrato e la sociologa, che hanno scandagliato l’universo femminile che si muove all’interno del microcosmo mafioso attraverso la scrittura di libri e non solo nell’attività professionale, hanno offerto ad una attentissima platea occasioni per riflettere sulla reale condizione in cui la donna viene relegata all’interno della ‘ndrangheta. Particolarmente toccante, poi, una vicenda drammatica raccontata da Comito che ha mostrato come la mafia calabrese non si fosse fatta remore ad annientare un’intera famiglia, per giunta interna alla “Famiglia”, trucidando anche un bambino di 9 anni.
Si è tornati poi sulla leggerezza dei libri per l’ultimo appuntamento letterario. Un appuntamento particolare, con protagonista il grande scrittore calabrese Carmine Abate, che ha letto estratti del suo Un paese felice, accompagnato agli strumenti da Cataldo Perri e Lo squintetto, ammaliando il pubblico presente che ha salutato un altro affezionato amico del Festival con un lunghissimo applauso finale.
Le note di Marco Ginese alla marimba e Tito Torchia al flauto, del Conservatorio “Torrefranca”, con l’esibizione Intorno al tango, e poi in seconda serata i Radiofreccia con le canzoni del grande Luciano Ligabue hanno chiuso la prima giornata dell’XI Edizione del Festival Leggere&Scrivere. (rvv)